; neppur l'amore puro potrebbe indurmi a farlo, se ripugnasse alla mia coscienza. Ma ... ecco la spiegazione di questo ma ... Da un anno a questa parte
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- voialtri non li volete, non sapreste che farvene - rispondo: Fuori i quattrini! - Su, come vi dètta la coscienza: Che cosa preferite? Che restino in
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bella inglesina si accorgesse del lavorìo di suggestione che vi veniva prodotto. E quando se n'accorse, in uno di quegli esami di coscienza che era
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coscienza! ... - A che discutere? Finiremmo con fare scappar via le signore, e saremmo davvero imperdonabili. - Questo poi no! - disse, con un bel
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possibile, aveva pensato che era meglio avere netta la coscienza; per ciò era andato a consultare il suo medico ordinario. - Dunque, questi microbi
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, riprendere coscienza della realtà che mi circonda va, e riacquistare la certezza che non ero stato vittima di un'allucinazione durante le notti in cui la fioca
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senza ch'ella mostrasse di accorgersene. Solamente, a intervalli, pareva riprendere coscienza, per esclamare: - La realtà è più bella! ... Oh, più
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potrebbe commettere qualunque delitto e scialarsela, giacché non c'è inferno né paradiso.» «C'è la legge, fin dove può; c'è la coscienza umana che ci dice
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Spiriti fin qui?» «L'ho seguito a dieci passi di distanza, senza potere raggiungerlo. Ora è agitato; comincia ad aver coscienza della sua nuova condizione
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coscienza non mi rimordesse? ... Che importava? Ero nel peccato (quando è destino, una che può farci?) e restavo nel peccato come prima. Per questo avevo
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sprofondarglisi sotto i piedi. In quelle ore, in quei giorni, ogni sua sicurezza di coscienza svaniva, quasi si fosse potuto trovare daccapo col
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lucidità di coscienza lo faceva irrompere contro se stesso: «Eh? Ti sarebbe piaciuto che Dio non esistesse! Ti sarebbe piaciuto che l'anima non fosse
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ne seguiva ogni movimento della testa e degli occhi per scoprirvi qualche lampo di coscienza allorché gli ripeteva: «Sono io! Agrippina Solmo! Non mi
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non siete andato a dirlo al giudice istruttore quand'era tempo? Non vi rimorde la coscienza di aver lasciato condannare, secondo voi, un innocente
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oppressione. Era soddisfatto. Con lieta meraviglia, si sentiva tranquillo. La coscienza non gli rimordeva più, o almeno non lo atterriva coi tetri fantasmi che
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raddolcire. Il marchese intanto, durante quei momenti di silenzio, si sentiva invadere da un impeto improvviso. La voce della coscienza gli suggeriva: «Se tu
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con voce cupa e lenta riprendeva: «L'ho veduto ieri, per la prima volta. Non ha ancora coscienza di essere morto. Accade così per tutti gli uomini
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impressioni del momento, secondo la loro coscienza; non hanno neppur bisogno di fatti precisi ... » E don Aquilante aveva dovuto stentare per indurlo ad
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fatto il suo dovere. Si è tolto ogni scrupolo di coscienza. Siete ricca, si può dire, con la dote ch'egli vi ha dato ... Perché dunque non lo lasciate in
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fosse entrato lo zampino di quella donnaccia! E così facendo, gli sembrava di acquistare maggiore coscienza della sua sicurezza. Pure, per più notti di
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incomodo quel Crocifisso che, di tanto in tanto, pareva si svegliasse per turbare con la sua importuna visione la coscienza del marchese! Egli non
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arrossito per l'improvvisa coscienza che, da più di un anno, la sua vita era una continua ipocrisia, una continua menzogna fin con se stesso. Un attimo
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mezzo della sua coscienza, allorché egli aveva creduto di poter sfuggire all'ossessione del ricordo immergendosi nelle lotte municipali, negli affari
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