bianchi sono pure i recessivi omozigoti ii cc (1/16); mentre i 3/16 in cui è assente I ed è presente C manifestano il colore portato dai livornesi
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equatoriale; 7, divisione dei cromosomi; 8, 10, 9: migrazione dai cromosomi verso i poli del fuso e divisione della cellula in due; 11-12
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figura si chiama il fuso centrale; dai centrioli si irradiano filamenti anche verso la periferia della cellula, costituendo due astrosfere o aster.
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, indipendentemente dai caratteri che può portare lo spermio, che soltanto più tardi entrano in giuoco.
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Le notazioni usate dai varî autori sono diverse. Alcuni usano X e Y anche in questi casi. È preferibile, per evitare confusioni con i casi di
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Molti altri fattori che si comportano in modo analogo a quello «occhi bianchi» sono stati poi trovati dal Morgan e dai suoi collaboratori (Bridges
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femminile eterozigote (farfalle, uccelli). Qui dunque l’eredità è trasmessa dai maschi, che sono più raramente colpiti dal carattere. Uno degli
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Occorre perciò presentare al lettore il celebre moscerino e dir qualche parola sulla sua biologia e sui simboli adottati dai genetisti americani.
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legata al sesso del carattere white eye (occhi bianchi). D’allora in poi la Drosofila divenne l'oggetto di ricerca preferito dai genetisti, e le
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Se si reincrocia la femmina ibrida del secondo incrocio, discendente dai genitori B vg e b Vg con un maschio recessivo, si ha un risultato analogo:
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cromosoma X (che si distingue bene dagli autosomi dai quali è un po’ distanziato durante l’anafase) può, con eguale probabilità, rimanere nell’uovo o andare
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I nomi dati a questi stadi dai diversi autori variano alquanto, per la sinonimia cfr. W. Ludwig (1938).
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due da un cromosoma (paterno) e due dall’altro (materno) si domanda se le diadi sono composte dai due cromatidi gemelli, originati dallo stesso
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Ma vi sono casi che sono stati considerati dai sostenitori dell’eredità intermedia, come prove inconfutabili di questo modo di eredità, e in cui non
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esse stabilire se e quanto i figli possano differire dai genitori e se queste differenze possano andar sommandosi di generazione in generazione in modo
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colorazione che loro è impressa dai geni esistenti nel nucleo dell’ovocite. I geni introdotti
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questa proprietà devono l’esser stati presi dai sistematici a caratterizzare gruppi di ambito sempre maggiore. Se il numero delle gambe dei cavalli, dei
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nel corso degli allevamenti fatti dai genetisti. È necessario quindi analizzare questo fenomeno: la formazione delle razze dalle specie selvatiche.
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Le teorie proposte per la interpretazione dei fenomeni ereditarî, dai tempi antichi ai nostri giorni, sono molto numerose, e fanno appello alle più
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. Recentemente, tale carattere ricomparve in Norvegia, e fu studiato dai genetisti, che constatarono trattarsi di un carattere recessivo.
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rispettivamente 44 e 48 cromosomi, trovò che alla meiosi si formano 23 gemini perfettamente equilibrati, 11 formati dai 22 cromosomi della I. hoogiana, e
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Anche i casi più interessanti di polisomia sono offerti dai vegetali. Alcuni mutanti di Oenothera, come la Oe. lata e la semilata hanno 15 cromosomi
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che differiscano, per caratteri portati dai cromosomi
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ereditarî (Naegeli) e l’antitesi soma-germe e la continuità del plasma germinale (Weismann) furono ripresi e utilizzati dai moderni sperimentatori
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la teoria della distribuzione dei determinanti del Weismann è oggi abbandonata dai più, e si ritiene che i nuclei di tutte le cellule del corpo siano
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conoscenza sta appunto essenzialmente nel collegare fenomeni ignoti a fenomeni noti, e nel costruire così serie di fatti collegati dai rapporti di
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effetto di cause esterne, o interne — e di dar luogo a una filiazione che differisca dai genitori?
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angusto? Questo problema è embriologico e fisiologico ad un tempo, e tuttavia non esorbita dai fini della Genetica.
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Se, tuttavia, l’interpretazione evoluzionistica appare, nelle sue linee generali, pienamente giustificata e sostenuta dai fatti, non è men vero che
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raggruppamenti stabiliti dai sistematici sono,
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Esamineremo successivamente, dal punto di vista genetico, e con la brevità imposta dai limiti della presente trattazione, le variazioni che possono
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Come fattori esterni di evoluzione rimangono le varie forme di selezione, che sono state studiate dal Darwin e dai suoi successori e specialmente la
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dirsi logicamente impeccabile, non può certo considerarsi soddisfacente alle esigenze della conoscenza razionale. E, del resto, è contraddetta dai dati di
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L’importanza delle mutazioni cromosomiche come fattori di differenziamento specifico è stata messa in evidenza soprattutto dai lavori del Dobzhansky
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Il Dubinin (1934) è riuscito, per mezzo di trasposizioni prodotte dai raggi X, ad ottenere un ceppo di Drosofile con tre sole, anziché quattro
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maggior esattezza e di condurli con maggiore speditezza e minor dispendio, se il genetista può sgombrare il campo dai pregiudizi che ancor oggi sono troppo
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Osborn, E. F. - Dai Greci a Darwin. Torino, Bocca, 1901.
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essere di duplice natura: cause genetiche, cioè l’eredità ricevuta dai genitori, e cause esterne, ambientali.
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Gli individui periscono, ma non prima che abbiano trasmesso ai propri figli il retaggio che hanno ricevuto dai padri e dagli avi. La conservazione e
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poligoni di frequenza delle varie generazioni sono riferiti alla stessa scala e i riproduttori scelti sono indicati dai segni neri. Non appena si
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costanza dei valori trovati dai diversi autori.
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V’è una razza di Primula sinensis, chiamata rubra dai sistematici, che, se la pianta viene tenuta a temperatura normale (sotto ai 30°) mette fiori
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, ottenne varie forme intermedie fra le due estreme, che erano state considerate dai sistematici come specie diverse: A. salina e A. mulhauseni (Fig
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Così, ad esempio delle due varietà di Primula sinensis distinte dai botanici con i nomi di P. s. rubra e P. s. alba, la prima,
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esclusivamente dai fattori esterni. Se questi non entrassero in giuoco, tutti gli individui d’identico genotipo sarebbero identici. I fattori esterni agiscono
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le modificazioni o somazioni, che sono indotte dai fattori esterni, e che non sono trasmissibili ereditariamente.
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Varie altre modificazioni durevoli furono prodotte nel paramecio e in diversi altri Protozoi dalla temperatura, dai sali di calcio, ecc.
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costantemente finché la pianta si riproduce per via vegetativa, ma scompaiono immediatamente alla prima generazione ottenuta dai semi. Si comportano cioè in
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sono conosciute col nome, alquanto improprio, di Hedera helix var. arborea. Dai semi di queste piante nascono però sempre piantine reptanti, con la
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del mendelismo classico, riportiamo quello dell’eredità del colore degli occhi, come risulta dalla tabella compilata dai Davenport sui dati di
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