La Principessa d’Eboli, Tebaldo, la Contessa d’Aremberg. Dame della Regina, Paggi.
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(Elisabetta ricusa d’un cenno)
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(Elisabetta facendo un cenno d’addio a Don Carlo per allontanarsi)
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(la Contessa d’Aremberg esce tremante dalla calca e si presenta al Re)
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Filippo II, Elisabetta, Tebaldo, la Contessa d’Aremberg, Rodrigo, Eboli, Coro, Paggi, (entrando successivamente.)
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(Elisabetta rimane un momento confusa, immobile, mentre Rodrigo si avvicina alla Principessa d’Eboli)
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Detti, il Conte di Lerma, Ambasciatore di Spagna, la Contessa d’Aremberg, Paggi con una lettiga, Popolo.
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(Rodrigo prende la mano della Principessa d’Eboli e s’allontana con lei parlando sottovoce)
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(Elisabetta rientra nel palagio. Le Dame della Regina si separano. Due d’esse seguono la Regina. Le altre rimangono.)
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(La Regina si separa piangendo dalla Contessa ed esce sorreggendosi ala Principessa d’Eboli. Il Coro la segue.)
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(Tutti s’inchinano silenziosi. Filippo scende i gradini e va a prendere la mano d’Elisabetta per continuare il suo cammino.)
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(Carlo la saluta, e, la mano sulla spada, si pone dignitosamente alla destra d’Elisabetta. Tebaldo s’inchina ed esce dal fondo.)
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(Due uomini discendono la scalinata della prigione armati d’archibugio. Si fermano un momento e si mostrano Carlo e Rodrigo che non li vedono.)
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su di lei. Elisabetta, contenendo a fatica la sua emozione, ordina a Carlo d’avvicinarsi. Rodrigo ed Eboli scambiano dei cenni con le Dame, si
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Un sito ridente alle Porte dell’Asilo dei Solitari. Una fontana; sedili di zolle; gruppi d’aranci, di pini e di lentischi. – All’orizzonte le
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riunirli in una conca d’oro, onde esce splendida la Peregrina, il più bel gioiello della corona di Spagna.
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di Spagna. Rodrigo dà la destra alla Regina, seguita dalle Dame e da Tebaldo. I Paggi portano il manto d’Elisabetta.) (Il corteggio si schiera innanzi
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Questa perla, che non ha chi la eguagli se non se la famosa perla di Cleopatra, è personificata dalla Regina. La Principessa d’Eboli, sotto la
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(ultimo scoppio d’artiglierie)
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Spero che prima d’arrivare all’ultimo, mi permetterai di sedere.
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Scena: Carcere. Margherita stesa a terra su d’uno strame di paglia, canticchiando e vaneggiando. Notte. Una lampada accesa inchiodata al muro.
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sotto la grottesca visiera del Don Chisciotte spagnuolo. Ogni secolo, ogni paese, ogni civiltà, ogni ciclo d’arte, ogni ciclo di storia ha il suo Faust
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. Il Cancelliere, il Maresciallo d’armata, il Tesoriere. – Più tardi Mefistofele; più tardi Faust. Fanfara Imperiale.
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Scena: Francoforte sul Meno. – Porta e bastioni. – Passeggiatori d’ogni sorta ch’escono dalla città a gruppi di due, di tre, di quattro, ecc
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No, vi prego di non dirmelo. Voi siete il Pubblico. II Pubblico che cerco, che aspetto; scevro da pregiudizi, intelligente, spassionato, avido d
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Tranquillizzatevi, non vi domando indulgenza, temerei d’offender voi e me e più ancora l’arte stessa. Non vi chiedo indulgenza ma bensì attenzione
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il massacro. Il salmo ecclesiastico si congiunge allo scoppio delle fanfare infernali e al tuono delle cannonate. Il nemico della luce, d’accordo con
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bellissime cose che io non voglio sapere quando assisto ad un’opera d’arte. Datemi delle forti emozioni e allontanate da me la noia, ecco tutto quel che vi
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fin enveloppé d’harmonie et de vapeurs mystiques. Goethe a fait cette fois comme les musiciens, comme Mozart, qui ramène à la dernière scène de Don
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. Immaginati il creatore del Barbiere e del Guglielmo Tell colla sua duplice ispirazione e tragica e burlesca, creante la musica d’un Faust! Immagina la mente
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