’utilizzazione di materie plastiche, di serigrafie o di strutture eseguite col meccano, senza mai tradire la sua più schietta identità creativa.
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come delle trovate inimitabili, ma che, riesposte a New York un paio d’anni or sono (1970), (si trattava ad esempio del famoso Rotozazà, col suo fascino
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Oldenburg; agli ambienti “al vero,” di Kienholz, col loro lustro repertorio Kitsch, alle marionette metalliche di Trova e ai cosmonauti luccicanti del
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, ecc. i quali presentano ancora un evidente legame col neo-dadà e il pop attraverso il neo-surrealismo. Sicché potremo affermare che la radice
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gruppo di operatori s’indirizzava verso azioni e operazioni pure esse di tipo "ecologico-politico” e "povero” (guidate dal critico Jorge Glusberg col
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, gargarismi col latte fino a provocarsi piccole emorragie, ecc.), così Meredith Monck e Simone Forte.
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parte di alcuni artisti figurativi ormai stantii, di spacciare le proprie opere quali antesignane della mentalità pop; cosi anche dieci anni dopo, col
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concrescere; quello di Heizer che lavora col terreno e le ruspe, di Walter De Maria che crea giganteschi disegni sul letto asciutto d’un lago, di Richard Long
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secondo schemi tradizionali, se non di “figurazione”, almeno di tecnica compositiva; tanto più che, tra coloro che continuano a “dipingere” (col
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"icona” dagli elementi utilizzati — come lo si poteva fare col mio lavoro di due anni fa. Gli elementi di cui mi servo nelle mie investigazioni si
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scultura astratte (non-figurative) che fossero completamente libere da ogni imitazione e da ogni riferimento col mondo esterno e si opponeva quindi al
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Pop art: tendenza prevalentemente nordamericana, poi sfociata in Europa col nome di Novorealismo (Restany); questo termine fu scelto da prima da
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identificarsi col segno già all'istante del suo apparire.
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assertori d’una pittura libera da schemi geometrici, da preoccupazioni prospettiche, vibrante del contatto con il plein air e col fluire della luce.
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cuciti a intelaiature metalliche (Bontecou), e, ancora, all’uso di sabbie quarzifere, di segatura, impastate col vinavil, a smalti, a vernici, ha un
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espressionismo d’un Permeke o d’un Ensor. Non per nulla alcuni degli espressionisti attuali (Jorn, Appel) hanno alcuni punti di contatto col più anziano
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superare la normale tridimensionalità terrena, ma soltanto che egli si è sforzato di creare col colore un effetto di tonalismo non legato — come accade di
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col colore spremuto dal tubetto, sono dunque altrettanto gestuali dei segni d’un Mathieu o d’un Hartung.
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carica di colore già impastato che valesse da marchio personale, e insieme — col suo ripetersi e alternarsi — da scansione nel tempo.
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proliferando nell’immediato dopoguerra col riaprirsi delle frontiere tra l'Italia e la Francia. Mentre, infatti, in Italia ancora ferveva la lotta tra
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Dorazio, per contro, partito da una precoce impostazione concreta (ebbe stretti rapporti, insieme a Perilli, col MAC milanese, e fece parte in
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