cosa in sé, di metterla in relazione con altre cose e col tutto, di situarla in uno spazio e in un tempo più vasti. L’arte barocca non aggiunge nulla
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opere, nonché attraverso la diffusione delle riproduzioni delle opere col mezzo dell’incisione. A Roma, primo centro dell'arte barocca, lavorano
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atterrato, col gesto delle braccia aperte.
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, ARTEMISIA (1593-1652 circa) è uno dei tramiti tra il caravaggismo romano e la corrente caravaggesca che s’era formata a Napoli, col BATTISTELLO, fin dai
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L’orizzonte della cultura ufficiale romana, che col Domenichino andava sempre più restringendosi a un accademismo neoraffaellesco, si riapre con l
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Alessandro, suggerisce un movimento in avanti col contrapposto quasi geometrico di una curva e un’obliqua nelle zampe anteriori del cavallo; e lo, bilancia
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’interpretazione michelangiolesca: non esalta l’eroe, ma coglie l’istante dell’azione. E uno dei pochi, evidenti punti di contatto col Caravaggio e con la
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spazio del nicchione: con le braccia, come fossero ali, prende spazio, lo agita; il manto, senza alcun rapporto col corpo e col gesto, non è che una
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per il suo tormento spirituale che per la sua opera. I dissapori col più fortunato rivale cominciano probabilmente fin da quando lavora alle sue
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; non hanno alcun pregio intrinseco, ma diventano preziosi col lavoro ansioso dell’artista.
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L’eleganza, la purezza del ritmo crescono col crescere della tensione interna. Il suo lungo tormento si avvicina all’epilogo: il restauro di San
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molto stimasse il Cortona: Sant’Andrea al Quirinale, col corpo convesso che fa parte del prospetto, con le due bassi ali ad esedra, con il pronao
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che «gira» col graduarsi del chiaroscuro s’innesta il pronao classico, col suo vuoto scuro e profondo, su cui spiccano in luce colonne e frontone. E la
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mare e la mette in rapporto col suo ambiente paesistico naturale. L’artista che determina il volto barocco della città è il bergamasco COSIMO FANZAGO
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attenzione e di cui tuttavia, inconsciamente, battiamo il tempo col piede. La sensazionale ma pericolosa scoperta del Giordano è proprio questa: una
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Altro artista che, col Castiglione e lo Strozzi, sente profondamente l’influenza dei fiamminghi è GIOACCHINO ASSERETO (1600 c.-1649) che utilizza una
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La tradizione cinquecentesca non si riprenderà dalla brusca caduta se non nel Settecento col Piazzetta e il Tiepolo. L’artista che, nel Seicento
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, larghi interventi scultori: lo scultore che collabora col Longhena e ne integra l’opera è il fìammingo GIUSTO LE COURT (1627-1679) che, nell’ altare della
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Il Settecento europeo si apre col trionfo della monarchia assoluta di Luigi XIV e si chiude con la rivoluzione francese e le prime conquiste di
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universale finisce col Bernini, comincia il tempo dell'artista-specialista. Poco dopo la metà del secolo XVIII il Lessing delimita i campi delle arti
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illuministico, più che teorizzante, è intrinsecamente critico. Dovunque in Europa si sviluppa una critica dell’arte: in Francia col Félibien e poi col Diderot; in
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’articolazione dei pilastri e delle colonne, il contrapposto-plastico, il pieno; e le collega col ricorso ritmico dei timpani.
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dall’allineamento ritmico delle finestre col ritmo saltellante dei timpani: così semplice e naturale, qui, che perfino il difficilissimo Milizia vi
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, vediamo il pontefice, col corpo addossato allo schienale del trono, tendere in avanti il braccio fino a sfiorare il piano-limite dello spazio ideale in cui
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L’altro è LORENZO BARTOLINI (1777-1850), che fu allievo del David a Parigi e col Canova non ebbe un rapporto diretto; ma che indubbiamente contribuì
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