lungo i crepacci rameggiavano le pallide glicinie dai grappoli odorosi. Che incantevole mattino!... Soli, dimentichi dall'universo, tenendosi per
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questo il punto debole per cui aveva subite tante canzonature dalle ragazze del paese, prima, dai compagni di caserma poi. Anche adesso che, incapace
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ciondolava, vinto dai primi attacchi del sonno. Ma sobbalzò, udendo il te tec, te tec, ripercosso sull'ammattonato della stanza vicina. — Che fai li
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visioni, erano quei fuochi fatui della fantasia che si sprigionano dai corpi intorbiditi, guizzi fuggevoli, lampi del pensiero che si ostina a vivere e
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, ma quale onda confusa veniva dall'orizzonte, su dalla valle, dai lontani abituri? Erano i cuori spezzati che gemono in silenzio, le piccole anime
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