Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Enrichetto. Ossia il galateo del fanciullo

179137
Costantino Rodella 2 occorrenze
  • 1871
  • G.B. PARAVIA E COMP.
  • Roma, Firenze, Torino, Milano
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, trangugiar tanti bocconi amari in silenzio! Quello è pan salato! E se noi dovessimo essere costretti a servire, e ci trattasse duramente!..... Che, ridi

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come mettersi dinanzi ad un giudice spassionato e severo, che ci condanna o ci premia.

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Galateo morale

197899
Giacinto Gallenga 48 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino-Napoli
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singoli cittadini. In una parola impiegati e lettori sieno nelle loro relazioni puliti e cortesi: ci guadagneranno tutti, ci guadagnerà il credito

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principe». Vi ha poi un proverbio che serve ad esprimere che la tale persona e la tale cosa non sono i benvenuti: si usa dire che ci stanno bene come i cani

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astanti. E tanto più quando alcuna di quelle voci sgangherate che urlano il Dies irae e il Requiescat son quelle stesse che ci assordano per le piazze

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osservazione. Che ne avviene da tutto questo sfoggio di tirannie incivili? Avviene che ci disgustiamo l'uno coll'altro a rischio di pigliarci pei capelli quando

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civile e delle belle maniere. - Noi siamo (ci dicono) non meno di voi, stimolati da curiosità, e quando voi entrate nei nostri villaggi, cerchiamo ogni

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E poco ci conforta di questi quotidiani lacrimevoli eccessi che funestano le famiglie e le città il resoconto faceto che ci ammanniscono con

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Io vorrei che il popolo col suo naturale buon senso facesse a se medesimo questo ragionamento: se al giuoco del lotto il Governo non ci trovasse il

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ci sono Regole d'estratto, ambo e terno e così precise, mercé le quali l'autore, oltre di essersi fatto nel brevissimo tempo di due anni una splendida

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lingua, e il povero negoziante che ci tiene al suo buon nome e ad esser detto cortese, convien che si guardi di dare altrui, a diritto o a torto

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E pensare che ci fanno ancora al dì d'oggi delle rivoluzioni che costano il miglior sangue cittadino, per eccitamento di furbi che non ripudiano dal

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Un nulla basta in Società per dare a un galantuomo la taccia, d'incivile, di orgoglioso: ma poco anche ci vuole per acquistarsi la riputazione di

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indecenti che dinotano l'assenza del reciproco rispetto: ci vuol decoro, ecco tutto! Non discorsi indecenti, non risa sguaiate; l'ufficio non è una

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verso coloro che ci ammaestrano nelle arti, nelle scienze, nelle virtù religiose e civili non è da meno di quella che ci obbliga verso i genitori. «Chi

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Invece noi osserviamo dappertutto che le disposizioni della nostra natura, anche quand'essa è viziata, ci portano alla sociabilità, che è il primo

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l'immoralità che ci infesta non serve più ad ingannare nessuno. Lasciamo che ad ingrossare questa cifra han fatto concorrere anco i bambini lattanti. Ma è

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ministro della pubblica istruzione, volle appunto rischiararci il senso del vocabolo cortesia che è la veste con cui ci si rivela la civiltà nelle

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capitare nella lore Corte: talché ci furono alcuni anni che forse in nessuna parte del mondo si trovasse come in Urbino un'oasi, diremmo, di civiltà sì

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. Naturalmente, parlando di fiducia nel medico, questa non deve giungere al punto a cui ci narra un faceto scrittore essere arrivata in un paralitico

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che ci assalgono nel corso della vita; un duello a oltranza colla morte a cui egli cerca di sottrarre colla scienza e col coraggio le vittime: ma

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moralità, di non simulato patriottismo di cui ci diedero cosi copiosi esempi i Merlo, i Pinelli, i Barbaroux, i Vegezzi, i Cassinis, i Miglietti. E

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d'ingentilire i costumi. Lo studio della natura, delle opere dei grandi ingegni che ci lasciarono nei loro volumi, nelle loro tele, nelle meraviglie del loro

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«La poesia, al dire del Manno, vive in mezzo alle illusioni: ma quelle illusioni ci fan battere il cuore più gagliardamente che non farebbe la voce

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La gentilezza ci rende superiori, direi, alla nostra stessa natura: e non si smentisce negli animi nobili e forti nemmeno in mezzo ai dolori fisici e

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nostra dignità personale ci venne infuso nell'anima come stimolo a seguire la virtù, in quella guisa che ci venne concesso il gusto per conservare la

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saggiamente, se con perduranza esercitata, ci dà il modo di moderarle, di soggiogarle; per cui dall'istante che potremo dirci persone civili, potremo

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osava. Ora che a picchiar sul prete ci si diventa cavaliere, mi vien voglia di lasciarli vivere. D'AZEGLIO — I miei ricordi. Per quanto la libertà, per

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, la stesso ribrezzo che ci inspira il prete che si scosta dalla decenza e dalla virtù è un secreto omaggio che noi rendiamo alla sublimità del suo

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padrone medesimo, lo seppellirono, né ci fu chi se ne accorgesse; e in questa guisa Cornuto dai suoi servi occultato riescì a salvarsi e si trasferì

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, secondo il grado che occupano in società e nella cerchia delle tue relazioni. In questo ci vuol tatto; e regole fisse, al postutto, non sen possono dare

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ingegni, in quello stesso modo ci sentiamo per così dire snervati, oppressi nell'immaginazione, nel cuore allorché ci capita di dovercene rimanere con certe

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trovino nella conversazione. Per esempio: il tale ci vede poco; più poco, direi che la S. V.; ovvero: Vossignoria ha pochi capelli; ma conosco persona

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merito il canzonarla, e l'avvilirla all'aperto che ci può essere doppiezza e falsità anco in cotesto». L'uomo avveduto e gentile sa tenersi egualmente

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società e ci spingono allo studio di quel civile e morale miglioramento che deve esser la meta dei nostri sforzi, delle nostre azioni. E questo deve bastare

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«O gloria! cantava il Byron, il tuo raggio più bello è il sorriso d'una donna!». E quell'anima mesta del Giusti scriveva: Le donne ci accarezzano

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condannato a un simile divertimento! condannato a correre il rischio di addormentarsi proprio lì in mezzo al ballo! L'è finita: non mi ci colgono più; ci ho

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qualche norma sul modo di fare le visite agli infermi in modo da non metterci in urto col fine che noi ci proponiamo adempiendo a questa pratica

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Vuolsi nelle visite che si fanno agli infermi procedere con discrezione e prudenza, giacché talvolta, credendo di far opera pietosa e cortese, noi ci

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divagazioni per dar a conoscere il nostro vero od apparente spirito e sapere. Esattezza ci vuole, semplicità; scrivere bisogna alla buona, senza lisci, senza

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! Raccomando questa precauzione specialmente agli uomini politici, agli uomini d'affari. La storia del Parlamento italiano, per non citare altri esempi, ci

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temperanza, parrebbe che non ci dovessero entrare i poveri a cui manca sovente il necessario per i bisogni più indispensabili della vita. Eppure

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MANZONI — Il 5 maggio. Darò termine al mio libro con una rimembranza ai poveri morti..... — Ma questa, caro mio, passa ogni misura! Oh che? non ci

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che più non ci accompagnano colla loro materiale presenza negli uffici della vita. Noi parliamo sovente dei morti; al figlio che rammenta l'aspetto

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quali dobbiamo il vivere, l'amare, lo sperare, tutto ciò che ci allieta quaggiù e ci consola nel viaggio che ci venne assegnato dalla Provvidenza.

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quei piccoli cervelli, e ci vuol poi del bello e del buono a sradicarle.

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; alcuni più deboli e più malaticci ci buscano eziandio delle disposizioni all'epilessia, all'apoplessia ed altre terribili affezioni dovute agli

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sono insolenti e villani). «Io deploro — scrive lo Stuart Mill — che i nostri usi sociali e il nostro Galateo non ci permettano di far questo buon

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strepito colla bocca né farsi altrimenti sentire, sapevamo che ogni contravvenzione ci conduceva prestissimo al bando per lo meno. Ogni nostro studio

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amati nostri che la loro vista ci rianima e ci allieta: il bacio dei nostri cari sia per noi il più soave, il più prezioso compenso alle nostre fatiche

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