L'insieme della Terra e dei pianeti forma col Sole, centro comune delle loro rivoluzioni, ciò che si dice Sistema planetario Per l’estrema piccolezza
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comune dei due circoli sta figurato il Sole nel punto S. Mentre lo spettatore collocato sulla Terra vede il Sole nella direzione TS, vedrà Mercurio in una
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richiedono, oltrechè potenza non comune di cannocchiali, condizioni di atmosfera molto buone ed eccezionali. A portare quindi qualche luce sulle nozioni stesse
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persuadersi che v'hanno stelle più piccole del Sole, e che ve ne ha anche di più grandi; onde il considerare il Sole come una stella di grandezza comune, è
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osservazione basta a dimostrare comune a tutte le stelle. Il movimento diurno della sfera celeste a cui non si sottraggono né il Sole, né la Luna, né i pianeti
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È notevolissimo il gruppo delle Pleiadi, nella costellazione del Toro. Presenta a chi è dotato di vista comune, sei stelle, raccolte in uno spazio
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hanno il centro nello stesso punto C, ed N'M', NM sono i loro diametri presi sulla loro comune intersezione. Tracciati due raggi CP, CO, entrambi
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perpendicolari a questa comune intersezione, essi comprenderanno fra loro un angolo: è l'angolo dei piani dei due circoli.
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rigorosamente astronomici, ma non tutti però esclusi dal linguaggio comune e famigliare. Alcuni di essi, come verticale, zenit, meridiano, paralleli
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Sulla Terra tutti i circoli uguali fra loro, che passano per i poli suoi di rotazione, che hanno per conseguenza come loro diametro comune l’asse
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L'asse di rotazione pp', comune alla Terra e alla sfera celeste, è inclinato (di 66° 32') sull'eclittica; ne segue che questa resta per la metà CS
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stelle del cielo australe in circoli paralleli al suo orizzonte ed aventi come centro comune il suo zenit. Questo zenit però non è per lui determinato
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Siccome poi con un orologio comune è facile verificare già notato ritardo di circa tre quarti d'ora al giorno nel sorgere o nel tramontare della Luna
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con un cannocchiale comune può anche osservare, quando non è piena, che la linea la quale separa sovr'essa la parte luminosa dalla oscura è assai
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, darebbe una riga lucida di posto e rifrangibilità identica alla nera. Così, per esempio, la fiamma ad alcool nella quale brucia il sal comune, dà una riga
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perpendicolarmente e allora mostrano delle forme spirali. Lord Rosse coi suoi giganteschi strumenti ha fatto vedere che la forma spirale è più comune di quello che
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nelle ultime. Da questa sistematica distribuzione di segni è facile presumere che vi deve essere qualche causa comune che loro dia tal legge, e che a
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è di tipo spettrale diverso dalle altre, e che per ciò non sembra appartenere allo stesso gruppo. Ciò mostra che le prime fanno un sistema comune a
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certa legge di moto comune, cosa assai difficile ad ammettersi. Ma possono anche essere apparenti e dovuti al moto dell’osservatore nello spazio, cioè
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più pulsazioni o meno secondo che si accosta al centro vibrante, o se ne scosta. Tal’è, se non erriamo, l’obiezione mossa alla teoria comune dal signor
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3.° Presa una terza stella (pure giudicata immobile) anche questo terzo piano dovrà tagliare i due altri nella loro linea comune, sicchè confrontando
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dovrebbero ora esser distanti di 6' ove non avessero moto proprio comune.
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diversamente all’asse. In queste due sezioni però l’asse del cilindro determina un centro comune alle due ellissi, onde se la stella principale sta
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fatto!» Onde si ammette come postulato che due stelle aventi moto proprio comune sono unite insieme da legame fisico.
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però molto improbabile che una piccola abbia moto uguale ad una grande: quindi per tutte le stelle disuguali un moto eguale comune è una probabilità di
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, essendo questa la costruzione più comune.
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ellisse attorno al Sole, ma il centro di gravità comune ai due corpi. Onde la Terra deve spostarsi ora da un lato dell’orbita descritta dal centro di
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Da questo quadro si rileva che un occhio disarmato, acuto come quello di Heis, può vedere anche delle stelle che, secondo l’uso comune, sarebbero di
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. Quindi attraverso il prisma P composto di cinque. L’altro cannocchiale FO è un cannocchiale comune munito di oculare micrometrico con cui si guarda l
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prismi da Hofman e da Merz, furono trovati molto utili e di comodo servizio. Il signor Huggins preferì la forma comune a prismi angolari come quelli di
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. Era persuasione comune che per fare un prisma da servire per un obiettivo di nove pollici ci sarebbe voluta una massa di flint enorme, ma dalla
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resti 2 in 3 centimetri prima del piano focale comune all’obiettivo e all’oculare, in un punto ove per tentativi si riesce ad avere una visione netta
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Il fenomeno dei getti, che è così comune nelle grandi comete, si mostrò pure in questa, sebbene per un tempo non molto lungo. La prima menzione si
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ottobre 1835 (V. Astronomische Nachrichten n. 298). La bipartizione del settore sul vertice è un fenomeno comune alle due Comete, ed estremamente curioso.
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sembrano nettamente divisi: il 25 e il 26 sono invece confusi in una nebulosità che loro forma inviluppo comune. Questi due rami sono due code
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supporre o che per la materia delle comete non valgano le leggi della meccanica comune, oppure che la luce delle code provenga da qualche cosa d
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sensatamente discorrino come ella fa ”. Nella stessa lettera, datata 24 maggio 1640, le comunica di aver acquistato tramite una conoscenza comune 49
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compreso che l’attrazione tra i corpi massicci è reciproca, sicché le orbite sono centrate sul comune baricentro. Eppure i satelliti di Giove e di Saturno
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all’osservazione delle orbite di numerose stelle doppie intorno al loro comune baricentro. All’edificio di Newton mancava però ancora un mattone
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immobile posta al centro dell’universo, Eudosso introdusse le “sfere omocentriche”, cioè con un centro comune. Il suo modello cosmico richiedeva quattro
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che la realtà corrispondesse al suo modello. Ma è un luogo comune infondato che gli antichi abbiano sempre pensato a una Terra immobile e al centro del
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Einstein si esprime come se la teoria fosse nata da uno sforzo comune. “Sarò felice e fiero quando saremo insieme e riusciremo a concludere con successo il
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che è nel mezzo del suo corso (lo zodiaco); ma la sfera delle stelle fisse, avendo in comune lo stesso centro col Sole, è così grande che il cerchio
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: “... proponiamo l’idea – si legge nell’articolo – che una supernova rappresenti il passaggio da una stella comune a una stella di neutroni formata principalmente da
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constaterà poi che una situazione simile è comune a tutti gli ammassi di galassie, ma solo negli Anni 70 del secolo scorso gli astrofisici incominciarono a
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sognatore, vorrebbe un “universo in cui la vita intelligente è qualcosa di comune”. Risposta finale: la ricerca di E.T. è eccitante per un motivo
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hanno in comune la superficie, cioè il “primo mobile”: il che equivale appunto a una ipersfera, oggetto della geometria di Riemann adottato da
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provenienti da un più antico antenato comune. Ma si può anche immaginare che Homo neanderthalensis e Homo sapiens non abbiamo avuto solo rapporti brutalmente
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Un luogo comune vuole che l’occhio sia simile a una macchina fotografica. È qualcosa di enormemente più complesso e raffinato, anche se il passaggio
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linguistico comune e sostituiti da nomi individuali di origine mitologica – Io, Europa, Callisto e Ganimede – assegnati dal tedesco Simon Mayr
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