Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

478147
Angelo Secchi 50 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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altezze loro talora sono enormi, ne abbiamo misurate di quelle che erano 8' cioè un quarto del diametro solare. La velocità di innalzamento si è talora

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, ma per le altre pare che siano realmente scomparse; annientate certamente non furono, resta adunque che siansi estinte, cioè ridotte a corpi oscuri

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A compiere la descrizione fisica del cielo stellato dobbiamo qui parlare di due categorie di oggetti importantissimi, cioè i gruppi stellari e le

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Ma di altri oggetti anche più misteriosi è seminato il cielo, che confusi dapprima coi gruppi, ora è indubitato che formano una classe o parte, cioè

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mezzana, cioè come un globo circondato da un ovale; ma esaminata meglio, ha la figura come nel disegno: cioè è formata di una massa molto densa al

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, cioè di 1" di parallasse annua, ella avrebbe una grandezza quasi quanto è l’orbita di Urano. Ma essa è probabilmente molto maggiore, perchè assai più

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confermata per alcune altre dal grande refrattore di Washington di 26 pollici e dal più grande riflettore che siasi costruito, cioè quello di Lord

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La scintillazione delle nebulose non è dunque un criterio rigoroso di decomponibilità in istelle, cioè in corpi solidi e composti come noi rilevammo

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osservato in Asc. Retta, in Declin. e nel circolo massimo, cioè la sua grandezza apparente risultante in secondi di arco in 70 anni. Delle altre colonne

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L’ascensione retta si conta dal primo punto di Ariete cost1 da 0° a 360° gradi andando sempre secondo il moto annuale del Sole, cioè da Ponente verso

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certa legge di moto comune, cosa assai difficile ad ammettersi. Ma possono anche essere apparenti e dovuti al moto dell’osservatore nello spazio, cioè

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Per comprender questo, è mestieri presupporre che quando le stelle non siano collocate tutte ad una stessa distanza, cioè fissate sopra una sfera

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fra loro tutte le stelle supposte immote, tutti i piani dei loro moti apparenti avranno una stessa intersezione comune, cioè un apice o vertice unico

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’eccentricità e la sua inclinazione al piano di proiezione. Così adunque si conoscono gli elementi geometrici della curva, cioè le sue dimensioni e la

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Conosciuta l’orbita relativa resta a conoscere le dimensioni reali della medesima. Ma questo suppone nota la distanza della stella, cioè la

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tutte binarie, dal che si avrà un altro criterio per scoprire le stelle binarie, cioè dal loro colore. Per ora non può dirsi altro se non che le poche

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cioè dai 45 ai 10" in 25 anni; le altre di moti minori al disotto di 10" si trova il seguente risultato:

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II. Per le stelle della la alla 4a grandezza il numero loro essendo 353 ve ne sono 75 congiunte fisicamente, cioè una ogni 4,71.

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I. Di 72500 stelle di grandezza da 1a a 8a ½ furono da Struve trovate doppie 1973 entro 16" di distanza; cioè una sopra 367. Di queste doppie, 1702

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sua grandezza non è mestieri di misurarlo tutto, ma basta misurare una porzione aliquota, cioè uno o più gradi. L’osservazione pertanto dipende da due

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sarebbe 93250m, cioè minor del vero.

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', è chiaro che il problema si riduce al più elementare di tutta la trigonometria; di trovare cioè la distanza di un punto inaccessibile, conoscendo la

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’equinozio corrispondeva vicino alle Pleiadi, cioè 1460 anni avanti l’èra volgare, il che non sarebbe molto lontano dall’epoca della costruzione della

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, la prima passerebbe avanti al Sole ad ogni rivoluzione sinodica, cioè ad ogni sua congiunzione inferiore. Ma il piano dell’orbita di Venere VV' fig. 62

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contatti di Venere col Sole i due estremi, cioè il primo e l’ultimo non sono di alcun valore, non potendosi apprezzare con precisione il momento di

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. 73 ma che l’ecclisse accelerava se la terra stava in T tra il Sole e Giove, e ritardava se essa stava in R, cioè al di là del Sole rapporto a Giove; e

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L’aberrazione della luce, essendo un fenomeno tanto generale che spostava tutte le stelle e dipendendo da due fattori, cioè lo spazio percorso della

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parte del cielo. Tutti i grandi telescopi, siano a vetri, cioè refrattori, siano a specchio, cioè riflettori sono ora montati in modo consimile, e l

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scoperta delle stelle doppie fisicamente, cioè di stelle che giravano una attorno ad un’altra in un periodo loro proprio di tempo, e della durata di molti

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nuovamente trovato si faceva in un piano perpendicolare a quello che era proprio della parallasse: facendosi cioè nel piano della tangente all’orbita

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distanza deve essere non minore di dieci unità parallattiche, cioè 2,062,650, ossia in numeri tondi due milioni di volte quella del Sole, e che il

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appena il diametro di 0", 0093, cioè non arriverebbe al centesimo intero di secondo; onde non sarebbe misurabile. L’intensità della sua luce sarebbe

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Il Polo Australe di questo circolo è, come abbiam detto, presso la stella Fomalhaut, cioè in 10or 45m di A. R, e 30° Decl. Sud, e il Boreale si trova

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Dal lato di 18 ore (Aquila), cioè nella parte principale, 73 scandagli, 10612 stelle.

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1.° Un salto o diminuzione notabile di densità dopo due gradi di larghezza, il quale spiega perchè la Via Lattea appaia così stretta, cioè circa 4

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, le stelle visibili e contabili in tutto l’Emisfero Australe, esser circa 2 665 786 e in tutto il cielo 5 331 572, cioè non meno di cinque milioni e

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Prendendo gli scandagli in una zona di 3°, cioè 1° ½ al Sud e 1° ½ al Nord della Galassia, egli trovò in numero medio 75,5 stelle per campo senza

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distribuzione seguente delle stelle, prendendole secondo l’Ascensione Retta, e dividendo il cielo in regioni di 4 in 4 ore, cioè:

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I lavori di zone di Devico e dell’Americano Bond ed altri conducono alle stesse conclusioni, cioè:

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Catalogo di Evelio fatto a Danzica nel 1690 contiene1564 stelle. Questo è l’ultimo lavoro fatto con istrumenti sforniti di cannocchiali, cioè con

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leggi di movimento e di equilibrio sono ancora ignote. Questi agglomerati sono formati di masse discrete, cioè di stelle nettamente separabili dalla forza

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minima distanza possibile, cioè quella corrispondente alla parallasse annuale di un intero secondo esse sarebbero lontane di 206265 semidiametri del

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noi, che per le stelle di prima grandezza, aventi un decimo di secondo di parallasse, cioè 10,000 (dieci mila) anni!

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l’astronomia stellare; basti dire che nei tre quarti già trascorsi di questo secolo, cioè dal 1800 al 1875 si contano 52 Cataloghi, che in media

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, altri combinando i gradi stessi tra i quali sono collocate. Così con (1.2) cioè prima e seconda, indicano che sta tra la prima e la seconda. Con (2.3

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pollici, risulterebbe potersi con esso vedere fino alla grandezza quindicesima (15.2), cioè due ordini avantaggiati più oltre del limite assegnato da

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di quella di Sirio. Questa stella secondo Wollaston sarebbe un ventimillionesimo del Sole, cioè 1/20,000,000; ma questa appreziazione sarà certo molto

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’ottico Hofman di Parigi migliorò il prisma notabilmente, estendendo il numero dei prismi componenti a cinque, cioè due di Flint pesante FF, e tre di

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secondo cercatore, che fa col solito di cui è fornito l’equatoriale un angolo di circa 13°, cioè quanta è la deviazione del prisma; questo secondo

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soprattutto nelle piccole di 8a e 9a si osservano sovente gli spettri diretti, cioè composti di poche righe lucide le quali sono date dalle sostanze

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