Viceversa, risulta da quanto precede che due moti armonici su due rette ortogonali, intorno al punto comune, i quali abbiano uguale ampiezza e ugual
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Così ogni moto traslatorio è caratterizzato da un certo vettore, funzione esclusivamente del tempo, che istante per istante dà la velocità comune, in
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rotatorio uniforme di velocità angolare ω parallela a V, intorno all’asse che, in codesta direzione comune ad ω e V, passa per il punto fisso Ω1 .
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elicoidale la retta ζ, cioè la retta per Ω1, che ha la direzione comune ad ω e a V.
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Dalla definizione di equipollenza risulta altresì che due segmenti equipollenti coincidono se hanno l'origine (o l'estremo) comune; e che, assegnati
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Ad ogni istante le due rigate Λ ed L hanno comune la generatrice che in quell’istante costituisce l’asse di moto; e noi qui ci proponiamo di
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comune alle due rigate, resta veramente dimostrato che esse si raccordano lungo codesta generatrice.
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costantemente nulla (n. 4). E la (l) ci assicura appunto che le due traiettorie polari hanno ad ogni istante nel punto comune la medesima tangente; e di più
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8. Comunque, la normale comune a c e a γ nel loro punto di contatto M va a passare ad ogni istante per il corrispondente centro istantaneo di
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istante colla posizione di P in quell’istante, e quindi la normale comune ai profili colla normale alla traiettoria.
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queste due somme avendo valore costante (cioè indipendente dalla posizione di CD), perché sempre eguale alla lunghezza comune delle due aste AC, BD
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Le curve c e γ hanno pertanto costantemente la stessa normale, e quindi, anche la stessa tangente nel punto comune, proprietà questa caratteristica
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Il comune valore di questi due prodotti non è altro che la velocità (scalare) v I, del polo I tanto sulla λ quanto sulla l (presa col segno che le
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25. Sotto il primo punto di vista si riconosce immediatamente che J appartiene alla parallela condotta per J alla MT' IT'' (tangente comune ai due
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Infatti MN' è una retta di Φ', la quale (come normale comune ai due profili coniugati c e γ) passa (n. 8) costantemente per I. Ma questo è un punto
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positivo sulla normale comune ai due profili coniugati, e indicheremo con α l'anomalia di questa semiretta, rispetto all’asse x e con δ la distanza IM.
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Si toglie poi subito la restrizione sinα ≠ 0 (esprimente che la normale comune ai profili coniugati non coincide colla tangente comune alle
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Il caso più comune, sul quale vogliamo intrattenerci brevemente, è quello in cui le rotazioni sono entrambe uniformi, talché (n. 45) il moto relativo
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', la quale si identifica colla tangente in I comune alle circonferenze primitive delle due ruote. Ora se si rammenti che, per due generici profili
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polari (cioè rispetto al centro istantaneo I e alla tangente IT comune ad l e a λ).
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dei corrispondenti profili (n. 48) che la normale comune condotta dal centro istantaneo I è una retta fissa (la IMM' ovvero la INN' della fig. a pag
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modo in cui a determinare una direzione si può scegliere una qualsiasi delle rette parallele, aventi comune la data direzione, e a determinare una data
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2. Lavoro delle forze costanti. - Nel comune linguaggio si dice, in generale, che un uomo lavora quando esplica uno sforzo muscolare a produrre un
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Per i sistemi paralleli, scelto un centro di riduzione a piacimento, il momento M riesce manifestamente normale alla comune direzione dei vettori del
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Se invece r 1 ed r 2 sono parallele, è parallela ad esse anche r 2. Infatti, ove ad es. r 1 ed r 3 avessero un punto comune, in tale punto, per
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diametrali, questi hanno necessariamente almeno un punto comune, cioè il centro di gravità del sistema.
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Siccome un comune fattore di proporzionalità applicato alle masse dei punti di un sistema, non ne altera il baricentro, così rimane provato che il
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qualunque sia la direzione (comune) dei due vettori e comunque si allunghino o si accorcino nello stesso rapporto le loro lunghezze. Ed anche qui il
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i tre momenti (principali) relativi alle mediane del rettangolo, e alla perpendicolare comune nel loro punto d’incontro;
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direzione comune dei vettori stessi, ma si conservano le loro origini e le loro lunghezze (oppure, più in generale, i rapporti fra le loro lunghezze).
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[Si fa la differenza tra i momenti principali dei due parallelepipedi (n. 29), relativi al centro comune; ecc.].
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centro dei vettori paralleli) che dipende dalle lunghezze dei vettori di σ e dalla posizione delle loro origini, ma non dalla comune direzione.
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isoscele OQQ', risultano uguali. Quindi, indicando con Θ la comune misura di e avremo
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due ellissoidi concentrici ed omotetici rispetto al centro comune, ci proponiamo di mostrare che, nella ipotesi della omogeneità, la corrispondente
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Ma i due ellissoidi, essendo omotetici rispetto al centro comune, hanno, rispetto ad ogni direzione, lo stesso piano diametrale coniugato, cosicché
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, abbiano come linea di azione comune la congiungente dei due punti.
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allarelativa normale. Si ottengono così nel piano due angoli di attrit o, i quali hanno comune un certo quadrangolo ABCD (o un triangolo) se la scala
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Invero in tal caso la regione piana comune ai due angoli di attrito è un triangolo P 2 AB tale che la verticale di ogni punto di P 1, P 2 ha comune
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In tutti gli altri casi di equilibrio, la verticale del baricentro ha comune col quadrangolo (o col triangolo) tutto un segmento, e su questo si può
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, devono essere tutte eguali tra loro, cosicché, se a è la lunghezza del ponte, o portata di ciascuna delle gomene sostentatrici, la comune lunghezza
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altro che ordinata comune di A e B si trova ponendo nella (23),
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, simmetricamente disposti rispetto alla verticale mediana in guisa che due cateti siano orizzontali, uguali ciascuno a ½ AB, e abbiano comune, sulla
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Designeremo con Δ il valore comune di queste componenti, immaginando, per fissare le idee, di prendere come direzione positiva su PP' quello della
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Si dovrà quindi sostituire questa espressione del generico δP i nella sommatoria che dà il lavoro virtuale δL, e raccogliervi a fattor comune δO e δω
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collegamento BD; e analogamente può dirsi in D, cosicché tutto si riduce a calcolare l’intensità comune r delle due reazioni in B e D.
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cilindrico (comune anche alla ruota gemella) rigidamente connesso col telaio della vettura (a differenza di quel che accade nei carri ferroviari in cui le
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’altro alla coppia (R 2, R'1) che è invece sempre resistente. La lunghezza comune di tutti e quattro i vettori è a norma della (7).
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Per l’equilibrio, esse dovranno essere eguali e direttamente opposte, avendo per comune linea d’azione la congiungente dei rispettivi punti d
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La perpendicolare comune a due vettori incontra normalmente l'asse centrale del sistema da essi costituito.
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varia rapidità del moto che anche nel linguaggio comune ha una tal parola: se invero due punti P 1, P 2 si muovono uniformemente con le velocità
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