Fil non diremo che Nicoletta è qui? - domanda Maurizio. - Oh, a nessuno, - esclama Nicoletta - a nessuno! - Come faremo? - dice Alano. - Se ci fosse
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sovra tutte utile, necessaria, e meritevole di rispetto. 2. Tutto viene dalla terra: il pane che ci nutrisce, gli abiti che ci vestono, e quanto occorre
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all'ardore del sole; il sudore ci rinfresca, e ci fa sopportare l'alto calore di quelle giornate. Così le piante, se non possono succhiare acqua dalle
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Che ci fanno tutti insieme 4 Al geniale Genovese 6 Un giorno di Maggio 8 In cucina ci son ceci 10 Un cuoco pinguino 12 Lunghi, lunghi pomeriggi 13 Un
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Pagina Indice
le nostre bambole in giardino e ci divertiremo ugualmente! - Questa volta Lucio si è mostrato scortese. Se lo sapesse la sua maestra del giardino
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nessuno.- - Non è vero; è di tutti. E poi che piacere ci trovi - aggiunse Enzo. Ma il compagno cattivello non volle sentir ragione.
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, morti, che talora ci fuggono dinanzi agli occhi ne' sogni. L'alpigiano mi condusse lungo la costiera, per certe viottole che facevano giravolta a
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dei beni che possediamo. Se ci manca questo dono di Dio, a che giovano tutte le altre ricchezze? La vita stessa a che cosa serve a chi non è robusto, e
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' cieli. Perchè noi potessimo eseguire il suo comando, Iddio ci ha fatto il cuore capace di un amore infinito: Egli infuse nell'anima nostra la virtù della
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, ci ama, e ci fa del bene ogni giorno, ogni ora, ogni istante della nostra vita. Giovanetta, adora il Creatore; ringràzialo dei suoi continui benefizi
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20.Il dovere del lavoro. Tutto viene dal lavoro. La casa che ci ricovera, gli abiti che ci vestono, i cibi che ci alimentano, sono frutto del lavoro
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lavoro, come si è di buon umore! Con che appetito si mangia! Come si dorme bene! Questa gioia del lavoro cresce ogni giorno, ci fa contenti del nostro
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22.Il premio del lavoro. Dio ci obbliga tutti al lavoro; ma ci fa trovare in esso una sorgente di felicità, e di benessere per noi, e per le nostre
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l'economia, un po' di risparmio? Per arricchire ci vuol molto: ma per andare in rovina ci vuol poco. Con la scioperatezza la miseria viene a tutta corsa, e va
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nascondesse sotto lo pseudonimo di donna Conny, le aveva scritto una deliziosa letterina, che voi vedete qui di fronte, e che ci mostra il Fogazzaro allora
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gli eroi della sua favola, ma ci apre egli stesso, con la semplice lettera di questa favola, le ali dell'immaginazione. Egli non ci chiede che di
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non ancora nati. Poichè, grazie al Diamante, ci è concesso di visitare questa regione che gli uomini non possono conoscere, molto probabilmente
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dall'abisso, alla contemplazione dell'eterno e al culto delle idee. Non ci farà dunque male oggi, percorrere con Maeterlinck gli ardui e nascosti
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. - Questo deve essere il serbatoio dell'acqua che serviva per la fontana dell'altra grotta. - Se è cosí ci dovrebbe essere un condotto, di là. Un cunicolo, no
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ancora il nostro appartamento, mica l'ha venduto quando è andata in America; ci ho abitato un sacco di tempo e potrei abitarci di nuovo. Ci si arriva
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no. Aveva i suoi occhi di puro acciaio inossidabile, mentre lo diceva. - Allora ci vado. Scappo. E tu mi devi aiutare. Lo sapeva da tanto tempo di
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a piangere a cateratte. Insomma, proprio una bella scena. Andando avanti di questo passo il groppo che aveva sul cuore non ci avrebbe messo molto a
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rampicante, io, i miei fratelli e mia cugina Isa che veniva da Casale, piú un paio di altri cugini sotto Ferragosto. Nonna ci faceva dei gran minestroni con
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capiva che era proprio fuori di sé. - Mio zio, dico. Hai visto come ci ha mortificate. Cercai di difenderlo: - Ma no. Ci ha solo prese un po' in giro
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abbrancarmi alle spalle: - Cosa c'è? Perché ti sei fermata? - Ma niente. Una ragnatela. Dopo pochi passi la galleria faceva un gomito e ci siamo trovate di
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fratellino Robi che ci andava matto.) La storia si ripeteva. Ippolita che non era in camera; la stanza da bagno vuota. Un giro della giostra uguale al giro di
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provato e pensato nel buco nero invece non parlava, io credo che non ci riuscisse. Una volta che provai a domandarle che cosa facesse, lÍ al buio
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Ma ci sono un sacco di altre cose da dire, prima che si arrivi a quello che doveva succedere poi. Non bisogna mica credere infatti che stessimo
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La prima cosa che successe fu che si mise a piovere. Sorpresa sorpresa: chi ci pensava piú, con quel caldo. Uscendo dalla grotta non avevamo fatto
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MAGGIO FINISCE È passato anche questo bel mese e presto cominceranno i forti calori che faranno maturare le messi. Ci avviamo alla stagione più
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, sarebbe meglio darci una lavatina di più, e ci accorgeremmo che la sete passa ugualmente.
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quello di Giangia. Comincia il gioco: - Che ci sta qui dentro? - Le formiche. - Che mangiano? - La semola. - Che bevono? - L'acqua del mare. Le
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sono fermi davanti ai carretti dei balocchi; ci sono bambole vestite, ci sono dei «camions» di legno, col motore fintoli, ci sono cavallini bardati
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volte è così silenziosa che non ci si accorge nemmeno della sua presenza. Un giorno la «Francina» l'ha vista in un cantuccio mentre ninnava una bambolina
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PREGHIERA ANTICA «Piacciati, Signore, di visitare questa casa, e di allontanare tutte le insidie del nemico. Vi abitino tuoi Angioli e ci
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dell'anno! Scriviamo intanto qui alcuni pensieri che non dobbiamo dimenticare mai e che ci faranno buona compagnia se sapremo metterli in pratica
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I PROVERBI DEL MESE Volete stare attenti e vedere se son veri seguenti proverbi? Eccoli: Gennaio polveraio empie il granaio. Gennaio caldo, Dio ci
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rondinelle sono tornate ai loro paesi e volano felici di aver ritrovato la propria casa. Pare che dicano al sole: «Grazie del calore che ci dài». Le
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LA PREGHIERA DELLA STAGIONE RISORTA Quando la primavera trionfa siamo grati a Colui che ci largito nuovamente luce, fiori, speranze! Eleviamo quindi
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Piccole Italiane, una sera passò sola davanti àl camposanto, perchè alcune sue compagne avevano detto che ci si vedevano i morti, e non ci sarebbero
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botte a destra e a sinistra. Il gallo stramazzò con la testa rotta: il gatto ci perse i baffi; il cane ci lasciò la coda; il lupo se ne andò tutto
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tuo padre? - Non mi ci manderebbe, perchè dice che imparare a leggere e a scrivere è un perdere il tempo. E io non posso disubbidire a mio padre. - Tu
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tinello, altrimenti non ci si vede abbastanza per fare il còmpito. Le serate sono lunghe, eterne, ma si passano allegramente in compagnia, accanto al
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IL VOSTRO RITRATTO Ognuno di voi provi a fare il proprio ritratto. Chi vuol disegnarlo a penna o a lapis, avanti, ci si provi! Ma credo che ognuno di
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; il lavoro gli veniva, ma non ancora come una volta! Ma Pinotto si disse: «Ci vorrà tempo e pazienza; ci ho messo quindici anni quando avevo gli occhi
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a domandare: - Quanto ci corre di qui a quel ponte? - Ci corre un miglio. - Ho fatto per dire, sapete. ma le nostre lepri saranno grosse quanto un
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che andassero a scuola. - Io non ci ho mai messo piede, e non voglio che ci andiate voialtri: camperete anche senza sapere nè leggere nè scrivere.
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padre gli avesse detto: «Domani andreai a scuola», egli non avrebbe fatto opposizione, ci sarebbe andatodi buona voglia. Ma il padre aveva detto
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? Bisogna cedere alle circostanze e rassegnarsi. Addio, dunque, scoletta, nella quale, lungo un anno di studio, il maestro ci ha insegnato tante cose
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villaggio e siamo entrati la prima volta in una scuola. Il maestro ci ha accolti come fossimo suoi figlioli. Ci ha detto che in un anno impareremo a
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