Il libro nuovo. È di Iarro, cioè di Giulio Piccini, cioè d'un collega in giornalismo, vecchio per la carriera, giovanissimo pel brio e per l'umorismo
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Il cav. Giannotta, il noto editore siciliano, è infaticabile nella soluzione del problema librario di questa fine di secolo, curare cioè il mezzo più
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e farà tenere la cantina netta ed in buon ordine; avrà qualche idea d'igiene, cioè conoscerà quali sostanze siano più utili e sane all'uomo. Infine
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1. Brodo alla borghese. — Se la carne destinata a far brodo ha da servire di lesso pel pranzo, allora deve essere frolla, cioè, deve essere d'animale
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mare, cioè le locuste e granchi, si fanno cuocere allo stesso modo, ma per 20 minuti di più; si puliscono, si marinano come i gamberi e si servono con
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cinque minuti precisi; ponetele in acqua fredda, sgusciatele adagio senza guastarle chè saranno mollette, cioè col bianco duretto e col rosso quasi
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d'aceto, più un po' di sale, pepe e spezie; fate cuocere adagio a cottura ridotta e spessa. Avrete 12 uova cotte dure, cioè bollite nell'acqua per 12
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costolettine di agnello tagliate spesse due dita, (cioè di due costoline formatene una) e schiacciatele un po' come si è detto a N. 22; marinatele con un po
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parte o con lo spicchio di petto. Tagliate la parte che vi avanza, cioè la spalla, in 8 pezzi: avrete in tegame sul fuoco una cipolla e del prezzemolo
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rossa nel mezzo e col lardo colorito, nettatela, tagliatela in 5 parti, cioè 3 dello stomaco e 2 delle coscie, servitela con crostini di pane farciti
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più rosse sotto le coscie, nette dal filo, tagliate in 8 pezzi, cioè 3 dello stomaco, 4 delle coscie ed un della schiena, servitele guernite di
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sotto e sopra finchè sia tenera a cottura ridotta; posta sul piatto, tagliata in 10 pezzi, cioè cinque dello stomaco, quattro delle coscie ed una della
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4. Sautés d'anitra in salsa Robert. — Nettate un'anitra frolla (Vedi sopra N. 1); tagliatela in 10 pezzi, cioè 4 dello stomaco, 4 delle coscie, 2
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brodo; cotta tenera a cottura ridotta, di un bel color dorato, tagliata in 16 pezzi, cioè 8 dello stomaco, 6 delle coscie e 2 della schiena, servitela
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dell'acqua fredda finchè lo copra; mettetevi un po' di sale, fatelo cuocere adagio a punto, cioè fino a che ceda sotto la pressione delle dita (troppo
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d'acqua o brodo fateli cuocere; cotti teneri, ma non troppo, tagliateli in 5 pezzi, cioè due dello stomaco, due delle coscie ed uno della schiena e
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più rossi nel mezzo delle coscie, d'un bel color dorato, levateli; netti, tagliateli in 8 pezzi, cioè 3 dello stomaco, 4 delle coscie ed 1 della
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34. Sautés di pollastri alla Marengo. — Nettate 2 pollastri (Vedi N. 1, volaglia), tagliati in 6 parti, cioè 3 dello stomaco, 2 delle coscie ed 1
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, cioè colla carne dura; senza marinarla, inviluppatela intera, o fatta a pezzi, in carta unta d'olio; posta in tegame di terra di adatta grandezza
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le parti, quando cioè non è più rossa la carne della schiena, spolverizzato di sale e posto sul piatto, servitelo con una salsa alla maître d'hôtel
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ammalato, cioè con burro fresco.
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Del fortume e sua proprietà. — La voce fortume comprende tutti gli ortaggi di sapore forte, cioè acre e mordace, come agli, cipolle, peperoni
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21. Dei cardi e modo di cuocerli bianchi. — I cardi giunti alla loro maturità, cioè bianchi e teneri, tagliati a pezzi lunghi tre dita e netti dai
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alimentaria, cioè sono nutritivi, stimolanti, riscaldanti; la bontà di essi consiste nell'aromatico e gradito gusto e soave odore; servono per condimento ed
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77. Tartufi bianchi in vari modi. — Avrete 4 ettogrammi di tartufi bianchi che siano maturi al loro punto, che abbiano cioè un buon odore; lavateli
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grandezza e unto di burro chiarificato; ponetelo al bagnomaria cioè in un tegame con acqua bollente che giunga ai tre quarti dello stampo, copritelo e
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152. Gelato granito. — Il gelato granito si fa allo stesso modo che i suddetti indicati, ma mettendo meno zucchero, cioè un ettogramma meno per ogni
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Lardatoio, arnese di cucina che serve per impiantare dei pezzetti di lardo entro la carne, cioè piccarla; havvene di varie dimensioni, e son fatti
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Ma più della filantropia dei privati e delle Società, potè e potrà fare pei sanatorii lo spirito utilitario; uno spirito, cioè, che, mentre mira
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quale, oltre al resto, presenta questi due grandi vantaggi: 1° che è pagata da quegli stessi che ne usufruiscono, cioè dagli operai, mediante le somme che
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sociale sarà di 3´500´9000, cioè di 13500000 marchi. Se ora da questa somma si deducono le spese di cura e gl'interessi dei capitali impiegati, calcolati
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. Letulle, sopra 28544 giornate passatevi da malati d'ogni malattia, ben 11569, cioè più di un terzo, spettarono a tubercolosi. Nel 1893 il numero dei
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35 riguardano le principali forme di tubercolosi, cioè la tubercolosi generalizzata e le sue manifestazioni locali, la tubercolosi polmonare, la
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Un sanatorio disposto nel modo detto fin qui può fornire al malato i principali elementi veramente efficaci per la sua cura, cioè aria pura, asciutta
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Alla nutrizione del nostro corpo sono necessarie sostanze di diversa natura, cioè albumina, grasso, idrati di carbonio (amido e zucchero), sali ed
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È una malattia contagiosa, cioè non nasce mai spontaneamente nè nell'uomo, nè nell'animale, ma si trasmette al sano dal malato, per mezzo di alcuni
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Il prof. Foà su 4200 morti esaminati a Torino nel suo Istituto, ne trovò 890 tubercolosi; si avrebbe quindi una proporzione del 21,4 per cento, cioè
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nella città è di mille, il numero fra essi dei tubercolosi sarà di un quinto, cioè di duecento.
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2.° Se si prescinde dalla prima, infanzia, il maggior numero delle vittime è mietuto nel periodo di vita che va dai 15 o 20 ai 60 anni, cioè nell'età
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italiani del secolo scorso conoscevano già i due primi e più importanti, cioè quelli che potevano essere fatti palesi dalla semplice accurata
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frutto. Lo riconosce lo stesso Cohnheim, il quale in uno scritto pubblicato nel 1879 e ripubblicato nel 1881, cioè qualche anno prima della scoperta
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linfatiche bronchiali, e alla tubercolosi dell'intestino quella delle ghiandole mesenteriche, cioè quella tabe mesenterica, che fa tante vittime nei fanciulli.
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La diffusione colle carni non è la più temibile, anzitutto perché nelle città, cioè negli aggregati di popolazione ove si mangia più carne e la
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, anche questa ha le sue eccezioni: si danno dei casi, cioè, in cui le prime alterazioni tubercolari si manifestano in organi profondi, senza alcun
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trattamento, che è meno spiccio, ma non meno sicuro; tengano, cioè, il latte per una quindicina di minuti alla temperatura di 85° C., poi lo raffreddino
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all'uomo, ma in tutto il paese. Il che si può fare con sicurezza di risultato cogli stessi mezzi che si pongono in opera contro i contagi umani, cioè
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Gli animali del 2.° gruppo, quelli, cioè più gravemente affetti, si macellano al più presto, e del loro corpo si trae profitto secondo le norme della
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La debolezza può essere limitata ad uno o pochi organi, od estesa a tutto il corpo; può ancora essere congenita, cioè portata dalla nascita, od
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La questione della debolezza acquisita è in stretto rapporto con un argomento, del quale ho toccato di passaggio in uno dei precedenti capitoli, cioè
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per lunghi periodi lavorino all'aria libera. Di 497 scalpellini morti negli anni 1886-1892 in diversissime regioni tedesche, non meno di 444 (cioè l
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