Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Finestre di via Paradiso

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Zani, Gabriele 1 occorrenze

Dopo averci guardato danzare il maestro argentino assunse la desolata espressione propria di chi alla fine s'accorge d'aver parlato inutilmente e col

poesia

Menhir

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Prete, Antonio 1 occorrenze

biciclette che svoltano col freno stridente e un aquilone di carta oleata blu sopra le logge e il pallone che rimbalza sulla saracinesca, da quale aprile

poesia

Dai Canti Orfici

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Campana, Dino 1 occorrenze

una vita d'amore, a proteggermi ancora col loro sorriso di una misteriosa incantevole tenerezza. Si aprivano le chiuse aule dove la luce affonda

poesia

La Verna

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Campana, Dino 1 occorrenze

sue rose erano le mie rose Questo viaggio chiamavamo amore Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose Che brillavano un momento al

poesia

UNA PARTITA A SCACCHI - Leggenda drammatica in un atto

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Giacosa, Giuseppe 1 occorrenze

ferro d'ogni mollezza schivi Si parano alla mente baldi, parlanti e vivi. - Son là, coll'armi al fianco, col grifalco in mano, Ieri: leon di guerra

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POESIE

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MICHELSTAEDTER, Carlo 9 occorrenze

Vita, morte, la vita nella morte; morte, vita, la morte nella vita. Noi col filo col filo della vita nostra sorte filammo a questa morte. E più forte

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amica che con man soave le grevi forme della chiesa lambe, nell'ombra amica che gl'uomini culla col lento canto della pace eterna vedo di forme strane

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sollevar ed il bene che non sanno van col vento a ricercar. Dalle pozze dalle valli sale il velo e in alto va, non ha forma né colore l'affannosa

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sonante nella notte, anzi la voce sua come un appello mi sonò in cor della mia stessa vita; mi parve dolce cosa naufragare nel seno ondoso che col

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fatti cavi. Io ti parlavo e tu non rispondevi, ma pur col bianco vel t'adoperavi di riparare l'ultimo calore. T'ero vicino e tu non mi vedevi, ma

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col corpo imbarazzato geme il reuma ed il torpore, che nel volto porta il velo della noia ed il pallore della diuturna morte, si rinchiude frettoloso

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. Ma non dobbiam però chinar la fronte. Col ferro in pugno verso l'ideale ci batterem con animo leale! In alto i cuori! E se fra le battaglie della vita

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del cor, e con l'occhio all'orizzonte dove il ciel si fondeva col mare si sentiva vacillare Senia, e disse: «Vorrei morire». Ma più forte sullo

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d'infilar sua cruna, né perché più s'avveda dell'inganno meno ritenta ancora la fortuna. Che tale è la sua sorte: col suo filo sperar vita tramare e con

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Penombre

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Praga, Emilio 13 occorrenze

- Galoppa, farnetica, bestemmia, sospira, col sogno, coll'orgia, col dubbio, coll'ira ; nel fango, nell'aria, sui letti del mondo, sul capo profondo

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rondinella dal vicin fenile gli risponde col trillo spensierato; di teste bionde e di canto infantile echeggia e splende il lucido selciato. Passano

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loro. Come, come restar fra questi avelli che chiaman stanze? Copron di versi i lirici tinelli le lontananze : oh miei curati nelle vigne erranti col

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, la donna ha l'occhio languido e profondo, il focolare è una chiesetta d'oro. Mentre il suo raggio acuto e rubicondo cresce e svanisce, lottando col

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, attonito, perplesso, parmi di aver lì appresso il volto aguzzo e smunto, e l'alito di un monaco defunto che, scappato dal freddo monumento, sfiorandomi col

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Vidi schifose diventar le belle, e vidi i buoni diventar cattivi; vidi col minio all'anima e alla pelle, i casti santi e gli angeli lascivi. E

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Sunt lacrimae rerum. Rideva la lampada, dai candidi ceri specchiando l'orpello nei lunghi bicchieri; la tavola, piena di trilli argentini, ridea col

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dibatte, appesa a un sogno isterico. Dalle cantine stridevano i galli col canto rauco; e le lanterne erano sgorbii gialli sul cielo glauco. Qualche

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tacita anch'io; perché, quando a vespero favello con Dio mi guardi nel viso col mesto sorriso? Io m'affiso lassù, tu in basso guati; io mi faccio gentil

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genere umano! venga l'inferno del padre eterno, vi scenderò col mio bicchiere in mano!

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carnefice, vorrei farmi becchino per lacerarti, o secolo, quel manto d'arlecchino; e sul tuo muto Golgota cacciarti col tuo Dio, e imprecarti l'oblìo

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, sulla muraglia bruna, col raggio della luna leggevi i nomi ancor. Care beltà del tempio!.. Sfumando in lontananza, si univan tinte e linee, quasi

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il queto bimbo urlando. Dormi: la notte è fertile di sante apparizioni, e nuota in lei più rapido l'estro delle canzoni; io, Beniamini, io veglio col

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TAVOLOZZA

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Praga, Emilio 9 occorrenze

che canta la divina melode all'infelice: col Cherubino della fede santa. Ahi! se i fantasmi del gioir superno turba la vostra voce insultatrice

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vivi ancora, o vi dice : è l'ultim'anno ? Quest'auretta carezzevole, vecchierelli, vi innamora, o vi strazia col pensiero ch'ella è muta in cimitero? Oh

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eterea, oh a te, dall'alto, cui di notte agogno, una ultrice tempesta urli sul viso e spenga col tuo raggio ogni mio sogno!

poesia

gridando il tuo nome? Ch'io rubi nell'etere di stelle un collare, o fili il tuo strascico col raggio lunare ? ... E sì che le bubbole potrei qui finire, se

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ritemprar non potrà, col cener molle, che ortiche, e rovi, e squallida verdura d'aglio e cipolle. Dalle ceneri nostre, ancor frementi del vasto

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vecchio! - ed io fui crudo tanto da attristargli la già misera vita ? ... Sù, versi miei, seguitelo per via, ditegli voi, che col greco è svanita ogni

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pampini di Bacco, un dì, la gioia; ma fra l'ebbrezza e l'estasi, quando sparve la noia? Succhiato ho disinganni, veleno di malanni, col vino e coll'amor

poesia

, il prediletto amante della fanciulla errante mesta per via col cappellin sdruscito, della compagna che al fatal marito quasi a baston si appoggia

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, fra i curvi che incensano l'ara del dio metallo, ogni altro culto; e copresi di sogghigni immortali chi, col fango battendosi, tenta di metter l'ali

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Trasparenze

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Praga, Emilio 9 occorrenze

par notte il giorno e l'aer più greve e più cattivo il mondo, bambino mio giocondo, perché sei lungi; e col pensier ti attorno, e mi par notte il

poesia

, prima ancor che un altro mese scocchi, il mondo intiero si ricrede, e tace col pianto agli occhi! E che perciò? Gemendo accanto al fuoco spesso io mi

poesia

siete un'altra volta oggi partite col poeta ch'è morto! Tu l'avevi abbracciato, Arte divina, col più fecondo de' tuoi casti amplessi; tutti i tesori

poesia

fa col bastone addormentare. Pazzo! e sia. Gelo, il verno; nell'estate dalle inferriate mi piove olio bollente... Ma nella mente, sia verno o estate

poesia

mio, povero core! Raccogliti, e preghiam; la prece è bella qui dove un vale, un sì el creatore giunge col raggio di ciascuna stella. Onnipotente! oh! fa

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cuore il suo, e un regno io ti darò. Sù, monta in groppa! è splendida col cavalier la vita, fuggi, amor mio, con me! - La tua corazza è fulgida, la

poesia

spargi le siepi di candidi spruzzi e di macchie vermiglie i giardini, col mandorlo e il sambuco; marzo che chiami da' suoi bui cammini il redivivo bruco

poesia

, rivedo chine le tue gote smorte sul pianoforte. Leggi ancora Marcello ogni mattino? Io vo a spasso col vescovo Turpino: è un vecchio strano e pazzo

poesia

i miracoli col vostro susurro... mi sento ancor giovane per dirvi gentile, per darvi l'aprile ritorno cantor. Parlate e, progenie di giorni dispersi

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