? Virgilio Zambelli vide la faccia tesa di Melchiorre e capì che c'era qualche novità. Senza dire una parola, ma col cuore che batteva forte, gli andò dietro
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naso e ricercò col dito un punto sul foglio. - Si, questo è il paragrafo più interessante. Sentite: e in merito ai miei lasciti e donazioni, di cui al
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amplificata dalla tromba delle scale. - Lascialo perdere, dài. Che fastidio ti dà? - rimbeccò l'Ernesto col suo vocione. - Piuttosto, vuoi una mano
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che si fa d'altro? Avvertiamo la polizia? - No, la polizia no... - Virgilio Zambelli si alzò in piedi, col fiato corto. - Aspettiamo un poco. La ragazza
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di scienza, tu. Io invece son sempre stato una zucca dura - si batté la testa col pugno chiuso, ridacchiando. - A proposito, la sai l'ultima sui
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colazione! Ah, ah, ah... - Buffone! - borbottò tra i denti l'Ernesto, avviandosi col suo passo strascicato verso la porta. - Tu non vieni, professore
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stamattina hai conosciuto la Maria Pia, eh professore? - attaccò subito il maresciallo, rimestando col cucchiaio un brodo fumante sul quale galleggiavano
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, stetoscopio e borsa nera a soffietto entrò nell'ambulatorio col passo frettoloso di chi non ha assolutamente tempo da perdere. Lo seguiva a distanza, con
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l'erba brillava col verde nuovo della primavera. Ma appena uno spingeva lo sguardo più avanti, verso il cancello sempre chiuso a chiave, più in alto
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ecco il secondo: latte e biberon. - Per fare che? - domandò l'Attilio sovrappensiero. - Non crederai che mangi col cucchiaio come te, furbone! - ghignò
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elastico. Poi prese uno spillo e fece alcuni buchetti nella gomma. - La tettarella è pronta - annunciò col tono di chi si aspetti di essere salutato con un
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