’immaginazione. Come non chiedersi, infatti che cosa fare di una facoltà che nel secolo precedente era stata sviluppata sopra ogni altra e a cui si
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’impossibile. Come il Caravaggio, il Borromini è lombardo; come il Caravaggio, non ama Roma e ne diffida: è troppo facile, di fronte al dilemma di scelte
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pressioni dall’esterno: premente come quello di Michelangiolo, formante come quello del Greco, ma nello stesso tempo lucido e deludente come una dimostrazione
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essa l’antico non rinascerà come la fenice dal fuoco, ma sarà conservato come una santa reliquia nei pochi frammenti superstiti, la basilica
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, questi non mostrasse alcuna premura di completare l’opera del suo predecessore. Sorprende invece, come indizio cli un mutato e più moderno
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creato, come natura e come storia), che avevano trovato espressione monumentale nell’assetto berniniano di San Pietro e, in primo luogo, l’interesse del
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Poiché la sua architettura deve adempiere alla funzione di conservare, fin da principio (come si vede dalla serie dei successivi disegni) concepisce
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il senso compiuto di una grande sala fiancheggiata da gallerie o deambulatori, le due pareti non potevano che valere come schermi o diaframmi
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aperta alla più larga variabilità degli effetti, e quindi luministica. Come sistema luministico, in un armonico crescendo di altezze, di grandezze, di
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, affascinante casistica della relazione tra antico (come dato o documento) e moderno: come un grande musicista, che non riuscendo a mettere in scena la propria
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grotte muscose sacre alle ninfe. Ed è, ad un tempo, giardino e teatro: due termini paralleli, perché l’ordine del giardino sta alla natura come l’ordine
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chiave di lettura come schema centrale e longitudinale, ad una «continuità ottica già compiutamente barocca». È il solo edificio religioso che il Cortona
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, come simbolo del tempio classico e, per estensione, del sacro. Come tale appare in vari dipinti del Cortona: per esempio nell’Età del Bronzo in
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sé l’esperienza vissuta della morte, l’incompiutezza dipende dal fatto che, nella prospettiva umana, la morte si dà come virtualità, prefigurazione
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Cinquecento, che l’architettura non si pone più come rappresentazione dello spazio universale e incomincia a proporsi la soluzione precisa di problemi
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lasciare in grande evidenza, come elemento essenziale, la cupola. Era dunque ancora, come la facciata cortonesca di S. Luca, un organismo plastico. Come
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volte e l'espansione laterale degli spazi delle cappelle, e agisce come massima sorgente luminosa, facendo del vano interposto la zona più chiara tra
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natura, a uno spazio d’immagine o di visione, il Rainaldi non sente affatto il bisogno di trasformare, come il Borromini, la tipologia, il tradizionale
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Per la prima volta il principio barocco dell’arte come persuasione è applicato all’architettura. Ma la devozione è soltanto l’occasione, non l
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Architettura come discorso vuol dite anche superamento di quella che potremmo chiamare, per analogia alla pittura contemporanea, «architettura di
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El Greco tende, fino a spezzarla, la relazione tra figure e spazio. Nello spazio, uomini e angeli s’allungano, s’avvitano, galleggiano come vapori
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alla scienza di dimostrare o confutare l’esistenza di Dio? Come la scienza, la pittura ha in sé la propria verità: applicata a indagare e rivelarne un
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Il Guarini è l’inventore di una tecnica trascendentale, cioè di una tecnica che trascende se stessa come momento pratico dipendente e integrativo
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riquadri proporzionali stretti da possenti membrature, ma di esse rispetta l’autonomia tematica e plastica, come fossero le stanze chiuse di un poema. Un
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definitivamente l’impresa; poi decide di concludere il lavoro nel modo più sbrigativo, abbassandosi fino a ricalcare schemi tradizionali come quelli
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Non è affatto strano che a «dissacrare» l’architettura, cioè a revocare la funzione rappresentativa della forma architettonica come significante di
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Muovendo da queste premesse radicali il Guarini scarta necessariamente quei sistemi proporzionali dati come sperimentati e perfetti che sono le
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Avendo praticamente eliminato tutti i significati tradizionalmente inerenti alle forme architettoniche, e posto l’architettura come cosa invece che
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cui ogni forma-fenomeno rimanda immediatamente alla successiva. Si è già veduto, a proposito della ondulazione, come il Guarini arrivi fino a
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La scena del Juvarra è insieme architettura e paesaggio: quand’è paesaggio forma atrii, arcate, corridoi; quand’è architettura, ha colonne come
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vista: la simmetria è così larga e slegata che le singole forme emergono dal contesto come gli «a solo» dell’orchestra. Come in musica, ogni forma deve
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paraboliche e di orbite eccentriche, come nelle sfere rotanti nell’empireo secondo leggi difficili ma irrefragabili: un piccolo errore ed è la fine, il crollo
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In questo stesso momento, però, i pensieri di Michelangiolo si orientano sempre più verso l’architettura, come arte puramente speculativa, che può
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’importante, appunto, è parlare in lingua invece che in gergo: come facevano, anche in architettura, non pochi gentiluomini piemontesi. L’Alfieri non è il
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osservanza juvariana, ma issato sull’erta scarpata di rustico come una bandiera su un bastione espugnato. Forse il mite Benedetto «plutarchizzava» già
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filosofica; ha ospitato artisti come Holbein e, poi, Van Dyck; ha veduto formarsi raccolte cospicue, come quella di Carlo I; ha uniformato la propria
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suoi ritratti; Turner aspira addirittura a fare del paesaggio una pittura di storia. E si spiega. L’arte italiana, come la descrivono gli scrittori
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dell’architettura, come rappresentazione storico-allegorica. Michelangiolo non è stato il primo a proporre il tema ideale del «monumento»: pochi anni
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Sterne (e forse proprio con riferimento alle idee di Hogart) come simbolo grafico del proprio modo, divagante ma sempre legato alla continuità di un
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Pietro, non piena di confusione, ma chiara: e schietta, luminosa e isolata intorno... e fu tenuta cosa bellissimo come ancora è manifesto». Il
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’arte, ogni differenza che non fosse la pratica dell’operazione pittorica: l’uno e l’altro esercitavano infatti un’attività estetica, come quella che
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Contatto con Dio: ma come si prepara, come si giustifica, come si raggiunge questo incontro provocatorio e inevitabilmente blasfemo? Come si
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»), come fu artista, benché non grande, Morris; e che l’uno e l’altro, quasi seguitando o riprendendo gli intenti della critica settecentesca, mirarono a
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Avrebbe potuto essere, quella pittura, il primo atto dell’arte moderna; ma ne rimane tuttavia una fonte, e la fonte essenziale. Come tale, crediamo
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a quella sprezzante aristocrazia intellettuale, che giustifica l’interpretazione marxista che Antal ha dato della sua opera, come prima espressione di
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Se ciò che si spezza, col Manierismo, è l’idea del classicismo come sintesi di storia e natura, ora che questi due termini sono in contraddizione, l
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Michelangiolo è solo come una vetta; Shakespeare è il frutto incredibilmente ricco di una scuola e, benché tutti altri sovrasti, i modi della scuola
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La conversione religiosa ha eliminato in lui il pensiero della natura e quello della storia come tramiti d’elezione; la pittura e la scultura, la cui
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degli scienziati e dei dilettanti scienziati della seconda metà del Settecento, come ai nostri giorni l’esplorazione degli spazi interplanetari
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un rilancio di relazioni vere e immaginarie. Anche il gruppo di Dedalo e I caro nasce come un sistema aperto, con le due figure che si sfiorano appena
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