Penombre
colla gioia di affamati infermi morderti il cuore.
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steli... Della mia donna nel fervido cuore aleggia sempre una brezza gentile, e quando ricco il poeta è d'amore anche il gennaio somiglia all'aprile.
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, e che preghi il Signore; rifioriran, mia mesta giovinetta! Nessun ci toglie un angolo di terra dove, esperti del cuore e della vita, dimenticar degli
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alti stipiti morde il suo vecchio pane; solo nelle mie tenebre cerco il mio pane anch'io, cerco la fede in Dio! E il mesto cuore interrogo di tante
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all'allòr delle tue bianche chiome, del nostro pianto asperso, e profumato sul nostro cuore! Inno, inno mio, vola per l'ampio oceano! L'amor che ti conduce
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paternostro e l'ave, culle derise e sucide di coscienze ignave? Tra i fili del telegrafo, col fischio del vapore, ti sparvero dal cuore l'ostia e il
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brutta scena non vegga il giorno. Si terse una lagrima - poi disse : - o signore, di tenero cuore - la mamma vi fe'! Ebben, tante grazie - lasciatemi
Penombre
avete un pargolo gaio, ricciuto e bello, gli anatemi frenatemi del cuore e del cervello; per chi ha pianto d'angoscia, per chi di gioia ha pianto