venne una gran voglia di scoprire se era vero ciò che gli aveva raccontato la mamma. Il gatto era coricato su un fianco, con le zampe in fuori che
. — Come sono felice! — esclamò, e insieme con babbo passero spiccò il volo verso il cielo azzurro. Al sole tiepido frullò le ali intorpidite, poi si alzò
— All'attacco! — urlava una nuvola alle compagne. — Sterminateli tutti! — ordinò il nuvolone con un rombo che fece tremare le tegole. Le nuvole
con un filo di voce. Cipí spiegò il suo piano: — Qui non c'è il filo e «lui», per prenderci, deve uscire a chiudere l'uscio: noi entreremo due per
la testa nel buco del signore della notte e vi entrò tutto con un sibilo acuto che fece tremare i calcinacci delle pareti. Poi ne usci trascinando con
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gridò: — Mamí, laggiú c'è un altro come me. Chi è, Mamí? Chi è? — Giú, — comandò la mamma buttandosi in picchiata, — andiamo a vedere. Con uno scatto
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, arrossì sulle punte dei petali, cercò di chiudere il viso nella corolla e con un filo di voce rispose: — Io... sono stata io... Cipí si mise a ridere
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I compagni, che stavano raspando la terra nella quale l'uomo aveva sparso la semente, lo chiamarono: — Vieni con noi, Cipí! Abbiamo trovato la fila
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. Hai fame? E benché la passeretta dicesse di no, Cipí le portò chicchi e piccoli insetti e l'imboccò con pazienza, proprio come la sua mamma aveva
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generoso di tutti gli uccelli! — Dunque verrai? — Certo che verrò! — E poi, se vorrai... — continuò Cipí, — mi piacerebbe giocare con te, qualche volta
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le uova sotto il corpo di Passerì. — Fortuna che il nido è molleggiato con la neve dei pioppi, — essa diceva, — se no le uova andrebbero a pezzi! Il
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; piòpiò... e sgusciavano birichini sotto le ali della mamma che rispondeva alle loro chiamate con amorosa pazienza. La seconda visita delle passere
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partenza delle rondini! Muta era la campagna e s'udivano di quando in quando i sospiri delle foglie gialle che, dopo aver tanto lavorato, salutavano con
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Beccodolce arrivò trafelata: — Cibo per tutti! Venite con me! — I passeri la seguirono. Essa puntò verso un cortile e planò su una pianta: — Sotto
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vecchio passero. — Non temere per questo, — consigliò il vecchio passero, — vivi felice con la tua passeretta e lascialo in pace: è un tipo strano che
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Chiccolaggiù. — Appena Palla di fuoco sarà sulla bandierina di latta, vieni con gli amici del tetto sul grande albero: là te lo dirò. Non mancare! — E sparì
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e cosí parlava con tutti: con quelli degli altri tetti, con quelli del giardino, con quelli della torre, e a tutti chiedeva: — Scappano di casa i
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spenta la festosa argentata agonia di una dozzina di pesci, lunghi una spanna e mezzo. Avevano abboccato, con frenetica fame, alle esche appena gettate
amicizia con se stessi, senza perdere quella degli altri. Sebbene nella vallata pietrosa di Malatya non splendessero grandi bellezze, Sakumat
gli anni addosso, a calcolare passi, passaggi, cedimenti: mentre chi, giorno dopo giorno, anno per anno, allunga con semplice lena la mano ai frutti
13. Tornando dall'harem, in cui quella notte aveva con mano appena piú ferma distribuito attorno al vuoto misterioso del volto di Amilah alcune
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, invece, soffriva di quella zona di nulla, macchia di vuoto dolente. Alla fine di una delle brevi pose mattutine, avvicinandosi al Sultano con il pretesto
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15. Quella notte Gentile tornò dall'harem molto agitato. Bevve una coppa del vino dolcissimo che sempre abbondava, con altre leccornie, sulla mensa
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16. L'uomo vestito di nero venne a prenderlo a mattina inoltrata. Come sempre lo salutò con silenziosa sobrietà, e lo invitò a seguirlo per i
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che domani l'opera sarà compiuta. L'uomo, che sempre aveva evitato di guardare la tela, distolse quella notte il volto con gesto piú brusco, come
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Amilah, — disse il Sultano con voce calma. — Sí, luminoso signore, — lei disse, e rimase seduta, come se le mancasse la forza per alzarsi. — Perdonami
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chiocciola come la punta di una pantofola. I nove marinai, lanciandosi ogni tanto brevi richiami con voci acute, fischianti, regolavano le vele per raccogliere
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che imbrattare con disegni di fantocci i libri suoi e altrui. — Da dove vengono, Filippo, — interrogava con brusca allegria il priore. — Da dove
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accanto fra Diamante, stato novizio con lui a San Domenico, e come lui entrato, con assai meno valore, nello studio e nella pratica della pittura. Non
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palme come un piccolissimo dono segreto. Vagò con gli occhi sulla bassa volta colorata dell'abside, poi scese sulla croce dell'altare. Da un mese
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, che certo conoscerai... — In verità no, madre Pia, — disse Filippo, tra sorpreso e pensoso. — Si vede che, parlando con rispetto, quel messere ed io
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quattro passi dall'ingresso, sedeva suor Marta, con il volto abbassato e le mani posate, una accanto all'altra, sulla veste bruna. A sinistra, un poco piú
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faceva pensare: «Costui, nonostante la sua fama, non è che uno sfaccendato che approfitta della mia ospitalità e gioca crudelmente con lo spirito del
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appassionata. Liberando la mente con ostinate ripetizioni di preghiere, sforzandosi di ricacciare memoria e fervore del mattino, riuscí a compiere la metà
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Tre volte, come il gioco voleva, cantò e toccò a velocità crescente la fronte, il naso e i denti con la punta del dito, sorridendo.
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giovani del borgo che avessero mostrato interesse o attenzione verso la fuggita, e la badessa a dire con sdegno rispettoso che forti e precise eran le
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prima, che tre volte al giorno veniva Ganuan a parlare e giocare con il figlio; e due volte al giorno, con Sakumat, padre e figlio pranzavano su un
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abbaiando dietro le capre: ma molte altre valli e cime, capanne e recinti, stambecchi visibili e serpenti invisibili, strapiombi e laghetti con le
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ha un valore molto grande, e altrettanto grande sarà il compenso che ne avrai. Godendosi con l'occhio la bellezza del cavallo che scalpitava dietro
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, allargandosi sull'orizzonte come una fioritura luminosa. Scorrendo con lo sguardo il mare, si vedevano colori diversi. In certi tratti il blu, altrove
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doloroso. Al mattino riposava tranquillamente, ma era molto pallido. Un leggero sudore gli bagnava l'orlo delle labbra e della fronte. Ganuan vegliava con
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10. — Sai, Sakumat, prima avevo pensato di fare il mare anche nella terza stanza, — disse Madurer, descrivendo con la mano una linea orizzontale
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stanza. — Che cosa vedi, padre? — chiese Madurer indicando con la mano una parte del paesaggio. — La montagna. E sul fianco, la capanna del pastore Mutkul
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14. — Dove va la nave, Sakumat? — chiese Madurer con voce fioca. Ormai passava gran parte della giornata sui cuscini, a guardare il lavoro del
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, imbevendola di luce bruna. — Il prato si addormenta, — ripeté Madurer, con la sua voce quasi imprendibile. Mano a mano che Sakumat si muoveva lungo le
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occhi fermi e scuri, i capelli nerissimi e folti. La carnagione era pallida come quella del padre. Vestiva casacche di lino ricamate con fili di cento
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, pescatori, mercanti, cani. Gentile entrò nel ventre chiassoso e frizzante della città mentre intorno a lui il taciturno Naguat Tafi guidava con cenni
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Gentile sembrò fossero state scelte in tinte arancio-rosate, in armonia con la luce del salone. L'Imperatore dei Turchi, entrato per ultimo dal lato
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profumato che scivolava nello stretto come una seconda corrente, portando gli odori dell'Asia a mescolarsi con quelli del Mediterraneo. Sulla costa di fronte
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Maometto. — Questo è vero, sebbene diversamente da come tu credi... Il motivo che oggi è stato proclamato, e per il quale la Signoria di Venezia, con
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