eretto nel 1812 sulla piazza di San Francesco di quella istessa città. — Giovanni Salucci architetto fiorentino (n. primo di luglio 1769, m. 18
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, compiuta nel 1841 per collocarvi la magnifica libreria che il conte Angelo Maria d’Elci aveva donato alla città, e il grandioso progetto per
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Paolo eretta in Livorno nel 1832. Eletto poi gonfaloniere nella nostra città, nel 1842 procurò che dal Comune si aprisse più ampliamente quel tratto di
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, oggi propositura del suburbio senese (1828), e la facciata della chiesa dell’educatorio di Santa Maria Maddalena in quella istessa città sono sue
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concorso, e in fine il grandioso per la formazione del mentovato nuovo quartiere, aperto nella città nostra tino dal 1845. Questo, che con poche e lievi
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che fece sul Serchio, e la ricostruzione in città del teatro del Giglio quale oggi si vede, sono opere pregevoli; singolarmente quest’ultima, che ha
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canonica della chiesa dei Santi Apostoli nella nostra città, eseguito nel 1829; molti disegni di restauri dei monumenti romani e alcuni d’invenzione
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Santa Maria Novella di Firenze, e gli altri due nel tempio di Santa Croce di questa istessa città, eretti al pollacco Michele Skotnicki, e al celebre
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anche sua lodata opera il Dante seduto, che sta nelle sale dell’Accademia Labronica in quella città, ma non può dirsi lo stesso di quello che fece
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conto. Più che altro si occupò di ritratti e, buoni o cattivi, ne fece a quanti forestieri capitarono in città; ed acquistò fama grandissima in gran
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A Pisa fiorì in questi tempi Giovan Battista Tempesti, che nel dipingere a fresco non mancò di merito. La sala nell’Arcivescovado di quella città
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destare nei generosi la vista di tanti capolavori, che fanno della città eterna la reggia più sontuosa del mondo. E là infatti condusse in breve la
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Edipo dall’albero ove era stato appeso (1815), e una Vergine orante col putto (1816). Diversi freschi fece poi in quella città e in Toscana; ricordo
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Decamerone nello sfondo di una sala in casa Bossi nella istessa città, non fa mestieri giustificare là nostra affermazione.
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del 1633, di digiunare in perpetuo la vigilia della Concezione. — VINCENZIO CHIALLI di Città di Castello (n. 1787, m. l840) fu pittore di gusto mirabile
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ove fu giovinetto; Lucrezia Borgia che medita un delitto, e Dino Compagni che nel tempio di San Giovanni esorta alla pace i grandi della nostra città
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suo comando eresse dai fondamenti nel 1787 il palazzo vescovile di quella città, la cui facciata spartita a pilastri di pietra, con ampia terrazza
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, vennero a prendere stanza tra noi, e nella città nostra fino alla morte operarono, il Gara vaglia e l'Jesi.
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galleria de’ Pitti. Scopertosi poi in questa città, nel già refettorio di Sant’Onofrio delle monache di Foligno, un mirabile dipinto, che parve ad alcuni
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