gastigo terminasse. Il mugnaio Re venne al mulino accompagnato dai Ministri e da tutta la corte. - La Rota è infradicita; la Tramoggia è rosa dalle
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guidaleschi non si scorgeva nemmeno il segno. Il Re pensò di fare una passeggiata a cavallo, e ordinò gli si sellasse quell'asino; la corte, tutti a
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corte non si ragionava che di quei mirabili desinari; e i medici erano stupiti che il grave male della Regina fosse già guarito col semplice rimedio o
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stato scoperto un furto nella guardaroba della Regina: mancavano tre abiti di gala, abiti di un valore inestimabile; tutta la corte era sossopra; il Re
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cielo. Dal gran fumo non ci si vedeva. E tutti piangevano il Re che doveva essere carbonizzato a quell'ora, insieme coi Ministri e le persone di corte
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mille dispetti. La mattina stessa delle nozze, per avvilirla al cospetto di tutta la corte, le disse: - Reginotta, ho uno strappo nel manto reale
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e di tutta la corte.. - Ti sia concesso. Il barbiere accordò la chitarra e si mise a cantare: - Chi la vuol cotta, chi la vuol cruda; Non tutti gli
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costernazione del Re e di tutta la corte! - Come disfarlo?! - Bisogna recuperare le tre monete d'oro date da vostra Maestà al figurinaio. Dove andare a
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? - Perché sì. Il Re dava un pranzo al Ministri e al dignitari di corte. Portano in tavola, e Re, Ministri, dignitari arricciarono il naso. La carne
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tuonasse; e per ciò gli avevano appiccicato il nomignolo di re Tuono. I Ministri e le persone di corte, dovendo praticare con lui tutti i giorni
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farsene. Alla notizia corsero il Re, la Corte, il popolo tutto, e tra essi il povero pescatore che s'era già pentito del suo mal fatto. Al vedere
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; quindi, visitata Alessandria, allora centro intellettuale del mondo era stato di ritorno in patria, accolto alla corte di Gerone. Ma l'erudizione
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coscienza secreta della sua brevità. Lelio però aveva una pretensione, che durante quel periodo ella non potesse accettare la corte di nessun altro: doveva
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Roma. L'altro, geloso di quanti le facevano la corte, avrebbe voluto abbandonarla cento volte, ma ritornava sempre ai suoi piedi, piangendo, vinto da
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rassomigliava un po' alle tigri, di corporatura massiccia, con zampe corte, la testa allungata col muso sporgente e il pelame grigio biancastro a
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degli sterminati palazzi della corte imperiale; i mille ghirigori di porcellana del tempio dello spirito marino che racchiude le tre incarnazioni del
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corte scimitarre somiglianti alle tarwar dei montanari dell'Himalaya, e d'aspetto ben poco rassicurante. La principessa aveva preso posto sul divanetto
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case di tutte le forme e dimensioni, di negozi e di baracche, dove brulicano milioni di celestiali. Quella tartara invece è destinata alla corte
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Accademia della crusca
