coraggiosamente col vento e colla polvere, vincendo la sua ritrosia di donnina elegante, armeggiando fino al punto di fare segni vivaci coll'ombrello al vetturino
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sensuale che si sviluppava senza ostacoli in una momentanea assenza della volontà. C'era sul tavolino il volume di Puschin, col suo nastrino verde pendente
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; la stracciò in tanti piccoli pezzettini, ripromettendosi di scriverne una seconda più corretta; e difatti ci pensò per un po' di tempo, col desiderio
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signora Guidobelli, la signora Bonamore col cugino, qualche altra persona, tutti bene equipaggiati e in arnese da campagna, erano riuniti nel salotto
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occhietti da miope. Incominciarono la discesa, Guidobelli e Bonamore a braccetto; Sofia col dottore; Maria con due o tre uomini, che poi abbandonò
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verbena de' suoi lavacri; sedeva famigliarmente sul letto, trattenendo le sottane che le cadevano, col busto slacciato, nel suo abbandono impudico di
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interna, paventava ogni volta che le assenze di Sofia la lasciavano sola col professore. Egli era arrivato a quel punto dove un uomo non si padroneggia più
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, già bella e vestita col suo abito color fragola, si portò in giro per le sale il bambino, mostrandogli i lumi accesi, i fiori, i bicchieri lucenti
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La camera, che Sofia aveva assegnata all'amica, confinava col gabinetto verde-mare, mediante uno stretto passaggio esterno, coperto di vetri e tutto
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nella fissazione di un pensiero ostinato, col naso sui vetri, tormentando colla mano destra la barba. Improvvisamente domandò senza voltarsi. - Non
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tenero dipinto ad amorini. Un galante cavaliere in calzoni di raso color perla, col cappello schiacciato sotto l'ascella e lo spadino ciondolante sulle
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armonia delle sue forme esterne col raggio che le veniva dall'anima, perchè quelle forme e quel raggio si fondevano in una generale espressione di vigore
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seggioletta bassa dietro la sua poltrona. - Come, lei sta lì?... - Se mi permette - rispose egli col sua brutto sorriso da satiro. Sofia si gettò nella
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