: l'antitesi tra la singolarità delle cose, così fortemente sentita e sottolineata dai fiamminghi, e l’unità dello spazio, la costruzione globale della
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con la rivelazione cristiana; può essere soltanto raffigurata mediante l’immaginazione, sia pure partendo dai dati della storia; è dunque, per
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La pittura di MICHELANGIOLO MERISI, detto CARAVAGGIO (1571-1610) è stata dai critici del Seicento, considerata antitetica a quella di Annibale
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, l’armonia della figurazione sono date dai colori: al centro, il corpo chiaro, affusolato dell’angelo con la voluta bianca del velo resa più luminosa
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. Lo stesso lampo di luce rivela i tre momenti della vicenda: il santo strappato dall’altare e colpito dai carnefici; lo sgomento e la fuga degli
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gran prontezza e la furia del pennello» (Bellori) che Rubens eredita dai veneti e porta alle estreme conseguenze, fino alle soglie del virtuoso far
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, ARTEMISIA (1593-1652 circa) è uno dei tramiti tra il caravaggismo romano e la corrente caravaggesca che s’era formata a Napoli, col BATTISTELLO, fin dai
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Caravaggio, ma deriva dai veneti e dal Dosso ferrarese.
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l’ingresso alla chiesa: un altissimo a solo plastico, accompagnato dai chiaroscuri sommessi, modulati sulle pareti curve. La coerenza strutturale è
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dai timpani triangolari delle finestre. I critici neoclassici accusano il Borromini di lavorare come un ebanista: infatti intaglia nervosamente le
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inquadrata, sulla fronte, dai due campanili.
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Ugualmente lontano dai grandi assunti ideologico-religiosi del Bernini e del Borromini, PIETRO DA CORTONA (1596-1669), pittore ed architetto, riduce
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elementi plastici e portanti, ma che vengono ritratte e addossate ai pilastri e alle pareti in modo da lasciar libero il vano luminoso formato dai
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Raffaello o di Tiziano, secondo le occorrenze: ora prendendo da Raffaello il nobile atteggiamento delle figure, ora dai veneti le sembianze d'un certo
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poesia pura dipinti mitologici, dai colori spiegati, dalla luce tersa, che gioca, impreziosendola, sulla materia.
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repertorio, dai ricordi caravaggeschi (i morti, dal corpo livido, in primo piano) al Guercino, e attraverso di lui i veneti, e ancora la contemporanea pittura
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raffinatissimi effetti cromatici, la lanosità del vello delle pecore, la pesantezza delle stoffe vestite dai pastori e del sacco incastrato al centro della
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curiosi ed anche paurosi della scena naturale. Nel periodo fiorentino, prendendo lo spunto dai fiamminghi e dai tedeschi, inventa il «genere» della
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Dopo l'ultimo grande contrasto di idee, quello tra il Bernini e il Borromini, l’arte si ritira dai grandi problemi e si restringe nei proprii, quelli
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antiquari. Vi si arriva direttamente dai due principali ingressi della città: chi viene dal nord entra da porta del Popolo, chi viene dal mare sbarca
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quasi involontariamente gli elementi alla «sodezza» classica predicata dai trattatisti del Cinquecento.
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, svoltare, addentrarsi in una profondità breve ma chiaramente scandita dai piani del basamento e dalla situazione delle figure. Giunti al sommo, però
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