O zia Filomena, oggi che è la Santa Pasqua, e fanno pace suocera e nuora, abbiamo da abbracciarci e baciarci anche noi?
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Vado a vedere. Turiddu doveva portarne oggi da Francofonte.
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Che ne avete ancora di quello buono da sei soldi, gna' Nunzia?
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- I miei interessi me li guardo io, da me, senza bisogno di quelli del pennacchio. E in paese tutti lo sanno, grazie a Dio!
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attaccar discorso con lui anche! - Compare Turiddu, che ci venite a fare da queste parti? Non lo sapete che non ci fu la volontà di Dio? Ora lasciatemi
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In chiesa ci ha da andare chi ha la coscienza netta, gna' Lola.
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No, abbiamo da parlare ancora.
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Se vi dico che non abbiamo nulla da fare!
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Andiamo via, gna' Lola, che qui non abbiamo nulla da fare.
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(strappandosi da lei)
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Non sono ubbriaca, compor Alfio, e parlo da senno!
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Questo dico io : per qual motivo dovreste essere in collera con me che non vi ho fatto nulla poi il giorno di Pasqua ha da essere come il bucato, se
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Sì, di quel buono che dovevi portar oggi da Francofonte!...
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Ora s'ha da berci su, come avete detto voi.
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Che avete da comandarmi qualche cosa, compar Alfio?
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Aspettatemi alle ultime case del paese, che entro in casa un momento a pigliare quel che fa bisogno, e son subito da voi.
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Sentite, compar Alfio, come è vero Dio so che ho torto, e mi lascierei scannare da voi senza dir nulla. Ma ci ho un debito di coscienza con comare
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San Remo, 10 novembre. SON qui da ieri sera. Venite. VIOLA.
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San Remo, 21 novembre. VIOLA fa sapere alla sola persona dalla quale è conosciuta, ch' ella aspetta inutil- mente da otto giorni.
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gran camera da letto, sola quasi buia in tutto il quartiere illuminato come per una festa, la madre, pallidissima, seduta accanto al letto dell
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NEL palazzo Dolfini tutt' a un tratto era calata una nube di tristezza. La malattia di donna Vittoria, che durava da circa una settimana, s'era
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sull'uscio della cucina. — Zitti tutti? — esclamò il Canonico, pallido come il berretto da notte. — Lasciatemi sentire. E si mise dietro l' imposta della
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, vecchio anche lui adesso, che passava di tanto in tanto dal mulino, quand'era da quelle parti. E raccontò che la campagna, al basso, era tutta allagata
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! Ella riprese per la sua via, a testa bassa, da contadina cocciuta che era. Carlo, a fine di rompere il ghiaccio, domandò: — O dove va, bella ragazza
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colletto ritto da uomo, un ferro di cavallo alla cravatta, un cappellino grigio, a tese piatte, con un ciuffo di piume di struzzo sul davanti; ricordi
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portato il paletot sul braccio, tutto il tempo. C' è un povero storpio che suona da due ore il valtzer di Madama Angot, sotto la mia finestra. Si
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e lo scintillìo dei vostri diamanti. Frivola e dura altrettanto! Vi odio, vi detesto; voi mi fate morire, consunto da questa pazzia che m'avete messa
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le stese la destra. Ella ritirò la sua. — Sentite, Roberto... Ho da dirvi una cosa... una cosa da cui dipende tutta la sua vita. Egli aspettava, serio
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sua guarigione dipende... da ciò!... — Da che cosa?... Per tutta risposta ella gli fissò in volto gli occhi arsi di febbre. Allora, sotto quello
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ride della scienza. Io non ci ho altro da prescrivere qui: Recipe. — L'inverno a San Remo o a Napoli. L'estate a Pegli o a Livorno. Una scappata a Roma
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dalla sua gran pelliccia. Quando furono nel salone, in piena luce, ella fu colpita dall'aspetto di Bice, dalla veste da camera discinta, dallo mani
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incenso. — Odore di morte — diceva il medico, vinto nella camera della moribonda da un odore più forte di etere, acuto, penetrante, che sembrava andare
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