d'una mano le labbra e le strinse significativamente. | Cuddu | ripeté lo stesso gesto. E, tornato a casa, raccontò tutto |
Gambalesta -
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Nunzio se n'accorse e gli accorciò le cigne di esse. Così | Cuddu | poté seguirlo svelto tra le macchie, pei sentieroli della |
Gambalesta -
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e il padrone spiava qua e là, col fucile in mano. | Cuddu | lo guardava, pronto a turarsi gli orecchi appena glielo |
Gambalesta -
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insiste; ed ecco compare Nunzio che con una mano accenna a | Cuddu | di fermarsi... Il colpo era partito prima ch'egli potesse |
Gambalesta -
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ultimi tratti. - Prendi, mettilo nella rete della carniera. | Cuddu | non osava. Il povero animaletto che si dibatteva, |
Gambalesta -
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tutti i lati onde il coniglio insidiato poteva sbucare, e | Cuddu | con l' indice delle mani si comprimeva gli orecchi per non |
Gambalesta -
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una parte, ora dall'altra, abbaiando, ringhiando... Bum! A | Cuddu | parve di sentirsi la fiammata su la testa e si buttò per |
Gambalesta -
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- Oggi però non sei riuscito a farmela!... Senti come pesa! | Cuddu | sorrise mentre compare Nunzio, ficcando il coniglio nella |
Gambalesta -
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gli arbusti e le erbe ingombravano il terreno. Di lassù | Cuddu | vedeva la mandra e le vampe e il fumo della legna sotto la |
Gambalesta -
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Per quattro! Dopo i primi giorni dell' insolito spettacolo. | Cuddu | aveva preso il comando della ragazzaglia, e la sgridava |
Gambalesta -
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- Bravi! Ora fate per chiasso, ma poi farete sul serio. | Cuddu | intanto prendeva sul serio la parte di istruttore; e la |
Gambalesta -
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azzuffati. Compare Sidoro, accorso, li divise, e condusse | Cuddu | in disparte. - Ti ho mandato a chiamare; perché non sei |
Gambalesta -
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non vuole. - Non dirle niente. Vieni: Lascia fare a me. | Cuddu | trovò compare Sidoro con quel cavaliere in tuba, vestito |
Gambalesta -
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Chi ammazza sarà fucilato! - Il ragazzo è questo qui. | Cuddu | guardò in viso quel signore che lo squadrava da capo a |
Gambalesta -
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- Dirai un nome qualunque. Te la senti di andare fin là? | Cuddu | rispose affermativamente, con un cenno del capo. - Devi |
Gambalesta -
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io quel che devo dirle. - E quando sarò arrivato - domandò | Cuddu | - a chi dovrò consegnare la lettera? - La caverai di sotto |
Gambalesta -
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porteranno; vedrai. Più tardi, compare Sidoro, accompagnato | Cuddu | fino alla punta dello stradone, gli additava dall'alto |
Gambalesta -
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guadagnato un bel gruzzoletto. Tua madre sarà contenta. E | Cuddu | aveva camminato, camminato sempre diritto seguendo lo |
Gambalesta -
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di grano e di sommacco. Il carrettiere canticchiava, e | Cuddu | lottava col sonno senza riuscire ad addormentarsi. Oggi un |
Gambalesta -
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Sant'Antonino, e gliel'ha suonate bene... Non lo sai? - No. | Cuddu | non sapeva niente. Andava a Palermo come sarebbe andato in |
Gambalesta -
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delle rocce che sbarravano ogni via. Il sole era già alto. | Cuddu | cominciava a pentirsi della sua scappata, anche perché |
Gambalesta -
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la mano per afferrare il più vicino. - Ohè!... Che fai? | Cuddu | balzò in piedi, atterrito da quella voce che veniva dal |
Gambalesta -
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ma non vedeva nessuno. - Che fai? - replicò la voce. E | Cuddu | spalancò gli occhi scorgendo quella testa di ragazzo |
Gambalesta -
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Sem- brava che i piccioni si fossero passata la voce. | Cuddu | guardava con terrore il sole che abbassandosi verso le |
Gambalesta -
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Nunzio gli avesse stroncato le famose gambe! Così a stento | Cuddu | lo seguiva per la salita, quantunque quegli lo avesse |
Gambalesta -
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sul colle le prime case di Ràbbato, suonava l'avemmaria. | Cuddu | faceva sforzi per non mettersi a piangere. |
Gambalesta -
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di capperi spiovente da una fessura. - Aspetta; scendo giù. | Cuddu | attese, impietrito, col cuoricino che gli batteva forte, |
Gambalesta -
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che gli aveva rivolto la parola dall'alto della buca, | Cuddu | avrebbe voluto scappar via, non potendo ormai più dubitare |
Gambalesta -
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- Dove vai? Hai sbagliato strada? - No. - O dunque? | Cuddu | cominciava a rassicurarsi. Quel ragazzo mal vestito, |
Gambalesta -
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Dove vai? Il ragazzo continuava a parlare vedendo che | Cuddu | lo guardava senza neppur fargli un cenno col capo in |
Gambalesta -
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- Dove vai? - replicò. - Sono scappato di casa mia - disse | Cuddu | quasi piangente. - Perché? - Mia madre vuol farmi sarto per |
Gambalesta -
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mosse, saltando sveltamente da un masso all'altro, mentre | Cuddu | girava attorno ad essi, arrampicandosi con fatica dove lo |
Gambalesta -
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anche gli agnelli; parecchi. - Di chi sono? - Del padrone. | Cuddu | si accorse della buca di dove era uscito il ragazzo venendo |
Gambalesta -
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daranno una medaglia. Infatti nei primi giorni, delirando, | Cuddu | non aveva fatto che ripetere: - Avanti! Avanti!... Il |
Gambalesta -
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- Bravo! Ti sei meritato una medaglia! Bravo! Una medaglia? | Cuddu | veramente non capiva che cosa potesse significare una |
Gambalesta -
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erano rizzati a sedere sul letto, gridando: Viva Garibaldi! | Cuddu | accennò a compare Ignazio di farsi da parte. Aveva cessato |
Gambalesta -
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signora, che era tra quelle che più si erano affezionate a | Cuddu | per l'età, si sentiva già presa da forte commozione. |
Gambalesta -
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dopo la vittoria di Milazzo. E lo diceva al paesano di | Cuddu | con voce alterata dall'emozione. Un ferito, due letti più |
Gambalesta -
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che anche quel ragazzo potesse essere uno dei feriti. | Cuddu | credette che lo avesse riconosciuto e, togliendosi |
Gambalesta -
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mio paesano. - Vi ho portato una lettera a Palermo - disse | Cuddu | rincuorato. Garibaldi stette un istante pensoso, quasi |
Gambalesta -
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allontanato, compare Ignazio, che non sapeva spiegarsi come | Cuddu | fosse stato ferito e non poteva affatto credere che si |
Gambalesta -
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arriva a spiegarsi quel che ha veduto e sentito. In verità | Cuddu | non avea fatto nulla da farsi scambiare per un eroe. E ora, |
Gambalesta -
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a rubare, tua madre? - Che dovrei rubare? - Se ti colgo!... | Cuddu | riferì l'incontro a compare Sidoro. - Avevo paura che mi |
Gambalesta -
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di albagio fece atto di cavargli dal petto la lettera, | Cuddu | gli disse: - L'ho qui - additando il piede. - Perché questa |
Gambalesta -
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Ràbbato hai detto? - Sissignore. - Dov' è la lettera? | Cuddu | si cavò la scarpa, alzò la suoletta e trasse fuori la |
Gambalesta -
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porticina era rimasta aperta. L'entrata era così buia che | Cuddu | esitò un istante. - C'è la scala - lo avvertì il ragazzo. - |
Gambalesta -
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che si saliva, per via della luce proveniente dall'alto. | Cuddu | fu meravigliato vedendo che la buca, sembratagli da giù |
Gambalesta -
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un fiasco e poche scodelle di terracotta non verniciata. | Cuddu | osservava attentamente ogni cosa, chiedeva spiegazioni. - |
Gambalesta -
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giare anche lui. - Ed ora che fai? Tua madre starà in pena. | Cuddu | non rispose. Pensava appunto alla sua mamma e i bocconi di |
Gambalesta -
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di casa! - Perché mi vuole sarto per forza? - rispose | Cuddu | tardivamente, sforzandosi di vincere l' intenerimento che |
Gambalesta -
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ci divertiremo. Usciti all'aperto, il ragazzo condusse | Cuddu | di fronte alla roccia sotto un ulivo. Era la prima volta |
Gambalesta -
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e ne aveva paura. Il ragazzo chiamava, e quello rispondeva. | Cuddu | non sapeva persuadersi che dentro la roccia non ci fosse |
Gambalesta -
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È vero? - gridò il ragazzo. - È vero! - rispose l'eco. | Cuddu | rimase stupito. |
Gambalesta -
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per strada; è meglio che arrivi tu prima del vecchio. | Cuddu | era partito zufolando, con cert'aria d'importanza; e lungo |
Gambalesta -
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diretto alla masseria. - Dove vai?... Sei scappato di casa? | Cuddu | si trovò imbrogliato nel dar la risposta: - Mi ha mandato |
Gambalesta -
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a casa mia, e così avrai una scusa. Dici anche le bugie! | Cuddu | lo lasciò passare. Il Canzirro, che prendeva la |
Gambalesta -
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stradone montava a zig-zag. Temendo di essere in ritardo, | Cuddu | si arrampicava per le scorciatoie, zufolando, prendendo di |
Gambalesta -
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tetto, col bastone fra le gambe e le mani sui ginocchi. | Cuddu | si accostò quasi timoroso. - Sei tu quello delle fave? - |
Gambalesta -
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sgriccioli che svolazzavano tra i rami di un mandorlo. E | Cuddu | non avrebbe pensato più alla sua scappata, se Pino non gli |
Gambalesta -
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di ponente e sembrava sbucassero leste di cima alla roccia. | Cuddu | disse: - Me ne vado. Esitò; poi riprese ad andar dietro a |
Gambalesta -
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di mulacchie e di falchetti da empirne un corbello. E così | Cuddu | si era indugiato fino a che le prime goccie di pioggia |
Gambalesta -
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Pino a rifugiarsi nella grotta. Più tardi, a sera avanzata, | Cuddu | se ne stava accoccolato in un cantuccio, col cuore piccino |
Gambalesta -
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che i birri, usciti di carcere, non se la prendessero con | Cuddu | e con lei che non c'entravano. Quella vecchia aveva anche |
Gambalesta -
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dir niente delle lettere. Zitto! Avrebbe voluto trattenere | Cuddu | sempre in casa, non farlo parlare con nessuno; ma non era |
Gambalesta -
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infame! - brontolò quegli. - Le pagherai tutte insieme! | Cuddu | non sapeva spiegarsi perché compare Sidoro e quell'uomo ce |
Gambalesta -
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Va' là! Comare Concetta era contentissima ogni volta che | Cuddu | le portava i due tarì guadagnati, tanto più che compare |
Gambalesta -
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gran pensiero fino a che non lo vedeva ritornare, dopo che | Cuddu | le aveva raccontato la storiella della lettera riposta tra |
Gambalesta -
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sue apprensioni e i suoi timori si accrebbero la sera che | Cuddu | le raccontò: - Oggi compare Sidoro non mi ha dato la solita |
Gambalesta -
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stata bella che quell'omo l'avesse mangiata! - soggiunse | Cuddu | ridendo. - Lo sapeva, giacché l'ha spaccata. E questo la |
Gambalesta -
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in pieno inverno. E compare Sidoro intanto avea voluto che | Cuddu | fosse andato non ostante la pioggia. Poi, una mattina, |
Gambalesta -
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pioggia. Poi, una mattina, aprendo la porta per andar via, | Cuddu | aveva esclamato allegramente: - O mamma, ha nevicato e |
Gambalesta -
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compare Sidoro. - Prendi la mia mantellina vecchia. | Cuddu | si ammantò su la testa la mantellina di panno, tirandone le |
Gambalesta -
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soltanto da una parte, e sembrava coperto di bambagia - | Cuddu | vide venirsi incontro don Giovanni il capo-birro e altri |
Gambalesta -
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col calcio in su perché la neve non penetrasse nelle canne. | Cuddu | si era tirato da parte per lasciarli passare. Don Giovanni, |
Gambalesta -
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le sopracciglia. - Dove vai con questo tempaccio? | Cuddu | ebbe pronta la risposta: - Alla masseria del Canzirro. - |
Gambalesta -
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mezze schiacciate tra le mani. C'era mancato pochino che | Cuddu | non prorompesse in pianto a quel: quasi, quasi!... Se il |
Gambalesta -
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presa una, quella con la lettera, come pareva volesse fare? | Cuddu | si era visto ammanettato alla maniera di quei due. Giacché |
Gambalesta -
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pur avendo paura di venir ammanettato e messo in carcere, | Cuddu | si sentiva orgoglioso di essere adoperato in una faccenda |
Gambalesta -
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sorso di vino. La neve comincia a cessare. Infatti, mentre | Cuddu | mangiava il pane e il cacio che compare Sidoro gli avea |
Gambalesta -
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Il rumore delle fucilate si avvicinava, continuo. E intanto | Cuddu | non aveva più paura; gli sembrava di assistere a un bello |
Gambalesta -
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e mentre un ragazzo gli spiegava che erano cannonate, | Cuddu | vide spuntare da un vicolo un carrettino spinto innanzi da |
Gambalesta -
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che venne sùbito tirato da parte dietro la cantonata. | Cuddu | guardava, stupito, quella bruna che pareva schizzasse fuoco |
Gambalesta -
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- Che fai qui? Mettiti là, dentro quel portone! | Cuddu | si era sentito afferrare per una manica dal suo compaesano |
Gambalesta -
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per terra, in una pozza di sangue... Era morto. Allora | Cuddu | cominciò ad aver paura. La fucilata intanto si allontanava, |
Gambalesta -
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le due sponde, serviva da ponticello. Compare Nunzio, preso | Cuddu | per una mano a sorreggerlo, tornò a domandargli: - Sei |
Gambalesta -
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mandra. - Hai già ammazzato due conigli? Capperi! - disse a | Cuddu | il pecoraio, ridendo. Le scodelle del siero col pane in |
Gambalesta -
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dare quattro scoppole, compare Nunzio. Gli faranno bene. | Cuddu | cessò di mangiare. Pino gli disse: - Non aver paura. |
Gambalesta -
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prometta di non scappar più! - Non scapperò più! - rispose | Cuddu | in tono lamentoso. - Andiamo ora ad ammazzare due palombi |
Gambalesta -
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in mezzo agli ulivi e alle àgavi, compare Nunzio e | Cuddu | erano arrivati dietro il carrubo. Lo stormo dei piccioni |
Gambalesta -
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opposta. - Bùttati per terra e non ti muovere - disse a | Cuddu | compare Nunzio, mentre egli si addossava al tronco |
Gambalesta -
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mattina | Cuddu | era andato, al solito, da compare Sidoro; e, non avendolo |
Gambalesta -
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quasi vi attendessero il passaggio di una processione. | Cuddu | si accostò a un ragazzo. - Che cosa c' è? - Fanno la |
Gambalesta -
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qui? E ora? - Vengo a Messina. - Sei pazzo!... E tua madre? | Cuddu | si strinse nelle spalle. - Mia madre... Glielo dirà il |
Gambalesta -
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a qualche spagnolo napoletano - fece uno. - Sai sparare? | Cuddu | stava per dire di sì. - No, ho scrupolo di coscienza di |
Gambalesta -
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gli correva accanto: - Datemi il fucile; ve lo porto io. E | Cuddu | marciò un bel pezzo tra le Squadre, col fucile in ispalla, |
Gambalesta -
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glielo tolse, accorgendosi che il ragazzo era stanco, | Cuddu | si ricordò della pagnotta e del cacio che aveva nelle |
Gambalesta -
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alle Squadre e ai garibaldini arrivati il giorno avanti. | Cuddu | avea riveduto con gioia le camicie rosse. Tra queste doveva |
Gambalesta -
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qui! Non ti muovere! - urlò compare Ignazio, afferrando | Cuddu | per un braccio. - Non senti come fischiano le palle? Cuddu |
Gambalesta -
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Cuddu per un braccio. - Non senti come fischiano le palle? | Cuddu | si addossò a un albero, e rimase là impietrito, mentre la |
Gambalesta -
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riprendeva la rincorsa. Strizzando gli occhi, | Cuddu | poté capire che erano soldati a cavallo... Le camicie rosse |
Gambalesta -
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sparavano contro i cavalli... Ma il fumo non permetteva a | Cuddu | di distinguere bene quel che avveniva... Una gran zuffa! Le |
Gambalesta -
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sparava, sparava... e s'inoltrava e guadagnava terreno. | Cuddu | non poté più star fermo lassù, solo solo, e prese a |
Gambalesta -
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| Cuddu | cavava dal petto la lettera, il vecchio ricercava la sua in |
Gambalesta -
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della camicia con le proprie mani. - Bada di non perderla! | Cuddu | fece una mossa orgogliosa con la testa, che significava: - |
Gambalesta -
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sole dardeggiava dall'alto; doveva già essere mezzogiorno. | Cuddu | stette un po' a guardare, esitante ancora; poi si decise. - |
Gambalesta -
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un boccone; ti metterai in forze; il fagotto è pesante. | Cuddu | era allegro per via, quantunque il fagotto pesasse davvero. |
Gambalesta -
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di gabelle, di arature, e lui diceva sì, e gli altri no... | Cuddu | si era fermato su la soglia della merceria, posando a terra |
Gambalesta -
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vedendolo stare in ascolto. - Compare Sidoro, - disse | Cuddu | - mi manda la mamma, per quel che sapete. - Ah!... Con |
Gambalesta -
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Infatti quel povero diavolo era stato preso in iscambio. | Cuddu | vide che all'ultimo lo conducevano via, pallido come un |
Gambalesta -
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persuadere che si era ingannato. - Dove vendono il pane? | Cuddu | aveva fame e sonno, e si sentiva lo stomaco e la testa |
Gambalesta -
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s' intende, compare Cosimo. Pago io. - Ho due tarì - disse | Cuddu | vivamente. - Sei ricco, e nessuno lo sa!... - Li riporterai |
Gambalesta -
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lo sa! - replicava compare Cosimo, ridendogli in faccia. | Cuddu | trasse di tasca la moneta d'argento e la mostrò. - Questa, |
Gambalesta -
|
di umore allegro, finse di mettersela in bocca e ingoiarla. | Cuddu | era rimasto male; già gli salivano le lagrime agli occhi. |
Gambalesta -
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le Squadre, tra qualche giorno - soggiunse compare Ignazio. | Cuddu | mangiava avidamente, intingendo il pane nelle due uova in |
Gambalesta -
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sapeva niente. Ho la mamma soltanto. - Piangerà, poveretta! | Cuddu | non poté inghiottire il boccone che stava per mandar giù. - |
Gambalesta -
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a casa coi carrettieri di Ràbbato, dice mio marito. | Cuddu | non rispose. Era già impressionato del ritorno e |
Gambalesta -
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far nulla? Sei grandicello; dovresti guadagnarti il pane. | Cuddu | stava ad ascoltare a testa bassa. Gli pareva di sentir la |
Gambalesta -
|
| Cuddu | l'aveva passata liscia; e da due giorni non si moveva di |
Gambalesta -
|
Chi mi voleva per mandarmi a portare una lettera? - domandò | Cuddu | dopo alcuni momenti di silenzio. - Ecco chi ti voleva. Un |
Gambalesta -
|
affacciato su la soglia; e comare Conceta,t additandogli | Cuddu | che avea ripreso a riempire il rocchetto incominciato, |
Gambalesta -
|
del suo primo grosso guadagno. La mattina dopo, all'alba, | Cuddu | picchiava alla porta di compare Sidoro. - Bravo! - egli |
Gambalesta -
|
ti dica... - Sei tu quello delle fave? Ho capito - disse | Cuddu | con gravità che fece sorridere compare Sidoro. - E la |
Gambalesta -
|
dalla luna, con la gran cappa di neve, Mongibello ; e a | Cuddu | sembrava più piccolo di quanto lo vedeva dalla spianata |
Gambalesta -
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lo stradone; montavano per un sentiero, tra gli olivi. | Cuddu | scorse di lassù un gran biancore... Era Catania, illuminata |
Gambalesta -
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cani rispondevano in lontananza, attorno, paurosamente. | Cuddu | tornava a pensare a sua madre. A quell'ora ella dormiva. |
Gambalesta -
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quasi avesse paura anche lei di incappare nelle fucilate. | Cuddu | era impressionato della cautela con che la Squadra |
Gambalesta -
|
che quegli gli rispondesse con una risata. Due giorni dopo, | Cuddu | si era trovato, come egli diceva, a veder fare la guerra. |
Gambalesta -
|
disse: - Generale, questo picciotto ha una lettera per lei. | Cuddu | era rimasto un po' indietro. Al cenno del Generale, porse |
Gambalesta -
|
- Compare Sidoro vuole la risposta. Vedendolo sorridere, | Cuddu | prese animo, e rispose franco alle domande che quegli, |
Gambalesta -
|
- Sì, generale - rispose il giovanotto. Il generale fece a | Cuddu | una carezza e passò oltre, seguìto dagli altri che gli |
Gambalesta -
|
ne fai un'altra, ti storpio! - ella minacciava il figlio. | Cuddu | però gliela fece la settimana dopo, e grossa; ma senza sua |
Gambalesta -
|
mandato a comprare un po' di pane. Nella Piazza grande, | Cuddu | aveva trovato molta gente radunata attorno a una ventina di |
Gambalesta -
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dei partenti, e marciavano, ridendo, in testa alla brigata. | Cuddu | si sentì preso d' invidia; avrebbe voluto portare per un |
Gambalesta -
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che di tratto in tratto fiancheggiavano lo stradone; e così | Cuddu | era arrivato assieme con gli altri, trafelato e stanco, |
Gambalesta -
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fune con una corta fune che formava solido nodo scorrente. | Cuddu | sbocconcellava una pagnottella, intanto che guardava, |
Gambalesta -
|
passi in dietro. - Sciocco! Hai paura? Dammi il fucile. | Cuddu | lo aveva posato per terra, vicino alla siepe di fichi d' |
Gambalesta -
|
lì; aspèttami! - All'altra rampa. - Férmati! E | Cuddu | lo aveva fatto sgolare prima di fermarsi all'ultima rampa |
Gambalesta -
|
Concetta. E la mattina dopo ella aveva fatto indossare a | Cuddu | il vestituccio rimediato alla meglio da un vecchio vestito |
Gambalesta -
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molte fave per tutti. Poi, fra gli otto e i nove anni, | Cuddu | era stato invaso, quasi improvvisamente, dalla smania di |
Gambalesta -
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Antonio ti prende volentieri; me l'ha detto più volte. | Cuddu | rispondeva con una spallata. - Don Pietro dice che ha |
Gambalesta -
|
e che, se tu vuoi... Mestiere pulito questo del sarto. | Cuddu | rispondeva con un'altra spallata. - Che pensi di fare? Ti |
Gambalesta -
|
Non rispondi? - Voglio fare il sarto!... - balbettò | Cuddu | tra i singhiozzi. - Tu non vuoi far niente, lo capisco. |
Gambalesta -
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la valigia così zeppa che egli durava fatica a portarla. | Cuddu | aveva assistito alla partenza del postino parecchie volte e |
Gambalesta -
|
anche in testa il berretto gallonato e con lo stemma. | Cuddu | si era avviato così lestamente, quantunque il peso della |
Gambalesta -
|
non lo chiamavano Gambalesta, ma col nome di battesimo, | Cuddu | che pochi sapevano fosse un'abbreviazione dialettale di |
Gambalesta -
|
poveri come lui e stracciati più di lui. A sei anni, | Cuddu | era diventato la disperazione della mamma. Appena alzato da |
Gambalesta -
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dal pettine forse una volta al mese. E, qualche ora dopo, | Cuddu | rientrava in casa insudiciato anche lui, perché il chiasso |
Gambalesta -
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- Ecco il porcellino! - esclamava la povera donna. | Cuddu | si arrestava davanti al subbio del telaio, con le mani |
Gambalesta -
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gli lasciava correre qualche scapaccione, ma inutilmente. | Cuddu | si scoteva di addosso gli scapaccioni con due, tre salti, |
Gambalesta -
|
trucioli presi dalla bottega del padre. A otto anni, però, | Cuddu | aveva cominciato a rendere qualche servizietto alla mamma, |
Gambalesta -
|
servire da trama. E, quasi questo movimento non bastasse, | Cuddu | lo accompagnava con un continuo agitar dei piedi scalzi, |
Gambalesta -
|
mesi dopo, i viaggi di | Cuddu | erano diventati più frequenti. Andava e veniva due, tre |
Gambalesta -
|
Non hai una cappottella? Con questo scialletto! | Cuddu | per ripararsi dal freddo e dalla pioggia portava un misero |
Gambalesta -
|
o al ritorno, gli domandava ogni volta: - Ma dove vai? | Cuddu | rispondeva vagamente: - Qui! Lo aveva incontrato due volte |
Gambalesta -
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era stata sùbito trasformata in Corpo di guardia. | Cuddu | si avvicinava intanto a compare Sidoro. - Ero venuto, per |
Gambalesta -
|
e poi, precipitandosi dal muraglione, spariva... | Cuddu | si era fermato ad ascoltare; neppure sua madre si era |
Gambalesta -
|
| Cuddu | non si era addormentato sùbito su lo strame accanto a Pino; |
Gambalesta -
|
a penetrare nella grotta i primi lucciconi del giorno. | Cuddu | si rizzò a sedere. - Bravo! Sei sveglio - gli disse il |
Gambalesta -
|
e portarle resto. La sua mamma non aveva altro denaro!... | Cuddu | si sentiva stringere il cuore. Nell'osteria aveva trovato |
Gambalesta -
|
in fila che attingevano l'acqua e la versavano nella vasca. | Cuddu | osservava meravigliato. Guardava pure due grossi uccelli |
Gambalesta -
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le galline e con quattro tacchini. Era la prima volta che | Cuddu | li vedeva; non sapeva neppure che si chiamavano pavoni. E |
Gambalesta -
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presto quattro io; me li renderai - fece uno dei ragazzi. | Cuddu | accettò. Compare Cosimo sorvegliava il giuoco, con la pipa |
Gambalesta -
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in bocca e le mani dietro la schiena. E, qualche ora dopo, | Cuddu | aveva già vinto una quarantina di bottoni. Non sapendo che |
Gambalesta -
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riporterete voi, sul carro - intervenne compare Cosimo. | Cuddu | si sentì stringere il cuore. E appro- fittando della |
Gambalesta -
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e le battute di mano e le grida riprendevano, assordanti. | Cuddu | si mescolò coi ragazzi. Gridava, batteva le mani anche lui, |
Gambalesta -
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con una giornata di paradiso. A una voltata dello stradone, | Cuddu | si era fermato stupito, lasciando passare le Squadre che |
Gambalesta -
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della giacchetta, lo fermò; e rientrò nello stallatico. | Cuddu | non rispose. Appoggiò le spalle allo stipite del portone e |
Gambalesta -
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di casa con la ferma intenzione di non recarsi dal sarto, | Cuddu | aveva errato un po' per vicoli e vicoletti, fermandosi |
Gambalesta -
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detto, ammiccando al vestito: - Oggi sembri uno sposino! E | Cuddu | si era allontanato aggrottando le sopracciglia, senza |
Gambalesta -
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sossopra, case crivellate da bombe, tetti sfondati. | Cuddu | guardava sbigottito tutto quello sfacelo. A ogni quattro |
Gambalesta -
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tavole, arnesi di ogni sorta e macerie affumicate. A | Cuddu | pareva di fare un brutto sogno, tanto stentava a credere ai |
Gambalesta -
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giorni dopo, nell'ospedale di Messina, | Cuddu | non riusciva ancora a raccapezzarsi. Si sentiva impacciato |
Gambalesta -
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