21. Il concetto di velocità areolare si estende anche al caso di un punto che si muova comunque nello spazio.
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E appunto per codesto suo carattere intrinseco, la nuova definizione si applica senz’altro anche ad un punto Mobile comunque nello spazio, nel qual
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Passiamo oramai dal punto di vista intrinseco a quello di un osservatore generico considerando un punto P(t) mobile comunque nello spazio e
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24. Dalla natura intrinseca, rispetto al moto, della definizione di accelerazione risulta senz’altro che le formule (26) restano valide comunque si
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; il che non esclude la esistenza simultanea di un’accelerazione normale comunque variabile: anzi, se la traiettoria non è rettilinea, quest’ultima non
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soddisfa, comunque si scelgano le costanti r e Θ0, alla (40'), la quale è un’equazione differenziale lineare, a coefficienti costanti, omogenea del 2
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Questa funzione di t soddisfa alla equazione differenziale (48), comunque si fissino le costanti r, Θ0; e poiché la (48) è del 2° ordine, si conclude
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essi, comunque orientata.
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suindicata, una forma valida in generale, comunque si tocchino in M i due profili coniugati, e per qualsiasi posizione relativa del centro istantaneo I.
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mentre, per β comunque variabile, converrebbe scrivere Ad ogni modo, confrontando colla precedente espressione di r, si ha
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Comunque, a regime stabilito, una delle due ruote è sempre motrice o conducente, mentre l'altra è condotta.
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8. Si consideri un moto rigido piano qualsiasi, e si fissi un istante generico t. Variando comunque la legge dei tempi prima o dopo l'istante
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dove le a h, b siano funzioni delle coordinate q h ed, eventualmente di t, comunque prefissale, cioè tali che la (8) non sia deducibile per
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Se a certe variazioni, comunque scelte, δq h corrisponde per le (15) lo spostamento δP i, le stesse (15) danno, corrispondentemente alle - δq h, lo
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risultante R e del momento M è, comunque si prenda il centro di riduzione, sempre acuto o sempre ottuso.
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secondo la direzione dell’uno o dell’altra (comunque orientati).
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Se una forza F, di natura qualsiasi, è applicata ad un punto che comunque si sposti, dicesi potenza media della forza in un generico intervallo di
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31. Come applicazione semplicissima del teorema precedente, consideriamo due pendoli, comunque complicati, ma simili fra loro sia geometricamente che
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Viceversa, se, in base alle costatazioni sperimentali testé accennate, si ammette come postulato che, comunque si immagini suddiviso un corpo in
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lunghezze, anzi, più in generale, dal rapporto delle loro lunghezze. In altre parole, il punto C resta lo stesso, comunque si facciano ruotare i due
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Poniamo in O l’origine delle coordinate e siano α, β, γ, i coseni direttori di r (comunque orientata). Dal triangolo rettangolo O P i Q i, si desume
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qualunque sia la direzione (comune) dei due vettori e comunque si allunghino o si accorcino nello stesso rapporto le loro lunghezze. Ed anche qui il
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’ellissoide di inerzia è rotondo, può essere comunque allungato, ma non comunque schiacciato, essendo il massimo valore che può assumere lo schiacciamento: si
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Se, comunque tendano simultaneamente allo zero δ e δ', codesta somma tende ad un limite finito e determinato, questo dicesi integrale (generalizzato
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Se, comunque γ tenda allo zero intorno a P, codesto integrale tende ad un limite finito e determinato, questo limite dicesi integrale (generalizzato
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punto P in un campo γ piccolo a piacere, interno a S, la f (Q|λ) si mantenga finita e continua, comunque varii P entro il campo S* = S - γ.
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e ciò (si noti bene) qualunque sia la forma della cavità σ immaginata in S e comunque essa si faccia tendere allo zero intorno a P.
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Giova ancora rilevare che, se in designa uno scalare e v 1, v 2 due vettori, l’uno e gli altri comunque variabili con t, ai prodotti dei tre tipi:
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Comunque, rimane provato che ad esso d σ0 esclusivamente è dovuto il valore limite a 0 (per P tendente ad O) della componente normale dell’attrazione
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Il derivato di un vettore (variabile comunque in direzione , ma) di lunghezza costante è perpendicolare al vettore stesso o nullo.
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Se, per Δt convergente comunque allo zero, il vettore (36) tende verso un vettore limite determinato, quest’ultimo vettore dicesi il derivato del
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ed anzi conducono a negare la possibilità dell’equilibrio comunque piccola sia la intensità della trazione τ.
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Un solido è in equilibrio sotto l’azione di date forze. A quali condizioni debbono ulteriormente soddisfare queste forze affinché, spostando comunque
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Due aste AC, BC fissate (a cerniera) in A e in B rispettivamente, e collegate tra loro (pure a cerniera) in C, sono caricate di pesi (comunque
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Comunque, prendendo l’equazione del piano sotto la forma
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Immaginando applicato tale vettore J(t) ad un punto fisso O, comunque prescelto, il secondo estremo è un punto P(t), esso pure funzione di t ed
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b) presi comunque sul filo due punti, l'arco fra essi compreso conservi, in ogni possibile configurazione, la medesima lunghezza.
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le sue equazioni parametriche rispetto ad assi comunque prefissati. Ove si denoti con Θ l'angolo (contato positivamente nel verso xy) che la tangente
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più perfetto, perché si traduce in una formula generale, applicabile a sistemi comunque complessi.
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a) Se un sistema materiale qualsiasi, a vincoli indipendenti dal tempo, si trova comunque in moto, lo spostamento effettivo che esso subisce in ogni
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anche per sistemi a vincoli, pur sempre privi di attrito, ma comunque variabili nel tempo.
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Ciò posto, è chiaro che, se un solido (comunque vincolato) si trova in equilibrio, ed è quindi ≤ 0 il lavoro virtuale δL delle varie forze attive, lo
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15. Consideriamo un sistema materiale S, comunque costituito, per cui le forze attive si riducano ai pesi dei singoli elementi.
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veramente alla condizione (18) di equilibrio, comunque siansi scelte le λk, ma a patto che le costanti μj siano tutte positive (o nulle).
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esse ci dicono che per l’ equilibrio di un sistema comunque vincolato (purché, beninteso, a vincoli privi di attrito) è necessario e sufficiente che
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a) La reazione R 1 del suolo, applicata nel punto di contatto A, non necessariamente verticale, ma comunque contenuta nel piano della ruota.
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supponiamo che P non si trovi a contatto con altri corpi, né comunque sollecitato da speciali dispositivi.
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Un sistema di vettori, tutti situati in un piano, equivale a tre vettori diretti secondo i lati di un triangolo, comunque situato nel piano.
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fissa l’equazione oraria (legge del moto sulla traiettoria) si immaginasse di deformare comunque (con flessioni e senza distensioni) la traiettoria
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data la velocità v , comunque variabile.
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