; che il canto degli uccelli, il mormorare delle acque non abbia altro scopo che il suo diletto. Oh, vorremmo dire col Prati:
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. - Non allacciarti le calze quando ti trovi in compagnia. - Non fregarti i denti col tovagliolo. - Non mettere il naso nel bicchiere altrui. - Non
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quelli che, procedendo lentamente nel pubblico passeggio, per giunta si fermano a ogni tratto, discorrendo col compagno, e costringendo lui pure a
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cartoncino bianco elegantissimo e devono portar col nome e cognome della persona, i suoi titoli e il suo grado. I professionisti vi mettono talvolta il
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comincino le lezioni (ciò può accadere se il ragazzo vien di fuori, col tram o col treno) entri in portineria, si metta in luogo tranquillo, che gli
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persone ben educate, col ricever da loro prove costanti di cortesia, posson pian piano essere indotti a far un esame di coscienza, ed esser punti dalla
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delle noie, ma il negoziante burbero e impaziente finirà col perdere la clientela e dover chiudere bottega. E' dunque tutto suo interesse far che il
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Ab Jove principium, dicevano i nostri antichi, e anche noi cominceremo col tracciare le linee di quel, galateo che, se deve sempre osservarsi dinanzi
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col duro sacrificio della sua libertà, e coll'assumersi doveri penosi e difficili. Generalmente non è fornita di diplomi superiori, perchè in tal caso
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che finirà col ballo, e allora è evidente che gli abiti scollati delle signore, i neri abiti dei gentiluomini non sono fuori posto. Ma pei concerti
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e comune finzione, sotto cui si nasconde il reciproco mal animo, la voglia di far a pugni col proprio simile. Homo homini lupus. E veramente a
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bocche!... si pensi che col bacio c'è il pericolo della trasmissione di qualche brutto germe. Ad ogni modo, il bacio si posi sulla fronte e sui riccioli
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... all'infinito. Chiedendo ad altri questo favore, si consegni la lettera col francobollo già apposto. Sarebbe scortese dargli in mano il danaro e peggio
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chiamino pure col nome di battesimo. E nel giocare, nello scherzare si mostrerebbero veramente indiscreti e villani se osassero metter loro le mani
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, incalzarsi l'un l'altro, premendo e urtando alla porta. Nei collegi ben tenuti è d'uso la fila a coppie: ciascuno stia col suo compagno e lasci passar
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, non più colle vesti indecenti, colle mosse arrischiate, colla trasandatezza dei modi, colle affettate monellerie, ma col garbo serio e riservato, colla
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sua stanza vicina, col cuore che le fa un gran tic tac... Il suo consenso, in generale, è ben presto ottenuto. Ma ci possono davvero esser dei casi in
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accennare col capo e con un lieve sorriso il piacere dell'incontro, riservando poi, all'uscita, i saluti e la conversazione. Vi sono poi delle funzioni e
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multicolore ch'era una vera irrisione!... E quanto al silenzio e al rispetto, se la parentela col morto o una stretta amicizia non ve li impongono
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la sua speciale condizione richiede riguardi che una persona bene educata non deve trascurare. Cominciamo col richiamare che ad ogni ecclesiastico si
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saluti col sesso femminile, anche senz'essere un fatuo. Luigi XIV, che si faceva chiamare il Re Sole e aveva la sua buona dose di prepotenza e di
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colle scarpe da casa, col cappello alla diavola, col soprabito male abbottonato... ed ebbe la bella sorte d'imbattersi nella più elegante e più
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frequentemente persone che anch'esse vi si trattengono, farà un cenno cortese col capo: finger di non riconoscere gli stessi visi sarebbe inutile scortesia, e un
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slegate, col lembo dei calzoni o della gonna sfilacciato o fangoso, col bavero del soprabito lucente, ohimè! di untume, o coperto di polvere, costui
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che se a volte la modernità sembra al giorno d'oggi doversi identificare col nudismo, questo non si identifica però mai con la vera signorilità. Le
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chi si accompagnano, e si facciano presentare i cavalieri nuovi. Non turbino il piacere dei loro giovani col mostrarsi annoiate o stanche, col
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, cominciamo noi col mostrar verso di loro e riguardi, e gentilezze e premure, e mettiamo le basi di uno scambio nel quale raramente o mai avremo da
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, talvolta, e guerra anche accanita, le volgarità e le villanie, e le durezze inutili vanno sempre più scemando col crescere della buona educazione in
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famiglie c'è molta confidenza, il dono può essere fatto in danaro. I figliocci devono poi mostrare la loro gratitudine col visitare i padrini, col tenerli
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pizzi o col paltoncino di velluto che la signora indossava prima. Ed è bene far loro comprendere che tale eleganza sciupata sarebbe di pessimo gusto, e
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un'amorevolezza cordiale. E chi sta a pensione abbia riguardo anche al comodo e al gusto altrui: cerchi di essere puntuale ai pasti, non disturbi col rientrar
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gli altri, a coppie, e ultima la signora di casa col suo cavaliere. Durante il pranzo gli anfitrioni devono vigilare che tutti siano ben serviti
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perdite, si guarda poi bene dal mortificarlo con rimproveri e col mettere muso. In caso di contestazioni, dopo esposte le sue buone ragioni, se vede che non
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breve spazio. E si rifletta che la malinconia finta, oltre ad essere per se stessa una deplorevole ipocrisia, finisce poi col mutarsi in abito reale
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bianchi e con l'abito non bene abbottonato. E fece benissimo quel re! Ora, a dir vero, simili casi non accadono più, e non possono accadere, col
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forchetta: non mai col coltello come usa qualche persona... distratta. E ognuno sa che il pesce non si tocca mai col coltello; o vi è una posata apposita
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un bruto, ma chi tocca appena i cibi, chi mangia a fior di labbra, chi crede di mostrar la sua continenza e la sua fine educazione col rifiutar quasi
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superiorità nell'abbassamento degli altri, che ci consola dei nostri difetti col pensiero che gli altri ne abbian dei simili o dei peggiori; è l'invidia che si
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come si devono interpellare le persone. Sempre nel modo più onorevole, col titolo più alto che loro compete. Ognuno sa a chi si deve dar
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fallisca l'opera educativa, è che il fanciullo non s'accorga se non in parte delle cure, delle prevenienze di cui è l'oggetto, finirebbe col
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avvicini, quant'è possibile, al compimento di ogni desiderio e bisogno. Se il pubblico vorrà assisterla col suo favore, se la critica benevola vorrà
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Pagina premessa