Non so se ci avete fatto caso: spesso i gaffeur sono anche maldestri, perché più si è nervosi, distratti, un po' brilli, più si è a rischio di
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-Del tutto banditi gli stuzzicadenti: non si mettono in tavola, non si chiedono se (correttamente) non ci sono, e se ci sono, assolutamente non si
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- un fiore, o una confezione di dolci per accompagnare il caffè o il tè che ci verranno offerti. Quanto al padrone di casa, il suo primo dovere è di
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confermare entro domani». Solo dopo aver accettato si può chiedere (ed è bene farlo) informazioni sul dress code: «Come ci vestiamo?», «Devo mettermi la
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Ci sono due tipi di autoinviti, completamente diversi tra loro. Uno, dettato da affetto, intimità, grande amicizia, consiste nel cogliere qualunque
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la differenza. Scriveva Fëdor Dostoevskij che « le piccole cose hanno la loro importanza. È sempre per le piccole cose che ci si perde». Solo le buone
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L'amicizia e la confidenza non ci autorizzano a comportarci senza rispetto e senza discrezione, né a fare i nostri comodi, ignorando orari ed
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. Però a volte è quasi impossibile scegliere subito: nel qual caso ci faremo perdonare la nostra incertezza (e il relativo sovrappiù di lavoro) con una
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Beninteso, se siamo credenti e praticanti, non abbiamo bisogno di nessuna regola di galateo che ci dica come praticare la nostra fede: silenzio
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Inutile ormai pretendere che nelle nostre sale cinematografiche ci sia silenzio, ma a volte, tra carte di caramelle, scrocchiare di pop-corn
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telefono solo in corridoio o sulle piattaforme: un gesto di civiltà che ci aiuterà anche a sgranchirci le gambe. Rispettiamo la nostra privacy facendo
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fa per dire) vista. La vita di campagna non è cafoneria: vietato parcheggiare l'auto dove ci fa comodo, lasciare in giro oggetti e indumenti, fare
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Il modo migliore per dimostrare la nostra riconoscenza a chi ci invita in barca è adeguarci ad alcune semplici regole, dal momento che anche lo yacht
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?» fatta in un contesto di lavoro è molto scorretta. Un buon modo per attaccare discorso è sempre quello di lodare il luogo in cui ci troviamo, la
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un atto libero, con cui possiamo (ma senza essere obbligati a farlo) esprimere un ringraziamento in più a chi ci ha serviti con particolare gentilezza
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firme, nel non ostentare la provenienza di ciò che abbiamo, nell'evitare tutto ciò che non ci fa essere spontanei e disinvolti, nel non copiare pari pari
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della memoria. Anche se siamo laici convinti, non ci mancherà ne di partecipare a feste religiose che sanno d'antico, o a riti che hanno un valore
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Nel caso siamo invitati alla Milà del figlio di amici ebrei o a una circoncisione islamica, ci presenteremo solo al rinfresco successivo alla
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attraversare a testa alta il difficile passaggio dall'età attiva alla pensione. La signora che si è sempre truccata, non ci rinunci ora, ma ricordi di
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Ci sono frasi da non dire mai, quando si consegna un regalo: «Sai, l'ho preso da...», «Hai visto, è di...» e giù il nome di un negozio prestigioso o
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esprimere il nostro gradimento («È proprio il mio colore preferito», «Sono certa che questo libro mi piacerà»); solo se il pacchetto ci viene consegnato in
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. Tutti quanti, soprattutto se non ci conoscono bene, di primo acchito ci valuteranno sulla base delle apparenze: e una volta etichettati come «tutto
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non pago io». Non mastichiamo gomma americana mentre parliamo con qualcuno, chiunque sia; e, già che ci siamo, non mastichiamola proprio: eviteremo a
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complicità con alcuni colleghi a scapito di altri: asteniamoci dal partecipare a liti e discussioni che non ci riguardano direttamente, e a chi cerca di
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giusta, senza stritolamenti né languidi abbandoni. Di regola, ci si stringe solo la mano nuda, ma per strada, d'inverno, è meglio non togliersi il guanto
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avvisare, per scusarci (senza dilungarci in spiegazioni sul perché e percome del disguido, ma indicando con molta chiarezza e sincerità quanto tempo ci
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tutto in lettere maiuscole (equivale a gridare) o tutte minuscole (è sciatto); -che non ci siano acronimi al di fuori di NRN (No Reply Necessary, «Non
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, dove si spera nessun altro metterà il naso. Limitiamo al massimo l'orgoglio genitoriale che ci fa appendere sulle pareti i disegni dei nostri
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Se durante una riunione ci concediamo una pausa per mangiare un panino, cerchiamo di creare, per qualche minuto, un ambiente rilassato. Prendiamo in
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il «Buongiorno» iniziale (non «Salve»!) aspettiamo che ci venga rivolta la parola; -non invadiamo lo «spazio» altrui appoggiando borse, libri e
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(«Mario Gialli è un mago del computer, e nei week-end corre in moto»). Se ci viene presentato qualcuno che ha lo stesso cognome di un nostro conoscente
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«dottore» ci renda simpatici: anche perché i più prodighi in tal senso restano i parcheggiatori abusivi... Nelle riunioni sociali sarebbe opportuna
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Quando ci rapportiamo con persone disabili, spesso sbagliamo toni e modi perché ci facciamo cogliere dalla paura di non sapere come fare. Ricordiamo
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) di esprimersi con frasi fatte e proverbi: la saggezza popolare ha senz'altro un suo valore, ma tirarla in campo per ogni argomento e ogni situazione ci
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disagio o diffidenza. Dichiariamo che ci piacciono molto il regalo o il mazzo di fiori appena ricevuti, la casa in cui entriamo per la prima volta, la cena
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di troppo, che cosa si può fare quando la gaffe ci è già uscita di bocca? Senz'altro resistere all'impulso di affastellare spiegazioni e aggiustamenti
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regalo comune - è quello di metterlo in una busta; se ci pare troppo lezioso, almeno evitiamo di appallottolare le banconote. Ma il rispetto del denaro
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acquisito, e dipende dai luoghi, dalle circostanze, dai momenti e dal grado di intimità con chi ci è vicino. Asteniamoci dunque in presenza di
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certe culture è assolutamente normale che questi ci arrivino in casa ogni volta che ne hanno voglia, senza essere invitati e nemmeno avvertire, per
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poi non ci vuole molta fatica a bussare alla porta del bagno prima di entrare (magari anche a quella della stanza da letto dei figli e dei fratelli
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, anniversari di morte, onomastici; -diciamo spesso: «Ti voglio bene», «Grazie» e «Scusa», ma anche «Hai ragione» o «Come fai bene questa cosa» (ci sarà pure
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, in qualche momento della giornata, un po' di solitudine. E nello spazio privato ci deve essere silenzio. Ci pensino, i melomani a oltranza, o chi è
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uniformi pretenziose, senza aver insegnato loro a sfoggiarle con orgoglio e naturalezza, o di pretendere che ci servano in tavola se fino a ieri nel loro
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nessun obbligo di conversazione; solo se ci accorgiamo di essere diretti tutti allo stesso piano, alla stessa festa, possiamo già provvedere a una
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rara: per mancanza di allenamento, o per troppo supina accettazione delle mode e dei diktat delle (troppe) trasmissioni tv in materia. Quindi ci sono
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direttamente al ristorante, dobbiamo essere là almeno dieci minuti prima dell'ora fissata, per evitare che qualcuno ci preceda. Così potremo anche
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almeno una volta. Questo libro denuncia come ci comportiamo male a tavola e tratta di altre cose fondamentali nella vita come: - Ripassare il galateo
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pronto, si va a tavola e si smette subito di giocare. - Ci si lava le mani (utile anche per gli adulti). - Non si gioca a tavola, né con il cibo, né con
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è il luogo che ci smaschera e che ci denuda, nostro malgrado. Ecco il tema di questo libro. A tavola anche le persone più rigide ed emotivamente
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rilassata. Più lo spazio diminuisce, più ci si sente a disagio. Parliamo di spazi e territori e riprendiamo il già citato Desmond Morris. Avete mai
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