non in altro luogo si pone che nella coscienza, come da una | coscienza | ebbe il crisma che la pose nel mondo. Donde |
Le due vie -
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che, all’atto della recezione, avviene fra l’opera e la | coscienza | ricevente, perché, proprio in quel momento, la coscienza |
Le due vie -
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la coscienza ricevente, perché, proprio in quel momento, la | coscienza | ricevente non può non attestare, nel suo riconoscimento, un |
Le due vie -
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è impossibile un’attività artistica senza una presa di | coscienza | con la natura. E la più diretta è la presa di coscienza con |
Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale -
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di coscienza con la natura. E la più diretta è la presa di | coscienza | con la terra sulla quale camminiamo. |
Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale -
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tela come specchio dilatato della | coscienza | |
Pop art -
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come essenza capace di rivelarsi. In quel momento stesso la | coscienza | storicamente determinata, che s’istituisce tramite, si |
Le due vie -
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se anche, ciascuna volta, nel foro interiore di una | coscienza | individuale. E pertanto, o non si ammette la possibilità di |
Le due vie -
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di verifica e quindi di senso, oppure, se si ammette che la | coscienza | possa intenzionare un siffatto oggetto, che nell’esser |
Le due vie -
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che lo fa tale, e la possibilità in generale che la | coscienza | ha di accedervi. |
Le due vie -
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dell’opera d’arte nei suoi mezzi fisici al di fuori di una | coscienza | che la individua come tale si riduce all’esistenza di un |
Le due vie -
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della loro realtà senza esistenza è indispensabile una | coscienza | 21. |
Le due vie -
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quindi fare i conti con la realtà e infatti anche la mia | coscienza | del reale ha migliaia di risvolti a seconda del mio |
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struttura, quanto sul modo di affiorare dell’opera ad una | coscienza | ricevente, discenderà come deduzione da quell’unico modo |
Le due vie -
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che solo in virtù del trapasso da una determinata | coscienza | l’opera d’arte si rivela come tale, e cioè sempre e solo |
Le due vie -
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noi qui lasceremo i novatori perchè meditino con | coscienza | su queste parole sacrosante, dettate al celebre filosofo da |
Relazione critica intorno all'opera "Il quadro parlante" del maestro Bacchini -
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a porre la pittura come processo della percezione che la | coscienza | costruisce; La Tour (forse informato dalle novità romane |
Manuale Seicento-Settecento -
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a decantare in lirismo sofferto il drammatico contrasto di | coscienza | e realtà da conoscere. |
Manuale Seicento-Settecento -
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| coscienza | materialistica, ossia la necessità di cose chiaramente |
Manifesti, scritti, interviste -
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è il mio contributo alla | coscienza | di sé, dei propri limiti, dei propri eccessi, delle proprie |
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è subentrata alla conoscenza immaginativa. Abbiamo | coscienza | di un mondo che esiste e si spiega per se stesso, e che non |
Manifesti, scritti, interviste -
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è il seguente: la fotografia induce non già ad una | coscienza | dell ’esser-là della cosa fotografata, ma ad una coscienza |
Le due vie -
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coscienza dell ’esser-là della cosa fotografata, ma ad una | coscienza | d’essere-stata-là. Si tratta d’una categoria nuova dello |
Le due vie -
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tal senso la fotografia viene a ricollegarsi ad un tipo di | coscienza | puramente spettatoriale, e non alla coscienza finzionale, |
Le due vie -
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ad un tipo di coscienza puramente spettatoriale, e non alla | coscienza | finzionale, progettiva, magica, da cui dipenderebbe il |
Le due vie -
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e le aspettanze che informano una data percezione, la | coscienza | avrà sempre la scelta fra il costituirsi del percepito |
Le due vie -
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pro aliquo. E per flagranza intendiamo la presenza che la | coscienza | realizza a contatto di una realtà esistente, mentre, per |
Le due vie -
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mentre, per astanza, la particolare presenza che la | coscienza | prova di fronte alla realtà pura dell’arte. Flagranza ed |
Le due vie -
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due realtà. D’altronde in questa duplice apertura, che la | coscienza | ha sul percepito, risiede la possibilità di distinzione fra |
Le due vie -
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automaticamente ad un oggetto, non resta men vero che la | coscienza | possiede l’oggetto dal di dentro: per revocare il percepito |
Le due vie -
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il percepito da una rappresentanza diretta dell’oggetto, la | coscienza | non ha che da staccare la corrente che unisce il percepito |
Le due vie -
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del linguaggio si basa proprio sulla prerogativa della | coscienza | di far rifluire la flagranza o la astanza della realtà a |
Le due vie -
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della corda battuta dal martelletto del pianoforte. Per la | coscienza | si tratta invece di elaborare certe percezioni, che, dalla |
Le due vie -
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di segno è indubitabile. Tuttavia nel trapasso che opera la | coscienza | sul percepito, assunto come realtà e successivamente posto |
Le due vie -
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di suoni — non richiede l’esistenza di nessi esteriori alla | coscienza | in cui l’imposizione del significato avviene. |
Le due vie -
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ultime attitudini l’opera d’arte ha dunque subito, nella | coscienza | del ricevente, una valutazione che finora non si era |
Le due vie -
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perciò in seconda istanza se l’attitudine che assume la | coscienza | per decifrare (decodificare) un messaggio sia compatibile o |
Le due vie -
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avvenga nello spazio esterno o nel foro interiore della | coscienza | in cui, comunque, dall’altroche-sé perviene — la |
Le due vie -
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di prodursi come un eterno presente non contrasta con la | coscienza | storicistica dell’opera d’arte, poiché a questa, |
Le due vie -
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ubiquitario, ma storicamente determinato in una determinata | coscienza | (e dunque, società, epoca) compete un’adeguata |
Le due vie -
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in atto da vari secoli. Da questo nuovo stato della | coscienza | sorge un’arte integrale, nella quale l’essere agisce e si |
Manifesti, scritti, interviste -
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deve proprio all’aver individuato l’oscuro richiamo della | coscienza | comune a questo rovesciamento di tendenza, e non certo ad |
Le due vie -
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è probabilmente la presa di | coscienza | d’una insufficiente finalità estetica e ideologica delle |
Il divenire della critica -
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uno nel fatto che l’opera è astanza, realtà pura solo nella | coscienza | che la riceve e la riconosce come tale. Donde si configura |
Le due vie -
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in quanto che si completano per compensazione nella | coscienza | del ricevente. Se non si arriva a questa desunzione della |
Le due vie -
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ma da queste sue qualità non corrette né sostenute da una | coscienza | inflessibile d'artista, decorre un eclettismo anche più |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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dopo lo sforzo puro fantastico, ne perde subitamente | coscienza | e passa dall'estremo lirico all'estremo pratico. Aveva |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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senza saperlo dipingendo il mondo»; ora veramente perdendo | coscienza | di sé, e dell'arte converte l'attivismo fantastico nella |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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nel modo di porsi in relazione con l’oggetto: da un lato la | coscienza | lo visualizza in maniera da isolarlo e farsene un |
Le due vie -
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un particolare e ineffabile simbolo, dall’altro la stessa | coscienza | non può arrivare ad interiorizzarlo interamente. Il modello |
Le due vie -
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la volontà di caricare di un soprappiù psichico, di dare | coscienza | e intenzione a questo amoralismo formale del Cinquecento. |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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ad una coscienza, il modo di presentificarsi alla | coscienza | non è deducibile né predeterminabile, ma può essere solo |
Le due vie -
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solo attestato, individuato al momento che si attua, dalla | coscienza | stessa. E quindi, se anche, fenomenologicamente, questa |
Le due vie -
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tecnica e sulla abilità manuale, oggi risiede nella | coscienza | di una possibilità di ricreare, moltiplicare e diffondere. |
Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale -
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d’altro canto, sempre di più la | coscienza | dei danni prodotti dalla tecnologia, dall’inquinamento, |
Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale -
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ma per quello che potremmo definire una presa di | coscienza | dell’intervento dell'uomo su elementi che presentano un |
Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale -
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già dalla risposta al segno inteso come stimolo, ma dalla | coscienza | che si oggettualizza nel segno, riporta la considerazione |
Le due vie -
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dell’opera d’arte — almeno come punto di partenza — alla | coscienza | che produce l’oggettualizzazione, e quindi, quella a cui |
Le due vie -
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o di semanticità in cui rientra ogni prodotto della | coscienza | umana, e perfino, di eventuali forme larvali di coscienza |
Le due vie -
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coscienza umana, e perfino, di eventuali forme larvali di | coscienza | non umana, se veramente le api hanno potuto elaborare un |
Le due vie -
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tipiche con cui astanza e semiosi si presentificano alla | coscienza | stessa. In modo particolare, per quel che riguarda l’opera |
Le due vie -
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con cui offrono la propria astanza di opera d’arte alla | coscienza | sia rappresentato dal linguaggio, e cioè dal sistema |
Le due vie -
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solo per quello che realizzano a vista, e cioè alla | coscienza | che le intenziona come opera d’arte. In questo senso, anche |
Le due vie -
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allora la collimazione reciproca dell’opera d’arte e della | coscienza | ricevente, ma proprio per siffatta estrazione fenomenica |
Le due vie -
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quei modi nuovi in realtà rispondono ad uno status della | coscienza | attuale estremamente diffuso anche se confuso, e che si |
Le due vie -
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sempre delle giustificazioni; indizi quindi d’una cattiva | coscienza | dell’autore. Anche nel caso presente: è questa, infatti, la |
Il divenire della critica -
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rispetto alla perdita del futuro, è nell’alienazione della | coscienza | attuale al presente, che sta l’origine, identica per |
Le due vie -
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nel settore che stiamo esaminando, indicano una presa di | coscienza | da parte dell’artista dell’importanza d’un’arte che non |
Il divenire della critica -
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o improbabile allo stato attuale e normale della nostra | coscienza | (mentre sarebbe sia pur raramente possibile in condizioni |
Il divenire della critica -
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ed è su questo percepito, avulso dal suo contesto, che la | coscienza | investirà le sue intenzioni per lo più ineffabili, ma |
Le due vie -
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di presenza, secondo l’intensità con cui hanno toccato la | coscienza | e del posto che vi occupano. Alcune figure intere oppure |
Pop art -
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per questo che in tutte le mie azioni cerco di far prendere | coscienza | all’uomo delle sue possibilità creative, le uniche che gli |
Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale -
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esterno alla coscienza, ma risulta da un intervento della | coscienza | sul percepito. La doppia articolazione del linguaggio, che |
Le due vie -
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ma il presente è, per lui, il momento della più lucida | coscienza | e non dell'incontrollata passione. In questo, appunto, si |
L'Europa delle capitali -
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ha la precisione, la chiarezza di uno spazio geometrico. La | coscienza | umana ha una struttura propria, in nessun modo analoga a |
L'Europa delle capitali -
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chiara, autonoma, tale che veramente realizzi la | coscienza | nel suo essere. Solo nel Settecento tardo, quando il gusto |
L'Europa delle capitali -
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altro caso, pure questo caratteristico d’una presa di | coscienza | della pluralità dei codici usabili per un fine unico, è |
Il divenire della critica -
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