, il Re cominciò a ingrassare, a ingrassare, e in poco tempo diventò così grasso e grosso, da pesare due quintali con quel suo gran pancione che pareva
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ingrassato da non poter più fare neppure un passo, comandò: — Ruzzolatemi. — E il popolo cominciò a ruzzolarlo come una botte, per le scale e per le vie
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cominciò a gridare pietosamente, dietro al portone: — Ah, Reginotta! rendetemi gli occhi. - La Reginotta, dalla finestra, rispondeva: — Sposare una
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cristiana! L' Orco si fermò a piè dell'albero, e cominciò ad annusar l' aria: — Oh, che buon odore! — Il Re aveva i brividi mentre i mastini frugavano
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mastini: — Té! Té! — Quando fu giorno, il Re, che tremava ancora dalla paura, scese da quell'albero e cominciò ad inoltrarsi cautamente. Incontrò una
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ragazza del mondo; e, presala pel manico (lui credeva di prenderla per la mano) la portò in carrozza e cominciò a dirle tante belle cose. I ministri erano
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bolliva. — Chi siete? dove andate? — La Reginotta cominciò a raccontarle la sua storia. — Zitta, zitta, chiacchierona! Zitta, zitta! — Era la pentola che
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infilzarono nello spiedo. Quando fu ora del pranzo, il cuoco lo servì in tavola. Sua Maestà cominciò a dividerlo, a chi un'ala, a chi una coscia, a chi un po
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orecchi. Il giovane si rivolse al Re e disse: — Maestà, son vostro genero. - Come intese quella voce, la Reginotta cominciò a urlare: — Mi ha detto
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stanze reali? — Maestà, non è più lì. — Quando il Re apprese quello che sua moglie avea fatto, cominciò a strapparsi i capelli: — La loro rovina era
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. — La Reginotta, con quella pelle squamosa, era un orrore. La Fata gobba cominciò a strusciarla da capo a piedi, e in poco d' ora la mondò, in guisa
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cominciò dallo scarcerare la povera donna, e tornò a mandare dal mago: — Come rintracciare il bimbo? Lo avea rapito un cenciaiuolo e non se ne sapeva più
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vera mamma siete voi! — cominciò a odiarla terribilmente, come se non fosse stata sua figliuola. E una volta disse al Re: — Maestà, no, costei non è la
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contro il Reuccio, che le aveva dato ad intendere tante sciocchezze; e appena fuori, cominciò a sentire per tutto il corpo un brulichìo e un brucìo
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acclamare altro. Nessuno più gridava: Viva il Re! tanto che Sua Maestà cominciò a esserne seccato, e pensava di levarsi di torno Niente-con-Nulla
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traditore, questa volta non ti giova! — Ma durava fatica a tener aperti gli occhi. Il cardellino cominciò a canzonarlo: — Pss! Pss! il Re dorme! Pss
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prese la stiacciata in mano e cominciò: — C' era una volta.... — Non sapeva neppure una parola di quel che dovea raccontare; ma, aperta la bocca, la
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, cominciò a scassinarla; e siccome noi ci si opponeva, ci ha tutti ammazzati. - Detto questo, spirò. Quel povero diavolo si senti rizzare i capelli. I
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cominciò a nicchiare: - Ahi, ahi! Mi spezzo! Dammi da bere. —
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tratto. Appena visto Ranocchino, la Reginotta cominciò a riaversi. Rannocchino, porgi il ditino! — E Ranocchino porgeva il ditino, e a lei soltanto. Il
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, la Regina cominciò a urlare: — E la figliuola? E la figliuola? Calò giù un' aquila, l' afferrò cogli artigli e la portò via. — Ah! figliuola mia! Non
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cominciò a baciarlo, a carezzarlo, a farlo saltare in aria come una bambola. — Mi vuoi per marito? Mi vuoi? - La Reginotta rideva: — Ti voglio! ti voglio
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s' accòrse che l' altro capo del refe era attaccato alla pianticina di fuori, cominciò a mordersi rabbiosamente le mani. E vista la vecchiarella
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mise in viaggio, e la prima città che incontrò, cominciò a gridare per le vie: — Fiabe, bambini, fiabe! Chi vuoi sentir le fiabe? — I bambini
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, — rispose. E la mattina quel povero diavolo se lo prese in collo, e cominciò a girare per la città. — Chi mi compra Ranocchino! Chi mi compra Ranocchino
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zingara, e tirò diritto. Giunto davanti alla grotta, cominciò a chiamare: — Fata gobba! Fata gobba! — Gobbo sarai te! — rispose una voce. E il povero Re
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sacco, e tutto il grano va per le terre. La vecchia cominciò a pelarsi dalla stizza. — Non è nulla, — disse la Reginotta. — Ve lo raccatterò io. — Ah, i
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