che attende controvoglia nell'atrio e ha gli occhi chissà dove. L'ora ferma è un conforto, il primo pomeriggio, illeso niente che si muta in prosa
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li accoglie nel suo seno, come il porto di pace chi ha saputo navigare nel mar selvaggio, nel deserto mare, che a terra non s'è vòlto per conforto
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premi, di riposo, di conforto ogni viltà dal cuore mi toglieva. Dal più profondo della mia distretta, nella mente più oscura quella fiamma mi era
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, e un lamento ne fan le lontananze... Quante, oh! quante così gioie io perdei di sogni e di speranze! Unico, Arrigo, a me resti conforto un cor d'amico
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