fanciullesche fole Spendono i brevi di che avanzan loro, E sulla fossa intrecciano carole Col crin che aspetta, il funebre cipresso Di rose inghirlandato
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Ma chi è quel gran vegliardo che compare all’orizzonte? Biondo crin, serena fronte, par che plauda con lo sguardo.
il crin d'edera bruna, sdraiato calco coll'animo tutto il creato. La contessa Nerina in casa gli era il commento vivente, seducente di Ciprigna dal
spunta l'aurora! É il crin biondo del giovane che te al buio rincaccia, è la sua balda gioia che ti offusca la faccia. Tu spronalo, dimentica, chiudi gli
danza e insieme a lei sparia; o alla messa, se alzava dal sacro libro il volto, e nell'aurata alcova quando, tra il crin disciolto, vedea nel sonno
giovinetto dall'aria sventurata, dal crin lungo le spalle cadente in brune anella, non l'avesse, bizzarro caso, trovata bella, quando seppe che dentro
Per un sentiero a margini di gigli e di roveti, un lungo stuol precedono due giovani poeti; non hanno al crin l'olimpico raggio del greco Apollo, non
, quella è la perla che nessun mi toglie. Perla ove splende un'iride celeste: un sorriso di donna amante e bella, il crin di un bimbo, e le pupille meste
avvizzita facea la rugiada, e tu madre, domestica regina, la colmavi di doni alla mattina, io ricciuto avea il crin, candida l'alma, e ogni alba che venìa
, serbiamolo al biondo suo lucido crin! E tu che ti nomini l'immenso avvenire, tu culla dei gaudii, dei pianti e dell'ire, lo guarda, e inargèntati, lo
del buio immenso, scordatevi i mister dell'oceàno; ciò che davanti alla bellezza io penso è assai più arcano! - Del lungo crin nel labirinto negro, che
imbroglio, ma voglio stringerti strozzarti al cor! Quando poi stanco sarò del bianco tuo sen, del morbido tuo folto crin; quando al tormento del
, già in uggia tanto, incanutito e sofferente e stanco, l'antica bile mi fuggì dal petto, e fissai mestamente il suo crin bianco; egli abbracciommi
vita grama, quanto, quanto dolore! E come tutto è fumo, e la mestizia e la letizia! Candida, tu, consolatrice e il biondo crin d’un fanciullo al mondo
l'uom pensa agli amori... è così dolce un crin che il crin ti sfiori sullo stesso guanciale... e per le gronde il miccio esulta e grida, e par che ai
giorno! Bambino mio giocondo, canta, ridi tra il verde, all'aura fresca; ma poi non ti rincresca pensare ch'io non veggo il tuo crin biondo, bambino mio
giovinetti dalla toga bianca salìa pei nervi un fremito, e pensavano ai bagni ove Eulïade e Lidia e Pirra altra non portan tunica che il crin
cantando: "Orije 'd crin, orije d' aso, a ji ebreo ai piaso": "orecchie di porco, orecchie d' asino, piacciono agli ebrei". L' allusione alle orecchie è
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