Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Storia sentimentale dell'astronomia

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Piero Bianucci 50 occorrenze

debolissimi, i dilettanti di astronomia praticano l’astuzia della “visione distolta”, cioè guardano nell’oculare con la coda dell’occhio. La visione

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Il 22 giugno 1633 arriva l’epilogo. A dorso di mulo, “ come reo in abito di penitenza ”, cioè con addosso “uno straccio di camicia”, viene portato al

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. Nessuno dei tre però seppe elaborare una teoria completa e darne una dimostrazione in accordo con le osservazioni, cioè con la forma ellittica delle

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compongono la rodopsina!) e la reazione chimica avviene in 200 milionesimi di miliardesimo di secondo. Il fotone, cioè la particella elementare che

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gravitazionale terrestre. Conoscendo l’attrazione che la Terra esercitava sulle sferette – cioè il loro peso – Cavendish riuscì a pesare il nostro pianeta e a

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(cioè in quello apparente del Sole), che dipende dalla seconda legge di Keplero.

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Sole il 21 dicembre è di circa 21°, pose il foro d’ingresso dei raggi a 27 metri dal pavimento. Il diametro era un millesimo dell’altezza, cioè 27

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, cioè di un fattore 600.

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cerchi metallici attraversati da un asse polare. Secondo una leggenda metropolitana quel monumento segnala il 45° parallelo, cioè la linea esattamente a

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controllata un secolo dopo e la differenza fu di un centimetro rispetto alla lunghezza stabilita in precedenza: un centimetro su 10 chilometri, cioè un errore

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, dovrebbe proiettarsi su sfondi di stelle diversi e mostrare una sia pur piccola parallasse, cioè uno spostamento annuale rispetto alle stelle più lontane

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, abbandonò l’impresa. Da un certo punto di vista, fu meglio così: i tempi non erano maturi (cioè gli strumenti non erano ancora adeguati) per riuscire a

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Molti fattori disturbano la misura di angoli così piccoli e uno dei principali è la rifrazione, cioè la deviazione che i raggi di luce subiscono

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precisione secondo i punti cardinali: lo scarto nell’allineamento nord-sud non supera il mezzo grado, cioè il diametro apparente della Luna. E il tempio di

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Giuseppe Piazzi aveva già notato nel 1804 che la stella 61 Cygni, benché poco luminosa, si spostava di 5 secondi d’arco l’anno. Cioè un primo in 12

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secondo d’arco. Dalla trigonometria sappiamo che un angolo di 0,3” corrisponde a una distanza pari a 680 mila volte la base, cioè 680 mila Unità

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parallasse, che risultava di un ottavo di secondo d’arco. Cioè molto vicina al valore che ora conosciamo (Vega si trova a 27 anni luce). Ma dopo 100

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dell’orbita di Urano e del nuovo pianeta, cioè 16 incognite, e per farlo bisognava tirare a indovinare la distanza e la massa del pianeta sconosciuto.

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ignoto si trovasse a un po’ meno del doppio della distanza di Urano e che avesse una massa doppia rispetto a questo pianeta, cioè di 36 masse terrestri.

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-Sole, cioè l’Unità Astronomica. Un altro valore fondamentale in fisica e in astronomia oggetto di misure all’Osservatorio di Parigi è la velocità della

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, cioè di quella forza che tende a mantenere un corpo nel suo stato di quiete o di moto. Sotto, c’è l’identità, supposta da Einstein e finora mai

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’antico nome latino della città di Teramo (“inter amnia”, cioè “tra due fiumi”), il sesto in ordine di grandezza, con un diametro di 334 chilometri

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dalla luce stellare e attenuare le righe spettrali terrestri. Gli Osservatori d’Alta Montagna (cioè, per convenzione, quelli che si trovano ad una

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Bessel e altri dopo di lui erano riusciti a stabilire la distanza delle stelle più vicine in modo diretto con il metodo della parallasse, cioè

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geometria. Quando vediamo un quarto di Luna, l’angolo formato dalle direzioni Sole-Luna e Luna-Terra è retto, cioè di 90°. Misurando l’angolo formato

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era dimostrato troppo conservatore nel preservare la vecchia concezione di un universo senza tempo (cioè eterno). Ironia della sorte, De Sitter

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collassare su se stesso. Il che non avviene. Bisognerebbe quindi supporre che l’universo nel suo insieme non è statico ma dinamico, cioè risponde a

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specchiava nei pozzi. Cioè non proiettava ombre, e dunque stava allo zenit. Non era così ad Alessandria: al solstizio estivo le ombre erano corte ma

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a forma di cometa. La posa durò 15 minuti e sul bordo scrisse PH-1-H. Cioè Palomar, telescopio “Hale”, negativo 1, osservatore Hubble.

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La motivazione del Nobel parla delle “anisotropie di corpo nero” rilevate nella radiazione cosmica di fondo. Cioè minime differenze di temperatura

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Il primo “becchino” di cadaveri stellari eccellenti, cioè il primo a intuire che le stelle massicce collassano in stelle di neutroni, fu Fritz Zwicky

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queste sorgenti situata nella costellazione della Vergine – 3C 273, cioè l’oggetto 273 del terzo Catalogo di Cambridge – sarebbe stata occultata dalla

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di un giorno luce, cioè con il diametro del sistema solare. In caso contrario non avrebbero potuto subire variazioni di luminosità con periodi così

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. Queste galassie sono caratterizzate da nuclei attivi, cioè dalla luminosità più o meno violentemente variabile. Il meccanismo che porta all

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La soluzione introdotta da Tolomeo sfoderando tutto l’armamentario delle sue conoscenze di geometria e trigonometria è l’equante, cioè il punto

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materia luminosa, cioè di stelle. Il resto sarebbe, come diremo tra poco, energia oscura. Quanto alla composizione della sostanza invisibile, si parla di

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andandole incontro, cioè salendo con i suoi strumenti di misura a 5200 metri su un pallone aerostatico. Due anni prima a Parigi il tedesco padre Theodor

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antimateria: il positrone, cioè un elettrone con carica positiva, dimostrando che era giusta l’equazione di Dirac secondo la quale a ogni particella

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prima violazione della simmetria di parità (come se la natura fosse mancina, cioè avesse una preferenza tra destra e sinistra). Dal 1948 Gilberto

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dei cieli, con in fondo, piccolissima, la Terra in rotazione. Poi Beatrice suggerisce a Dante di guardare verso l’alto, cioè fuori dall’universo

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hanno in comune la superficie, cioè il “primo mobile”: il che equivale appunto a una ipersfera, oggetto della geometria di Riemann adottato da

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Codice Trivulziano (1487) risulta che per proteggersi gli occhi usò la tecnica del foro stenopeico, cioè proiettò l’immagine del Sole come in una camera

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nuova stella, e cioè nella zona del piede del Serpentario. Lì, poco sopra l’orizzonte occidentale, nelle brume della sera, Giove e Saturno andavano a

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Rimangono l’astrologia genetliaca, che ha tuttora i suoi fedeli, e l’astrologia naturale, cioè l’idea che l’ambiente della nascita possa influenzare

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vediamo mai la faccia opposta della Luna, così gli abitanti di essa non vedono mai la Terra: per questo nel Somnium sono chiamati privolvani, cioè “privati

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accuratamente la loro superficie curva. Neppure così, tuttavia, si poteva eliminare il cromatismo: attraversando la lente, la luce si rifrange, cioè

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I telescopi a lenti (rifrattori) ebbero un miglioramento decisivo con l’invenzione dell’obiettivo acromatico (dal greco, “senza colori”, cioè senza l

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alternativa, “Medicea Sydera”, cioè una dedica all’intera famiglia. La risposta gli giunse il 20 febbraio 1610, e fu favorevole a quest’ultima scelta. Ma

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a Keplero un messaggio con un altro anagramma. “Haec immatura a me iam frustra leguntur O Y”, cioè “queste cose ancora immature si leggono invano da

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stata al centro. Si comporta cioè da tolemaico. Non c’è da stupirsi se i conti non tornavano. Quando Galileo incomincia a fare i calcoli mettendo il

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