si fosse ben rasserenato per valicare il Faro, e recarci in Reggio. Tre giorni dopo, il sole spuntava nello splendore consueto del cielo siculo, ed il
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atte a snaturare la mente che a deturpare la coscienza e il cuore, pregai il cielo, che sana volesse conservarmi la povera ragione. Frattanto il
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! "Togliete da questo numero la mia novizia," esclamò Marianna; "essa ha trovato già infestato il monastero; anzi, volesse il cielo che fossero tutte come
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in sè stesse il riposo e il cielo....! Ma, appunto per questo, s'appalesi più energico il nostro disprezzo per quell'isolamento, generato
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Cielo e di Madonna; se la Madonna soccorre gli sventurati, perchè dunque non viene in soccorso a me ed alla creatura che mi sento nelle viscere
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dà loro l'impresario dello spettacolo, li fanno simboleggiare gli angioletti che accompagnano l'Assunta al cielo. Questi innocenti pargoletti, non
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?" "No," rispose essa. "Il cielo non voglia! Comune e definitiva è, e sarà per tutti, l'esclusione!" "Avrete bastante fermezza da resistere ai maneggi
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suo jure mi condannava all'ultimo supplizio; poi m'assettava alla gola il nodo scorsoio; ma vedendomi penzolare dalla corda fra terra e cielo
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lampada alla Madonna della cantonata. Tetro, lugubre il cielo: addormentati tutti nel quartiere, deserti i vicoli: non altro suono d'intorno, che il passo
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coll'aiuto del Cielo di vedere ben presto e lui e te e tutti quelli che vi somigliano mandati, in perdizione!" Non diede alcun indizio di rossore, ma ripreso
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al disperato grida: Consèrvati! - non è forse quella d'un angelo custode, che il cielo invia? Lo stile mi cadde di mano: io mi posi tutta tremante a
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, trasferendovi in altra diocesi: lo so. Deh non lo fate, per l'amor del cielo! Non vogliate ripudiare la casa che vi ha visto nascere, il padre che vi allevò, e
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uomini di voi migliori, non di lacchè, che nell'animo vi stillino il fiele dell'odio, e il fumo delle stolte ambizioni! » Addio, Sire: voglia il Cielo
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Festevole e sfavillante, quanto sulla cima del Thabor, ritornò al cielo di Napoli quel sole medesimo che tramontando aveva ritratto i suoi raggi dai
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cagiona; e sa ciascuno i soavissimi compensi, di che sono rattemprate quelle mestizie. D'allora in poi ogni gioia si tace, il cielo s'imbruna d'ogni
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ammutolita, impietrita, colle mani giunte, cogli occhi vôlti al cielo, colla più profonda costernazione impressa, nel mio atteggiamento, parve la madre
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Signore m'appellava alla contemplazione della sua misericordia. Piegai il ginocchio a terra, giunsi le mani, sollevai al cielo le pupille bagnate di
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sembravano dimostrazioni del più vivo affetto. Nell'atto di contemplarlo, piena della lusinga deliziosa che il cielo non l'avesse creato per altra
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cielo, il mondo e il chiostro, che ad una monaca lecito sia di possedere. Smembrate della famiglia, noi ritroviamo in lui l'amore paterno, la materna
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; mostrando sul limitare del chiostro le maledizioni del Cielo e i fulmini di Roma, pronti a scoppiare sul capo di chi osasse oltrepassare. D'altronde la
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è tuo destino, pallida, mesta, e collo sguardo chino? Io leggo il cielo attraverso l'amore! Tu sei la lente delle mie pupille: povero fiore, tolto
amistà perenne e eterna guerra. Son mille secoli che si innalzan le braccia al Nume ignoto, né mai si svincola l'amor del cielo dall'amor del loto.
Un lenzuolo di nebbia avvolge il cielo, e la pioggia minuta e lenta cade; le colline lontane han messo il velo, e di fango si coprono le strade
Albo signando lapillo. Egli aperse quel dì le sue finestre, guardò nel cielo e ringraziò l'azzurro; sorrise ai fiori e ringraziò i profumi, e disse
padre; ma le materne lagrime non prevedeva Iddio? Oh lo spietato oblìo che domina nel cielo! Nel cielo ?...Arpìa, silenzio! Ci può la madre udire: la
dibatte, appesa a un sogno isterico. Dalle cantine stridevano i galli col canto rauco; e le lanterne erano sgorbii gialli sul cielo glauco. Qualche
La notte piombava dai campi celesti, e gli uomini onesti - russavano già. Il cielo era un buio germoglio di stelle; s'empìa di fiammelle - la negra
dei posteri e del sol. Tu che inceppasti il fulmine, prosa lanciando in cielo, sicché alle stelle vergini hai lacerato il velo; tu che, buffon, le
nebbia di candido velo passavi come una figura in cielo, presago cuor! sulle mie guancie smorte sentir mi parve il soffio della morte!... Oggi un
vastità del cielo, e della donna il cor. . . . . . . . . . . . . Perché, cretino e splendido mondo dei Filistei, sotto l'arcano incendio fremevi, e intorno
, il tuo pontefice, il tuo boia, il tuo cielo, e il tuo loto! Canto litane di martire e d'empio; canto gli amori dei sette peccati che mi stanno nel cor
di giornate regali il don mi offria. Un giovin Sire senza scettro d'oro, ma cui nutrian d'aromi e terra e cielo, e una corte di sogni e di speranze
che ti sorrida, e rassereni il cielo!
nel fango si educò di un cataletto, nulla udiste venir lungo lo stelo, verso i petali schiusi, e verso il cielo? O fior, centuplicatemi l'olezzo
tuo petto è un corsaletto dei vecchi dì colla malìa nascosa; o bella donna di latte e di rosa. O bella donna che sembri uno stelo mietuto in cielo
domestico cielo cui della pioggia il velo imperla la beltà! Le gonne allor bisbigliano come selvette in maggio, e se il capo ti aggravano nuvole di passaggio
. uando il mesto tramonto empie di lunghe striscie d'oro il cielo e la campagna di confusi suoni; quando la danza del leggiadro stelo, sommessamente, dice
vegliate... - E noi, noi le vergini dal cielo invocate! - Rammenti ?...Rammenti ?... la seggiola io sono, la seggiola bella, più bella di un trono, in
vi schianta senza dir: perdona. Vino d'Italia, itale donne, e cielo tutto bufere, tutto nebbia e gelo! Pure è italiano... dunque gridiam che è di un
vangelo; d'un volo il benedetto animo blando andò a posarsi in cielo, e il vescovo narrò ch'egli è perduto perché cantava il dì dello Statuto. Se cantava
Perchè sei pallido o mio bambino? Perchè il tuo lucido occhio azzurrino, su cui di un dubbio non scese il velo, infaticabile s'affisa in cielo? Non
versi e gli amori! Oblìa gli amici che han lo scherno in viso; non è un mar di amicizia il mio sorriso? Oblìa, poeta, il mondo, e il cielo oblìa; la
Ella era nuda come un fior d'Iddio liberamente nei campi sbucciato; però pel ballo si adornava, ed io le stava allato. Creature del cielo, angeli
seguirmi vi faccio divieto; or sulla terra, e presto sotto terra, e presto in cielo...me lo ha detto il vino, e il vin non erra! - Vattene a casa
incenerir le cose; dimenticar le fisime delle superbe scuole, e i pulpiti, e le stole!... Poi quando stanca è l'anima, povera spia del cielo che fruga
dan lezioni di teologia; qui dalla bocca di un maestro istesso parlan del cielo amore e poesia. Lasciate la memoria e la speranza, lasciatele qui fuori