cavaliere. Così rispose il conte: «Se lo vuoi, lo sarai, buon Blabante. Ma gridami il perché di questo nuovo desiderio, giacché io ti conosco da sempre e
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, sempre uguale? E allora è cosa da uomo girare così, se un ciuco ne può avere offesa?» E passò il tempo che passò. «Quanti diavolacci di giri ho girato
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salire: ma si sentì un fischio, si spostò una frasca, e un ingresso di caverna si fece vedere, così basso e stretto che uomini e cavalli solo per uno vi
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baci e delle lacrime felici le raccontò la storia che si sa: come la masca Nedarella fosse stata distrutta e sconfitta con tutti i suoi trucchi. Così
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lontano dalla caverna. Così quando il conte chiamò: «Blabanteeee...» e per tutte quelle vocali gli uscì fuori l'aria necessaria, sia per senso diretto
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ridere guardava ad occhi fitti la faccia nascosta di Blabante. «Come ti chiami, giovane coperto? E perché te ne stai così, ora che il sole splende, e il
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alla mia impresa, e che mi giovi un brindisi così abbondante...» Lo scudierò abbassò il capo, e Narco tornò alla sua fatica. L'albero, fermo
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Blabante sopra la sciarpa, la videro e a tutti e due sembrò così bella da non poter parlare. Poi, col nascosto fiato ansante, Narco bisbigliò: «Io
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a lungo vedere il tuo volto, così poco guardato, così tanto desiderato!» Narco gridò: «Mia donna! Io l'elmo non lo posso levare per un motivo vero e
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il suo spirito e la sua preghiera, non credi che Chi sta lassù avrebbe qualche difficoltà ad accogliere quello, ed esaudire questa?» Così, parla e
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domandò: «Come va?» «Dio ci aiuti, mio signore» rispose Blabante, e si avvolse più stretta la sciarpa al volto. Così preparati entrarono nel castello della
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incoraggiare». Narco si avvicinò al macigno e impugnò con la destra la mano di legno dell'albero di Kronof. Sentì una forza così solida e ferma che di nuovo
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musica del giusto e del lieto, della festa e del buon riposo». «Così sia, mastro Blabante! Davanti a mago Antolfo, sotto l'occhio di Dio, qui metto il mio
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salvati!» Così fu deciso il viaggio: Narco e il fido Blabante sarebbero partiti per la Turingia. La cosa si seppe, e il contado ebbe un respiro di
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