Tutte le mattine la tromba suonava e svegliava i soldati del Re. Il Re si chiamava Alcibiade I, e aveva, naturalmente, il manto rosso col bordo di
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vicino al mulino a vento, che stava alla fine del ponte. Passarono quattro oche grasse, un frate col suo sacco e tutti annusavano l'aria che odorava
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, ma pensava che quel viaggio l'aveva stancato, e quel bitorzolo sul naso gli faceva male. Pensava alla sua casa col terrazzo sul tetto, e a tante
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— Indovina, — disse la mamma a Paolo Pietro, — che cosa ti porto in questo canestro. — Uova e insalata. — No. — Focaccia col basilico. — No. — Carote
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Caterinuccia, col suo soldo in mano. Poi ebbe paura della strada vuota, richiuse la porta e accese la candela. Proprio allora si sentì: Toc, toc! ma
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freddo, e vi fece molte cuciture col filo nero. Però il vestito rimase sempre alquanto strappato. Uscirono, lasciando la porta socchiusa. Caterí
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Tutti si affacciarono; si poteva vedere il re dei topi bianchi, che correva correva, col gatto di cartone tranquillamente appeso alla sua coda; negli
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. Anche il vento lo sa e lo dice all'erba. Tor tor tor tititi. Il re dei topi ancora corre per lui col gatto alle calcagna. Titi tor tor. E per lui i topi
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reticella d'oro e se ne andò col Principe. — Qui fini la storia di Tit.
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trovò il coraggio di fare un discorso cosí importante. — La Principessa abita col Principe nelle sue grandi case rosse, — continuò Tit guardando il
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nato con un collaretto. I bambini possono abitare la notte nel Palazzo, ma appena viene il giorno arriva un guardiano col berretto d'oro come ai Giardini
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Regina. Il mercante si alzò in piedi, e sollevò le braccia per la gioia. Col suo vocione, li ringraziò undici volte. Infine starnutò per liberarsi
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occhi fatti del medesimo filo rosso. — È Bellissima, è Bellissima! Tutti erano commossi. La Regina delle Fate si soffiava il naso col suo grazioso
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una bella casa col tetto rosso. — Che cosa sai fare? — domandò la Marchesa. — Tutto, signora. — Sai fare la calza? — No, signora. — Sai cucire a
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fila gli idoli, le palme, eccetera, e in mezzo a musiche di ogni genere celebrarono il matrimonio della signorina Alberelli col signor Negretti. Il
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. Infine dissero con aria sdegnosa: — Giammai rinunceremo per un giorno a giuocare coi nostri cerchietti, col diabolo e con la trottola d'oro. Ce li
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mi piazzo davanti alla macchina, proprio in mezzo alla strada: provo a segnalare all'autista col fazzoletto.
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, perché è affacciata al balcone. Quando arriviamo è già davanti al portone, le mani sui fianchi e gli occhi che sprizzano scintille. - Di nuovo col
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. - Sono qui apposta — penso io e sto per dirlo, ma poi sto zitto, sorrido e vado a cercare qualche altro signore col carrello. Una commessa all'entrata
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avevo paura. Ma io volevo risponderle col silenzio. È andata via borbottando, convinta della sua idea. Hanno suonato di nuovo. Questa volta era
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poi lo versa in tutte le tazze. La mamma cuoce il cuscus col vapore, in una pentola speciale di terracotta. I granellini di semola devono essere
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Subito dietro la curva di viale Giulio Cesare è parcheggiato il furgone delle consegne della pasticceria, col portellone posteriore spalancato. La
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