corrente in cui si specchia la ricciuta fanciulla oppur al vecchia che ti guarda ridente. Aneli alla mestizia solitaria per cui l'arte respiri insiem
poesia
mio, molte sciagure di cui farai tesoro: esse valgono - sai? - nell'ore oscure oh! molto più dell'oro! Ti lascio i sogni e le illusïoni, mille imagini
poesia
nostro invito: fu certo un cenno della mia sorella che di me ti ha invaghito, o un sospir di mia madre! - Ero un intruso di cui dicean " morrà presto
poesia
È l'ora in cui gli augelli accovacciati la testolina ascondon sotto l'ala; le lucciolette ricamano i prati, e canta a vespro la fulva cicala
poesia
Coronato di rovi e di pruina ecco il Febbraio. Buone madri, cui desta alla mattina la pioggia che vien giù rapida e fina, e il canto del rovaio
poesia
mondo è un rachitico fratello, di cui ti stanca la elegante posa; e tu cali il telone, schiudi i tubi, lasci la folla vana e vanitosa agli ombrelli
poesia
occaso, e par che inviti colle fiamme estreme le razze a unirsi insieme! Addio sussurri di cui Dio soltanto ha la profonda chiave; addio lene compianto
poesia
troppo superba! - Mai non volle fermarsi per cinguettar coll'erba! - Sdegnò sempre dell'orto la procace verdura! - Del limo in cui cantiamo pareva aver
poesia
tugurio a capanna d'intorno che susurro, che ciancie, quel dì! Che dirà questa povera gente, cui repente - il miracolo appare ? Vecchierelli, aspettate
poesia
nostra cortina da cui, stanchi e lividi, ci assal la mattina! Tu dici: " O amatissimo, sei Giove, e io son Frine!... " scotendo sugli omeri le chiome
poesia
fortunose, poesie... casi ignorati di sogni e di congiure, epopea di cui rapsode avvilita è l'età che noi giovani viviamo!... Ma parmi udir, da
poesia
Gennaio! È il mese in cui la Dea Speranza, la Dea che accanto a me più non ritrovo, fanciulle mie, bussa alla vostra stanza, vestita a nuovo. - Certo
poesia
della gloria, ch'ora, ironie dell'esistenza schiava, piangon nella memoria. Albe, concenti, aureole svanite, in cui fu il mio bambino animo assorto, voi
poesia
' sentieri agresti, delle canzoni! Del focolar con cui spesso, nel verno, si viveva del prossimo in disparte, rimescolando fra di noi l'eterno tema
poesia
dolci ore dell'estro, le rime in cui son destro fatte d'argento e d'or, fatte di lapislazzuli, di gemme e perle fine che saran serto al crine del
poesia
all'anime ansie ancor del mio destino, e susurralo all'orecchio del mio pallido bambino: non un verso a Bruto o a Cesare, non un sol gettato ai venti in cui
poesia
, quelle cui veglian, nelle grotte buie, gli Incubi, iddii dalle pupille fuie, la cospergean di innumeri scintille. Rosseggiava il rubino, come
poesia
povero armadio e sono il tarlo, sono il martel spietato e il debil muro, e in questa vita da cui vuoi fuggire, è da gran tempo che a sarcasmi immani
poesia
io sono un romano! Nuda!… del nonno mio rinnegherei La fede, e con qualunque apostasia Fuorchè nel caso in cui potesi a lei spiegar l’Eucarestia.
poesia
soavissimo primo vagito dell'atteso bimbo! È un vero e una parvenza: è la tua bella di cui scorgi il nimbo e attendi la presenza! Giovinettina dai
poesia
o di un bisavolo; zoppicava, aleggiava, certo in cerca di un buco, sul foglio sparso di versi neonati. Rideano i giorni in cui sbuccia il sambuco, e
poesia
paggio tutto pallido e biondo e triste e altero. Però sul tuo passaggio castellane, baroni e giovinetti sorridendo dirian: " Dolce straniero cui fan
poesia