- diss'ella - e non è certo colpa mia se non siamo più i signori d'una volta... Temendo d'averla offesa, la direttrice la interruppe con voce più mite
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angolo di terra. Rientrò Liberata nella triste camera. - È colpa tua, tua! - s'udiva gridare in mezzo ai singhiozzi nella stanza attigua. E la vecchia
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commessa sur una povera cosa che non aveva alcuna colpa dei rancori sciocchi e perversi tra' due fratelli. Il temperino continuava a deturparla
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