» pensava, scuotendo la testa. Ma in fondo la cosa non gli dispiaceva più di tanto. Percorsero un lungo labirinto di corridoi per eludere la
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piedi. Si torse penosamente le mani e faticò a sillabare, con voce stenta: - E... e... cosa gli ha raccontato? - La verità. Che altro? - E lui? - E
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di un'altra cosa importante, e si dette della stupida, per averla quasi dimenticata nell'agitazione del momento. Poiché voleva ben comparire davanti ai
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, come chi stia pensando di più a cosa dovrà dire piuttosto che a mettersi comodo, e guardò per terra, cercando ispirazione. Virgilio Zambelli fece finta
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, restava ad aspettarlo una bella signorina, che non era mai due volte la stessa. L'anziana nobildonna aveva verificato la cosa di persona, giacché non
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banco. - Fan pure finta di piangere... - Già, già... - s'intromise l'Ernesto. - Invece si fregano le mani. Sapete cosa valeva donna Giuseppa in case e
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chissà quale colpa o vergogna di cui s'era macchiata in modo irreparabile tutta la categoria degli insegnanti. - Comunque... - Comunque... cosa
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Orisanda. - Oh Dio! - mormorarono tutti insieme, eccitati come ragazzini. Nascosta sotto il quadro c'era una piccola cassaforte a muro. - Secondo voi, cosa
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, pronto? Studio legale Gualdoni e Corbellini? Sono il marchese Bagliotti-Gagginis, vorrei parlare con... Ah, sei proprio tu, Tommaso! Senti un po' cosa
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proseguì, caparbiamente: - ...non è che per caso aspetti un bambino? - Io, no! - la ragazza era diventata livida, ma cercava di trattenersi. - Cosa
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nei capelli e la voce rotta di pianto. - S'è portata via la bambina. - Che cosa? - Ha preso... Dorotea. Le due povere donne non avevano più fiato
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panciuti canterani, i massicci trumeau rosi dai tarli, le piramidi di poltrone, i tavoli solidi, le lunghe cassepanche, i sofà sfondati, ogni cosa
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problema è: cosa ne vuoi fare della tua vita? - Non lo so. - Volevo dire... Penserai al futuro qualche volta, no? - Poco. - Ah. E a che pensi? - Di più al
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dietro di sé e che ancora aleggiava nell'aria. «Ma dove sono finito» si disperò. «Che cosa ci faccio io, qui?» Di colpo, la vita gli apparve vuota di
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quasi meccanico, e i suoi occhi si scontrarono con quelli stupefatti di Virgilio Zambelli. Cosa c'era in quello sguardo? Alla donna sembrò di leggervi
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Casnaghi senza guardare in faccia nessuno. - Vediamo di fare una cosa svelta, mi raccomando, che devo scappar via presto. Chi ha qualche disturbo, lo
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una storia?» «Sì» rispondeva il babbo, avvicinando una sedia al letto. «Ma tu, mettiti bene sotto le coperte, sennò prendi freddo. Cosa vuoi che ti
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sottobraccio. - No, no... Nessun disturbo. Cosa c'è? - Oh, niente... Niente. Solo che sono un po' stufa. La Clotilde, la Jolanda, la Celestina
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specchio mi dice: «Pinuccia, nessuno ha più bisogno di te, nessuno ti vuole più. Cosa aspetti a crepare?». E io rispondo: «Che ci posso fare, se sono viva
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dire "dono degli dei". A me sembra proprio adatto. Voi cosa ne pensate? - È un bel nome - riconobbe l'Ernesto. - Chi è d'accordo? Tutte le mani si
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? Certo che è importante! Anzi, è una cosa grave, gravissima! Un vero scandalo! - Parli, allora. Che diamine... Ma si sbrighi, però! - Loro... - e con
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- ALLORA, cosa mi state combinando? - il dottor Pastori si accomodò sulla sedia che l'Ernesto gli porgeva e si slacciò il nodo della cravatta per
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