Corte e ritirarsi... dove morì molto vecchio, et quasi che svanito nell'arte. Con tutto ciò fu huomo in vigor d'età d'haver luogo fra i migliori del suo
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partenza dalla Corte, poiché quando egli fissò definitivamente la sua dimora a Toledo, verso la fine del 1585, né Tibaldi, né Zuccari erano ancora
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F. MALAGUZZI VALERI, La Corte di Lodovico il Moro. La vita privata e l'arte a Milano nella seconda metà del Quattrocento. Vol. 1: La vita privata
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Il terzo capitolo ci conduce addentro nella vita della Corte sforzesca; nei suoi particolari amministrativi, di costume, di coltura e in quanto essi
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interessanti per la psicologia, l'umanità e la coltura della corte sforzesca.
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Il quarto capitolo, come un supplemento, serve a farci seguire la vita della Corte nei castelli di campagna e nelle partite di caccia, e qui hanno
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a Londra verso il 1626 quando Gentileschi era l'artista più alla moda della Corte d'Inghilterra, e che è appunto dopo questo tempo che la rivoluzione
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smorte, sulle spalle eburnee, e freddine delle guardarobiere di corte, all'ombra rada e discreta dei parchi di Carlo I.
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del Domenichino. Fu quindi a Napoli vari anni. Più tardi quando il padre già vecchio fu chiamato alla Corte d’Inghilterra lo seguì a Londra e quivi morì
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se non morale dei due Gentileschi, padre e figlia - ove svariano rapide le ombre corte sotto le codette cineree; azzurro gigliato pronto a cedere a un
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F MALAGUZZI-VALERI, L'Arte alla Corte di Ludovico il Moro. II. Bramante è Leonardo. Milano, Hoepli, 1916 (in: 'L'Arte', 1916, p. 356-60).
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dimenticare insomma che «la Corte di Ludovico il Moro» è il titolo in rosso, e «Bramante e Leonardo» per quanto soverchino il primo nelle dimensioni sono
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, almeno tali da poter richiedere un terzo volume di miscellanea d'arte milanese alla Corte di Ludovico il Moro.
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, coll'espansione delle sue nuove forme che ne germinavano. Fin dopo il 1313 fu in patria; nel 1317 era a Napoli alla corte di Roberto d'Angiò con
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tela con il Tasso alla corte di Ferrara (sotto forma di concerto caravaggesco) che abbiamo riconosciuto da poco come un Preti affatto giovenile, nella
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gusto di quelli, così avvenne verso il 1000 per gli artisti greci chiamati alla corte degli Ottoni. Come ricorda il C., le legature di libri
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F. MALAGUZZI-VALERI, La Corte di Lodovico il Moro. III. Gli Artisti lombardi. Milano, Hoepli, 1917) (in: ‘L'Arte’, 1917, p. 297-99).
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esorbitare dalla cornice «Corte di Ludovico il Moro», riprenda in esame fra i miniatori anche quei lombardi che lavoravano fuori di Lombardia e magari
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stile «Corte di Erode» della cerchia Wilde-Bearsdley-Hoffmannstahl-D’Annunzio-Bákst, questi innocui eccitamenti serpe serpe; ma veder vede serviti qui
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fatti dall'Amigoni, ch'era stato pittore di Corte a Madrid subito prima del Giaquinto.
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del padre con la corte estense avrebbe potuto in mille altri modi, a Padova per esempio, venire a contatto con lo stile di Piero, che traluce persino
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