Su due guanciali, che s' eran tra- scinati vicino al balcone, due bei bambini rosei e ricciuti, Margherita e Lionello, chiamati per vezzo dai
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fiori di una forma inaspettata, dai colori vivi e smaglianti. La mamma di Rita e di Nello, ch' era una bella signora ancor giovane, e si chiamava la
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dai padroni di comprar tutte le mattine ai topini, perchè si rinfrescassero. Nè c' eran le solite bistecche di carne cruda, nè le patate cotte nel burro
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forte, col musetto dai baffi mobili e irrequieti sempre volto in su, percorse: più volte in lungo e in largo la stanza dove l' avevano messa, ch' era
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' ordine dai padroni. - Non sarai ucciso, non aver paura! dichiarò Dodò con tutta certezza. Basta che tu mi ubbidisca e faccia il topino perbene. - Che
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, che si ricordava del povero sorcio ucciso dal gatto davanti a' suoi occhi. - No: vengo dai tetti, io. - O perchè sei tutto bigio, mentre io sono
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subito quell' agile orda topesca non gli assalisse da tutte le parti. Ma la canestra fu abbandonata dai sorci giovani quando smisero di pigliar latte
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suoni dai tasti, soltanto appoggiandovi le zampette.
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lo lasciava fare, e gli dava de' buoni consigli. Zì, zì, tu sei un cattivo soggetto, Moschino! A me non la dài a intendere, zì, zì. Il primo dovere
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