Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Sull'Oceano

171102
De Amicis, Edmondo 50 occorrenze
  • 1890
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
  • UNICT
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Sull'Oceano

. L'altro l'ho già accennato: era un marsigliese di cinquant'anni, con un busto di Patagone e le gambe corte, di cui una arcata, che strascicava; e aveva

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cui battevano la misura i colpi cadenzati dell'elice. Ma i pensieri, a quell'ora, pigliano il color del mare. Davanti a quella faccia sconfinata delle

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Torino, come un gran cerchio luminoso che corra sul mare col piroscafo, e in cui girano, brillano cento visi conosciuti, e par dì sentire le visa e le

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affetti matrimoniali s'erano riattizzati un poco, e oltre alle legittime, s'eran formate delle coppie nuove, in cui quella maniera di vita produceva lo

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sdegno dello stomaco doveva aver già fatto il grande repulisti, desiderato da ogni buon comandante, delle solite frutte cattive di cui s'impinzano a

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finestrino: una maraviglia! L'oceano placidissimo, tutto argento e rosa, coperto d'un velo diafano di vapori a cui il sole nascente dava l'aspetto

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formarsi una folla, di mezzo a cui si alzò uno scroscio di risa e parve che partisse una notizia; la quale rapidamente propagandosi, propagò la risata fino

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una faccia buffa di contadino, a cui mancava la punta del naso, e che doveva essere il reo, che s'andava scolpando: - Infine.... non ho mica detto

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ad altro che agli affetti o agli interessi che avevan lasciati in Europa o da cui erano attesi in America, là, su quelle quattro tavole sospeso copra

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lentamente. Ricordo quella conversazione, tutta di carattere marino schietto, per la crudele tortura a cui mise il povero avvocato mio vicino. Fu prima la

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, maturano e cadono con la stessa rapidità con cui s'avvicendano le stagioni sul piroscafo, dove si passa in tre settimane dalla primavera all'autunno. La

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zona torrida, la grande innaffiatrice del mondo, nel cui regno navigavamo da due giorni. E non durò che pochi minuti. La vôlta cupa delle nuvole si

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gentile un grande vigore di passione, ed era una pietà ardente per le miserie umane, il cui spettacolo le riusciva intollerabile e la rendeva infelice, un

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a bocca aperta, e sclamare man mano che si cangiavano: - Che peccato! - come allo svanire d'un sogno incantevole. Erano monti d'oro, da cui

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gli altri giorni, uomini con cravatte straordinarie, barbe fatte, camicie di bucato, colli da cui eran cadute le scaglie. La folla s'era come

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solitari. Ciascuno aveva uno studio o un'arte per le mani, con cui ingannava il tempo in quei viaggi continui: il Secondo studiava il tedesco, il

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combattuto e che combatteranno per la terra in cui non poterono o non potranno vivere, io non v'ho mai amati, non ho mai sentito come quella sera che dei

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proposito, un sentimento di rispetto e di timidezza, il quale si rivelava nella prontezza istantanea con cui lo sguardo dei passeggieri saliva su per gli

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immaginato. Per effetto dell'agglomerazione in cui erano costretti a vivere, e delle grandi differenze d'indole e di costumi che passavan fra di loro

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Erano i ragazzi di prua che battevan le mani a una manovra con cui s'alzavano le vele di gabbia, di parochetto e di contromezzana, in modo che il

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Aveva sul tavolino un monte di passaporti, di cui mi mostrò lo spoglio. Il Galileo portava mille e seicento passeggieri di terza classe, dei quali

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l'altro, anche davanti a quel pericolo sconosciuto da cui poteva uscire la morte. S'erano detti a vicenda con gli occhi: - Io so che non

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qua e là come delle isolette coperte di smeraldi; e nell'aria spirava un tepore di primavera, in cui pareva di sentire delle fragranze terrestri, che

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Se è vero che in ogni lunga navigazione v'è una così detta "giornata del diavolo" in cui tutto va alla peggio, e il piroscafo diventa un inferno, io

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e irritati di quel letto di Procuste, in cui erano costretti a studiar lo spagnuolo da tre settimane. Che sorridessero non c'era che la signora

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torvo del consueto, in cui si leggeva che quella mattina ci avrebbero fatto peggio che delle spostature. Perchè, insomma, eravamo noi che rubavamo loro

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Dove andare? Sei ore eterne dovevano passare prima di notte. Rientrai nel salone, e cominciai a sfogliare l'album di bordo, in cui varii passeggieri

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di quel crostino della pianista, di cui coglieva sempre a volo lo sguardo e mai il guardato, come se facesse all'amore con uno spirito; e l'altro, il

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l'avvocato, il quale, rizzatosi sul busto, girava sul grande nemico uno sguardo lento, in cui si vedeva crescere l'inquietudine, poi guardava verso

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lontano, a cui tenne dietro subito un movimento brusco di rullìo, provocarono qualche esclamazione: - Ed ora? - Cos'è questo? - Si comincia male! - Le

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dovesse balzar addosso tutt'a un tratto, nel punto in cui traboccando sulla bilancia dell'anima l'istinto della conservazione, il piattello della

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luogo e le persone. In quel momento in cui tutte le affettazioni, tutti gli aspetti finti cadevano, e appariva di sotto nudo l'animale atterrito

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che durasse più delle altre volte, poi si cangiò in una speranza, a cui la mente si rifiutava di credere ancora, ma che tutti i sensi andavano a poco a

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Quei tristi inneggiavano al vento pampero, a cui dovevano quelle otto ore di morte. Ma il vento pareva che fosse caduto quasi del tutto, benché il

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l'orgoglio con cui, molto tempo dopo, per tutta la vita, avrebbero raccontato d'aver fatto fronte a quel pericolo senza paura. Era stupefacente la disinvoltura

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coi capelli sciolti, striscianti, rotolanti sul tavolato immondo, in un'aria ammorbata, in cui d'ogni parte suonavano pianti, guaiti, invocazioni di

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, non avessero fatto che rendergli più bello e più caro l'oggetto adorato per cui aveva tutto sofferto. Io l'osservai per un pezzo dal palco di comando

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i figli di quel paese a cui tanti miei concittadini stavano per affidare le sorti della propria vita. E cercavo sul loro viso le impressioni

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stanchi irritati da non poterne più di quella perpetua danza di linee, di quel continuo accorciarsi, piegarsi e ritorcersi a cui s'è costretti dall'angustia

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desideri con cui ero partito, il pensiero della terra nuova non mi dava più che un senso di noia, accompagnato dalla preoccupazione meschina delle

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non vedevano nulla, immobili e assorti, come davanti alla faccia d'una sfinge, a cui volessero strappare il segreto del proprio avvenire, e come se

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marino, rimasero increduli. Ma navigavamo già di fatto nel Plata, la cui riva destra era a più di cento miglia da noi. Quando l'ultima luce

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conoscer la gente per viaggio. Certi passeggieri, con cui avevo avuto per tutto quel tempo una dimestichezza quasi d'amico, se n'andavano senza dir

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sua bocca da cui pareva che non uscisse più alito, errava ancora quel suo sorriso leggerissimo, d'una mestizia e d'una dolcezza infinita. Quando passò

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avrebbero potuto campare onestamente in patria, e che non emigravano se non per uscire da una mediocrità, di cui avevano torto di non contentarsi; ed anche

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. Quello là, per sollevarsi un poco, s'era dedicato alla gastronomia, a cui per natura tendeva; aveva fatto relazione col cuoco; era il primo a saper la

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riuscita troppo al di sotto dell'ideale per cui s'era battuto. Un'Italia di declamatori e d'intriganti, appestata ancora di tutta la cortigianeria antica

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criniere bianche arricciate, e di mine piccole iridi brillanti a traverso a un polverio finissimo di gocciole, su cui si levavano qua e là degli spruzzi

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detti, fischiati, in cui non si distingueva più la voce dell'uomo da quella della donna, e parevan lacerati dai denti. Era come una lotta sommessa di

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di miserie, di birbonate e d'ingiustizie. In un crocchio, in cui pareva che dominasse come una nota d'allegria amara, ridevan della rabbia che

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