» che coloro che vi ascoltano abbiano la precisa immagine dei vostri compagni di viaggio, come se vedessero coi loro occhi colui che vi era seduto di
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compagni di viaggio conviene mantenere una certa cautela senza tuttavia rendere palese una diffidenza offensiva. Bisogna anche in tutti i casi
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per non fumatori. Il comportamento nello scompartimento dev'essere intonato al massimo riguardo verso i compagni di viaggio. Particolarmente giovani
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scarpe è sconveniente. Le persone che soffrono di forte traspirazione, togliendosi le scarpe potrebbero divenire un vero tormento per i compagni di
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importuni e ai curiosi. Nella conversazione con i compagni di viaggio non si raccontino i propri affari privati, i segreti di famiglia, non si
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è il battello, tanto maggior riguardo bisogna usare verso i compagni di viaggio. Allo sbarco i passeggeri non dovrebbero raccogliersi tutti da un
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compagni di viaggio e non si cerchi di sorpassare il rumore dei motori con la propria voce, poichè ciò non è corretto. E' inutile voler comunicare le
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necessario presentarsi e soltanto dopo un prolungato soggiorno si farà la conoscenza dei compagni di tavola. Ma anche senza essere presentati non si
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compiti della cura della bellezza. Il desiderio di conseguire nelle gare di fronte ai compagni il miglior risultato, di battere il « record », come si
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indovina, bene, i due compagni... accompagnati si levano dal gioco ed entra un'altra persona a fare il complimento al presunto compagno. Se però sbaglia, si
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compagni sono Napoleone e Giulio Cesare con i quali dovrà conversare per poter sapere quale personaggio è incaricata lei a personificare, e pregandola di
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giuocatore ne estrae uno. Distribuite in tal guisa le costellazioni, quegli che è designato a fungere da astronomo prega i compagni di fargli circolo
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Il penitente è condannato a chiedere a ciascuno de' compagni: - Se io fossi un cartellino, che ne faresti tu? L'interrogato risponde quello che crede
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Il penitente si colloca in piedi con le mani a tergo, davanti ai compagni di gioco. Gli è vietato di fare qualsiasi movimento. Un compagno gli passa
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Il penitente si siede su una sedia voltando la schiena ai compagni e comincia ad enunciare: sono caduto nel pozzo ad un metro di profondità. Se
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che le venisse assegnata dai compagni.
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compagni si accordano sulla scelta del proverbio. Richiamato, egli ad uno ad uno interroga tutti i compagni: i quali, nella risposta, devono fare entrare
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compagni di giuoco poichè gli stimoli e gli impulsi di molte persone davanti alla sorte ed alla fortuna non sono sempre pacifici ed innocenti ad ogni
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all'ultima, cioè: quando non ci sono più carte in tavola, i compagni si passano le carte per vederle e regolarsi nel giuoco. Se nello scozzare, alzare, o
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della primiera) quegli che n'ha di più o di meglio. Si giuoca anche in quattro, a' compagni, la scopa; ma in tal caso valgono le regole per la scopa in
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. La carta indica i compagni; ciascuno giuocatore riceve 12 o 16 carte. Dopo una mano fatta da un giuocatore, quegli che la vince scopre i gruppi
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ancora ai compagni tuoi se giuocasi la rola, il marcio, quanti punti richiedansi per essere di smarcio; se avendo o il Folle o lo Scarto; o lo Scarto
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Determinati i compagni, il giuoco s'inizia con una specie di asta, (incanto) nel fine di stabilire il colore di un mazzo di 52 carte che deve
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scoprì la più bassa, e così alternativamente in modo che ci sia giro di compagni. Nel fare al compagno l'asso rappresenta la carta più bassa. Il
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Quando due compagni ritenessero che le carte possedute promettono di poter mantenere l'impegno assunto, dichiareranno di raddoppiare. In tal caso, se
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persistito nel senza atout; d) quando le dichiarazioni di due compagni sono in contrasto; e) l'uscita sopra una dichiarazione generica di colore o di
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marca, scoprendo un asso e farlo, così, risuscitare. Quegli tra i giuocatori, che rimane con una o con più marche, quando tutti i compagni sono morti
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giuocatori. Però, se i giuocatori sono tre o quattro, si ha: 1. Uno giuoca contro due. I compagni vengono indicati dalla sorte, e si alternano ogni volta che
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verbo. Se è concesso di dirlo. Solamen miseris socios habuisse malorum. E' una consolazione per i miseri di avere compagni di sventura. Spinoza, Etica
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