Una mattina Cuddu era andato, al solito, da compare Sidoro; e, non avendolo trovato in casa, si era diretto verso la merceria che quegli aveva nella
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Cuddu l'aveva passata liscia; e da due giorni non si moveva di casa. Per occuparlo la mamma gli faceva riempire, al solito, i rocchetti dell'ordito
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non lo chiamavano Gambalesta, ma col nome di battesimo, Cuddu che pochi sapevano fosse un'abbreviazione dialettale di Menico. Né, dopo, si seppe mai
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Cuddu non si era addormentato sùbito su lo strame accanto a Pino; eppure gli sembrava di sognare di trovarsi colà, mentre fuori scrosciava la pioggia
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per la manica della giacchetta, lo fermò; e rientrò nello stallatico. Cuddu non rispose. Appoggiò le spalle allo stipite del portone e rimase là a
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Uscito di casa con la ferma intenzione di non recarsi dal sarto, Cuddu aveva errato un po' per vicoli e vicoletti, fermandosi davanti a una bottega
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Parecchi giorni dopo, nell'ospedale di Messina, Cuddu non riusciva ancora a raccapezzarsi. Si sentiva impacciato nei movimenti, come se lo avessero
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sua mamma non aveva altro denaro!... Cuddu si sentiva stringere il cuore. Nell'osteria aveva trovato altri ragazzi, figli dell'oste, che lo condussero a
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la gran cappa di neve, Mongibello ; e a Cuddu sembrava più piccolo di quanto lo vedeva dalla spianata davanti a casa sua, perché qui le colline
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vie... Ed ecco una piazzetta con gruppi di gente armata. Il rumore delle fucilate si avvicinava, continuo. E intanto Cuddu non aveva più paura; gli
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confusione, tra urli di: - Viva l'Italia! Viva Garibaldi! Non è lui! Fermi! Ammazzalo! Infatti quel povero diavolo era stato preso in iscambio. Cuddu vide
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Cuddu. - Te ne presto quattro io; me li renderai - fece uno dei ragazzi. Cuddu accettò. Compare Cosimo sorvegliava il giuoco, con la pipa in bocca e le
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mare e andavano a posarsi senza sommergersi, come egli aveva visto fare alle papere nella vasca del Canzirro all'Albero bianco. - Cuddu! Figlio di
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Férmati lì; aspèttami! - All'altra rampa. - Férmati! E Cuddu lo aveva fatto sgolare prima di fermarsi all'ultima rampa dello stradone. Da don Pietro
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... Gli daranno una medaglia. Infatti nei primi giorni, delirando, Cuddu non aveva fatto che ripetere: - Avanti! Avanti!... Il cannoncino!... Bum! Bum
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alto. Cuddu cominciava a pentirsi della sua scappata, anche perché sentiva in fondo allo stomaco un certo languore a cui non vedeva in che modo
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nascosta dalla pianta di capperi spiovente da una fessura. - Aspetta; scendo giù. Cuddu attese, impietrito, col cuoricino che gli batteva forte, con
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così buia che Cuddu esitò un istante. - C'è la scala - lo avvertì il ragazzo. - Bada. Gli scalini erano intagliati rozzamente nel vivo masso. A ogni
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- E stai sempre solo tutta la giornata? Come ti chiami? - Pino. E tu? - Cuddu. Pino, messosi a rincorrere grilli e farfalle, gli raccontava intanto
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si ficcano nella tana - egli spiegò a Cuddu, che si era tirato da parte, temendo che l'animale potesse sfuggir di mano al cacciatore. - Non morde
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andava avanti. Compare Nunzio batteva su le macchie e sui cespi delle erbacce con la canna del fucile sùbito ricaricato. Cuddu, intanto, alle parole
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il cacciatore. - Ma io sono più malizioso di loro. E rimase così immobile, quasi un'ora. Sem- brava che i piccioni si fossero passata la voce. Cuddu
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prima del vecchio. Cuddu era partito zufolando, con cert'aria d'importanza; e lungo lo stradone si ripeteva le parole di compare Sidoro: - Sei tu quello
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Mentre Cuddu cavava dal petto la lettera, il vecchio ricercava la sua in fondo a una sacca deposta là accanto, e gliela metteva dentro lo sparato
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le strinse significativamente. Cuddu ripeté lo stesso gesto. E, tornato a casa, raccontò tutto alla mamma. Quel mistero intrigava la poveretta
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Tre mesi dopo, i viaggi di Cuddu erano diventati più frequenti. Andava e veniva due, tre volte la settimana; e nelle giornate di cattivo tempo
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ti colgo!... Cuddu riferì l'incontro a compare Sidoro. - Avevo paura che mi frugasse - soggiunse. - Birraccio!... Ne hai per poco! - si era lasciato
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- L'altra volta c'è mancato poco. Dice che vado a rubare. - Birraccio infame! - brontolò quegli. - Le pagherai tutte insieme! Cuddu non sapeva
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tutti brizzolati di neve. I tre birri portavano i fucili a bandoliera, ma col calcio in su perché la neve non penetrasse nelle canne. Cuddu si era
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! - rispose il signore in tuba. Colui che aveva gridato " Morte ai birri „ si era fatto avanti brandendo una pistola. Cuddu, credendo che quegli stesse
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canticchiando sottovoce. Accadeva però che Cuddu, tutt'a un tratto, buttasse per terra il rotolino col rocchetto riempito a metà e fin spezzasse il capo
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: - Il re è sempre re, e le cose tornano, presto o tardi, come prima! - così ella temeva che i birri, usciti di carcere, non se la prendessero con Cuddu
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contadini né a fare eseguir bene gli ordini: Destr! Sinistr!... Per due! Per quattro! Dopo i primi giorni dell' insolito spettacolo. Cuddu aveva preso
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bombe, tetti sfondati. Cuddu guardava sbigottito tutto quello sfacelo. A ogni quattro passi, gente armata che accorreva, gruppi di donne che piangevano
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Cuddu. - Garibaldi vuoi dire? - Il Generale ; ho una lettera per lui. - Chi ti manda? - Compare Sidoro. È lettera d' importanza. - D'onde vieni? - Da
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Il giovanotto, piantatosi sui due piedi e fatto il saluto militare, disse: - Generale, questo picciotto ha una lettera per lei. Cuddu era rimasto un
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