Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Dei doveri di civiltà ad uso delle fanciulle

188135
Pietro Touhar 29 occorrenze
  • 1880
  • Felice Paggi Libraio-Editore
  • Firenze
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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l'adempimento dei nostri doveri non ci riesca gravoso, bisogna assuefarsi per tempo a esercitar la pazienza, ponendo ogni studio per liberarci dai naturali

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vero merito è ignaro di sè, e dei suoi pregi non si dà vanto. La smania di fare spicco ci rende ciarlieri e piuttosto gravosi a sopportare, che piacevoli

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inciviltà e cagiona imbarazzo a chi lo riceve. In tutto ci vuol misura; e sarebbe anche meglio non manifestare in ciò tutto quello che sentiamo, che cadere

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riaccompagnarle nel salotto; ma il padrone di casa, che venendo aveva preceduto tutti gli altri, ora esce l'ultimo. Ci vorrebbe un motivo gravissimo, un caso

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ci abbandonassimo a trasporti di malumore quando la sorte persiste ad esserci contraria; chè in tal caso dobbiamo invece sapere scherzare

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superiori, farci stimare dagli eguali, amare gl'inferiori. E noi aggiungeremo: La civiltà fondata sulla morale, ci procaccia la stima dei nostri simili, e

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, tanto più ci sentiamo disposti a riconoscerlo ed a tenerlo in pregio. L'espediente più facile per dar valore alle doti dell'animo e all'avvertenze della

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L' amicizia Poca fatica, per lo più, richiedesi ad acquistare e conservare le virtù delle quali abbiamo brevemente discorso, purchè ci assuefacciamo

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sfuggire quando non ci sottoponiamo a certe convenienze che l'urbanità va dettando. Sono talora nelle conversazioni persone pronte a fare sfoggio di

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sacro ministero; ascoltare con attenzione i savi consigli che gli ecclesiastici o le religiose ci possono dare. Non dobbiamo : Permetterci osservazioni

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lunga e difficile; e ci contenteremo perciò di indicare invece i difetti che principalmente sono da fuggire; mentre poi l'assuefazione del conversare e

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. Non ci facciamo vilmente schiavi del nostro corpo. Se vi ponete nel caso di meritar questo biasimo, perderete gran parte di quella estimazione di cui

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I doveri verso la famiglia vanno innanzi a quelli verso la società. Che se ci contentassimo d'usare le buone creanze soltanto verso gli estranei

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di noi nella età matura e nella nostra vecchiaia. Non dobbiamo : Dimenticare ingratamente le cure di chi ci ha educato e istruito, ancorchè abbia

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eguali agli occhi del comun Padre. La qual verità ci deve far conoscere quanto importi trattare le persone di servizio con quella dolcezza e con

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ci lasciar vincere nè dal dolore nè dalla scontentezza. Tra esse dobbiamo annoverare quelle di medico e d'avvocato. Quanto al primo non potrà mai

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squadrare le persone che ci passano d'accanto, ed è chiaro che sarebbero esposte a severo giudizio quelle fanciulle che si voltassero l'una verso dell'altra

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scrivere o di offrire loro la presente operetta, nella quale ci siamo studiati di esporre con certo metodo la materia, prendendo a considerare

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, se, entrando in carrozza, ci occupassimo subito di cercare tutto il nostro comodo senz'alcuna considerazione ai vicini; di mala creanza, se

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, nelle quali il fare sfoggio di acconciatura sarebbe cosa ridicola e pressochè offensiva. Nell'anticamera convien lasciare tutto ciò che ci fa ingombro

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, ed incorrere nella taccia di pedanteria senza aver mai raggiunto il fine che ci eravamo erroneamente proposto. Le giovanette, dal canto loro, si

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ci contenteremo di richiamare soltanto alla memoria alcuni punti essenziali che più sì collegano con gl'insegnamenti in questa operetta contenuti.

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di maggiore importanza. In grazia di essa ci acquistiamo stima; non diveniamo mai importuni, e meritiamo la fiducia di coloro coi quali viviamo. Nelle

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proprio. Daremo prova di vera generosità se ci asteniamo dall'usare, quanto a un nemico, le armi ch'ei rivolge contro sè stesso; se ci curiamo di far

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, una cittadella sempre aperta al nemico. La noia, generata dall'ozio, è cagione di molti errori; la continua operosità, al contrario, ci riempie di

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tanto più ci offendono, quanto più siamo naturalmente proclivi Proclivi, inchinevoli, disposti. ad adontarcene allorchè ci troviamo costretti a far

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Le sociali consuetudini non si restringono al conversare; ma la quantità delle faccende, la lontananza, ed anco la semplice cortesia ci obbligano

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fa tralignare le buone qualità, che ci spinge all'errore. Un cattivo libro offende anzitutto la delicatezza dei sentimenti quando è opposto alla

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alcuna specie di divertimenti o di distrazioni; poi conviene incominciare con le visite. Se ci avviene di essere fuori via, dobbiamo far manifesto per

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