vi scriverò. E così un malato favellando coll' altro, | ci | conforteremo a vicenda. Io vedrò di dirvi brevemente quelle |
Epistolario ascetico Vol.I -
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con umiltà, con amore di Dio! Quante pene e quante angoscie | ci | risparmiano nella vita a venire! I santi poi le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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obbiezione, ed io fidatamente loro rispondo, che Iddio | ci | può far santi, e che io lo spero in Gesù Cristo, e che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e l' otterremo, se noi pregheremo senza intermissione e se | ci | raccomanderemo a Dio, a Gesù Cristo, alla sua Madre, e a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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l' amor verace d' alcuno, se non se nel desiderio che | ci | mostra coll' opere e colle parole di giovare al suo amico? |
Epistolario ascetico Vol.I -
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le più volte i mezzi umani: e quanti non ne usa egli? Egli | ci | parla amorevolmente per mezzo delle prosperità e delle |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la impediscono e rompono; per mezzo di quelle persone che | ci | amano e di quelle che ci odiano. Tutto dunque viene a noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per mezzo di quelle persone che ci amano e di quelle che | ci | odiano. Tutto dunque viene a noi da quel nostro buon Padre |
Epistolario ascetico Vol.I -
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a noi da quel nostro buon Padre che sta nei Cieli; egli non | ci | dà se non cose utili, amandoci come fratelli del suo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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medesimi son doni e chiamate preziose. Che cosa adunque | ci | dovrà amareggiare nelle vicende di questa vita? Nulla, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nostri peccati. E di questo dolor santo medesimo, onde egli | ci | debbe affliggere, l' immensa bontà di Dio ci conforta, le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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onde egli ci debbe affliggere, l' immensa bontà di Dio | ci | conforta, le braccia allargando per raccoglierci e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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insieme da noi laviamo e cancelliamo. Nulla adunque | ci | turbi, o caro fratello, nulla ci confonda ed opprima in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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cancelliamo. Nulla adunque ci turbi, o caro fratello, nulla | ci | confonda ed opprima in questa vita; nè pure i nostri |
Epistolario ascetico Vol.I -
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l' indotto: anche per bocca d' una abietta servetta Iddio | ci | parla talvolta. Nè questo mel dico io: quel vaso d' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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aprire le orecchie ed il cuore alle istruzioni continue che | ci | porge Iddio per mezzo di ogni uomo. Voi percorrerete per |
Epistolario ascetico Vol.I -
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E se io sopporto gli altrui, godo di adempire la legge che | ci | dà Iddio per bocca di S. Paolo: « Alter alterius onera |
Epistolario ascetico Vol.I -
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composto il libro, e che hanno tanto d' unzione e di forza; | ci | parrebbe, se l' avessimo italiano (ancorchè ben tradotto), |
Epistolario ascetico Vol.I -
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a questo naturale loro fine, acquistano un pregio vero e | ci | danno de' veri guadagni. Segua a nutrire e ampliare questi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di che altri si serve a ruina, adoperare a edificazione? | Ci | lascieremo noi vincere in accortezza, in sagacità, in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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La cosa acquisterebbe grandezza. Intravengono difficoltà e | ci | vorrebbe in vero una direzione assai meditata. Ad ogni modo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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in vero una direzione assai meditata. Ad ogni modo Ella | ci | pensi, e me ne scriva. Alle cose buone è lodevole il solo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la chiamerò con maggior gusto, egregio amico, che anche qui | ci | sono dei buoni cristiani e zelanti; anzi di questi ne |
Epistolario ascetico Vol.I -
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oh quanto sarebbe cosa desiderabile, quanto giovevole che | ci | trattassimo, e uguagliassimo tutti, nel Signore nostro, di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per la qualità de' tempi, parmi quasi necessaria; poichè o | ci | siamo già, o procedendo in tal modo le cose, debbe venire |
Epistolario ascetico Vol.I -
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forze e gli altri miei impegni. Ella mi dica pure di quanto | ci | sarebbe bisogno, ed io contribuirò quello che potrò. Oh Dio |
Epistolario ascetico Vol.I -
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una certa civiltà all' accortezza congiunta, quella che | ci | è suggerita dallo stesso spirito del cristianesimo? Io |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per lettera, e di parlare insieme di quelle cose che più | ci | interessano, cioè di quelle in che ha parte la religione e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Veramente la cosa è bella e di gran vantaggio. Come sa, | ci | eravamo accordati di parlarne al Provveditore Traversi, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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condurremo niente al suo fine, se una costante fortezza non | ci | fa superiori agli ostacoli, senza dubbio grandissimi, che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fa superiori agli ostacoli, senza dubbio grandissimi, che | ci | si attraverseranno dalla parte e dei cattivi, e degli |
Epistolario ascetico Vol.I -
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questo pensiero, osserviamo quanti difetti pur | ci | siano fra i cristiani nella sola assistenza alla santa |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dai superiori, per bocca dei quali ordinariamente Iddio | ci | parla. In particolare poi quegli che è chiamato debbe in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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istruzione in quelle parole di nostro Signore, colle quali | ci | disse, che è proprio solo del Padre conoscere i tempi ed i |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e pure non lo si può creder punto esagerato. L' Apostolo | ci | mostra la carità veramente onnipossente e trionfatrice di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che facciamo torto, diffidando, alla grazia di Colui che | ci | manda. - Rispetto alla seconda difficoltà, io convengo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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se queste dignità sono così necessarie che senz' esse non | ci | sarebbe nè pur la Chiesa di Gesù Cristo, che altro resta a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e di rimetterlo qui a Milano dove sto. Qualche difficoltà | ci | avrà nel cominciare; ma non sarebbe necessario al principio |
Epistolario ascetico Vol.I -
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de' Milanesi io sono molto contento, e La assicuro che | ci | trovo delle anime al tutto singolari; e queste non solo nel |
Epistolario ascetico Vol.I -
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un cuore duro alla forza che continuamente loro vien fatta. | Ci | persuadiamo di questo quando, come a me è avvenuto più |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di questo quando, come a me è avvenuto più volte in Italia, | ci | abbattiamo in alcune persone, che sono profondamente |
Epistolario ascetico Vol.I -
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contraria, o vero il giudicarne gli accidenti particolari, | ci | può far conchiudere il contrario. Da questo mi pare di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di soda sapienza! Infatti l' eternità sola bene meditata | ci | fa conoscere quanto poco noi dobbiamo prezzare tutte le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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prezzare tutte le cose terrene; l' eternità è quella che | ci | rimprovera e sgrida per gli affetti che abbiamo volti a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dovevamo tutti riserbarli per un oggetto eterno; ella | ci | nota e ci fa rincrescere per fino i momenti di tempo che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutti riserbarli per un oggetto eterno; ella ci nota e | ci | fa rincrescere per fino i momenti di tempo che abbiamo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Se questa non è deplorabile pazzìa, qual mai sarà? Iddio | ci | dà il tempo e il modo di raccogliere tesori che debbono |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ascoltate, di tutte le ingratitudini verso quel Signore che | ci | prodigava le più copiose misericordie. Sappiamo che la vita |
Epistolario ascetico Vol.I -
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talento è un fatto nostro. Ora il talento per se stesso non | ci | aiuta ad adoperarlo bene, anzi ci può tentare d' usarlo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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talento per se stesso non ci aiuta ad adoperarlo bene, anzi | ci | può tentare d' usarlo male. Il cuore all' incontro ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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anzi ci può tentare d' usarlo male. Il cuore all' incontro | ci | inclina ad usar bene il talento che abbiamo. E` adunque più |
Epistolario ascetico Vol.I -
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avvenire all' uomo lode, come di cosa sua; 2 Il talento non | ci | fa felici, se è male usato; il cuore all' incontro ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non ci fa felici, se è male usato; il cuore all' incontro | ci | inclina alla virtù, e così ci aiuta pure ad ottenere la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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usato; il cuore all' incontro ci inclina alla virtù, e così | ci | aiuta pure ad ottenere la felicità. L' esperienza ne |
Epistolario ascetico Vol.I -
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spero, e perciò saremo al servizio dello stesso Capitano, e | ci | ameremo in lui, come commilitoni, sotto alle stesse |
Epistolario ascetico Vol.I -
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impossibile nei casi comuni; perchè comunemente le cose che | ci | vengono contradette, non hanno evidenza. Non avendo adunque |
Epistolario ascetico Vol.I -
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del Creatore, che dei suoi benefici continuamente | ci | ricolma. Sì, siamogli grati: pensiamo continuamente a lui, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e che non può dare in fallo. La sola confidenza in Dio | ci | può assicurare in molte parti, nelle quali, senza di essa, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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può assicurare in molte parti, nelle quali, senza di essa, | ci | troveremo sempre vacillanti e sospesi. Questo bisogno di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fatto sentire Gesù Cristo, fra l' altre volte, allora che | ci | ha insegnato di pregare con quella petizione: « Et ne nos |
Epistolario ascetico Vol.I -
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o in luogo facile e piano. La confidenza sola in Dio | ci | può a pieno tranquillare nella perpetua incertezza de' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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spera in lui il modo d' escirne. In fine io credo, che non | ci | sia da titubare circa il darsi alla Religione; essendo ciò |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ho scritto, io sono già pronto. Non è però che all' istante | ci | possiamo unire. Debbono ancora precedere più cose, e le due |
Epistolario ascetico Vol.I -
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uniforme, se egli sia un solo e medesimo spirito quello che | ci | chiama. Di poi, che riceviamo la benedizione dal Santo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Intanto dunque che queste cose si preparano, noi | ci | terremo uniti collo spirito, se non col corpo, supplicando |
Epistolario ascetico Vol.I -
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se non col corpo, supplicando il Dio delle misericordie che | ci | unisca egli ancora coi corpi, se, quando, e come cade nell' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la strada alle costituzioni che formeremo assieme, appena | ci | potremo unire di luogo nel Signore. Le difficoltà che il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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i mezzi con generosità ed abbondanza, e se questi non | ci | sono, mostra che non lo vuole. Riguardo alla seconda |
Epistolario ascetico Vol.I -
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perchè il Signore stesso, per le cui pecore si lavora, | ci | penserà: di poi perchè chi ama il bene delle sue pecore non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Gesù Cristo: atteniamoci alla sua missione: questa missione | ci | inspiri coraggio: da questa missione aspettiamo la grazia e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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rendere conto a lui di questo danno; ogni nostra imprudenza | ci | potrebbe fare acquistare il titolo di servo infedele, « |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ce le presenta, e non desiderando se non quelle che essa | ci | presenta: mentre Dio solo conosce ciò che è bene, e ciò che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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est . Siamo dunque semplici, siamo sinceri. La semplicità | ci | faccia abbracciare il bene presente, senza pensare ad |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il bene presente, senza pensare ad altro. La sincerità non | ci | faccia parlare che di ciò che noi sappiamo, e che il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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del nostro divino Maestro. Questo lo sappiamo, o almeno | ci | pare di saperlo, perchè è vicino, e perchè le circostanze |
Epistolario ascetico Vol.I -
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perchè avremo dimentiche le sue parole. Ma la quaresima | ci | manifesterà qual cos' altro, ed allora che sarà venuto il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Non facciamo niente con violenza e per proprio impulso; non | ci | lusinghino le speranze; non preveniamo coi desideri il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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della divina Provvidenza, non per presumere, quasi che ella | ci | dovesse dare ciò che a lei piacesse di darci. E` generosa: |
Epistolario ascetico Vol.I -
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semplicità e di confidenza nella divina Provvidenza, e non | ci | fa verun bene, ma molto male. Essendo io persuaso che voi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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avrete pensato sopra il detto argomento. Questo carteggio | ci | sarà utilissimo, poichè farà sì che ci conosciamo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Questo carteggio ci sarà utilissimo, poichè farà sì che | ci | conosciamo scambievolmente, ciò che è tanto necessario. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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del Signore. Vi ripeto; non vogliamo fare gran cose: nè | ci | imbarazziamo la mente nel futuro. Il Signore sia quello che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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imbarazziamo la mente nel futuro. Il Signore sia quello che | ci | induca, anche che ci spinga, per dire così, ad ogni passo, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nel futuro. Il Signore sia quello che ci induca, anche che | ci | spinga, per dire così, ad ogni passo, sicchè non muoviamo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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pace, pazienza e longanimità. Noi non sappiamo quello che | ci | facciamo; nè pure quello che dimandiamo: « Quid oremus, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dei cuori, se li troverà retti. Che farà egli dunque? | Ci | mostrerà ciò che far dobbiamo; quanto, e come, e in che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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noi faremo con intelligenza ciò che faremo: perocchè Dio | ci | avrà sparsa innanzi la luce, e nulla faremo più da noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fidiamo ne' consigli umani, spero, mio caro, che il Signore | ci | dia tali lumi da formare un Istituto forte quanto è |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
la santificazione di questi ». Per venire alla pratica noi | ci | uniremo all' orazione e allo studio, che saranno i due |
Epistolario ascetico Vol.I -
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della divina Provvidenza, seguendo tutti que' lumi che ella | ci | darà. Non dubitate, mio caro, anzi mio carissimo nel |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutti gli affetti naturali, e li dirige, per cui non | ci | accecano, ma anzi ci aiutano ad adempiere tutto ciò che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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naturali, e li dirige, per cui non ci accecano, ma anzi | ci | aiutano ad adempiere tutto ciò che troviamo essere bene per |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Signore, perchè come Ella assai bene riflette, quando noi | ci | abbandoniamo in Dio, allora egli ci dà il suo coraggio e la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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riflette, quando noi ci abbandoniamo in Dio, allora egli | ci | dà il suo coraggio e la sua stessa fortezza. Non posso che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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caro amico, temiamo, tremiamo, ma confidiamo insieme assai. | Ci | ricorda che non facciamo solo torto a Dio colla |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Oh bontà di Dio indicibile! Ella si adonta se noi | ci | perdiamo di cuore; ella esige da noi coraggio tanto grande, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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proprio Figlio, ma per noi tutti lo diede? Come adunque se | ci | ha donato il suo Figlio, non ci ha donato insieme con lui |
Epistolario ascetico Vol.I -
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lo diede? Come adunque se ci ha donato il suo Figlio, non | ci | ha donato insieme con lui tutte le cose? Come se ci ha dato |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non ci ha donato insieme con lui tutte le cose? Come se | ci | ha dato il più, non ci darà il meno? Come non ci darà tutte |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
con lui tutte le cose? Come se ci ha dato il più, non | ci | darà il meno? Come non ci darà tutte le grazie necessarie |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
Come se ci ha dato il più, non ci darà il meno? Come non | ci | darà tutte le grazie necessarie alle circostanze in cui ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ci darà tutte le grazie necessarie alle circostanze in cui | ci | troviamo? Egregiamente; dunque ai piedi del Crocifisso ella |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
stesso; giacchè questo è il pegno, come dice S. Paolo, che | ci | ha dato l' eterno Padre, e la certa sicurtà, che egli è per |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
altre cose; questo anzi è il fonte di tutte le grazie che | ci | abbisognano. La conforto adunque a farsi un gran coraggio |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
e tutte le cose sue, è certo che Gesù fa per lui. Non | ci | sia fatto dunque il rimprovero che Gesù faceva ai suoi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nelle mani di Quello che dispone tutte le cose. Non | ci | scandalizziamo di nulla; non esitiamo; operiamo con |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
orazione e rendimento di grazie. Maria nostra madre comune | ci | assista. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.27 Ella chiama |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
pungere ben bene le mani! La disgrazia è per coloro che non | ci | trovano che le rose. Il senso insensibile a tali spine è un |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
scontro della vita perfetta diventa per noi salutare, se | ci | fa dire in cuore sinceramente: ecco quanta è la nostra |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
cuore sinceramente: ecco quanta è la nostra debilezza! se | ci | fa intendere chiarissimo, che noi a nostra posta non ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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se ci fa intendere chiarissimo, che noi a nostra posta non | ci | possiamo avanzare nè pure di un passo, piccolo quant' |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
questo ribrezzo, questa ritrosia della natura, perchè non | ci | riusciremo mai; e non faremo dei nostri sforzi che cavarne |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
Dio in questa nostra prostrazione conosciuta, sentita! Che | ci | resta dunque a fare? Concentrarci nell' unico desiderio di |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
dell' imperfezione nel praticare i piccoli nostri esercizi, | ci | umilii senza atterrirci, e anzi incoraggiandoci. Il Signore |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
nulla per questo stesso, perchè tocchiamo con mano che non | ci | vale la possa a sollevare una paglia: giacchè sono |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
una parola a conoscerci. Ah preghiamo il Signore, che egli | ci | dia questa preziosa conoscenza di noi stessi congiungendola |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
alla conoscenza della sua bontà, perchè al tutto non | ci | atterrisca, non ci istupidisca dallo spavento! Gesù può |
Epistolario ascetico Vol.I -
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della sua bontà, perchè al tutto non ci atterrisca, non | ci | istupidisca dallo spavento! Gesù può vibrare in noi questi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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perni di ogni sapere: il nostro nulla, il suo tutto. Ciò | ci | condurrà al pieno sacrificio di tutti noi; giacchè |
Epistolario ascetico Vol.I -
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rese al Signore di questa bella disposizione, suo dono! Non | ci | stanchiamo di rendere grazie a lui in tutte le cose: non ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ci stanchiamo di rendere grazie a lui in tutte le cose: non | ci | stanchiamo di dire: « Bonum mihi, quia humiliasti me ». |
Epistolario ascetico Vol.I -
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simile al mio. Il mio sentimento sarebbe questo, « che noi | ci | trovassimo insieme la prossima quaresima a Domodossola, e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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della carità. La dolcezza che le nostre infermità | ci | costringeranno ad usarci scambievolmente, sarà un avviso |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
sia gloria per tutti i secoli, amen . Maria nostra Madre | ci | interceda di dare la massima gloria al Signore. Scrivetemi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sicura la morte in un momento di grazia, dopo la quale solo | ci | potremo gloriare nel Signore! Ma la stessa incertezza in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e della nostra giustizia, la maggiore delle nostre miserie, | ci | tornerà a lucro per la bontà di Gesù che non lascia che sia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Non oso nè pure accettare de' compagni per ora, perchè non | ci | sarebbe chi tenesse bene la disciplina: io non sarei buono |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutti i secoli. Preghiamo adunque null' altro, se non che | ci | santifichi secondo l' eterna sua preordinazione: così nella |
Epistolario ascetico Vol.I -
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l' eterna sua preordinazione: così nella sua volontà | ci | adageremo interamente. Il suo cuore lo rivolga solo alla |
Epistolario ascetico Vol.I -
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[...OMISSIS...] 1.2. La volontà del Signore è che | ci | perfezioniamo: il resto è indifferente. Attendiamo a questo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sono senza sforzo e senza ansietà. Nessuna cosa della terra | ci | trattenga dal dargli ascolto, perchè non perdiamo la vita |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dice. Viviamo adunque tranquilli e fermi, fino che egli non | ci | muova. Io sono qui fino dal principio della quaresima: la |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
gli fa sostenere il Signore. E` coi patimenti che egli | ci | prepara; ne sia ringraziato. Non ci rincresca d' essere |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
coi patimenti che egli ci prepara; ne sia ringraziato. Non | ci | rincresca d' essere generosi con tanta bontà. O potremo noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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con Dio; ma noi diciamo d' essere generosi, quando | ci | sembra evitare una viltà senza nome. [...OMISSIS...] 1.2. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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egli manifesti la sua adorabile volontà. E certo Egli non | ci | lascia all' oscuro. Mio carissimo, vi dico il vero, io per |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non dimostri essere diversa la sua volontà, purchè non | ci | attacchiamo nè al basso nè all' alto, e non ci gloriamo nè |
Epistolario ascetico Vol.I -
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purchè non ci attacchiamo nè al basso nè all' alto, e non | ci | gloriamo nè pure d' essere bassi, purchè in fine veramente |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
si va a trovare Gesù dovunque; ma il nostro Signore, che | ci | conosceva perchè ci aveva fatti, volle darci modo d' essere |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
dovunque; ma il nostro Signore, che ci conosceva perchè | ci | aveva fatti, volle darci modo d' essere con lui non pur |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
Ma presto vi tornerete, se pur a quest' ora che scrivo non | ci | siate tornato già a rendere grazie e pregare per voi e per |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che il sentono! L' intima consapevolezza del nostro nulla | ci | fa sentire il bisogno dell' Onnipotente, e ci avvia sulla |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nostro nulla ci fa sentire il bisogno dell' Onnipotente, e | ci | avvia sulla strada che ci conduce a lui, nostra fortezza e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il bisogno dell' Onnipotente, e ci avvia sulla strada che | ci | conduce a lui, nostra fortezza e valore. Questa confidenza |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Ah il Signore la metta in noi questa giustizia! ah | ci | faccia giusti! Egli solo il può; allora non saremo più |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che la maggior grazia, come voi dite, che il Signore | ci | possa fare, sia il farci patire qualche cosa per suo amore. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sarebbe caro abbracciarvi in quel tempo! ma Dio sa se voi | ci | sarete! Addio mio carissimo. Non vi parlo degli studi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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predizioni. In questa inclinazione di predire il futuro | ci | può essere un' insidia dell' inimico di gran conseguenza, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di Dio; alla quale solo dobbiamo attendere; e tutto ciò che | ci | aliena da essa o ce ne toglie il pensiero, è cattivo. La |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la nave viene esposta a fare naufragio. Il nostro inimico | ci | empie talora la nave di gioie false, acciocchè noi siamo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il principale affare qual è la cura di se stessi: se Iddio | ci | fa la grazia di mettere in salvo l' anima nostra e di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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in salvo l' anima nostra e di purificarla da' suoi peccati, | ci | deve bastare; 7 Dirò ancora una cosa. Se Ella sentisse |
Epistolario ascetico Vol.I -
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una regola di condotta che discende da tutto lo spirito che | ci | deve animare, spirito di tranquillità e di fermezza. Le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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contenti di conoscerne solo quella parte che Iddio | ci | viene successivamente manifestando, e del resto appagarci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Dio da giudicare che avendo lui solo, tutto abbiamo e nulla | ci | manca, e se crediamo di poter possedere Dio in tutti i |
Epistolario ascetico Vol.I -
|
loro pomposità, in somma da una falsa apparenza che non | ci | mostra nulla di realmente grande, perchè non c' è di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di sottomettere al medesimo (qualunque fosse quegli che | ci | donasse la Provvidenza) il nostro piccolo progetto: perchè |
Epistolario ascetico Vol.I -
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disporrà ciò che è della sua maggiore gloria, e che non | ci | lascierà senza guida, perchè arriviamo sicuramente al |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che per noi, e pel nostro piccolo affare: acciocchè Iddio | ci | salvi nel modo migliore, e provveda alla Chiesa diletta sua |
Epistolario ascetico Vol.I -
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del nostro maestro. Assuefacciamoci a tutto ciò a cui egli | ci | vuole assuefare; e, per non prendere un' impresa troppo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non preveniamo questo maestro buono e caritativo, il quale | ci | prova, e purga, e mortifica un poco alla volta, e, se noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e mortifica un poco alla volta, e, se noi siamo deboli, | ci | soccorre colla sua mano, quando noi non operiamo di capo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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da Dio: dunque nè pur noi vogliamola. Il zelo adunque non | ci | renda mai meno sinceri e piani in tutte le nostre vie. Io |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Egli mi disse così (vi trascrivo il suo sentimento, perchè | ci | serva di norma nella nostra futura condotta): « Se Ella |
Epistolario ascetico Vol.I -
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a tempo e luogo, che è del suo beneplacito, senza che noi | ci | proponiamo di fare molto, ma facendo unicamente quel |
Epistolario ascetico Vol.I -
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facciamo la volontà di Dio, operando come operiamo e come | ci | siamo proposti per l' avvenire. 2 Che la nostra principale |
Epistolario ascetico Vol.I -
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da Dio stesso per mezzo del suo Vicario, si è quella che | ci | eravamo proposti, di mettere cioè sotto ai piedi ogni |
Epistolario ascetico Vol.I -
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disordinato, di non dare punto luogo all' immaginazione che | ci | può ingannare col proporci cose troppo grandi; ma di non |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nel nostro piccolo, cioè con quei piccoli mezzi che egli | ci | ha dati, vivendo contenti nella oscurità: pensando bensì |
Epistolario ascetico Vol.I -
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giacchè lo stesso rappresentante di Dio sopra la terra | ci | ha avvertiti del pericolo, nel quale potremmo cadere, e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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illusione dell' inimico, alla quale potremmo soggiacere, se | ci | lasciassimo indurre nella tentazione di volere da noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e, Dio volendo, anche da approvare. Io spero oltracciò che | ci | saranno accordate delle Indulgenze per la nostra chiesa di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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mi tratterrò ancora qui; lavorerò intanto delle opere, che | ci | saranno utili per la riforma degli studi ecclesiastici. La |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ed usare in ciò tutto quel lume di prudenza che Iddio | ci | comunica: « in lumine ambulare ». Io sentirò volentieri il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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cosa eventuale preferirlo: la promessa è un laccio che | ci | facciamo noi stessi: non possiamo più scapparci, quand' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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taccia nulla, non vi posso tenere nascosto che qui a Roma | ci | sono molti Francesi; e fra gli altri de' missionari di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sangue, non presenta che piccolezza ed infelicità. E Gesù | ci | ha persuasi di tutto il contrario, ci ha fatto credere che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ed infelicità. E Gesù ci ha persuasi di tutto il contrario, | ci | ha fatto credere che i nostri occhi, le nostre mani, i |
Epistolario ascetico Vol.I -
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i nostri orecchi, tutti i nostri sensi c' ingannino, quando | ci | depongono sul pregio delle cose, che ci inganni il nostro |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ingannino, quando ci depongono sul pregio delle cose, che | ci | inganni il nostro spirito, la nostra stessa natura! Un' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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cosa di sopra alla natura, misteriosa, occulta, ma che | ci | si rivelerà un giorno, è il ben nostro. La potenza di Gesù |
Epistolario ascetico Vol.I -
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compiacciamocene pure, con una tenera gratitudine verso chi | ci | ha recati gratuitamente in sì ammiranda chiarezza di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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gratuitamente in sì ammiranda chiarezza di verità: ed egli | ci | conservi in essa fino alla fine. Il Signore ci ha dato |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ed egli ci conservi in essa fino alla fine. Il Signore | ci | ha dato ancora tutti i mezzi perchè, se noi vogliamo, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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d' essere pienamente veraci, si trattasse anche di cose che | ci | dovessero umiliare; accettiamo l' umiliazioni: Iddio |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di tutto ciò che facciamo, acciocchè o gli uomini non | ci | scherniscano giustamente, o non ci rimproverino la nostra |
Epistolario ascetico Vol.I -
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o gli uomini non ci scherniscano giustamente, o non | ci | rimproverino la nostra indiscrezione nel pretendere che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che essi credano alla cieca quanto loro diciamo, o | ci | accusino non pure di poca delicatezza, ma ancora di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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senza temerle; perocchè le umiliazioni sono quelle che | ci | aprono gli occhi dello spirito, eccitano la fede, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che per voi, e per me indegnissimo peccatore, acciò Iddio | ci | salvi, e ci faccia esecutori fedeli della sua volontà che è |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e per me indegnissimo peccatore, acciò Iddio ci salvi, e | ci | faccia esecutori fedeli della sua volontà che è la piena |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la sola consuetudine e famigliarità alle cose sensibili | ci | produce l' effetto di avvincolarci ad esse, anche senza che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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è pronto, qual bello e verissimo argomento di umiltà non | ci | dev' essere! E quanto non è consolante per noi stessi il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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esteriori per ottenere quello che la nostra infermità non | ci | concede di ottenere per puro sforzo di virtù. Conviene però |
Epistolario ascetico Vol.I -
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atti di viva fede, credendo che Dio è onnipotente, e che | ci | può pienamente consolare. [...OMISSIS...] 1.30 Vi ringrazio |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e nel cooperare alle occasioni che la divina Provvidenza | ci | manda senza punto cercarle da noi stessi; questo avrete |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il sentire la dissoluzione del corpo nostro, e quanto essa | ci | sia sempre imminente! e come possa riuscirci repentina! |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nostro niente, e qualunque piccola confidenza in noi stessi | ci | muore in seno, dove sorge un abbandono ed una confidenza |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non ve ne verrà cosa alcuna di sinistro; perchè non | ci | poteva esser nulla di dispiacevole, come a me sembra, in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nostra, la presunzione innata e la concupiscenza ereditata | ci | mettono tanto in basso, e ci rendono così vili e spregevoli |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e la concupiscenza ereditata ci mettono tanto in basso, e | ci | rendono così vili e spregevoli per noi stessi, che non si |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ed è la pura misericordia di Dio quella che gratuitamente | ci | ha infusa la grazia nel Battesimo ed ha vivificato il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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morta, e fruttificante sempre morte. Laonde quanto più | ci | abbassiamo, tanto più ci accostiamo alla verità. Intanto v' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sempre morte. Laonde quanto più ci abbassiamo, tanto più | ci | accostiamo alla verità. Intanto v' abbraccio con tutto il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nome. Qual sicurtà possiamo mai avere in tutte le cose che | ci | circondano? Nissuna; e se noi ne poniamo alcuna in esse, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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vedremo sottrarre anche tutte l' una dopo l' altra, e non | ci | maraviglieremo, non ci turberemo di soverchio dolore; |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutte l' una dopo l' altra, e non ci maraviglieremo, non | ci | turberemo di soverchio dolore; giacchè vivremo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sparire ogni dì, ringraziando Iddio ogni momento che non | ci | sono ancora sparite; giacchè è più maraviglia che esse |
Epistolario ascetico Vol.I -
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è più maraviglia che esse persistano, che non sia ch' esse | ci | sfuggano, e svaniscano. Ho scritto anche al nostro |
Epistolario ascetico Vol.I -
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semplicità, e senza stiracchiature interessate: poco tempo | ci | vuole, ma in quel poco tempo s' odono le parole della vita. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per me vi conforto a farlo quanto so e posso, e spero che | ci | saranno di consolazione al cuore che si riscalda con quelle |
Epistolario ascetico Vol.I -
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molto coraggio e molta forza nel nostro spirito, forse | ci | dimenticheremmo di dimandare a Lui continuamente aiuto e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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riconoscere la nostra estrema debolezza, che pur troppo | ci | fa venir meno anche nelle più piccole cose. Ciò ci servirà |
Epistolario ascetico Vol.I -
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troppo ci fa venir meno anche nelle più piccole cose. Ciò | ci | servirà molto per allontanar da noi la tentazione di essere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Certo non siamo capaci di grandi cose: persuasi di questo | ci | contenteremo di tutto, e ringrazieremo Iddio di non far |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di Gesù Cristo: qui siamo un cuore e un' anima sola. | Ci | si è aggiunto da pochi giorni un altro compagno, di cui |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fu la Provvidenza sola che ce lo mandò: riceviamo ciò che | ci | dà, rendendo grazie. Preghiamo unanimemente. Ogni sera |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e nella frequente comunicazione epistolare, colla quale | ci | manifesteremo a vicenda tutto ciò che la misericordia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nostro Don Giovanni è dello stesso avviso; e parmi che così | ci | uniformiamo meglio alla mente del Santo Padre Pio VIII di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sempre maggiormente che, per sua divina misericordia, non | ci | lasci mettere piede in fallo, ma ci diriga tutti |
Epistolario ascetico Vol.I -
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misericordia, non ci lasci mettere piede in fallo, ma | ci | diriga tutti sicuramente « in viam salutis aeternae ». E` |
Epistolario ascetico Vol.I -
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un Padre amoroso nel nostro Dio! E` egli possibile che non | ci | ascolti? E` possibile che tutto ciò che ci dà non sia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che non ci ascolti? E` possibile che tutto ciò che | ci | dà non sia buono? Oh ripugni pure alla nostra inclinazione, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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sacrifichiamo a lui col cuore. Io spero che il Signore | ci | salverà il caro Matteo, lo donerà alle orazioni vostre e di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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in primo luogo, per quella carità di Gesù Cristo che | ci | lega insieme, e che, ho grande fiducia nel Signore, non ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ci lega insieme, e che, ho grande fiducia nel Signore, non | ci | slegherà più mai per tutta l' eternità, che vi avverta che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fatto col Vescovo, senza darmene avviso. No, mio caro, non | ci | lasciamo trascinare mai dall' insofferenza d' aspettare, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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costa qualche cosa a farci sapere la sua volontà? o forse | ci | terrà occulto ciò che sarà bene? Ah! no, perchè è ottimo: e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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quello sviluppo, di cui parlano le costituzioni. Noi non | ci | dobbiamo pensare; è Iddio quello che, se vorrà, a tempo e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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S. Giacomo, e che accennate nella vostra cara, quella che | ci | conviene: « fructus autem iustitiae in pace seminatur ». |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di questa piccola società del Calvario, nella quale non | ci | è nessuno a cui io sia degno di allacciare le scarpe. E |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che Iddio, come dicea, va benedicendo. In tal modo | ci | stringeremo tutti alla croce, ed avremo in questa il vero |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non possiam desiderare. Circa il numero dei soggetti non | ci | pensate punto: voi altri tre siete abbastanza: il tutto sta |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il tutto sta a formarsi: non dubitate, Iddio aiuterà e | ci | condurrà con soavità dovunque vuole: abbandoniamoci solo a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nostro Dio, noi abbiamo ottenuto tal cosa, che altro non | ci | resta più a desiderare; noi abbiamo ottenuto il tutto, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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A che dunque altro pensare, se non a ciò che Gesù Cristo | ci | ha insegnato in quelle parole: « porro unum est necessarium |
Epistolario ascetico Vol.I -
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saremo sgravati ed alleggeriti del fardello molesto, onde | ci | carica e ci aggrava la secreta nostra presunzione e la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ed alleggeriti del fardello molesto, onde ci carica e | ci | aggrava la secreta nostra presunzione e la scuola sempre |
Epistolario ascetico Vol.I -
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questi esercizi, delle difficoltà e degl' impedimenti che | ci | troveranno: (e il demonio certo ne metterà in mezzo d' ogni |
Epistolario ascetico Vol.I -
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uniti tutti nell' amore di Gesù Cristo! L' amore, che | ci | avremo scambievolmente, sarà il segnale che saremo i suoi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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anima sola, giacchè all' altare spezziamo un solo pane che | ci | nutre tutti e ci vivifica d' una stessa vita, e simboleggia |
Epistolario ascetico Vol.I -
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all' altare spezziamo un solo pane che ci nutre tutti e | ci | vivifica d' una stessa vita, e simboleggia la nostra |
Epistolario ascetico Vol.I -
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colpo e lasciando fare a Dio in tutte le cose. Eh se Iddio | ci | desse la grazia di essere suoi servi fedeli, di mantenere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per fare il bene, e che se noi saremo veramente umili e | ci | terremo buoni da nulla, come siamo, ci terremo assai |
Epistolario ascetico Vol.I -
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veramente umili e ci terremo buoni da nulla, come siamo, | ci | terremo assai indietro, e non assumeremo mai le cose di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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potente e in un modo inaspettato feconda. Ma perchè prenda | ci | vogliono delle menti forti, e degli animi nobili e nuovi. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fede nella divina misericordia, e di acquistarci ciò che | ci | manca, sodezza, risoluzione, ordine fermo, interiore ed |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ristarcene mai, noi siamo sicuri della vittoria, che Iddio | ci | ha destinata. [...OMISSIS...] Oh è pur questa sicurezza |
Epistolario ascetico Vol.I -
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le pene nostre non sono mai perdute, nè pure allorquando | ci | sembra di non potere fare alcun passo innanzi, e di essere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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medesimo sembra sordo alle nostre querele, e pare che | ci | abbandoni, anche allorquando ci lascia cadere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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nostre querele, e pare che ci abbandoni, anche allorquando | ci | lascia cadere sventuratamente in peccato. Allora è il tempo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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facciamo, tanto internamente quanto esternamente, che più | ci | abbassi e valga a procacciarci un disprezzo infinito di noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di vanità; se cerchiamo l' approvazione degli uomini, e non | ci | contentiamo di quella di Dio; se lodiamo direttamente o |
Epistolario ascetico Vol.I -
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a questi vizi! Discendiamo alla pratica, ed ogni volta che | ci | troviamo colpevoli, consideriamo le cagioni che ci hanno |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che ci troviamo colpevoli, consideriamo le cagioni che | ci | hanno condotti in queste miserie, le occasioni nelle quali |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di mezzo la nostra cara Madre Maria Santissima che tutto | ci | otterrà dal suo divin Figliuolo. Lo stesso facciamo anche |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e perpetua. E facendo così, non dubitiamo punto: il Signore | ci | renderà poverelli di cuore e semplici, scopo dei nostri |
Epistolario ascetico Vol.I -
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cara all' incontro, fin che l' avremo quaggiù in terra, | ci | sarà sempre cagione di affanno, perchè sempre in cimento di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di esserci tolta, e in una sicurezza che in ogni modo | ci | sarà tolta. Viviamo dunque coll' anima nostra nel cielo, in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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alla pace ed alla consolazione. Il cielo, il nostro Dio non | ci | sarà tolto giammai; e con questo solo avremo tutto, in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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bene non reputassero talora di non riceverli); che non | ci | sono regole fisse che determinino il cibo e le altre cose |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Oh sì che non vi è altro, mio caro signor Phillipps, che | ci | possa dar vera e soda e inesausta consolazione, se non il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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circa i mezzi di sussistenza in Inghilterra, sa Iddio cosa | ci | vuole; non vi date punto alcuna pena, perocchè poco |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non vi date punto alcuna pena, perocchè poco veramente | ci | basta, e se non ci fosse anche nulla affatto, desiderandolo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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alcuna pena, perocchè poco veramente ci basta, e se non | ci | fosse anche nulla affatto, desiderandolo il Vescovo, ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non ci fosse anche nulla affatto, desiderandolo il Vescovo, | ci | verremo nulla ostante: vivendo con quello che abbiamo del |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tutte le eresie moderne: e penso che non senza significato | ci | abbia la divina Provvidenza chiamati in Trento, dove fu il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Provvidenza chiamati in Trento, dove fu il Vescovo che | ci | volle; e le cose procedono, per la sola grazia di Dio, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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col Magno che convertì l' Inghilterra alla fede, che egli | ci | mandi costà. In quanto a noi, spero che in men di due anni |
Epistolario ascetico Vol.I -
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perfezione, egli è manifesto che, ogniqualvolta il prossimo | ci | domanda d' aiuto, e noi possiamo aiutarlo, ci incombe l' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il prossimo ci domanda d' aiuto, e noi possiamo aiutarlo, | ci | incombe l' obbligazione o almeno il consiglio di farlo. In |
Epistolario ascetico Vol.I -
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punto gli infermi per risanarli, ma gli venivano portati, e | ci | volle molta instanza dalla parte della Cananea per essere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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di tutti i cristiani e di tutti i Sacerdoti: e chi | ci | autorizza a restringere la legge di Dio, e limitare il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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delle meditazioni tutte al loro scopo, e son certo che | ci | guadagneremo. Quello che vi raccomando in visceribus |
Epistolario ascetico Vol.I -
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una subita occupazione militare. Voi poi dite che non | ci | vedete questo male del sapere e dell' approvare che fa il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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allora che la necessità, cioè il dovere morale, esige che | ci | mettiamo con essi a contatto. Se dunque questa approvazione |
Epistolario ascetico Vol.I -
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generosamente, e ne' nostri mancamenti una profonda umiltà | ci | sorregga; non rifiniamo mai di confessare i nostri falli, e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non est abbreviatum ». Per altro se le parole degli uomini | ci | recano qualche perturbazione, entriamo in noi stessi, mio |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Questi, o mio caro, sieno i nostri sentimenti: e questi | ci | renderanno imperturbati, o certo forti contro le tentazioni |
Epistolario ascetico Vol.I -
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imperturbati, o certo forti contro le tentazioni che | ci | assalissero. Ricordatevi i proponimenti fatti in Trento, le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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andare a prenderli lontani, perchè sono andati lontani. Non | ci | sarà nè chi sappia somministrare, nè chi sappia ricevere i |
Epistolario ascetico Vol.I -
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del trattare, ed altre cagioni. Perciò in questo punto | ci | vorrà una somma vigilanza e provvidenza da parte dei |
Epistolario ascetico Vol.I -
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pensare da sè, scrivere e mandare. Io poi vi manderò, se | ci | sarà bisogno, un Regolamento definitivo per vostra buona |
Epistolario ascetico Vol.I -
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disposizione. Qui siamo tutti dello stesso cuore, e | ci | siamo offerti al Vescovo, prima d' ora. Anzi questo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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della sua santa Madre. Non siamo troppo solleciti, e non | ci | chiameremo pentiti di questa nostra confidenza e di questo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ogni dì più questa Provvidenza: seguiamola, ed essa | ci | scorgerà soavemente per la via della nostra eterna salute e |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che se n' andrà. Intanto questi son tutti sperimenti che | ci | fa prendere il Signore di noi stessi, acciocchè veggiamo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e quasi oppresso, abbassa l' altezza del nostro pensiero, e | ci | costringe quasi involontariamente a riconoscere ciò che |
Epistolario ascetico Vol.I -
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tanta nostra miseria vien reso dalla grazia il veicolo che | ci | conduce alla cognizione di Dio. Poichè non trovando in noi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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della sua provvidenza in sul genere umano, che per essa | ci | ha lasciato le infermità e la morte, che fa di essa le |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non fosse ciò abbastanza a renderci dolce ogni patire, | ci | aggiunge ancora che ce ne trarrà fuori, e ci glorificherà. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ogni patire, ci aggiunge ancora che ce ne trarrà fuori, e | ci | glorificherà. E di che gloria! « Non sono condegne - dice |
Epistolario ascetico Vol.I -
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che sarà per noi mai questo mondo corruttibile, sopra cui | ci | siamo immensamente innalzati? Allora sentiremo tutta la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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quello che l' Apostolo chiama peregrinare dal Signore , e | ci | nascerà in cuore quella parola non intesa, se se non da chi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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dissolvi et esse cum Christo ». E se pur viveremo, ciò non | ci | sarà tollerabile per altro, se non per fare la volontà di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Istituto nel quale Dio solamente per sua misericordia | ci | ha insieme congregati e congiunti. Se non colla corporale |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per il bene spirituale e l' ordine di tutta la Casa, | ci | mostrerà veri seguaci del nostro Maestro che ha detto: « |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Superiore è la volontà di Gesù Cristo: e però quello che | ci | comanda il Superiore eseguiamolo; quello che desidera il |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non abbiamo altre ripugnanze, che di quelle cose che | ci | sono da' Superiori vietate, nè altre propensioni, che di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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vietate, nè altre propensioni, che di quelle cose che | ci | sono da' Superiori comandate. Vinciamo noi stessi: dobbiamo |
Epistolario ascetico Vol.I -
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noi stessi: dobbiamo essere vittima con Cristo, e ciò che | ci | immola, come Isacco, dee essere il ferro dell' ubbidienza. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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strettamente privati; mossi poi da' prelati principalmente, | ci | prestiamo a quelle prime opere, qualunque sieno, che ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ci prestiamo a quelle prime opere, qualunque sieno, che | ci | vengono dimandate. Che « se si volesse dare al Gentili co' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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su questi o su que' mezzi, pei quali la divina bontà | ci | voglia condurre al fine. Ciò che è degno di altamente |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non conosciamo nè pure quali sieno i mezzi particolari che | ci | facciano ottenere il nostro fine. Siamo ignoranti, e perciò |
Epistolario ascetico Vol.I -
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fine. Siamo ignoranti, e perciò conviene rimetterci a chi | ci | vede, che è Dio, ricevendo tutto dalle mani di Dio con |
Epistolario ascetico Vol.I -
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amore della verità , noi la cercheremo da per tutto, e | ci | chiameremo sempre felici quando potremo averla acquistata. |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il Signore per tanti bisogni che abbiamo. Se egli non | ci | assiste, che possiamo noi fare? Vi raccomando l' anima di |
Epistolario ascetico Vol.I -
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proprio interesse. In vero nè Gesù Cristo, nè gli Apostoli | ci | hanno mai insegnato a non poter sopportare sotto gli occhi |
Epistolario ascetico Vol.I -
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il loro aspetto da noi: Gesù Cristo e gli Apostoli non | ci | hanno mai insegnato ad essere tanto insofferenti che ci |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non ci hanno mai insegnato ad essere tanto insofferenti che | ci | riesca di una noia insopportabile il sentirci a domandare |
Epistolario ascetico Vol.I -
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grande di cuore; perchè tutto ciò che vuole l' ubbidienza | ci | dee rallegrare sempre, qualunque cosa ella voglia, e senza |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ella voglia, e senza pensare altro. Se l' ubbidienza non | ci | rallegra, ma ci rattrista, ma ci fa dare indietro, ma ci fa |
Epistolario ascetico Vol.I -
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e senza pensare altro. Se l' ubbidienza non ci rallegra, ma | ci | rattrista, ma ci fa dare indietro, ma ci fa pensare all' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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Se l' ubbidienza non ci rallegra, ma ci rattrista, ma | ci | fa dare indietro, ma ci fa pensare all' una cosa e all' |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ci rallegra, ma ci rattrista, ma ci fa dare indietro, ma | ci | fa pensare all' una cosa e all' altra, e c' induce a |
Epistolario ascetico Vol.I -
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ciò perchè nulla sarebbe il portare la croce, se prima non | ci | fosse l' annegazione di se stesso. Non ogni croce è la |
Epistolario ascetico Vol.I -
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non è quella che diamo noi a noi stessi; ma quella che | ci | è data dall' ubbidienza, con negazione della nostra volontà |
Epistolario ascetico Vol.I -
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la grazia e la virtù viene a gradi: a quelli che ancor | ci | mancano, suppliamo coll' umiltà e col riconoscere |
Epistolario ascetico Vol.I -
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per venire a Rovereto, dove vi fermerete in casa mia, ed io | ci | verrò pure tosto; mi direte tutti i vostri impegni, |
Epistolario ascetico Vol.I -
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coraggio nel Signore, che è con chi spera in Lui. Egli | ci | aiuterà indubitatamente. Vorrei fra le altre cose, che in |
Epistolario ascetico Vol.I -
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conseguenze: dobbiamo tornarci sopra, e il tempo che | ci | impiegheremo non riuscirà certamente perduto. Si dà dunque |
Gioberti e il panteismo -
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volgari; la negheremo affatto; e poscia che il reale | ci | cade almeno sotto i sensi, diremo che tutto è reale , e che |
Gioberti e il panteismo -
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è reale , e che tutto ciò che non è reale, è un nulla, e | ci | daremo così il vanto d' appartenere alla scuola de' |
Gioberti e il panteismo -
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e dell' ideale; e dopo aver fatte tutte le prove, qualora | ci | riuscissero indarno, confesseremo bensì ingenuamente la |
Gioberti e il panteismo -
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monumento di Rezzonico, o quel di Cristina? »I due artisti | ci | dicono in pieno accordo, che essi dipinsero e scolpirono i |
Gioberti e il panteismo -
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quella vece delle mani, lasciando loro la sola mente: essi | ci | diverranno de' meri contemplativi, godranno da se soli la |
Gioberti e il panteismo -
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non sia preso per vestigio d' intelligenza e quindi | ci | richiami a una causa intelligente, il che è quanto dire, a |
Gioberti e il panteismo -
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non iscambiamole: il senso comune degli uomini | ci | dice bensì, che l' ideale e il reale sono distinti, che |
Gioberti e il panteismo -
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e il reale sono distinti, che sono due modi diversi, ma non | ci | dice mica, che possano trovarsi assolutamente separati. |
Gioberti e il panteismo -
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Si sarebbero trovati i battelli o i vagoni a vapore, se non | ci | fosse stato prima qualche uomo che avesse concepite queste |
Gioberti e il panteismo -
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i raggi quasi altrettante freccie che le colpissero. Nè | ci | vuol molto a chi si contenta d' osservare la cosa come è, |
Gioberti e il panteismo -
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nè alcun altro ente reale qualsiasi. Ma troppe altre cose | ci | restano a dire in conferma di questa verità; molti sono |
Gioberti e il panteismo -
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locuzione, è forse esatta? Noi troveremo che no. Quando | ci | pare di modificare un' idea e di trasformarla in un' altra, |
Gioberti e il panteismo -
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il ringiovanisce; perchè, qualunque sia il tempo a cui noi | ci | trasportiamo, vediamo che l' essere ideale si sta lì uguale |
Gioberti e il panteismo -
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perdere la ragione e a fargli disconoscere la verità. Noi | ci | siamo resi assai volentieri a questa ricerca i discepoli |
Gioberti e il panteismo -
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Noi abbiam detto di volere starci col senso comune, che | ci | par l' arca di sicurezza, e credemmo che ai nostri Filosofi |
Gioberti e il panteismo -
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umano per tutta confutazione. Assicurata così la verità non | ci | arretrammo però dall' instituire un' indagine più profonda, |
Gioberti e il panteismo -
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con che rapporto si congiungano »; e nel tempo medesimo che | ci | proponemmo di condurre la nostra investigazione con quel |
Gioberti e il panteismo -
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con quel coraggio che dee essere qualità dei Filosofi, | ci | facemmo altresì un dovere di escludere da noi quella |
Gioberti e il panteismo -
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al vero, e molto più di quella porzione di vero che | ci | frutteranno, se pure a qualche risultamento riuscissero. Nè |
Gioberti e il panteismo -
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lavorato indarno: se la natura dell' ideale e del reale non | ci | si svelò intieramente, abbiamo però scoperti e fermati |
Gioberti e il panteismo -
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caratteri che distinguono l' uno dall' altro, e che | ci | persuasero l' ideale non solo esser distintissimo dal |
Gioberti e il panteismo -
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E quelle case, que' monti, que' libri, i quali | ci | sono ancora del tutto ignoti, non sussiston forse senza la |
Gioberti e il panteismo -
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una tra tutte, non la principale, ma la prima che | ci | si offre. Gli artisti dicono essere conveniente a persona |
Gioberti e il panteismo -
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idee sono nostre, non sono del reale esterno. Ma questo non | ci | autorizza ancora a dire che la produciamo noi stessi con un |
Gioberti e il panteismo -
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oggetti corporei, anzi assai meno. L' osservazione interna | ci | dice, che l' idee s' intuiscono bensì, si contemplano, ma |
Gioberti e il panteismo -
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della mente in essa. Questo risultato dell' osservazione | ci | è confermato ampiamente dal ragionamento, il quale ci |
Gioberti e il panteismo -
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ci è confermato ampiamente dal ragionamento, il quale | ci | mostra nelle idee tali caratteri, che eccedono ogni finita |
Gioberti e il panteismo -
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giunti a conoscer la natura dell' essere ideale, onde non | ci | possiamo pentire della perseveranza nelle nostre indagini. |
Gioberti e il panteismo -
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per non perdere il frutto, che non forse l' immaginazione | ci | intorbidi il vero che abbiamo scoperto; giacchè noi esseri |
Gioberti e il panteismo -
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il quale così contraffatto non sarebbe più desso, | ci | sarebbe già sfuggito di mano. Su questa avvertenza dovremo |
Gioberti e il panteismo -
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tutto ciò che noi possiam conoscere dell' essere reale | ci | viene mediante l' idea, non ci resta che d' incominciare a |
Gioberti e il panteismo -
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conoscere dell' essere reale ci viene mediante l' idea, non | ci | resta che d' incominciare a vedere come si forma la |
Gioberti e il panteismo -
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dello spirito; a conoscere il secondo cioè l' essere reale, | ci | vorranno necessariamente due atti, l' uno dei quali termini |
Gioberti e il panteismo -
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dell' ideale, poichè se fosse simile, già il reale stesso | ci | si presenterebbe come l' ente ideale. Se dunque l' |
Gioberti e il panteismo -
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sentimento nè nelle nostre idee, è impossibile che noi | ci | formiamo alcuna cognizione. Questa è una verità d' |
Gioberti e il panteismo -
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un' attività, noi sentiamo un' opposizione, una forza che | ci | modifica, la quale non è noi . Ecco una terza cosa che cade |
Gioberti e il panteismo -
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chiamare in ajuto l' idea. Ma in qual modo l' idea | ci | presterà questo servigio? Ciò che noi contempliamo nell' |
Gioberti e il panteismo -
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oppure sono elle identiche nella realtà e nell' idea? Che | ci | dice intorno a ciò, miei signori, il senso comune? |
Gioberti e il panteismo -
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potrà dire con proprietà ch' ei si conosca? Sì, purchè però | ci | intendiamo, purchè si spieghi di che cognizione si parli. |
Gioberti e il panteismo -
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ed è l' unica che si possa aver del reale. Poichè noi | ci | chiamiamo paghi del nostro sapere quando conosciamo le cose |
Gioberti e il panteismo -
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congiunta indivisibilmente alla cognizione dell' ideale, e | ci | vuole gran fatica di mente per estrarnela e separarla. Nè |
Gioberti e il panteismo -
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intanto noi raccogliamo dal nostro ragionamento quello che | ci | eravamo proposto, cioè che il solo essere ideale è |
Gioberti e il panteismo -
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merita di essere esaminata diligentemente, e noi | ci | proponiamo di farlo nella seguente lezione. Noi abbiamo |
Gioberti e il panteismo -
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tentato altresì di penetrarne e determinarne la natura, e | ci | riuscì di conoscere, che la natura dell' ideale consiste |
Gioberti e il panteismo -
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nuovo atto del medesimo essere. Ma dopo di tutto ciò noi | ci | facemmo un' obbiezione; dicemmo che ciò suppone data |
Gioberti e il panteismo -
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che dobbiamo ora affrontare. Già vi ricorda che noi | ci | movemmo la questione, se le idee si formino dallo spirito |
Gioberti e il panteismo -
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così dinnanzi schierate, gran fatto sarebbe ch' egli non | ci | potesse dar qualche occhiata, almeno per caso, senza |
Gioberti e il panteismo -
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addentro sulla natura delle idee; solo il concepirle meglio | ci | può dare speranza di sciogliere sì difficile questione. Poi |
Gioberti e il panteismo -
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come è determinato e limitato il reale: è vero che non | ci | bisogna l' idea speciale a cui il reale risponde; posciachè |
Gioberti e il panteismo -
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s' abbia l' idea. Ciò posto, vedesi che l' obbiezione che | ci | facevamo non ha alcuna forza contro i nostri ragionamenti. |
Gioberti e il panteismo -
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Così le nostre ricerche hanno già fatto un passo di più; | ci | hanno condotti più avanti nella cognizione dell' ente |
Gioberti e il panteismo -
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determinata e l' idea indeterminata; chè, senza di ciò, | ci | rimarrebbe ancora molto di oscuro nella natura dell' essere |
Gioberti e il panteismo -
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detto, che datoci un reale per via di sentimento, noi | ci | applichiamo l' esistenza quale la conosciamo nell' idea |
Gioberti e il panteismo -
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effettivi, non ne troviamo pure il valore limitato, perchè | ci | ha troppo più; ma noi possiamo nondimeno pigliarne una |
Gioberti e il panteismo -
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e al tutto universale. Laonde se affermare un reale che | ci | cade nel sentimento non è altro che prendere dall' essenza |
Gioberti e il panteismo -
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esistenza ideale senza limiti quella porzione limitata che | ci | bisogna, la quale così diventa idea speciale o concetto; 3) |
Gioberti e il panteismo -
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e vi so dire che ce ne sono delle altre, che gli uomini non | ci | hanno veduto ancora; perocchè la fecondità di un principio |
Gioberti e il panteismo -
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dir questo implicitamente? Vuol dire che le conseguenze | ci | sono, ma che la mente ancora non ce le vede; esprime una |
Gioberti e il panteismo -
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Ma una questione ne trae un' altra. Qui da se stessa | ci | si presenta la domanda: se coll' affermazione noi ci |
Gioberti e il panteismo -
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stessa ci si presenta la domanda: se coll' affermazione noi | ci | procacciamo la conoscenza del reale, ond' è poi che anche |
Gioberti e il panteismo -
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è poi che anche passata l' affermazione questa conoscenza | ci | rimane? Se rimane dopo l' affermazione, dunque tale |
Gioberti e il panteismo -
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noi stessi, tanto più avremo profittato, massime se | ci | riuscirà poscia di cavarci felicemente dallo stesso |
Gioberti e il panteismo -
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cade nel nostro sentimento. Ma quando il reale non | ci | è più presente, non è più nel nostro sentimento, come ci |
Gioberti e il panteismo -
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ci è più presente, non è più nel nostro sentimento, come | ci | possiamo noi pensare ancora? Il fatto è certamente |
Gioberti e il panteismo -
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molto: è chiaro, vi dice, noi ne conserviamo la memoria, e | ci | pensiamo mediante questa facoltà del ricordarci. |
Gioberti e il panteismo -
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possa spiegare appunto la memoria de' reali quando essi non | ci | sono oggimai più presenti - . Il filosofo superficiale ci |
Gioberti e il panteismo -
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ci sono oggimai più presenti - . Il filosofo superficiale | ci | replica: E che? Non sapete voi, che sebbene il reale non |
Gioberti e il panteismo -
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o per gli uni e l' altre. In quanto alle idee, sia pure che | ci | rimangano; ma le idee, le sole idee, noi l' abbiamo veduto, |
Gioberti e il panteismo -
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s' intuisce nell' idea sia reale, di maniera che altro non | ci | abbia che la sola realtà, hanno torto marcio e il senso |
Gioberti e il panteismo -
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non ne dubitano: ma in che modo? - E non vedete, essi | ci | dicono, che le immagini delle cose vedute sono quelle che |
Gioberti e il panteismo -
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fatto, ed ora ce lo negate invece di spiegarcelo; poichè | ci | dite, che non è vero che noi pensiamo o parliamo de' reali, |
Gioberti e il panteismo -
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io volevo prima di tutto, che fosse deciso il fatto, se | ci | pensate o no: dopochè saremo d' accordo sul fatto vedremo |
Gioberti e il panteismo -
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che finalmente io penso e parlo di Firenze reale, ma io | ci | penso e ne parlo per via d' immagini a quella stessa |
Gioberti e il panteismo -
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- Io non dico che sia inesplicabile, ma dico che | ci | ha delle difficoltà, ed eccovene una. Se per mezzo delle |
Gioberti e il panteismo -
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de' colori, egli è vero, cogli occhi nostri; ma non | ci | potrebbe mai venire in capo, che quei colori siano un' |
Gioberti e il panteismo -
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supponendo che la Firenze reale, che è il rappresentato, | ci | sia prima cognito, che quindi noi riscontriamo la |
Gioberti e il panteismo -
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della Firenze reale. Acciocchè dunque le immagini | ci | possano prestare il servigio di far sì che il nostro |
Gioberti e il panteismo -
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rappresentative . Onde non sono le immagini quelle che | ci | fanno pensare alla Firenze reale, ma è il pensiero della |
Gioberti e il panteismo -
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Firenze reale, che produce e informa le immagini vive, che | ci | fa prendere per immagini o rappresentazioni di Firenze |
Gioberti e il panteismo -
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è il sofisma della forma: idem per idem . Come dunque | ci | trarremo noi dall' imbarazzo? V' ho da dire, o signori, che |
Gioberti e il panteismo -
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del nostro sentimento, e tuttavia il sentirlo modificato, | ci | fa distinguere un diverso da noi, che è appunto la realità |
Gioberti e il panteismo -
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il nostro spirito intelligente afferma la forza reale che | ci | modifica. Convien dunque che restringiamo tutta la nostra |
Gioberti e il panteismo -
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atto? A quella realità che era prima nell' idea; ma che non | ci | era affermata, ci era solo possibile. Dove sta dunque la |
Gioberti e il panteismo -
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che era prima nell' idea; ma che non ci era affermata, | ci | era solo possibile. Dove sta dunque la difficoltà? La |
Gioberti e il panteismo -
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esser questo un fatto primitivo ed evidente, che nell' idea | ci | ha tutto ciò che la cosa reale contiene, solamente che l' |
Gioberti e il panteismo -
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è qui che s' apre la porta onde uscire dal labirinto, dove | ci | eravamo volontariamente perduti. Perocchè quelle stesse |
Gioberti e il panteismo -
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egli afferma. Ma quando questo sì fu già pronunciato, non | ci | ha più bisogno della presenza del reale a provocarlo. Basta |
Gioberti e il panteismo -
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influendo su di lei, non viene a mutarglielo. Perocchè come | ci | bisogna una causa a produrlo, così ci bisogna una causa a |
Gioberti e il panteismo -
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Perocchè come ci bisogna una causa a produrlo, così | ci | bisogna una causa a distruggerlo; nulla mai avvenendo di |
Gioberti e il panteismo -
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Non entrano esse per nulla a costituire la cognizione che | ci | rimane dei reali, dopo rimossi questi dai nostri sensi? - |
Gioberti e il panteismo -
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In qual parte dunque la cognizione dei reali che | ci | rimane dopo la percezione, dipende dalla prima |
Gioberti e il panteismo -
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del tutto. Ne viene forse necessariamente da ciò che non | ci | rimanga più alcuna cognizione del reale percepito? No, |
Gioberti e il panteismo -
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questa conseguenza non è necessaria. Potrebbe essere che | ci | rimanesse la persuasione fermissima d' aver veduto e |
Gioberti e il panteismo -
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un dato tempo, e in un dato luogo una certa cosa di cui non | ci | rimane più immagine alcuna, e che non sappiamo nè pur |
Gioberti e il panteismo -
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il luogo. Può essere ancora, che della cosa allor percepita | ci | rimanga qualche cognizione puramente intellettuale, ma |
Gioberti e il panteismo -
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nè la sua statura, nè il suo vestito. Qui non solo | ci | resta la persuasione dell' esistenza d' un ente; ma di più |
Gioberti e il panteismo -
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come possiamo averne piena cognizione, quand' egli | ci | si presenta come fenomeni distaccati nuotanti nell' |
Gioberti e il panteismo -
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distaccati nuotanti nell' infinito mare dell' essere, e che | ci | scappan di mano quando vogliamo prenderli, come le bolle di |
Gioberti e il panteismo -
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questo fatto: « se tra le specie delle cognizioni umane | ci | ha quella che noi chiamiamo positiva; e se questa specie si |
Gioberti e il panteismo -
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chiama cognizione percettiva . Questa cognizione percettiva | ci | fa conoscere un ente particolare cioè noi stessi, in quanto |
Gioberti e il panteismo -
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poi difficile a riconoscerlo per quell' umile elemento che | ci | era stato dato prima nella semplice percezione. Ma il |
Gioberti e il panteismo -
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via dalla percezione l' atto dell' affermare. Ciò che | ci | rimarrà sarà tutto oggettivo, tutto cognizione, ed ecco la |
Gioberti e il panteismo -
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questi i soli nostri avversarj. Ve n' hanno di quelli che | ci | rimbrottano dell' eccesso contrario: secondo essi il |
Gioberti e il panteismo -
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o giallo, o un altro colore qualsiasi. Quelli dunque che | ci | dicono, che noi non conosciamo il sentimento, perchè non |
Gioberti e il panteismo -
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perchè non possiamo rispondere alle domande che essi | ci | fanno intorno alla natura del medesimo, non provano con |
Gioberti e il panteismo -
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negare l' essenza è un atto che si concepisce, di cui | ci | formiamo un' idea, che esprimiamo in parole: ha dunque un' |
Gioberti e il panteismo -
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perchè nell' astratto è tolto via o parte o tutto ciò, che | ci | dà il sentimento. Quegli astratti che sono mere relazioni, |
Gioberti e il panteismo -
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necessaria della cognizione umana? Questo è quello che | ci | proponiamo di ricercare nella seguente lezione. Il |
Gioberti e il panteismo -
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certo metterli tutti egualmente in un fascio; ma non | ci | pare poter essere accusati con ragione di temerità, se |
Gioberti e il panteismo -
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temerità, se aprendo i loro libri leggeremo ciò che dentro | ci | sta scritto. Ebbene, noi troviamo un gran numero d' |
Gioberti e il panteismo -
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cognizioni positive sono limitate. Conviene dunque ora, che | ci | spieghiamo maggiormente su questa limitazione della |
Gioberti e il panteismo -
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sua attività. Ma, miei signori, rovesciamo la medaglia. Non | ci | sarà egli ugualmente facile il considerare il sapere dell' |
Gioberti e il panteismo -
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scibile umano presenta due faccie, come vi dicevo; da una | ci | si mostra infinito, dall' altra ci apparisce assai finito. |
Gioberti e il panteismo -
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come vi dicevo; da una ci si mostra infinito, dall' altra | ci | apparisce assai finito. Dove dunque sta il vero? A quale ci |
Gioberti e il panteismo -
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ci apparisce assai finito. Dove dunque sta il vero? A quale | ci | atterremo noi di queste due proposizioni: « il sapere dell' |
Gioberti e il panteismo -
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Sì, noi non ricusiamo mai di accettare tutto ciò che | ci | dice il senso comune, e questa volta pare che egli ci dica |
Gioberti e il panteismo -
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che ci dice il senso comune, e questa volta pare che egli | ci | dica due proposizioni contradittorie. Ma non manchiamogli |
Gioberti e il panteismo -
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senso comune degli uomini. Ed egli è qui, miei signori, che | ci | tornerà facile a spiegare come v' abbiano dei filosofi i |
Gioberti e il panteismo -
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anche della cognizione positiva, tuttavia, dicevo, ciò che | ci | ha di positivo nella cognizione nostra naturale presente è |
Gioberti e il panteismo -
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cognizione nostra naturale presente è relativo e questo | ci | basta. E come e perchè, mi domanderete? Perchè anche l' |
Gioberti e il panteismo -
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umana perfezione. Ma qui si sollevano delle turbe. E come? | Ci | dicono molte voci: voi sostenete, che ciò che sa l' uomo di |
Gioberti e il panteismo -
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sarebbe falsa, se non fosse soggettiva; poichè ella | ci | farebbe conoscere le cose non come sono, ma come non sono. |
Gioberti e il panteismo -
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tanto l' assoluta quanto la relativa, tanto quella che | ci | fa conoscere l' essere quanto quella che ci fa conoscere il |
Gioberti e il panteismo -
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quella che ci fa conoscere l' essere quanto quella che | ci | fa conoscere il sentimento (giacchè l' essere noi lo |
Gioberti e il panteismo -
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assoluta . E che ella sia vera, il provammo perchè ella | ci | dice le cose tali quali sono; ci presenta cioè le cose |
Gioberti e il panteismo -
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il provammo perchè ella ci dice le cose tali quali sono; | ci | presenta cioè le cose soggettive come soggettive, e quando |
Gioberti e il panteismo -
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errore, ed oltre esser vera quella cognizione nostra, ella | ci | è anche utile e necessaria, e preziosissimo dono della |
Gioberti e il panteismo -
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necessaria, e preziosissimo dono della natura, poichè ella | ci | è sufficientissima regola ad evitare il male e ad operare |
Gioberti e il panteismo -
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ottenere il nostro fine essendo pure tutte cose soggettive, | ci | ha mestieri di norme soggettive per regolarle e |
Gioberti e il panteismo -
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che abbiam detto, altrettanto è importante, signori, perchè | ci | scorge a trovare una bellissima verità. Infatti che cosa |
Gioberti e il panteismo -
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quando si vedono in lui. Ma lo svolgere questo concetto | ci | condurrebbe troppo a lungo, e le cose dette innanzi intorno |
Gioberti e il panteismo -
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nostro bisogno chiariscono la cosa abbastanza per chi | ci | medita. Veniamo dunque all' altra maniera di cognizione, |
Gioberti e il panteismo -
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che rivendicammo fra l' ideale ed il reale; i quali | ci | dimostrano com' ella, maneggiata secondo una buona |
Gioberti e il panteismo -
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com' ella, maneggiata secondo una buona dialettica, | ci | diviene in mano un' arma potentissima, con cui combattere |
Gioberti e il panteismo -
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della natura ogni cosa appaja mescolata col tutto; niente | ci | abbia al loro vedere di distinto, e la Filosofia così |
Gioberti e il panteismo -
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dimostriamo tosto quanto l' analisi delle cognizioni umane | ci | spiani dinnanzi una via regia da condurci a vedere la |
Gioberti e il panteismo -
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menomamente da questa evidentissima conseguenza, anzi | ci | confessano che l' oggetto della intuizione primitiva del |
Gioberti e il panteismo -
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non senza morder noi d' empietà come quelli che | ci | dipartiamo dal celebre principio del greco poeta: « a Iove |
Gioberti e il panteismo -
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ed è per ciò che oso dire, che il sistema che | ci | si contrapone da Vincenzo Gioberti come religiosissimo, |
Gioberti e il panteismo -
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la realtà delle cose? Dal sentimento, dal sentimento che | ci | costituisce, e poi dall' azione delle cose stesse reali su |
Gioberti e il panteismo -
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Ma come l' essere possibile, essendo meramente possibile, | ci | fa egli conoscere le sussistenze? Noi l' abbiamo veduto, |
Gioberti e il panteismo -
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abbiamo già spiegato precedentemente: non è che egli solo | ci | faccia conoscere le sussistenze, il che sarebbe assurdo; ma |
Gioberti e il panteismo -
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conoscere le sussistenze, il che sarebbe assurdo; ma egli | ci | mette in grado di conoscerle all' occasione dei sentimenti; |
Gioberti e il panteismo -
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l' ultima espressione del suo sistema, il signor Gioberti | ci | dice, che « Iddio è l' oggetto universale del sapere , » e |
Gioberti e il panteismo -
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alla pagina VI e VII della citata « Avvertenza », che | ci | dicono tutto questo, e ce lo dicono come un riassunto del |
Gioberti e il panteismo -
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da tanta vergogna, o almeno da tanto abbaglio, se mai | ci | riesce possibile; se non che non rimanendoci oggi mai più |
Gioberti e il panteismo -
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disamina, piglieremo a nostro pro un avvertimento che | ci | dà lo stesso Gioberti, ed è [...OMISSIS...] Non applichiamo |
Gioberti e il panteismo -
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certamente coprire anche cenci o piaghe profonde. Onde non | ci | vorremo noi lasciare illudere al suono delle parole, ma col |
Gioberti e il panteismo -
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che ignora e disconosce il signor Gioberti; e però egli | ci | dà un giusto sospetto, o per dir meglio, ci spiega per qual |
Gioberti e il panteismo -
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e però egli ci dà un giusto sospetto, o per dir meglio, | ci | spiega per qual via egli pervenne al suo errore, ignorando |
Gioberti e il panteismo -
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egli uno dei sistemi di panteismo, pretendendo che non | ci | sia che l' altro dei due grandi sistemi da noi indicati, |
Gioberti e il panteismo -
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egli si sbraccia a difendersi, ed è questa apologia che noi | ci | siamo proposti di esaminare nella lezione presente con |
Gioberti e il panteismo -
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parola sua, assai mingherlini. In secondo luogo egli stesso | ci | avverte di non lasciarci illudere, come avete udito, « |
Gioberti e il panteismo -
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al mondo, e molto meno un filosofo; ma il signor Gioberti | ci | fa sapere che questo povero goffo è il Rosmini. Peccato che |
Gioberti e il panteismo -
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si conosce per un intuito speciale e diretto, il quale | ci | rivela non la sola corteccia, ma la sostanza delle cose. |
Gioberti e il panteismo -
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come si conosca la realità individuale. Che cosa dunque | ci | rivela l' intuito? nient' altro ci può rivelare se non il |
Gioberti e il panteismo -
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Che cosa dunque ci rivela l' intuito? nient' altro | ci | può rivelare se non il suo oggetto. Ma da una parte si dice |
Gioberti e il panteismo -
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oggetto è Dio, dall' altra si dice, che quest' oggetto che | ci | si rivela è « « non solo la corteccia, ma ben anco la |
Gioberti e il panteismo -
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Il qual risultato noi l' abbiamo colto in sulla via, perchè | ci | veniva tra' piedi, senza che fosse propriamente l' intento |
Gioberti e il panteismo -
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qui senza paura di contradirsi viene con noi, e | ci | divide in due parti l' oggetto del conoscere, cioè nella |
Gioberti e il panteismo -
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che essi talora adoperano, e dalle quali il Gioberti già | ci | mise in gran guardia. In fatti abbiamo veduto che l' |
Gioberti e il panteismo -
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poi distinguendoli toglie loro l' identità, e così | ci | mette una semplice distinzione di ragione. Di che conchiude |
Gioberti e il panteismo -
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noi dobbiamo per doppia ragione. La prima, perchè, se mai | ci | riesce di averne il lietissimo risultato, che il |
Gioberti e il panteismo -
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discolpa. [...OMISSIS...] . Qui subitamente già troppe cose | ci | si presentano, troppe cose ci si rivelano. La prima si è, |
Gioberti e il panteismo -
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subitamente già troppe cose ci si presentano, troppe cose | ci | si rivelano. La prima si è, che l' idealità si dichiara |
Gioberti e il panteismo -
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separato dal reale, non è più il nulla, come tante volte | ci | ripete il Gioberti per provare che ripugni intrinsecamente |
Gioberti e il panteismo -
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poi un assurdo panteistico, o d' altro genere. E pure non | ci | dee fare meraviglia, o signori, se il Gioberti ponga nell' |
Gioberti e il panteismo -
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eterno come pensato da Dio » ». Anche di questo intrico | ci | sembra oltre modo malagevole uscire senza ricorrere ad un |
Gioberti e il panteismo -
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insieme la natura divina e l' umana. Se il signor Gioberti | ci | riesce, lui fortunato! Intanto però egli ci protesta che « |
Gioberti e il panteismo -
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signor Gioberti ci riesce, lui fortunato! Intanto però egli | ci | protesta che « « il subbiettivo dell' idea non si può |
Gioberti e il panteismo -
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andarsene pura dal veleno panteistico. Ora il Gioberti | ci | accorda espressamente che Iddio non è identico alle sue |
Gioberti e il panteismo -
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questo non basta, miei signori; converrebbe che egli qui | ci | dicesse di più che la natura di Dio e la natura delle |
Gioberti e il panteismo -
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sono dunque due nature realmente diverse: converrebbe che | ci | dicesse ancora che queste due nature non hanno niente, |
Gioberti e il panteismo -
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che due pensieri, e non un solo pensiero, sia quello che | ci | fa conoscere cose così al tutto diverse: giacchè due sono |
Gioberti e il panteismo -
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scusare i suoi gravissimi errori. E di vero, se così | ci | replicasse il Gioberti, noi gli diremmo, che consultando i |
Gioberti e il panteismo -
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dire di conoscere il corpo nella sua possibilità? Non | ci | ha dubbio che l' idea di corpo c' è in Dio in qualche modo: |
Gioberti e il panteismo -
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e questa idea fa loro conoscere la possibilità di esse. | Ci | vedono ancora le cose come nella loro causa creante, e |
Gioberti e il panteismo -
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arde tutta la propria. Al che dimostrare maggiormente non | ci | vien meno, o signori, sempre nuova messe ogni qual volta |
Gioberti e il panteismo -
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anche prescindendo dalla questione del panteismo, esse | ci | accordano più cose che prima ci sembrava negare. Esse ci |
Gioberti e il panteismo -
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del panteismo, esse ci accordano più cose che prima | ci | sembrava negare. Esse ci accordano prima di tutto il fatto |
Gioberti e il panteismo -
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ci accordano più cose che prima ci sembrava negare. Esse | ci | accordano prima di tutto il fatto capitale da cui movono i |
Gioberti e il panteismo -
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cercare se, qualunque sia la origine di quel concetto, egli | ci | stia dinanzi alla mente, e però sia qualche cosa, ovvero |
Gioberti e il panteismo -
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congenito alla umana natura perchè egli è nulla, e poi | ci | fa sapere che l' uomo sel forma per astrazione, allora si |
Gioberti e il panteismo -
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abbiam tolta via la pietra? Così appunto il Gioberti: egli | ci | consente che coll' astrazione si possa levare la realità |
Gioberti e il panteismo -
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ente possibile, astratto, comunissimo. Ma dopo tutto ciò, | ci | soggiunge tuttavia: [...OMISSIS...] . Non è questo un |
Gioberti e il panteismo -
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lasciamoli pure da parte (1), e concludiamo che il Gioberti | ci | concede che l' ente comunissimo, ideale e possibile, possa |
Gioberti e il panteismo -
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Prendiamo dunque a conto queste concessioni che egli | ci | fa, e che sono pure il tutto nella disputa che egli move |
Gioberti e il panteismo -
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Ma egli tuttavia ce ne fa un' altra non meno importante: | ci | concede ancora che noi diciamo bene quando affermiamo che |
Gioberti e il panteismo -
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infinito e il finito . Ascoltate attentamente, perchè già | ci | avviciniamo di nuovo alla questione del panteismo, che è il |
Gioberti e il panteismo -
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che è il principale argomento, di cui al presente | ci | dobbiamo occupare. Non è già che con quelle parole il |
Gioberti e il panteismo -
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tra l' idea di Dio e l' idea dell' essere comunissimo non | ci | può correre quella infinita distanza che pretende il signor |
Gioberti e il panteismo -
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. Ma ad ogni modo resta sempre fermo, che il Gioberti | ci | accorda, che l' ente ideale non è Dio, e questa è quella |
Gioberti e il panteismo -
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suo sistema da così brutta colpa? Questo è quello che noi | ci | proponiamo d' investigare, miei signori, in altra lezione. |
Gioberti e il panteismo -
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ammetta questo dogma cristiano della creazione, e che non | ci | illuda con pompose parole; che lo ammetta nella sua |
Gioberti e il panteismo -
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avvertenza ce la insinua egli stesso, poichè egli stesso | ci | ammonisce [...OMISSIS...] . E veramente se gli stoici |
Gioberti e il panteismo -
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cattolico, come l' ammettiamo noi. E` questa la ricerca che | ci | rimane a fare: a noi riman di vedere qual sia il concetto |
Gioberti e il panteismo -
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riman di vedere qual sia il concetto che il signor Gioberti | ci | dà della creazione, come ce la spieghi; giacchè egli |
Gioberti e il panteismo -
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Nella lettera XI di quelle che dirige al professor Tarditi, | ci | narra la storia dei suoi pensieri, parlando di se stesso in |
Gioberti e il panteismo -
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sì illuminati, al men rispetto ai due primi. Laonde noi | ci | atterremo, miei signori, all' interpretazione che dà il |
Gioberti e il panteismo -
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Filosofo faccia nascere le cose create, perocchè questo | ci | fa conoscere qual sia il concetto che egli si è formato |
Gioberti e il panteismo -
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certe proprietà dell' Ente divise dalle altre. Perciò egli | ci | dice che « « l' atto creativo immanente non è cosa |
Gioberti e il panteismo -
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è sostanzialmente distinto dall' ente »(2) »: questa frase | ci | fa concepire un raggio di speranza, che il Gioberti |
Gioberti e il panteismo -
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altrettanto s' allontani il pericolo che le sue frasi | ci | illudano. L' oggetto dell' intuito giobertiano è l' ente, |
Gioberti e il panteismo -
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delle scienze è quella che consiste nel concreto, egli | ci | soggiunge che il concreto della Filosofia [...OMISSIS...] . |
Gioberti e il panteismo -
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rimedio che apporta a tant' errore il nostro Gioberti. Egli | ci | fa osservare che il centro non istà senza il circolo, nè il |
Gioberti e il panteismo -
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a quello dell' unica sostanza di Spinosa, e ditemi che | ci | trovate di diverso, se non forse una nuova fraseologia, una |
Gioberti e il panteismo -
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cosa alcuna, se quella frase sia veritiera, o per avventura | ci | mentisca come tutte le altre. Per venirne a capo, noi |
Gioberti e il panteismo -
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La differenza che si pone tra l' idea e la cosa, | ci | sarà pure tra il valore delle parole idealmente e realmente |
Gioberti e il panteismo -
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altri non sono che logicamente derivati . E bene, questo | ci | appiana la strada ad intendere come il nostro Autore |
Gioberti e il panteismo -
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la quale è Dio. Ora se questa ragione necessaria che | ci | fa conoscere la realtà finita e contingente fosse cosa |
Gioberti e il panteismo -
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signori, e poi finisco, che è ben tempo. Il signor Gioberti | ci | fa sapere che non v' ha un solo panteista che non si |
Gioberti e il panteismo -
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che non si può dimostrare per via di raziocinio (3), | ci | assicura sulla sua parola d' onore ch' egli la vede proprio |
Gioberti e il panteismo -
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miei signori, dalla definizione che il nostro Filosofo | ci | dà poco appresso del possibile, definendolo: |
Gioberti e il panteismo -
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si contenga nell' oggetto dell' intuito. Il signor Gioberti | ci | insegna che l' uomo nello stato di intuito [...OMISSIS...] |
Gioberti e il panteismo -
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nell' intuito, è Dio stesso. Ma nello stesso tempo egli | ci | dice, che l' oggetto dell' intuito è quello che egli chiama |
Gioberti e il panteismo -
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intorno alla creazione quello appunto che adesso | ci | ripete come una novità, come un sistema da lui trovato, |
Gioberti e il panteismo -
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ce ne assicura. Con queste spiegazioni che egli medesimo | ci | somministra de' suoi pensieri, e della maniera con cui |
Gioberti e il panteismo -
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la mente dell' uomo sorgente del generale, come egli | ci | imputa colla sua solita infedeltà; diciamo anzi che la |
Gioberti e il panteismo -
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Quindi la ragione è palese del perchè egli cotanto | ci | replichi, che le cose contingenti non si posson percepire |
Gioberti e il panteismo -
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o assai meglio Iddio è un' attuazione del corpo, e però | ci | vede anco l' affermazione di Dio stesso. Udite: |
Gioberti e il panteismo -
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individuarsi del quale è l' atto creativo. Lo stesso egli | ci | ripete in altro luogo: udite attentamente: [...OMISSIS...] |
Gioberti e il panteismo -
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corpo è », il verbo è « esprime una forza viva », perchè | ci | mostra [...OMISSIS...] . Di più, fin qui voi eravate in un |
Gioberti e il panteismo -
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il signor Gioberti da tutti gli altri panteisti, non | ci | resta che denominarlo il panteista intuitivo. Dovrei |
Gioberti e il panteismo -
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questi beni siano in mano delle persone peggiori che | ci | vivono. Sappiam tutti che bella cosa sarebbe, o parer |
Gioberti e il panteismo -
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dell' animo e il carattere sacerdotale del suo autore | ci | danno ampio diritto di pretendere da lui, ch' egli sappia |
Gioberti e il panteismo -
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sovrumana verità. [...OMISSIS...] L' amore della verità | ci | induce a rispondere col presente articolo alle difficultà |
Gioberti e il panteismo -
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sarebbe contro il buon senso il sostenere che nelle idee | ci | fosse la realtà della cosa, per es. che nell' idea dell' |
Gioberti e il panteismo -
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la realtà della cosa, per es. che nell' idea dell' albero | ci | fosse l' albero stesso reale; giacchè in tal caso un' idea |
Gioberti e il panteismo -
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di essere stato accusato presso di me. Mio caro, qui non | ci | ha accusa di sorta. Fra di noi non vi possono essere |
Epistolario ascetico Vol.II -
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sincerità, tranquillità e buon fine. Egli è Dio stesso che | ci | difende quando siamo innocenti, e a lui dobbiamo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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proprio. Questo imbroglione si veste talora da umiltà. Egli | ci | fa parere i nostri difetti maggiori che non sono, e anche |
Epistolario ascetico Vol.II -
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non sono, e anche nelle accuse che si fanno ai Superiori | ci | suggerisce di esagerare. Esaminatevi anche su questo punto: |
Epistolario ascetico Vol.II -
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una singolare contraddizione; secondo la prima non | ci | sarebbe difetti in voi, secondo l' altra ve ne sarebbero |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ed adempire. Ma quando la dolcissima volontà del nostro Dio | ci | impone qualche sacrificio grave alla natura, oh allora mi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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avete detto le mille volte, come la nostra santa religione | ci | converta in letizie i più inamabili avvenimenti. Ma |
Epistolario ascetico Vol.II -
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celeste amore; e il magistero delle tribolazioni, con cui | ci | forma, non è meno ammirabile di quello, con cui ha creato |
Epistolario ascetico Vol.II -
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cui si è innamorato . A conseguire tutto ciò una cosa sola | ci | abbisogna, ed è: che dinanzi al suo intelletto sia posta |
Epistolario ascetico Vol.II -
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per Cristo rifulge mirabilmente da sè in noi. Tuttavia | ci | sono dati dal Maestro7Dio i mezzi della grazia, e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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I motivi secondari sono: 1 La voce della buona natura, che | ci | chiama a seguire la virtù; per esempio, la compassione, l' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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l' amor de' nostri simili, ecc.. 2 L' utilità che | ci | viene dalla pratica della virtù; per esempio, dalla |
Epistolario ascetico Vol.II -
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con fortezza quelle prove, tuttochè dure, alle quali | ci | pone la divina Provvidenza? Avremo la viltà di disertare |
Epistolario ascetico Vol.II -
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a voi stesso le decisioni della Sede Apostolica, cioè | ci | aggiungete quello che essa non dice, e così rendete a voi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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egli possibile che ritirandoci dall' ordine spirituale, noi | ci | restringiamo nell' ordine puramente temporale? Questa |
Epistolario ascetico Vol.II -
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imperfezione, credere alla potenza della grazia di Dio, che | ci | perfeziona: « Credidimus charitati », dice san Giovanni, « |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in nobis (1, Io. III) ». Vero è che la grazia stessa che | ci | comunica Gesù Cristo, ha i suoi gradi; ma ogni grado, per |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nomine meo, dabit vobis - confidite: ego vici mundum! » Che | ci | resta dunque a fare? Metter solo il collo sotto il soave |
Epistolario ascetico Vol.II -
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formano la santità. E ogniqualvolta una turbazione di animo | ci | pone in uno stato di perplessità e di dubbiezza, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e per questo siamo nell' Istituto. Il secondo segno che | ci | fa conoscere quest' ottimo e desiderabilissimo volere di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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arbitrario. Fare tutto il bene, che la divina Provvidenza | ci | presenta nelle occasioni esterne da noi non cercate, farlo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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è subordinato al primo, cioè a dire se la legge di Dio | ci | obbliga ad una cosa, a quella dobbiamo attenerci; ma se non |
Epistolario ascetico Vol.II -
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obbliga ad una cosa, a quella dobbiamo attenerci; ma se non | ci | obbliga, dobbiamo attenerci all' ubbidienza. Se poi neppur |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nostro, e nel dobbiamo ringraziare; peraltro ciò non | ci | dee distorre dalla confessione, la quale è un atto di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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amore verso il bene infinito che dobbiamo amare, perciò | ci | è uopo d' altro lato riflettere che questo amore |
Epistolario ascetico Vol.II -
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soprannaturale è esso stesso un dono di Dio, dono che egli | ci | fa in certa misura; e però si contenta che l' amiamo con |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di più. Perciò Gesù Cristo, comandandoci l' amor di Dio non | ci | ordinò di amarlo infinitamente , com' ei si merita; ma ci |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ci ordinò di amarlo infinitamente , com' ei si merita; ma | ci | ordinò di amarlo con tutto il cuore ecc., che è quanto dire |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in noi. E quanto al precetto dell' amor del prossimo, che | ci | comanda di amare gli altri come noi stessi, non parla di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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istintivo; e queste considerazioni debbono quietare, se | ci | sembra di non amar gli altri quanto noi stessi, bastando |
Epistolario ascetico Vol.II -
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con gran fervore di poter intendere le lezioni che | ci | ha dato Gesù Cristo suo Figlio dalla sanguinosa cattedra |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Cristo suo Figlio dalla sanguinosa cattedra della Croce. | Ci | potrebbe anco condurre all' intelligenza e al possesso di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nostro Signor Gesù Cristo; perocchè questo infiammato amore | ci | porterebbe indubitatamente ad intendere gli ammirandi suoi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dicendo nella vostra lettera che due soli sono quelli che | ci | possono comandare, la ragione nostra ed il superiore |
Epistolario ascetico Vol.II -
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s' inganna sempre la ragione nostra individuale , quando | ci | persuade di non ubbidire. Imperocchè quando è, di grazia, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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imitazione in una parola di Gesù Cristo Crocifisso, noi | ci | fermiamo a delle considerazioni umane e di altro ordine |
Epistolario ascetico Vol.II -
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proprio ed al nostro proprio giudizio? E se Gesù Cristo | ci | ha insegnato che la perfezione nostra sta in quell' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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trono della Maestà, domandiamo, come dicevo, al Padre che | ci | tragga a Cristo Signor nostro; perocchè indubitatamente è |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dal profondo del cuore in nome del suo diletto Unigenito, | ci | aprirà gli occhi dell' anima e ci farà cadere le cateratte |
Epistolario ascetico Vol.II -
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suo diletto Unigenito, ci aprirà gli occhi dell' anima e | ci | farà cadere le cateratte che le nostre passioni su vi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in cui siamo gittati. Vedremo che la sola stella che | ci | possa scorgere a certo segno, non è la povera e inutile |
Epistolario ascetico Vol.II -
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qualunque ei sia; perocchè qualunque ei sia (purchè non | ci | comandi il peccato), egli è sempre l' inviato da Dio, è |
Epistolario ascetico Vol.II -
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tutto questo rispetto a noi; ma vedremo molto più se | ci | viene dato il lume dell' umile sapienza di Cristo, rispetto |
Epistolario ascetico Vol.II -
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genere umano, e insegnandoci ad invocare il Padre nostro , | ci | fè riconoscere tutti per fratelli ». Niente di più vero |
Epistolario ascetico Vol.II -
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si debbono intendere i Santi e i maestri di spirito, quando | ci | esortano a rinunziare alla nostra ragione e giudizio |
Epistolario ascetico Vol.II -
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della fede. Ma la fantasia non opererebbe, se in noi non | ci | fosse l' attacco a noi stessi, ai paesi da cui noi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la virtù che noi sacerdoti dell' Istituto della Carità | ci | siamo proposto di esercitare. Coraggio adunque, mio caro |
Epistolario ascetico Vol.II -
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possano entrare anco nella vostra. Ma che perciò? non | ci | sarà per noi, mio carissimo, anche una larga vena di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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alla casa del nostro Padre! e vi troveremo ogni cosa che | ci | bisogna: gli amplessi paterni ci aspettano. E` vero che se |
Epistolario ascetico Vol.II -
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vi troveremo ogni cosa che ci bisogna: gli amplessi paterni | ci | aspettano. E` vero che se noi dovessimo sperare in noi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Iddio, che da lui stesso possiamo aspettare fin anco che | ci | muti il cuore, fin anco che produca egli in noi la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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noi la corrispondenza nostra alla grazia sua, fin anco che | ci | comunichi egli stesso il coraggio e la fortezza che ci |
Epistolario ascetico Vol.II -
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che ci comunichi egli stesso il coraggio e la fortezza che | ci | manca per fare quelle risoluzioni generose e grandi di cui |
Epistolario ascetico Vol.II -
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E bene, questo desiderio benchè sterile è la caparra che | ci | dà Iddio di voler fare con noi de' prodigi di misericordia; |
Epistolario ascetico Vol.II -
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preghiamo poco, ma con frequenza ed ardore; preghiamo che | ci | accresca il dono di pregare: egli ci esaudirà, e dietro la |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ardore; preghiamo che ci accresca il dono di pregare: egli | ci | esaudirà, e dietro la preghiera verranno a noi tutte l' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la preghiera verranno a noi tutte l' altre grazie che | ci | bisognano, e più ancora. Non meritando che di essere |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Non meritando che di essere mercenari nella casa paterna, | ci | troveremo senza saper come ridivenuti figliuoli, e della |
Epistolario ascetico Vol.II -
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caro Signore e la dolce nostra Madre, stiamone certi, | ci | esaudiranno: ci faranno suoi , che è quello solo che noi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e la dolce nostra Madre, stiamone certi, ci esaudiranno: | ci | faranno suoi , che è quello solo che noi vogliamo: |
Epistolario ascetico Vol.II -
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fuor di questione indegnissimi; trattasi di sapere se noi | ci | possiamo credere di quegli avventurati zoppi e storpi e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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fatta da Cristo per noi n' è la gran ragione: sopra questa | ci | possiamo riposare. Come Ella vede, io parlo di alcune |
Epistolario ascetico Vol.II -
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essa riposa tutta sull' autorità di Dio rivelante, il quale | ci | fa conoscere la verità col mezzo della S. Chiesa. Su quest' |
Epistolario ascetico Vol.II -
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più alta e solenne. - Ma questo involontario errore | ci | sarà egli dunque nelle vostre opere? Ella mi domanda. Le |
Epistolario ascetico Vol.II -
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da me adoperato, e di cui nostro Signore e tutti i Santi | ci | hanno dato l' esempio. Fino che considererete la causa, di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in questo seminario, dove questi ottimi sacerdoti | ci | accolsero colla loro solita cordialità. Non è però solo il |
Epistolario ascetico Vol.II -
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i sacrifici e gl' insulti presso le nazioni infedeli, se | ci | foste mandato ad annunziarvi il Vangelo? E forse che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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1.42 Sento con mio sommo dispiacere che in cotesta Casa non | ci | sia quella perfettissima unione, che è il segnale dei veri |
Epistolario ascetico Vol.II -
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pensieri, delle nostre parole ed azioni, anche quando | ci | sembra che nulla di male sia in esse: tenendo per fermo che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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quindi come grazie speciali e segni dell' amore che Dio | ci | porta, poichè, come dice la Sacra Scrittura: « Iddio |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e stimiamo le cose col lume verace della fede; il qual lume | ci | mostra, che là appunto sta nascosto il maggior bene, dove |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la carne nostra peccatrice esperimenta il maggior male; e | ci | fa rallegrare e gioire immensamente di quello, di cui |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dolore e nella stessa tribolazione temporale, che da essa | ci | viene. Onde posso anche aggiungere con uguale sincerità, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Poichè egli non se ne adonta; ma ascolta anche questi e | ci | compassiona nella sua immensa tenerezza; e o ci fortifica, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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questi e ci compassiona nella sua immensa tenerezza; e o | ci | fortifica, o a quei bisogni stessi immaginari maternamente |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la vista dei propri difetti. GESU` Cristo è morto per noi; | ci | ha conservata fin qui la vita, perchè abbiamo tempo di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di tutte le penitenze è la pazienza nelle croci che egli | ci | manda, adattandole amorosamente alle nostre spalle, ed |
Epistolario ascetico Vol.II -
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d' intelletto, nè adempire per forza di volontà; sicchè non | ci | resta che di pregare colla faccia in terra che ella si |
Epistolario ascetico Vol.II -
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in terra che ella si manifesti a noi colla sua luce, e | ci | avvivi colla sua vita, e si compia in noi da sè medesima |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Per questo dobbiamo essere in verità fanciulletti, come | ci | ha insegnato il Maestro nostro, e così entrare nel regno |
Epistolario ascetico Vol.II -
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della sua carità. E parmi che allora appunto quando siamo e | ci | sentiamo più infermi, dobbiamo dimandar cose più grandi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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aveva disposto altramente. Egli è buono anche quando | ci | castiga. Per altro parmi veramente di poter dire, che il |
Epistolario ascetico Vol.II -
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corpo: ella ora guarda in giù ed ha compassione di noi, che | ci | vede ancor nell' esilio, e sorride alla nostra semplicità |
Epistolario ascetico Vol.II -
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credere eletta sposa di sua Divina Maestà. Egli è vero, che | ci | si farà innanzi eziandio il pensiero che, non ammettendosi |
Epistolario ascetico Vol.II -
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e fragilità, possiam dubitare che anco all' anime che | ci | paiono le più monde, uscite di questa vita rimanga tuttavia |
Epistolario ascetico Vol.II -
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La grande stima che noi portiamo ai cari defunti non | ci | renda adunque meno solleciti a suffragarne le anime con |
Epistolario ascetico Vol.II -
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nuovo motivo di consolazione, pensando che il buon Dio | ci | ha voluto dare anche questo soccorso, prova della tenerezza |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di quella che noi amiamo e che a torto piangiamo; e | ci | si cangierà la scena; ci cadranno piuttosto lagrime di |
Epistolario ascetico Vol.II -
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amiamo e che a torto piangiamo; e ci si cangierà la scena; | ci | cadranno piuttosto lagrime di dolce letizia per la sua |
Epistolario ascetico Vol.II -
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occasione dataci dal Signor nostro ed un avviso acciocchè | ci | disinganniamo vie più delle cose terrene, e ci innamoriamo |
Epistolario ascetico Vol.II -
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acciocchè ci disinganniamo vie più delle cose terrene, e | ci | innamoriamo delle celesti, ed a queste ci prepariamo; oh |
Epistolario ascetico Vol.II -
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cose terrene, e ci innamoriamo delle celesti, ed a queste | ci | prepariamo; oh quanto renderemo contenta quella che ci ha |
Epistolario ascetico Vol.II -
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ci prepariamo; oh quanto renderemo contenta quella che | ci | ha preceduti nel gran viaggio! Ella altro non vuole da noi, |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Ella altro non vuole da noi, altro non aspetta, altro non | ci | domanda: ed altro non domanda altresì per noi al celeste |
Epistolario ascetico Vol.II -
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volto, le care parole, la dolce consuetudine di Colei che | ci | fu tolta; se all' improvviso ella ci si affaccia alla mente |
Epistolario ascetico Vol.II -
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di Colei che ci fu tolta; se all' improvviso ella | ci | si affaccia alla mente come per dirci che non c' è più, che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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rivedremo mai più in questa vita; e se questo pensiero che | ci | restituisce di nuovo in vita Colei che è morta, per |
Epistolario ascetico Vol.II -
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morta, per rapircerla subitamente, questa imaginazione che | ci | mette lì come ancora esistente e parlante quella con cui |
Epistolario ascetico Vol.II -
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momento dopo crudelmente la cara illusione, se tutto questo | ci | stringe il cuore e ci manda agli occhi delle lagrime |
Epistolario ascetico Vol.II -
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la cara illusione, se tutto questo ci stringe il cuore e | ci | manda agli occhi delle lagrime involontarie; e che per ciò? |
Epistolario ascetico Vol.II -
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reca alla corona. E` l' orazione, mia signora Marchesa, che | ci | conduce alla vittoria dello spirito; come è il tempo che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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a ricevere alcuno. Sono contentissimo del piccol numero che | ci | manda il Signore: vedo anche in questo la sua sapienza e |
Epistolario ascetico Vol.II -
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dice: « et venientem ad me non eiiciam foras »: parole che | ci | mettono davanti a questo proposito le Costituzioni, e che |
Epistolario ascetico Vol.II -
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tutti i mezzi, tutte le doti, tutti i talenti che | ci | dà Iddio; non ne vogliamo di più, ma nello stesso tempo non |
Epistolario ascetico Vol.II -
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umano. Siamo pazienti e longanimi, e il nostro Signore | ci | proteggerà. Col dirvi questo, non intendo scusare tutto ciò |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Oh quanto poco si pensa a questa parola INFINITAMENTE! Se | ci | si pensasse, non cadrebbero a terra tutti i nostri timori? |
Epistolario ascetico Vol.II -
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pensasse, non cadrebbero a terra tutti i nostri timori? non | ci | terremmo sicuri della vittoria sopra tutti i nostri nemici? |
Epistolario ascetico Vol.II -
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si exurgat adversum me praelium, in hoc ego sperabo »? Non | ci | lasciamo adunque ingannare dall' inimico che tende talora a |
Epistolario ascetico Vol.II -
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Guai a confidare in noi stessi! ma quanto al nostro Dio non | ci | stanchiamo di dire: « In te Domine speravi, non confundar |
Epistolario ascetico Vol.II -
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è bestemmia il supporre che l'opera di Dio, la casa ch'egli | ci | ha dato, possa, senza peccato, sprezzarsi, abbandonarsi ai |
Doveri dell'uomo -
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Il giudizio che s'adempirà su ciascun di noi, e che | ci | farà inoltrare sulla scala del Perfezionamento o ci |
Doveri dell'uomo -
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e che ci farà inoltrare sulla scala del Perfezionamento o | ci | condannerà a trascinarci nuovamente nello stadio |
Doveri dell'uomo -
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della dissimulazione e fin anco della ipocrisia. Dio | ci | guardi fin dall' ombra di tali mali spirituali! tanto più |
Epistolario ascetico Vol.III -
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bontà di Dio una illimitata confidenza, senza che questa | ci | si diminuisca mai, nè pure per le nostre miserie, tenendoci |
Epistolario ascetico Vol.III -
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questo mondo, e si deve trovar conforto in pensando che non | ci | tolgono la grazia di Dio, che vengono rimessi colla |
Epistolario ascetico Vol.III -
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perfetta ubbidienza. Noi non dobbiamo pretendere che Iddio | ci | dia l' allegrezza, ma dobbiamo ricevere ugualmente l' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ad ogni maniera di peccati. E nello stesso tempo vuole che | ci | crediamo giusti in Cristo , cioè nella speranza della sua |
Epistolario ascetico Vol.III -
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frutti si conosce l' albero; e però se i nostri pensieri | ci | apportano frutti sì amari, come sono quelli della |
Epistolario ascetico Vol.III -
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noi dunque perciò alla ragione? No certamente; ma | ci | terremo bensì in guardia contro i ragionamenti sottili che |
Epistolario ascetico Vol.III -
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cattivo , che un dato ragionamento produce nell' anima. Se | ci | mette la guerra, non può venire da Dio che è la verità, ma |
Epistolario ascetico Vol.III -
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buon uso, questo contrassegno insegnatoci da GESU`, che | ci | disse: « Non si turbi il vostro cuore: credete in Dio e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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la Religione cattolica è un tutto solo indivisibile che | ci | si presenta come fondato sulla parola di Dio; nè Iddio |
Epistolario ascetico Vol.III -
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errore e dall' ignoranza, effetti del peccato: un Dio che | ci | rimette i peccati e che stabilisce de' suoi ministri che |
Epistolario ascetico Vol.III -
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cielo ciò che essi scioglieranno in terra: un Dio7Uomo, che | ci | dà se stesso in cibo, e che ci promette di darci se stesso |
Epistolario ascetico Vol.III -
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in terra: un Dio7Uomo, che ci dà se stesso in cibo, e che | ci | promette di darci se stesso in un modo aperto e svelato in |
Epistolario ascetico Vol.III -
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amor di Dio; perocchè la Fede cattolica finalmente non | ci | propone altro e poi altro da credere, se non gli eccessivi |
Epistolario ascetico Vol.III -
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lettera delle tentazioni che patisce contro la Fede, non | ci | stia a credere, non sono vere tentazioni: la sua fede sta |
Epistolario ascetico Vol.III -
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come dell' infinita bontà di Dio e del paradiso che | ci | aspetta, moderata ricreazione e sollievo anche di corpo, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ben conoscente della vita interna. Molti altri mezzi | ci | somministra la bontà del nostro Signor GESU` Cristo per |
Epistolario ascetico Vol.III -
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è possente questo mezzo per ottenere la grazia e i lumi che | ci | bisognano, qualora lo pratichiamo assiduamente e con |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ogni avvenimento piccolo e grande per nostro bene: onde non | ci | è maggior gioia che il conoscerla, che l' amarla, che l' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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converrà esaminare le cose per minuto, ma poi non | ci | sarà forse difficoltà. Ma non così la penso, se si |
Epistolario ascetico Vol.III -
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i secreti del proprio cuore, e sapere con sicurezza, che | ci | abbia nel fondo, dove non vede che l' occhio di Dio! Di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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che è l' interprete fedele del divino volere. « « Se | ci | amiamo scambievolmente, dice S. Giovanni, Iddio si tiene in |
Epistolario ascetico Vol.III -
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tosto una mobile tenda nel deserto. E questi amari casi che | ci | fanno sentire vie più che questa non è la nostra patria, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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E quel che è più, le disgrazie nostre temporali | ci | migliorano il cuore, ce lo fanno più umile, più dolce, più |
Epistolario ascetico Vol.III -
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spirito ». Certo che, essendo noi vestiti di corpo, quando | ci | viene rapita dai sensi nostri un' amata persona, non |
Epistolario ascetico Vol.III -
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più, nè udendola parlare, nè potendo noi più parlare a Lei; | ci | sembra d' averla intieramente perduta. Ma quant' è più |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Ma quant' è più sublime il senso della Fede! Questa | ci | dice tutto il contrario, questa ci assicura che ciò che è |
Epistolario ascetico Vol.III -
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senso della Fede! Questa ci dice tutto il contrario, questa | ci | assicura che ciò che è perduto della cara persona è il |
Epistolario ascetico Vol.III -
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carnali, nè la memoria; ma ella pensa a noi ancora, e | ci | ama di più puro amore, ed è grata ai benefizi ricevuti |
Epistolario ascetico Vol.III -
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le virtù conosciute delle persone passate di questa vita | ci | danno piena fiducia della loro salvezza, non possiamo però |
Epistolario ascetico Vol.III -
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questo principio vitale e sostanziale! quanto facilmente | ci | si contenta ne' chierici d' una bontà mediocre, d' una |
Epistolario ascetico Vol.III -
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quella, e speriamo, che quando il Signore, venuto il tempo, | ci | avrà esauditi, rinnestando questo tralcio separato nella |
Epistolario ascetico Vol.III -
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d' un giorno all' altro il doloroso annunzio, ch' ella | ci | ha abbandonati. Mi figuravo il dolore di tutta l' egregia |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ella non rimane però priva nè di Dio, nè di noi, che in Dio | ci | rinviene e possiede. Che se qualche leggera macchia tenesse |
Epistolario ascetico Vol.III -
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puro: il Signor nostro Gesù Cristo nella sua immensa bontà | ci | ha lasciati anche i mezzi efficaci per accelerare, coll' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Ed anche questa istituzione divina e questa efficacia, che | ci | attesta la fede delle orazioni, e dei suffragi, e delle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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voi potete raccogliere che è una somma grazia che Iddio | ci | fece traendoci fuori dal caos di questo mondo e mettendoci |
Epistolario ascetico Vol.III -
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al proprio, e quindi adduce all' ubbidienza , nella quale | ci | ha sempre un atto di umiltà, all' ubbidienza verso tutti, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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inferma senta potentemente la scossa della sciagura che | ci | priva delle cose più care. Così Iddio permise che fossimo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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la virtù, la fortezza, la generosità del nostro compagno | ci | brilla dinanzi agli occhi più bella e più desiderata nel |
Epistolario ascetico Vol.III -
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agli occhi più bella e più desiderata nel momento che | ci | vien tolta, dovremo noi forse, mio carissimo, pensare a |
Epistolario ascetico Vol.III -
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carissimo, pensare a gettare giù dalle spalle la soma che | ci | ha imposto il Signore, quasi sfiduciati per la mancanza |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Signore, quasi sfiduciati per la mancanza dell' aiuto che | ci | prestava quell' operaio, che avendo finita la sua giornata |
Epistolario ascetico Vol.III -
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altissimi sentimenti della sublime vocazione a cui Iddio | ci | ha fatto la grazia di chiamarci? Pensa forse il soldato |
Epistolario ascetico Vol.III -
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cercò noi stessi prima di tutto come pecore sbrancate, e | ci | ridusse, senza badare a ciò che gli costavamo di affanni e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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sovvenga di ciò che c' insegna la Scrittura divina, quando | ci | ammonisce che [...OMISSIS...] . Dalle quali parole s' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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della dottrina che è la virtù, e che la stessa Scrittura | ci | avverte che l' uomo non è sapiente se non è forte, e non è |
Epistolario ascetico Vol.III -
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la malattia di cui è aggravato e che forse a quest' ora | ci | ha tolto il caro Boselli, benchè sulla natura di tal |
Epistolario ascetico Vol.III -
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molte menti traviate al retto sentire. E` dall' alto che | ci | dee venire l' aiuto, è il lume celeste che dee sgombrare le |
Epistolario ascetico Vol.III -
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figlio. Beatissimo Padre, io bramo modificare tutto ciò che | ci | fosse da modificare nelle mie opere, di correggere tutto |
Epistolario ascetico Vol.III -
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da modificare nelle mie opere, di correggere tutto ciò che | ci | fosse da correggere, di ritrattare tutto ciò che ci fosse |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ciò che ci fosse da correggere, di ritrattare tutto ciò che | ci | fosse da ritrattare. Ma il conoscere questo assai più che |
Epistolario ascetico Vol.III -
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il sereno dopo la tempesta, e tanto più presto, quanto meno | ci | porremo dell' opera nostra e più della fede in lui; 4 |
Epistolario ascetico Vol.III -
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per poterlo meglio servire; quel tanto d' onore che | ci | bisogna a un tal fine, Egli saprà mantenercelo, senza che |
Epistolario ascetico Vol.III -
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inopportunità di quegli scritti e il pericolo d' abuso. Non | ci | affliggiamo punto di questo, mio caro, ma, come dicevo, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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sottomissione e nella docilità, baciando anche la mano che | ci | percuote; l' altro che non si raffredderanno punto, nè |
Epistolario ascetico Vol.III -
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non me la conferirà più; questo è affatto nulla, perchè non | ci | pregiudica, ed anzi ci può aiutare ad ottenere il nostro |
Epistolario ascetico Vol.III -
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questo è affatto nulla, perchè non ci pregiudica, ed anzi | ci | può aiutare ad ottenere il nostro fine. Se questo è un |
Epistolario ascetico Vol.III -
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nelle mani paterne del Signore, e a quelle dolcemente | ci | abbandoneremo. Nessun motivo mi fu comunicato della |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Gesù Cristo, e che egli sa qual sia il grado d' onore che | ci | faccia bisogno per meglio servirlo in quelle cose nelle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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unione sia tolta, o almeno differita. Io credo che non | ci | saranno promozioni alla porpora prima che il Papa entri in |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Quanto poi s' attiene alla mia persona, nulla affatto | ci | penso, come nulla so di quanto sarà per disporre il sommo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di amore che possiamo maggiori, e il più che vi manca e che | ci | resta quasi in abito deve supplirsi colla conoscenza del |
Epistolario ascetico Vol.III -
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il mondo, ma noi soli sentiamo. Questo principio verissimo | ci | dispensa altresì dal sottilizzare sull' autorità che ci |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ci dispensa altresì dal sottilizzare sull' autorità che | ci | parla e sugli atti suoi, e ci dispensa da una scienza |
Epistolario ascetico Vol.III -
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sull' autorità che ci parla e sugli atti suoi, e | ci | dispensa da una scienza travagliosa e pericolosa. Tanto più |
Epistolario ascetico Vol.III -
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col Papa, mi assicurò egli stesso, che in quel libro non | ci | avevano dottrine condannabili, ma era stato proibito per |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di Dio. « Nos vero orationi instantes erimus . » E questo | ci | dee fare conchiudere di non eleggere alle Missioni |
Epistolario ascetico Vol.III -
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fonte si deducesse la loro istruzione teologica. Quando | ci | fosse tutto questo, ove avessero appreso un compendio |
Epistolario ascetico Vol.III -
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particolare a cui si destinano. Io vorrei che, se Iddio | ci | dà la grazia di vedere istituito e consolidato questo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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l' anima aperta a ricevere tutto quello che egli | ci | mette, e gli orecchi del cuore aperti a non perdere sillaba |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Perocchè la dottrina celeste è così fatta, che quand' anche | ci | avesse un uomo che la sapesse e potesse ridurla ad una |
Epistolario ascetico Vol.III -
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le quali partendosi di questo mondo nella fede di Cristo | ci | si tolgono dagli occhi, non è vero che sieno morte, ma solo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ultima forma dell' esser suo. E credo veramente che, se noi | ci | staccassimo col retto giudizio e coll' affetto da questa |
Epistolario ascetico Vol.III -
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« vigilate et orate », e ancora: « petite et accipietis », | ci | stieno presenti, e siano da noi adempite coll' opera, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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titolo alla mercede e alla gloria, e non anzi una legge che | ci | condanni: conviene altresì che portiamo di continuo dipinto |
Epistolario ascetico Vol.III -
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con un valido clamore, siccome nostro vivo modello, in cui | ci | sforziamo continuamente di trasformarci, facendo in lui e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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poco, fa poco bene; chi prega molto, ne fa assai, e noi | ci | siamo obbligati, mio caro, colla nostra professione di vita |
Epistolario ascetico Vol.III -
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veniamo meno al nostro dovere, falliamo al nostro fine, | ci | pasciamo di vento, non possiamo avere quella carità a cui |
Epistolario ascetico Vol.III -
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pasciamo di vento, non possiamo avere quella carità a cui | ci | obbligammo, a cui, in cui, e per cui debbono essere tutte |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di vita che rianima i morti stessi: [...OMISSIS...] . | Ci | ascolterà, ci esaudirà, se lo pregheremo: perocchè questo, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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che rianima i morti stessi: [...OMISSIS...] . Ci ascolterà, | ci | esaudirà, se lo pregheremo: perocchè questo, mio caro, egli |
Epistolario ascetico Vol.III -
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[...OMISSIS...] . Sia in noi l' afflizione che salutarmente | ci | umilii, non l' avvilimento che ci sgagliardi, o l' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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che salutarmente ci umilii, non l' avvilimento che | ci | sgagliardi, o l' indifferenza che ci insuperbisca: sia il |
Epistolario ascetico Vol.III -
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non l' avvilimento che ci sgagliardi, o l' indifferenza che | ci | insuperbisca: sia il rispetto e l' affetto filiale e l' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e l' affetto filiale e l' obbedienza all' autorità che | ci | percuote e che castiga, secondo il divino beneplacito, le |
Epistolario ascetico Vol.III -
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casa eterna, dove riposeremo dalle fatiche e dalle noie, nè | ci | sarà più cosa che ci arrechi tedio o fastidio. Col pensiero |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dalle fatiche e dalle noie, nè ci sarà più cosa che | ci | arrechi tedio o fastidio. Col pensiero a questa grand' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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Col pensiero a questa grand' opera, a compir la quale Iddio | ci | ha posti quaggiù, quello che in sè stesso è molesto e alla |
Epistolario ascetico Vol.III -
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che in sè stesso è molesto e alla nostra infermità pesante, | ci | parrà cosa preziosissima: il tesoro infinito del merito che |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e nel patimento, stando sempre davanti agli occhi nostri, | ci | conforterà, e ci rallegrerà assai più che non faccia al |
Epistolario ascetico Vol.III -
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stando sempre davanti agli occhi nostri, ci conforterà, e | ci | rallegrerà assai più che non faccia al cuore dell' avaro un |
Epistolario ascetico Vol.III -
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per l' amore del nostro Dio; perchè esse sono un difetto, e | ci | rubano la dolcezza del cuore, e diminuiscono in noi la |
Epistolario ascetico Vol.III -
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tutte le cose e le persone perfette su quell' ideale che | ci | sta nella mente, e questo sembra che sia un volere il bene, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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non badiamo che esse sono opposte alla sapienza, la quale | ci | dice di non doversi aspettare quaggiù la piena perfezione, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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in pace e in rassegnazione le nostre angustie, e in esse | ci | consoliamo al pensiero di rassomigliarlo da lontano e di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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modo colla nostra pazienza; perchè egli si rallegra se | ci | vede portare con fortezza le nostre afflizioni, e si |
Epistolario ascetico Vol.III -
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le nostre afflizioni, e si rallegra per l' amor che | ci | porta, cioè perchè vede che il nostro patire generoso ci |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ci porta, cioè perchè vede che il nostro patire generoso | ci | ammigliora e ci perfeziona, giacchè la sola pazienza « opus |
Epistolario ascetico Vol.III -
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perchè vede che il nostro patire generoso ci ammigliora e | ci | perfeziona, giacchè la sola pazienza « opus perfectum habet |
Epistolario ascetico Vol.III -
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« opus perfectum habet », e arreca a noi stessi, se | ci | pensiamo al vero suo lume, l' indicibile contento d' essere |
Epistolario ascetico Vol.III -
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speranza! Ma se non abbiamo un cuore di sasso, non | ci | deve essere men cara la speranza, ed anzi la certezza, di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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certezza, di essere a lui simili in terra. Questa certezza | ci | abbellirà e spargerà di fiori e di viole, e di gigli, tutte |
Epistolario ascetico Vol.III -
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gigli, tutte le nostre occupazioni, le quali per se stesse | ci | fossero pure ingrate, ma specialmente quelle che noi |
Epistolario ascetico Vol.III -
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aggiungerà vita alla nostra vita, e come noi dell' Istituto | ci | proponiamo di fare tutto per questi amori, tutto altresì ci |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ci proponiamo di fare tutto per questi amori, tutto altresì | ci | ritornerà abbellito, e infiorato, e illuminato dal |
Epistolario ascetico Vol.III -
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opera! vincendo noi stessi, vinceremo i nostri nemici che | ci | vogliono offuscare quel cielo sereno, sotto cui dobbiamo e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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tutto l' orazione, una tenera e perseverante orazione, | ci | arrecherà quella luce di cui abbisognamo per intendere |
Epistolario ascetico Vol.III -
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scritto in questa lettera, traendola dalle divine carte, e | ci | confermerà in quei santi propositi, a cui l' uomo non può |
Epistolario ascetico Vol.III -
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serena e lieta: così spero nel Signore, così ne lo prego. | Ci | consoleremo a vicenda, abbiamo entrambi delle afflizioni, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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i semi, così scarsi tutt' altrove, delle speranze che | ci | rimangono. Gli educatori e le educatrici, che io in qualche |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di GESU`, se arrivate a questo, ed anzi felice, perchè | ci | arriverete sicuramente, avendo con voi il vostro sposo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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le azioni; ma tuttavia quanto spirito di intelligenza non | ci | vuole ad adempirlo con perfezione? Prendete a considerare |
Epistolario ascetico Vol.III -
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rispettose osservazioni con vero spirito di intelligenza, | ci | vogliono tre condizioni: la prima, che non procedano da |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e l' azione, perchè non c' è nessun maestro che | ci | possa insegnare una scienza così sublime, se non quel Gesù |
Epistolario ascetico Vol.III -
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intima, e continuamente attuata con Gesù Cristo, che non | ci | distoglie dalle opere di esterna carità, ma che anzi vi ci |
Epistolario ascetico Vol.III -
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ci distoglie dalle opere di esterna carità, ma che anzi vi | ci | sprona ed aiuta? Il primo di tutti i mezzi è l' intenzione |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e noi stessi, e quindi a portar frutti di vita eterna, | ci | vogliono due cose: la prima e principale è, che la carità |
Epistolario ascetico Vol.III -
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prima e principale è, che la carità sia sempre quella che | ci | diriga, e poi che domandiamo a Gesù Cristo il lume della |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dimanda, dico che è necessario supporre che nella persona | ci | sia il fondamento di una solida umiltà, la quale consiste |
Epistolario ascetico Vol.III -
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con alcun proprio fallo; ma quando, a malgrado di ciò, | ci | viene il disprezzo, noi dobbiamo riceverlo con allegrezza, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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vostro ufficio, secondo che eravamo stati intesi, quando | ci | siamo ultimamente veduti. Ora ricevo infatti la cara vostra |
Epistolario ascetico Vol.III -
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dell' infinito bisogno che abbiamo della grazia divina che | ci | sostenti e preceda, e accompagni, e sussegua; poichè chi è |
Epistolario ascetico Vol.III -
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eccellenza della carità del prossimo, a cui la divina bontà | ci | ha chiamati: nella quale carità consiste la sicura e |
Epistolario ascetico Vol.III -
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che ha per voi la sua sollecitudine. Badate che qui non | ci | sia nascosto dell' amor proprio, il quale noi dobbiamo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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diamo addosso a noi stessi: e quante cose allora, che prima | ci | offendevano, ci sembreranno innocenti, o frivolezze, o |
Epistolario ascetico Vol.III -
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noi stessi: e quante cose allora, che prima ci offendevano, | ci | sembreranno innocenti, o frivolezze, o fors' anche motivi |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di Dio, la quale è infinita. Questa parola infinita | ci | deve aprire il cuore ad ogni speranza. Ella e il suo figlio |
Epistolario ascetico Vol.III -
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che quella di esaltare la sua bontà. Gusta ancora che noi | ci | accostiamo a lui coll' intermezzo di Maria santissima, a |
Epistolario ascetico Vol.III -
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perchè è qualche cosa di più di speranza. Gesù Cristo | ci | ha portato la sua pace, riposiamo in lui. La ringrazio di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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risuona celeste sapienza, c' incoraggiano nelle avversità e | ci | si dimostrano quasi nostri compagni in essa, e, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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il combattimento, la prova, l' arduo cimento? Quegli che | ci | ha assegnato il posto nell' esercito è un capitano che |
Epistolario ascetico Vol.III -
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contrabbilancia alle forze nostre l' impeto del nemico; che | ci | somministra le armi; e quali armi? Le armi della fede. E a |
Epistolario ascetico Vol.III -
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vestra possidebitis animas vestras ». Acciocchè poi non | ci | venga meno la fede, preghiamo senza intermissione: |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e anche avendone il sentimento, operare come se non | ci | fosse, nè ragionare più con esso, come si fa colle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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se non con lungo tempo, ma si può operare come se non | ci | fosse, senza lasciarlo influire nelle nostre azioni, nelle |
Epistolario ascetico Vol.III -
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e d' aspettazione di cose grandi dalla bontà divina che | ci | ha in cura. - Con questi mezzi e colla costante volontà di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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colla costante volontà di proceder avanti con buon ordine, | ci | riuscirete. [...OMISSIS...] 1.51 Avreste fatto bene ad |
Epistolario ascetico Vol.III -
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praepara animam tuam ad tentationem (Eccli., II, 1), » dove | ci | comanda di stare nella giustizia e nel timore dell' umiltà, |
Epistolario ascetico Vol.III -
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colla buona volontà e coll' orazione. Nello stesso tempo | ci | ha confortati e assicurati, se noi così facciamo, del suo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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conosce chi è Dio, l' abbandonare il posto, nel quale egli | ci | ha messi, non sia un buttarci all' inferno. Anche lo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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avviene che si crede poco all' efficacia degli aiuti che | ci | dà lo stesso GESU` Cristo che ci ha data la legge di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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efficacia degli aiuti che ci dà lo stesso GESU` Cristo che | ci | ha data la legge di perfezione, e si ha la stoltezza |
Epistolario ascetico Vol.III -
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azioni molte di grazia a lui, che per pura misericordia vi | ci | ha condotto. Dar opera diligente ad arricchire la mente di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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, e godendo di questa come di cosa che piace a Dio e che | ci | ottiene indubitatamente le grazie più preziose per l' |
Epistolario ascetico Vol.III -
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de' proprii compagni. Non avvilirsi mai, anche se | ci | occorresse di cadere, o di non fare quel profitto che |
Epistolario ascetico Vol.III -
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trova nella nostra Religione santissima, e come questo bene | ci | compensi di tutti gl' incomodi e le noie e i travagli, che |
Epistolario ascetico Vol.III -
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compensi di tutti gl' incomodi e le noie e i travagli, che | ci | vengono dalle cose terrene e corruttibili di cui siamo |
Epistolario ascetico Vol.III -
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mai di noi, di Dio sempre, in qualunque condizione | ci | ritroviamo. D' altra parte è necessario, mio caro, di |
Epistolario ascetico Vol.III -
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di Dio. Quando amaste cotesto luogo e cotesta vita, che | ci | fate, con attacco impeditivo dell' ubbidienza, benchè |
Epistolario ascetico Vol.III -
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che sarebbe di noi in questa o quella ipotesi; chè non | ci | sono pensieri più vani di questi, nè più atti a turbare la |
Epistolario ascetico Vol.III -
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con cui trattate, e del resto non pensate più avanti: Iddio | ci | pensa. Scrivetemi poi a quando a quando, se le cose vi |
Epistolario ascetico Vol.III -
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un fine, uno scopo. Il fine ultimo, pel quale fummo creati, | ci | è tuttora ignoto, e non può essere altrimenti; né per |
Doveri dell'uomo -
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parola? Rassegniamoci dunque all'ignoranza sulle cose che | ci | sono per lungo tempo ancora inaccessibili, e non |
Doveri dell'uomo -
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questa verità che l'Antichità ha voluto insegnarci, quando | ci | narrava che il Despota voglioso di raggiungere il cielo non |
Doveri dell'uomo -
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Le nostre facoltà sono gli strumenti di lavoro che Dio | ci | dava. È dunque necessario che il loro sviluppo sia promosso |
Doveri dell'uomo -
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dalla Chiesa? La Chiesa è indipendente dallo Stato? | Ci | sono tre sistemi: il sistema di quelli che dicono la Chiesa |
Questioni politico religiose -
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Come quando voglio sapere che cosa sia un albero, non | ci | arriverei punto con il pensare solamente che è una certa |
Questioni politico religiose -
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comune a tutte le cose, e non propria del solo albero; ma | ci | arriverò con l' osservare come sia fatto l' albero stesso |
Questioni politico religiose -
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senza collisioni: il che non potendosi ottenere, se non | ci | sia nel mezzo di tutti questi uomini una mente sola, o |
Questioni politico religiose -
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sua massima e totale potestà, ritorniamo alla questione che | ci | eravamo proposta: - Lo Stato è egli indipendente dalla |
Questioni politico religiose -
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le prevenzioni, e gli sarà facile convincersi, che non | ci | sono che due vie per le quali mettersi, o quella di |
Questioni politico religiose -
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ingiusto, del lecito e dell' illecito. Nel resto, come | ci | risultò da quella discussione, lo Stato è indipendente; ed |
Questioni politico religiose -
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Stato, grande o piccolo, ha la sua Autonomia. Perché dunque | ci | proponiamo noi una questione intorno all' Autonomia dello |
Questioni politico religiose -
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crederemmo inutile il parlare di questo argomento. Ma | ci | sono alcuni, che, invece di riporre l' Autonomia dello |
Questioni politico religiose -
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vecchia e accreditata vogliono introdurre una teoria nuova, | ci | obbligano a proporci la questione: « Se ci abbia un' |
Questioni politico religiose -
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teoria nuova, ci obbligano a proporci la questione: « Se | ci | abbia un' Autonomia dello Stato presa sotto questo nuovo |
Questioni politico religiose -
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dunque, che una tale autonomia dello Stato né c' è, né | ci | può essere. Che cosa importa l' Autonomia in questo senso? |
Questioni politico religiose -
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parlamentari . Se si trattasse dell' arbitrio di un solo, | ci | avrebbe, lo concediamo, dispotismo; ma presso di noi vale |
Questioni politico religiose -
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mai essere veramente sottomesso a tali leggi, se non | ci | fosse nel mondo costituita da Dio una autorità reale e |
Questioni politico religiose -
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orbite con tanta regolarità, se nel bel mezzo di essi non | ci | fosse il sole, che con la sua attrazione ne determinasse |
Questioni politico religiose -
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allo Stato. Questo fonda sulla supposizione che | ci | sieno delle materie veramente miste. Altri negano che |
Questioni politico religiose -
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veramente miste. Altri negano che queste materie miste | ci | sieno, tra i quali monsignor Affre, il glorioso martire |
Questioni politico religiose -
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ricorrere all' ateismo dei suoi inventori. Poiché, se noi | ci | rivolgessimo a de' filosofi atei, ma del resto ragionevoli, |
Questioni politico religiose -
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precetto che si dà ai legislatori civili, crediamo che | ci | risponderebbero: « Noi reputiamo che le religioni sieno de' |
Questioni politico religiose -
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inventare il sistema della legge atea. Che cosa dunque | ci | bisognava di più? Era necessario che all' ateismo si unisse |
Questioni politico religiose -
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della medesima. Quand' anco dunque si conceda che | ci | sia una sfera d' oggetti propri della legislazione civile |
Questioni politico religiose -
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che non hanno natura d' oggetti religiosi, e quindi che | ci | possa essere una separazione tra oggetti non religiosi e |
Questioni politico religiose -
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del quale almeno una parte è certamente essenziale: | ci | sono case, luoghi, persone e azioni sacre, e anzi tutte le |
Questioni politico religiose -
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a regolare le cose dei concreti; ben inteso che quando | ci | mettono le mani essi, sono i primi a cadere nelle più |
Questioni politico religiose -
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sotto la forma di indifferenza religiosa. E quando non | ci | fosse nell' animo che un ateismo senza odio, rimarrebbe |
Questioni politico religiose -
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collisioni devono indubitatamente essere frequenti, come | ci | può essere libertà religiosa sotto una legge che osteggia e |
Questioni politico religiose -
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o di molestarci in conseguenza della legge atea che | ci | farete ogniqualvolta noi soddisferemo ai nostri doveri |
Questioni politico religiose -
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governi popolari? Si può rispondere evidentemente di no. | Ci | può essere sicuramente qualche ateo tra i padri di |
Questioni politico religiose -
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che per coloro che non hanno religione d' alcuna sorte non | ci | sono oggetti sacri, ma son tutti profani. Interrogheremo |
Questioni politico religiose -
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quell' oggetto sia sacro. Ora la Religione Cattolica | ci | dice nello stesso tempo e che il matrimonio è sacro, e che |
Questioni politico religiose -
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sacro. Quando dunque i signori del giusto mezzo gravemente | ci | dicono, che il matrimonio è profano come contratto, ed è |
Questioni politico religiose -
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della prima. Vi dicono: Accordiamo che nel matrimonio | ci | sia un contratto sacro, ma aggiungiamo che ce n' è anche |
Questioni politico religiose -
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reciproca, che nasce pel consenso dei contraenti. | Ci | vorranno dunque due consensi, e non basterà uno solo per |
Questioni politico religiose -
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valido dallo Stato; di maniera che, secondo questi, | ci | sarebbe un contratto valido di matrimonio benché la Chiesa |
Questioni politico religiose -
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il contratto matrimoniale è un Sacramento, e che non | ci | può essere alcun contratto valido di matrimonio, cioè |
Questioni politico religiose -
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che sarà necessariamente questa: La questione, se | ci | possa essere o no un matrimonio civile, è superiore e |
Questioni politico religiose -
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di legge presentati al Parlamento piemontese. Che anzi, se | ci | fu mai legge che fino dalla sua origine portasse con sé i |
Questioni politico religiose -
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e ad affliggere un popolo così sveglio e religioso. Noi | ci | proponiamo di cercare in che cosa consista la libertà di |
Questioni politico religiose -
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all' atto questo principio. Tale è l' intento che noi | ci | proponiamo nello svolgere la presente questione. Tre di |
Questioni politico religiose -
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e ingannevoli sistemi intorno alla libertà di coscienza | ci | si presentano, che noi chiameremo: il sistema legale, il |
Questioni politico religiose -
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emani dalla sua fede religiosa », egli è evidente, che non | ci | può essere niuna legge civile, qualunque sia, che offenda |
Questioni politico religiose -
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principio quel che è subordinato alla legge civile, e che | ci | facciano tali leggi che hanno i principii non di sopra, ma |
Questioni politico religiose -
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della parola), e cerchiamo se in questo secondo sistema | ci | abbia più sincerità che nel primo. - In uno Stato ci sono o |
Questioni politico religiose -
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ci abbia più sincerità che nel primo. - In uno Stato | ci | sono o ci possono essere anche di quelli che non hanno |
Questioni politico religiose -
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abbia più sincerità che nel primo. - In uno Stato ci sono o | ci | possono essere anche di quelli che non hanno alcuna |
Questioni politico religiose -
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civili ad ammettere il divorzio, è la libertà dei culti. | Ci | sono dei culti che autorizzano il divorzio; ce ne sono |
Questioni politico religiose -
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dell' uniformità della legge civile, del quale noi | ci | proponiamo di trattare a parte in un' altra questione. Qui |
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proponiamo di trattare a parte in un' altra questione. Qui | ci | basta di riconvenirli, che non fu dunque il princìpio della |
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essere uguali ed uniformi per tutti i cittadini. Ma poiché | ci | sono sempre molte altre leggi civili che involgono diverse |
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dei due princìpii abbandonarono? Furono forse sinceri? | ci | dissero chiaro e da galantuomini che il princìpio dell' |
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dalla supposta moglie, l' altra dal supposto marito. Ma non | ci | sono cause per ottenere dalla legge un altro divorzio. La |
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che sono cose che non hanno per essi realtà, o se | ci | danno qualche peso, le considerano sempre come subordinate |
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con questa della libertà di coscienza si complicano; il che | ci | proponiamo di fare in appresso. Per ora ci contenteremo di |
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il che ci proponiamo di fare in appresso. Per ora | ci | contenteremo di conchiudere indicando i due caratteri |
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civile considera la differenza di sesso, e molte leggi | ci | sono che, fatte per l' uno dei due sessi, non possono |
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a favore de' soldati di statura più alta. Certamente | ci | sarebbe in tal caso l' uniformità materiale della legge, e |
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una tale risposta sia di buona fede? Quando sia così, ella | ci | rivela la più crassa ignoranza di ciò che costituisce una |
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intento la confusione stessa de' concetti. Tutto questo non | ci | può sorprendere. Ma c' è una cosa che deve cagionare |
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per essere in certe circostanze inopportuna e disutile: non | ci | vedono costoro nessun male intrinseco ed assoluto: tutti |
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che l' utilità e la disutilità nelle azioni umane, non | ci | può essere azione alcuna che non sia essenzialmente |
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licenziose e a pretendere disposizioni immorali, quando | ci | trovino il tornaconto, o credano secondo il loro calcolo di |
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perché non esiste più la natura del diritto, quando non | ci | sia di contro l' obbligazione morale che lo protegga; né |
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dunque noi vogliamo partire da questi semplici princìpii, | ci | riuscirà facile rilevare quale sia la natura dei governi |
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animo di molti s' è confitta questa assurda opinione, che | ci | possa essere un diritto del vizio. Il vizio non può essere |
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questa pretesa libertà. Questa è la seconda questione che | ci | proponevamo. Ai primi adunque crediamo superfluo |
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sopprimere senza cagionare un male maggiore. Ma poiché | ci | sono indubitatamente anche quegli atti viziosi ed immorali, |
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la licenza: tentiamone la soluzione. Ma prima qual è, | ci | si dice, la soluzione della questione nel sistema |
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d' attingere la sua dottrina, o quella che per sua | ci | è presentata, questo è impossibile a dirsi, ed inutile alla |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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il vero dal falso, acciocchè l' autorità degli antichi non | ci | trattenga più indebitamente dal libero uso del pensiero |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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che non può trovarsi, perchè si suppone che affatto non | ci | sia. Così al caso , nel più stretto senso, Aristotele, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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continuità del moto, egli stabilisce col suo sistema, che | ci | sia stato nel mondo un vero ricorso di cause all' infinito. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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e così all' infinito, ricadremmo nel detto assurdo: dunque | ci | deve essere una materia prima eterna: la qual materia prima |
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Aristotele, ma non ne sarebbe mai del tutto priva. Anzi | ci | sarebbero diverse materie prime, secondo lui, aventi |
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[...OMISSIS...] Dopo aver dunque Aristotele confessato, che | ci | sono eventi accidentali, che questi essendo incerti non |
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il tempo è continuo ed eterno (1): dunque è necessario che | ci | sia un motore continuo ed eterno: perchè l' effetto non può |
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contrario, cioè che le universali non sarebbero senza che | ci | fossero prima le singolari. Fatto sta che Aristotele parla |
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più resti di potenziale, supponendo che tutti quelli che | ci | potessero giungere, con questo appunto otterrebbero la |
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nel loro perpetuo conato di giungere al puro atto, non | ci | pervengono, e alcuni più, alcuni meno vi s' avvicinano? |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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gli enti conseguirebbero la stessa forma, e in tal caso non | ci | sarebbe diversità tra gli enti componenti il mondo. Le |
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sono simili a lui, ma solo analoghe (2). E veramente, se | ci | fosse un' essenza (non la semplice esistenza) comune a Dio |
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dunque più movimenti ne' cieli, argomenta Aristotele che | ci | devono essere più Iddii, o prime sostanze, immobili e |
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2 può essere ultimata totalmente, di modo che non | ci | possa esser nulla di potenziale nè di accidentale, e così |
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dunque tutte tendono all' intellezione, benchè tutte non | ci | arrivino per difetto della loro materia. Stabilisce così un |
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nel XII de' « Metafisici », c. 7, per provare che | ci | deve essere un' intellezione pura, hanno alcun valore a |
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non vedendosi ragione alcuna intrinseca, per la quale non | ci | possano esser molte di quelle intellezioni pure: anzi |
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di enti, o ad una inferiore. Su questo dunque conviene che | ci | tratteniamo. Aristotele suppone che ci sia passaggio da una |
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dunque conviene che ci tratteniamo. Aristotele suppone che | ci | sia passaggio da una sostanza all' altra. La sua maniera di |
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un' attualità ulteriore del medesimo subietto. Nella natura | ci | sono degli enti sensitivi, secondo Aristotele, che hanno la |
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la ragione, «logon» (1). Senza la forma universale non | ci | sarebbe il ragionamento, perchè non si dà passaggio dal |
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atto o specie naturale che si chiama anima intellettiva, | ci | sia la materia ossia la potenza, e con essa l' atto, qual |
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separata dalla materia, è divina (6). Ma altrove dice, che | ci | hanno degli oggetti vili del pensiero e degli oggetti |
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essere stesso delle cose alla ragione (1). Che cosa dunque | ci | dà il senso, secondo lo stesso Aristotele? Delle apparenze |
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dimora la verità. Di che conchiude, che, affinchè | ci | sia la scienza e la verità, è necessario che ci siano degli |
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affinchè ci sia la scienza e la verità, è necessario che | ci | siano degli altri enti oltre i sensibili (6). E in fatti |
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che queste, concede lo stesso Aristotele, che non | ci | potrebbe essere nè scienza nè verità, e che avrebbero |
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il divino può comporsi colla materia? Della prima questione | ci | verrà occasione di trattare in appresso. La seconda e la |
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è predicabile , può essere il primo principio, perchè non | ci | può essere nulla d' anteriore al primo principio; e i |
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e la specie nella materia, [...OMISSIS...] (2). Poichè se | ci | fosse quella terza specie (3), per la stessa ragione ce ne |
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stessa e 2 il singolare composto di materia e di specie, | ci | fosse una terza cosa che potesse essere principio comune a |
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difficile determinare rispetto a quali cose questa specie | ci | sia, e rispetto a quali cose non ci sia »(6) ». Toglie |
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cose questa specie ci sia, e rispetto a quali cose non | ci | sia »(6) ». Toglie dunque a determinare rispetto a quali |
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gli elegantissimi, [...OMISSIS...] , cioè ai Platonici, che | ci | debba essere un' eterna sostanza e separabile, non potendo |
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soluzione di questa difficoltà è oscura in Aristotele: pure | ci | pare, che egli l' intenda così. Ammette queste due |
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od atto? In tal caso si supporrebbe che prima dell' essere | ci | fosse qualche cosa, che potesse servire di subietto all' |
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predicato. Ma prima dell' essere non c' è nulla, perchè se | ci | fosse, sarebbe già essere (1): egli dunque è veramente il |
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inefficaci trapassiamo per brevità), è sempre stato. Dunque | ci | si dovea trovare tutto ciò che c' è al presente. Poteva |
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Aristotele dunque trova, che nell' università delle cose, | ci | sono e ci devono essere sempre state queste cinque cose: 1 |
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dunque trova, che nell' università delle cose, ci sono e | ci | devono essere sempre state queste cinque cose: 1 materia |
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In tal caso converrebbe che nella pura materia corporea | ci | fosse in germe la vita vegetale. Ma se questa ci fosse, non |
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corporea ci fosse in germe la vita vegetale. Ma se questa | ci | fosse, non sarebbe più la materia pura ma formata, e non |
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come suppone Aristotele, non sente nulla, in che modo | ci | può essere un germe del sentimento che non sente nulla? Nel |
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Arrivati noi qui agl' intelligibili d' Aristotele, | ci | si offre di nuovo la questione che abbiamo trattata |
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nuovo la questione che abbiamo trattata precedentemente: se | ci | sia per Aristotele qualche intelligibile, che sussista da |
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qualche intelligibile, che sussista da se solo. Su cui | ci | par necessario d' aggiungere alcune altre considerazioni, |
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dee essere in atto », [...OMISSIS...] (2). Questo principio | ci | conduce egli a qualche specie in atto compiuto e |
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dell' atto contemplativo, e però potenziali, quando nulla | ci | può esser d' eterno, che sia in potenza. La qual censura |
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da atti della divina mente. Che anzi lo stesso Platone non | ci | sembra andare del tutto immune dalla stessa colpa d' |
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(3). Sia, ma in tal caso si vuol dire non già che ne' corpi | ci | sieno specie sensibili , ma soltanto una certa forza e |
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sensibili in potenza. Parliamo dunque chiaro: ne' corpi non | ci | sono in nessun modo forme sensibili, nè pure in potenza; |
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sono in potenza nello stesso subietto senziente prima che | ci | sieno eccitate; eccitate poi, sono nel medesimo in atto. |
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c' è affatto nulla dell' intelligibile; e però questo non | ci | può essere nè pure in potenza; stante che la potenza e l' |
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che è in atto deve essere della stessa specie, conviene che | ci | sia nell' anima un primo sentito che sia in potenza tutti |
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dell' intelligenza. Anche secondo Aristotele questa non | ci | sarebbe, se ci fosse solo il sensibile, essendo ella d' |
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Anche secondo Aristotele questa non ci sarebbe, se | ci | fosse solo il sensibile, essendo ella d' altra natura, e |
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divisi gl' intelligibili? A questa questione che già prima | ci | avevamo proposta, ora dobbiamo rispondere. Che Aristotele |
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designare il singolare, ossia l' individuo reale, non | ci | arriva, chè la sua mente corre a un universale ch' egli |
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e materia «kata topon.» Convien dunque che qualche cosa | ci | sia di separato dalla materia. [...OMISSIS...] Da per tutto |
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quello che è indeterminato è la materia, gli parve che non | ci | fosse a ciò bisogno di materia, anzi, che questa fosse d' |
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Onde anche nell' ordine delle operazioni intellettive | ci | deve essere, secondo Aristotele, un atto primo d' |
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riconosce che nella stessa mente umana da una parte | ci | devono essere tutte le cognizioni in potenza, dall' altra |
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devono essere tutte le cognizioni in potenza, dall' altra | ci | dee essere un atto, che tragga all' atto quelle cognizioni |
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chiamare assolutamente gli universali . Acciocchè dunque | ci | sia nell' uomo la mente in atto, che tragga in atto gli |
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colla mente separati gli uni dagli altri: questo fa che | ci | sia distinzione di concetto, ma non è una distinzione |
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sono uno di specie, allora in ciascuna di esse conviene che | ci | sia la specie identica. Se dunque gl' intelligibili sono |
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ogni ordine di cose, ad una prima causa. Convien dunque che | ci | sia una prima specie che produca le altre; e questo è l' |
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vederlo con chiarezza conviene che andiamo indietro, e che | ci | richiamiamo il principio della filosofia d' Aristotele in |
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cognizione delle cose contenute in ciascun genere, non | ci | sarà un uno superiore che misura e con cui si conoscono i |
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Onde dice Aristotele che nell' acquisto del sapere, « « | ci | accade come se un' altra cosa ci misurasse, e così |
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acquisto del sapere, « « ci accade come se un' altra cosa | ci | misurasse, e così conoscessimo quanto siamo grandi con |
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conoscessimo quanto siamo grandi con questo che tante volte | ci | è stato applicato il cubito » » (7). Nel qual luogo |
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che è in noi, e però in altro senso si può dire che questa | ci | misuri (1). Ma più esattamente parla Aristotele poco |
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modo: [...OMISSIS...] . Questa parola ragione , «logos,» | ci | richiama alla distinzione aristotelica tra le cose « « |
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(7). Da tutte queste considerazioni adunque possiamo, come | ci | sembra, senza temerità conchiudere: 1 Che tutti gli |
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questo novo atto e specie sostanziale, si esige che già | ci | sia prima in atto la mente nel genitore del nuovo essere |
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potesse essere in un altro e rimanere la medesima. Ma egli | ci | dice, come vedemmo, che è la stessa di specie e non di |
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può essere in un altro, se non in quello di cui ella è, nè | ci | può essere niuna parte » » di questo « « se non è partecipe |
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è desiderabile o eligibile (1). Conviene dunque che | ci | sia una sostanza prima dell' intelligibile, e semplice e in |
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ella una di numero o di specie? Dipoi rispetto agli uomini, | ci | dice esser beatissimo quell' atto che è cognatissimo all' |
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(2) e poi dice, che « « al di fuori del cielo non c' è, nè | ci | può essere, nè corpo, nè luogo, nè vacuo, nè tempo »(3) »; |
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e così par che lo prenda lo stesso Aristotele quando | ci | fa sopra una teoria filosofica; e così lo spiega il suo |
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umani. Considerata la dottrina dalla sola parte spirituale, | ci | si trova un' ingegnosa unità, ma ben tosto questa s' |
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enti che non operassero per un fine, e questo immobile, non | ci | potrebbe essere la mente (1). Ma la mente è il luogo delle |
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le cose dipendono dalle loro cause formali, e queste non | ci | sarebbero se non ci fossero le menti, consegue che tutte le |
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dalle loro cause formali, e queste non ci sarebbero se non | ci | fossero le menti, consegue che tutte le cose ricevono |
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di tutte le forme » ». [...OMISSIS...] Infatti, dice, non | ci | può essere una serie di cause all' infinito, ma in ciascuno |
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grazia di questo, [...OMISSIS...] (2). E` impossibile che | ci | sia una catena infinita di cause finali; poichè la causa |
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Aristotele, se la serie fosse infinita, e quindi non | ci | sarebbe il Bene (3): non ci sarebbe la mente, poichè quei |
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fosse infinita, e quindi non ci sarebbe il Bene (3): non | ci | sarebbe la mente, poichè quei che l' hanno, operano per un |
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poichè quei che l' hanno, operano per un fine (4), nè | ci | sarebbe l' intendere, poichè non si può intendere senza |
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in uno intelligibile, [...OMISSIS...] (5). Ma del pari non | ci | potrebbe esser nè pure la generazione, perchè anche la |
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ed è media tra l' ente e il non ente: convien dunque che | ci | sia un primo sempiterno e incorruttibile da cui parta e a |
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perchè dunque non generano sempre, ma or sì ed ora no? (2). | Ci | vuole dunque per terza la causa del moto, che pretende |
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la parte mossa e non motrice (3). Nell' uomo dunque | ci | sono tutti i motori, e comparativamente anche negli altri |
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non può distruggersi, poichè per nascere o per distruggersi | ci | sarebbe bisogno di qualche altra causa e questa ancora |
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e separato. E infatti Aristotele prova la necessità che | ci | sia un tale principio, di cui l' essenza stessa sia atto, |
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che abbia materia [...OMISSIS...] (1). Riconosce dunque che | ci | debbono essere specie sussistenti da sè ed eterne |
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da Aristotele in due cose: 1 che subiettivamente altro non | ci | sia che atto di contemplazione; e 2 che oggettivamente sia |
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la possibilità della sua distruzione, benchè mai non | ci | arrivi. L' essere separato dunque, il Dio d' Aristotele, |
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separata dagli enti composti di materia e di forma, | ci | deve essere pure una scienza diversa dalla fisica, e questa |
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dunque nell' essere attualissimo materia alcuna, non | ci | può essere questa causa di limitazione, e però non ci |
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non ci può essere questa causa di limitazione, e però non | ci | possono essere le forme o essenze specifiche così limitate, |
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come all' atto , non come all' intelligibile . E però non | ci | sembra che abbia colto il vero sentimento del nostro |
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intese questa dottrina d' Aristotele l' arabo commentatore, | ci | sarebbe una mente sola di numero (1), comune a tutti gli |
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di fuori? Di maniera che anche nell' uomo da principio non | ci | sia inserito dalla natura se non quella «dynamin kritiken» |
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nulla opera, ma solo si lascia vedere. Conviene dunque che | ci | sia in atto l' energia che lo veda, poichè la potenza non |
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la ragione deve preesistere, [...OMISSIS...] (5). Se non | ci | fosse dunque nell' uomo per natura una cognizione prima |
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intellezione [...OMISSIS...] (3). Senza l' intellezione non | ci | potrebbero essere che intelligibili in potenza. Se dunque |
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essere che intelligibili in potenza. Se dunque non | ci | fosse nell' uomo un' intellezione in atto, mancherebbe il |
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il mondo cioè dell' ultima sfera, oltre la quale nega che | ci | sia più nè luogo nè spazio: [...OMISSIS...] . E alludendo a |
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: il che è, secondo lui, quella parte di verità, che | ci | rimase dalle antiche memorie perite negli sconvolgimenti in |
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dalle specie reali che sono più e proprie di ciascun ente. | Ci | hanno dunque due maniere di specie, e le specie reali o |
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è una, [...OMISSIS...] : onde se essendo unica la mente | ci | fosse stata una sola materia senza differenze intrinseche, |
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un ente solo (1). Il quale argomento non avrebbe valore se | ci | potessero essere più menti o di numero o di specie diverse. |
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qualche cosa di comune, ritorna lo stesso ragionamento, che | ci | conduce ad una serie d' idee all' infinito, cioè all' |
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tutte nella mente del sommo Artefice. Ora Aristotele non | ci | può ritornare senza rinunzia al proprio sistema, anche per |
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che sono al tutto così fuori di lui. Vediamo nondimeno dove | ci | conduca questo strano e insufficiente, ma ingegnoso |
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sostanziali sono eterne nella natura, e se una di esse non | ci | fosse stata ab aeterno, o si potesse distruggere, non |
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necessario che sieno eterne in atto nel mondo, bastando che | ci | sieno in potenza, per esservi poi attuate dalla specie |
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la fanno i sistemi precedenti, [...OMISSIS...] (1). Ed ora | ci | sembra di potere stabilire la principale differenza tra la |
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la stessa natura. « « Sembra, dice, che tra gli apparenti | ci | sia uno divinissimo » » (2): questo divinissimo degli |
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quindi quella cognizione immediata, priva di coscienza, non | ci | soddisfa, non pare cognizione nostra, e non è cognizione |
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pervenuta a costituirsi come atto, entelechia, tuttavia | ci | sono delle altre specie sostanziali nella natura che |
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nel quale c' è la specie ultima cioè la mente, conviene che | ci | sieno pure quelle quattro specie anteriori e d' inferiore |
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(2), ma questi non si potrebbero raccogliere se non | ci | fosse prima il luogo dove raccoglierli [...OMISSIS...] , la |
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serie degl' intelligibili mancherebbe del suo primo, se non | ci | fosse uno intelligibile in atto perfetto e illimitato senz' |
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agli altri suoi atti. Così Aristotele dice, che Iddio | ci | dà la mente (2). Infatti conoscendo l' essere si possono |
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ma si distinguono per la loro limitazione: così suppone che | ci | sia in fondo a tutto un essere solo immateriale, il quale |
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che abbiamo già data, e che ripeteremo in altre parole. | Ci | sono delle cose che si predicano d' altre, e queste devono |
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del primo ente. Non basta dunque per Aristotele, acciocchè | ci | sia l' universale, che colla mente s' astraggano le specie |
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[...OMISSIS...] . In fatti, esclusa la materia, non | ci | rimane che la specie pura, che è già un universale, in |
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di quest' ordine, la specie di tutte le specie, il che | ci | ricaccia alla dottrina di Platone, che l' uno sia la forma |
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tutti gli enti sarebbero essenze sostanziali, e non | ci | sarebbero gli accidentali, raccolti nelle nove categorie |
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sì la natura, che la cognizione nostra propria che | ci | formiamo per via d' induzione. [...OMISSIS...] Dal qual |
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da questo salendo ancora, intende la necessità che | ci | sia l' Essere separato al tutto, prima causa dell' essere |
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essere nelle cose; e ciò perchè essendo l' essere comune | ci | vuole un' unica causa che spieghi questa comunanza od |
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principŒ sono essi singolari o universali? [...OMISSIS...] | Ci | ha dunque da amendue i lati difficoltà: ci ha difficoltà |
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[...OMISSIS...] Ci ha dunque da amendue i lati difficoltà: | ci | ha difficoltà ugualmente a dire che i principŒ sieno |
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natura (1). Non ho fatto menzione fin qui del frammento che | ci | rimane della « Metafisica » di Teofrasto, coll' intenzione |
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il discepolo non s' è scostato molto dal suo maestro, e | ci | sembra piuttosto un compendiatore e un interprete d' |
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essenze da sè esistenti. Aristotele concesse a Platone che | ci | sia una specie separata, la mente; negò che le specie |
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facendosi ogni sostanza dai contrari » ». Ma che | ci | sieno dei principŒ materiali pare non doversi ammettere; |
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con ordine, ragione, forme, forze, e circuiti: come non | ci | sarà nulla di tutto ciò ne' principŒ? Conviene d' altra |
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di tutto ciò ne' principŒ? Conviene d' altra parte che | ci | sieno nella natura le specie, acciocchè si possano ridurre |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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cosa singolare. - Il fine poi da entrambi questi rispetti. | Ci | sono anche alcune cose che sono fine degli universali: |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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a questo spettacolo morale che il presente stato del mondo | ci | somministra, rimangono colpiti da affetti non pur diversi |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Chiesa, che ingrossò le colonne de' nostri nemici, ed esse | ci | apparvero sì formidabili: quelli per altro ignoranti |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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parola resa potente dal zelo de' primi tempi della Chiesa | ci | atterriscono, senza avvilirci, e ci annunziano, come |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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tempi della Chiesa ci atterriscono, senza avvilirci, e | ci | annunziano, come dicevo, l' ira del cielo sopravveniente, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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questa seconda dell' unità che pure fa un passo innanzi e | ci | porta sulla strada per eseguir quella prima; conciossiachè |
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è smanioso ed irrequieto pel bisogno ch' egli ne sente. Non | ci | chiede adunque che ci affaccendiamo a persuaderlo che sia |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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pel bisogno ch' egli ne sente. Non ci chiede adunque che | ci | affaccendiamo a persuaderlo che sia bene ciò, di che tutte |
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noi dobbiamo concepire disposte tutte le cose, se non | ci | apre altresì il modo nel quale il nostro spirito può |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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disvelamento e confusione della nostra ingenita superbia, | ci | mostra tutta la famiglia degli uomini considerata da Dio |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che nell' ordine della grazia fondato in Gesù Cristo, e | ci | dice con sentenza, ove sta un abisso di lume, che come |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dilettarci è un indugio alla rapida corsa verso il fine che | ci | è proposto. E la dottrina di questo successivo lume |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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di parole, ma con ogni semplicità, brevità, ed altezza, | ci | aveva già il Maestro divino insegnate con quell' |
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al nostro mediatore, l' abbiamo da lui medesimo quando | ci | disse, il precetto della Carità fraterna non esser d' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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imprende, cioè da una forza fuori di lui (1). Laonde non | ci | farà nessuno inganno alla mente il celere promuovimento |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sul tutto di questo corpo cada l' errore. Sono alcuni che | ci | oppongono non essere poi necessario a formare una |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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si tengono gran maestri di compendii, e sorridono di chi | ci | trova tai nodi. Ma la ragione principale della necessità di |
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rispetto a noi siamo instruiti ed esercitati in tutto che | ci | risguarda; il bene all' incontro della società non risulta |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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nostra, se cozziamo con essa, per molti mali si vendica e | ci | castiga. Noi adunque seguaci della natura cercheremo prima |
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meglio detto che in tutto il curricolo degli studi non | ci | occupiamo d' altro affare, che di formare il cuore dell' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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assai comodo anche in Italia, se dalla lingua tedesca | ci | fosse tradotto. La connessione poi di queste lingue, che |
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memoria, o s' ella verrà mettendosi ancora nell' intelletto | ci | starà tutta inerte, senza vita, senza moto, e sarà come |
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aria, senza ch' egli tocchi nè veda il sentiero onde altri | ci | va co' suoi piedi; questo secondo modo non è che |
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necessità i Gesuiti maestri s' erano accorti, i quali | ci | diedero molti classici latini saviamente acconciati per l' |
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da coltivare, e che le sole cognizioni della mente non | ci | rendono più felici nè migliori senza che questo senso del |
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come il frutto d' ogni educazione. Ma il precettore perchè | ci | riesca vuole esser tale, che ne castighi severamente se |
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Vero è che non si vide ancora attuata mai, ma non | ci | vuol molto a scoprirne la ragione. Le leggi fondamentali |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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di cui anche si usurpano la interpretazione. | Ci | sarebbe l' opinione pubblica che potrebbe fino a un certo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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interessati. Noi vogliamo tentare di restituirle, se | ci | vien fatto, le più semplici forme. I limiti d' un diritto |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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insegnare non esiste se non alle seguenti condizioni; che | ci | sia: 1 scienza in colui che insegna; 2 onestà in ciò che s' |
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prima di queste due cose è tanto difficile, che non credo | ci | possa essere Governo tanto povero d' intelligenza d' aver |
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in tali esperimenti, sieno i più sapienti tra quanti | ci | possono essere nella nazione. Quando anco il Governo avesse |
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ed esaurito, ovvero, se crede che in quanto al metodo | ci | potrebbe pur essere qualche ulteriore miglioramento, collo |
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essere i maestri della nazione, salve però le pulighe, che | ci | rimangono nel gettarli. Così questo grand' uomo sarebbe |
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ufficiali non siano fatte per via delle consorterie: non | ci | vogliono nè consorterie metodistiche, nè consorterie |
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più odioso. Ma quest' è un pericolo così grave che gioverà | ci | torniamo anche sopra. I padri di famiglia hanno dalla |
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il diritto? « Noi non vogliamo favorire una consorteria, | ci | rispondono; ma vogliamo, che prima di tutto i padri stessi |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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. Ma chi è che giudica dell' opportunità? Siamo noi, | ci | dite. Ma non ci siete altri che voi al mondo? E se altri |
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è che giudica dell' opportunità? Siamo noi, ci dite. Ma non | ci | siete altri che voi al mondo? E se altri giudicassero |
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Dico in un' intolleranza religiosa, perchè fino a tanto che | ci | sarà religione, si porrà sempre dai padri di famiglia una |
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queste provvidenze governative, non vedo che difficoltà | ci | possa essere a lasciare interamente libera la beneficenza. |
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assoluta di questo genere d' industrie, benchè non | ci | dissimuliamo la difficoltà di determinare il modo con cui |
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è speculazione , come dicevamo, ed altro è insegnamento . | Ci | vogliono delle guarentigie, acciocchè questo non sia |
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difficili a determinarsi; e tutte sarebbero inutili, se non | ci | fosse in primo luogo una moralità e religiosità non comune |
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Se poi la concederà a tutti quelli contro i quali non | ci | sia un carico di notoria immoralità o un delitto, si |
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le persone. Se mi si domandasse oltracciò, quando | ci | sia questa rappresentazione degli interessi in quel gruppo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che presiedono alla società, e la governano, e quando non | ci | sia, risponderei: « C' è la rappresentanza degli interessi |
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e un Governo generale di diritto sociale, c' è anche o | ci | deve essere quell' associazione dei Comuni, e non si vede |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dovrebbe lasciarlo integro e liberissimo. Ma che non | ci | abbia ancora nei Comuni un' autorità che si possa dire |
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ciò fosse, la spesa non potrebbe mai eccedere, poichè se | ci | possono essere tra i proprietari alcuni prodighi non può |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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si può dire: « Qui c' è un corpo di rappresentanti »non | ci | sia da cercar altro, non importi più esaminare come questo |
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ignobile servitù (1). Abbiamo già detto qual concetto noi | ci | facciamo del Consiglio provinciale: è un corpo di persone, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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o governo proprio e veramente sociale . Tra gli Stati, che | ci | furono al mondo, e che ci sono anche al presente, non |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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sociale . Tra gli Stati, che ci furono al mondo, e che | ci | sono anche al presente, non mancarono e non mancano di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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esterna e affettata è molta, ma l' indifferenza interna non | ci | può essere: chi non l' ama, l' odia cordialmente. |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ritorniamo sopra per l' importanza dell' argomento, e però | ci | rifaremo a dire ancora qualche cosa in difesa de' diritti |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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a rispondere all' autore di quell' articolo, noi | ci | limitammo a circonvenirlo di falsità nel riprodurre la |
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falsificazioni le confermò, e di più, essendo egli anonimo, | ci | rimproverò di « « lavorare all' ombra del mistero e dell' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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si lascia colla sola dottrina religiosa del divino Maestro! | Ci | sono dunque degli uomini, a cui sembra che si tolga loro la |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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anche noi maestri di morale. E però è conseguente che | ci | sieno di quelli che si adirino all' intendere che nessuno |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Chiesa. Che per riguardo alle altre dottrine, nelle quali | ci | manca la scienza perfetta, si riconosca in tutti il diritto |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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noi concediamo alle nominate persone giuridiche, è nulla, e | ci | colloca tra « « coloro che una cosa sola al mondo ritengono |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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principii. Il Governo d' una nazione, nella quale non | ci | fosse una religione dello Stato, ma diversi o tutti i culti |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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in nessun caso autorità sulla fede religiosa, e se egli | ci | vuol mettere la mano, fa un atto di arbitrio e non d' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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parte buona. - Relazione dell' Eclettismo colla via che noi | ci | proponiamo di seguitare nelle nostre lezioni (sincretismo). |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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la parte logica. - Noi entreremo in questa via - così | ci | solleveremo sopra tutti i sistemi - l' imparzialità - |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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il razionalismo filosofico . - Se si penetra nel suo fondo | ci | si trova la mancanza di fede, dico d' una fede filosofica |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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colle sue applicazioni. Ma vi ha egli nessuna norma che | ci | diriga in queste applicazioni? Ecco l' argomento della |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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comune, ma l' osservazione nostra propria. L' osservazione | ci | dimostra, che la sensazione è sempre particolare. - Si |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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cognizioni, e quali siano le cognizioni particolari che | ci | rimangono, le quali sole, se pure esistono, si possono |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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è conoscerne l' essenza. Dunque se egli è vero che i sensi | ci | somministrano qualche cognizione, questa cognizione è però |
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qualche cognizione, questa cognizione è però tale che nè | ci | fa conoscere che sia una data cosa, nè ci dà la possibilità |
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però tale che nè ci fa conoscere che sia una data cosa, nè | ci | dà la possibilità di affermarla. Avete veduto, miei |
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ciò proceda? La conseguenza legittima si è, che i sensi non | ci | fanno conoscere niente; poichè se ci facessero conoscere |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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si è, che i sensi non ci fanno conoscere niente; poichè se | ci | facessero conoscere qualche cosa, noi sapremmo che cosa |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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l' essenza della cosa. Ma siamo convenuti, che i sensi non | ci | possono far conoscere l' essenza della cosa, perchè l' |
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e i sensi non danno che particolari. Ancora, se i sensi | ci | facessero conoscere qualche cosa, noi potremmo affermarla o |
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o negarla. Ma noi siamo convenuti, che i sensi non | ci | danno la possibilità di affermare cosa alcuna e però nè |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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si annulla affatto la cognizione stessa, e perciò se | ci | rimane qualche cosa, quello che rimane non è più |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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cognizione senza cognito, non è cognizione quella che non | ci | fa conoscer nulla. Voi mi direte che i sensisti deducono |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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l' udito » (2). In fatti, non già le cose che noi leggiamo | ci | giovano per se medesime, ma la disposizione dell' animo, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che almeno di questo secondo rimedio, che il Signore | ci | dà ne' buoni libri, profittevolmente usiamo, leggendoli con |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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storia ecclesiastica della sua diocesi, perchè sappia chi | ci | abbia recato il lume dell' evangelio, per mezzo di quai |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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santa, e una vera indifferenza a tutte le altre cose, | ci | rendono facile udire la voce di questo Direttore, che in |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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facile udire la voce di questo Direttore, che in mille modi | ci | parla. Tante volte non si può avere un Sacerdote che ci |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ci parla. Tante volte non si può avere un Sacerdote che | ci | diriga, fornito delle tre gran doti richieste da S. |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ma GESU` Cristo, che di tutto questo ha la pienezza, non | ci | manca mai. La principal cosa adunque è di rendere l' animo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Senza di questo nè pure un uomo fornito di tutte le doti | ci | potrebbe dirigere. Poichè tutta la virtù sta nell' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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di ubbidire consiste ogni vantaggio, che un Direttore | ci | potrebbe apportare. Quando disse il nostro Signore: « Se |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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questa è un' ubbidienza di consiglio. Alla quale se | ci | obblighiamo per voto, entriamo in quella che si dice |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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due cose adunque sta il pregio dell' avere una persona che | ci | diriga, cioè nel soggettamento elettoci per nostro volere, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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amico fedele, quella guida sicura, che fra le migliaia | ci | avvisano i Santi di ricercare, e che lo Spirito divino |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ciascuno del suo fratello, a pigliarci tali cure di carità | ci | chiama in molti luoghi nelle Scritture. Così prima d' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dallo scandalezzare i fanciulli colle parole surriferite, | ci | incoraggia a edificarli, [...OMISSIS...] . Vedete se a tali |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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. Vedete se a tali parole dobbiamo avere fiducia, che | ci | darà anche forze valevoli a sostenere il carico. Dio |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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o per errore. Quanto alla prima cagione, qual conforto non | ci | dà Cristo quando ci disse: « Il mondo gli ha odiati perchè |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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alla prima cagione, qual conforto non ci dà Cristo quando | ci | disse: « Il mondo gli ha odiati perchè non sono del mondo, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Dio di Cristo uomo, e che è padre di Cristo Dio, e il quale | ci | mandò Cristo Dio e Uomo in una congiunto . Dopochè ben a |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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della vita. Di spesso accade, che la virtù e la perfezione | ci | sia mostrata, ma non ci sia indicata la via d' andarvi. Voi |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che la virtù e la perfezione ci sia mostrata, ma non | ci | sia indicata la via d' andarvi. Voi poi dovete anzi |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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discuopre la nostra infermità. Tutti i bisogni nostri | ci | mostrano limitati e miseri. Quando la fame ci avvisa di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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nostri ci mostrano limitati e miseri. Quando la fame | ci | avvisa di prender cibo, ci avvisi anche che abbiamo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e miseri. Quando la fame ci avvisa di prender cibo, | ci | avvisi anche che abbiamo peccato. Perocchè sebbene anche |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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della quale morte esso è sì viva immagine. Quando poi | ci | svegliamo è da sovvenirci della futura risurrezione, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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risurrezione, effetto de' meriti di Cristo. Avanti Cristo | ci | dovea il sonno sembrare la morte; dopo Cristo la morte a |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Ma guai se mentre Cristo rese a noi un sonno la morte, noi | ci | rendessimo una morte il sonno, e morte dell' anima! Questo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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trae fuori quasi a farle corteggio. Quando adunque innanzi | ci | diede a misura della scienza la fede , parlò di una fede |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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usi viene bisognevole. E per aver un filo, che sicuri | ci | conduca e ci scorga in tanta ampiezza di dottrina, e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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bisognevole. E per aver un filo, che sicuri ci conduca e | ci | scorga in tanta ampiezza di dottrina, e diversità di vie, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dagli altri: perciò non sentiamo bastevolmente qual forza | ci | lega e aduna insieme, e ci dovrebbe formare una cosa sola |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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bastevolmente qual forza ci lega e aduna insieme, e | ci | dovrebbe formare una cosa sola per lo scambievole amore. |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che dobbiamo camminare nella nostra vocazione, la quale | ci | chiama ad essere tempio vivo d' Iddio, ce ne viene |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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unita che fosse al proposito del battesimo, a Cristo | ci | incorporerebbe, per dir così, mentalmente, o, a esprimermi |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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per dir così, mentalmente, o, a esprimermi meglio, | ci | farebbe accostare e disporre alla vera incorporazione che |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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i desiderŒ nostri col beato godere, è quegli stesso che | ci | ama con paterno affetto, e a sè ci scorge; anzi dice padre |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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è quegli stesso che ci ama con paterno affetto, e a sè | ci | scorge; anzi dice padre di tutti , cioè tanto di Cristo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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come delle membra, acciocchè riconosciamo l' amore, che | ci | vuole mercè del nostro capo, e i doni che dobbiamo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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alto », risponde il Profeta, « menò schiava la schiavitù ». | Ci | narra il suo trionfo, a detta di Paolo, per farci intendere |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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pastore veramente buono, che fra' pericoli di questa vita | ci | conduce nella promessa terra del cielo colla verga della |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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già non dobbiamo, a provare gl' insegnamenti che dati | ci | vengono, al futuro ricorrere, ma solo all' esemplare |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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così a noi che la tolga a sè, ma se stesso dà a noi, e così | ci | dà tutto, perchè tutto in sè possede. Cristo veramente è lo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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a formare l' armonia del tutto (4). Ma nel corpo non solo | ci | vogliono membra che lo compongano, ma è conveniente che |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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allora saremo quei membri di giusta misura, quali Iddio | ci | aveva destinati ab eterno, che bene s' avvengono al capo, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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capo, non più fanciulli ma interamente formati. Acciocchè | ci | rendiamo tali, Cristo pose i governatori della Chiesa. Ecco |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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come crescono le membra: crescono per la fedel carità che | ci | incorpora in Cristo, e ci fa partecipe del suo già compito |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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crescono per la fedel carità che ci incorpora in Cristo, e | ci | fa partecipe del suo già compito accrescimento. Quanto non |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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devota, o dedicata: non tempo, in cui dalla unione con Dio | ci | possiamo dividere. Questo è il precetto dell' amor divino, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che in Cielo. Quaggiù l' infermità di nostra natura non | ci | permette di stare attuati mai sempre in pura |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ancor noi per quel tempo in cui l' agricoltore celeste | ci | spiccherà per riporci nella sua dispensa. E allorchè già |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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da tutti i beni momentanei e ingannevoli? Così da per tutto | ci | parla la sapienza nel succedere delle stesse visibili cose |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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insegue dovunque con mille artifizj l' avversario, dovunque | ci | stia sempre presente con mille ajuti il comune difensore |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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le cose! e non solo rammentar che è Dio, il che più tosto | ci | sbalordisce e ci perde; ma averlo presente qual uomo, qual |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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solo rammentar che è Dio, il che più tosto ci sbalordisce e | ci | perde; ma averlo presente qual uomo, qual uno di noi, uno |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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infermità, fuor del peccato, che con noi gusta e patisce, | ci | compassiona, ci conforta, ci allegra, c' incoraggia, ci |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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del peccato, che con noi gusta e patisce, ci compassiona, | ci | conforta, ci allegra, c' incoraggia, ci ajuta, ci riprende, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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che con noi gusta e patisce, ci compassiona, ci conforta, | ci | allegra, c' incoraggia, ci ajuta, ci riprende, ci minaccia; |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ci compassiona, ci conforta, ci allegra, c' incoraggia, | ci | ajuta, ci riprende, ci minaccia; e in tutto fedele, in |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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ci conforta, ci allegra, c' incoraggia, ci ajuta, | ci | riprende, ci minaccia; e in tutto fedele, in tutto amico, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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conforta, ci allegra, c' incoraggia, ci ajuta, ci riprende, | ci | minaccia; e in tutto fedele, in tutto amico, presente in |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Giova ancora per rimanere in ispirito d' orazione, come | ci | è comandato, l' uso ben disposto d' ogni parte di tempo, e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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questo fa, che pur noi, sacrificate le vane cose che | ci | aderiscono, siamo resi puri, resi spirito, emulatori de' |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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alcuno de' suoi mirabili effetti in chi prega. Iddio non | ci | ha lasciati però senza guida, anche rispetto alla forma |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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questo il Sacrifizio che dà la salvezza: mentre niente | ci | varrebbe la stessa morte di Cristo, fuori che a condanna, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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nè pure il sacrifizio di Cristo, non che quegli antichi, | ci | potrebbe giovare cosa alcuna, se non unissimo il sacrifizio |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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unione nasce non solo per mezzo del Sacrifizio, con cui noi | ci | diamo a Dio; ma ben anco per mezzo del sacramento, con cui |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dal Signore colle sue carni « incontro a quei che | ci | tribolano », tutti ne invita e ne chiama l' amorosissimo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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spirito della quale, poichè non possiamo alla lettera, noi | ci | dobbiamo conformare. Assistere cioè alla Messa così mondi, |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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merito di quell' atto. Ma perchè impariamo come degnamente | ci | dobbiamo accostare alla divina mensa; dicendo Paolo, che « |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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impaurire e rimovere i disposti. Ciascuno pensi, che non | ci | è comandata tale frequenza prima che la rettitudine della |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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, che tengono luogo della rivelazione , perchè con questi | ci | desidera la Chiesa il possesso dei beni celesti, operando |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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pubblica preghiera. Che questa è a Dio carissima: a questa | ci | giova conformare la privata, che allora è fatta rettamente |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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portamento, quegli ampli addobbi de' Sacerdoti e del Tempio | ci | parlano di Dio; e che mentre glorificano Dio insegnano al |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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vortici del profumo odoroso ascendere in alto, e in quelli | ci | vengono a mente i nostri preghi che ascendono a Dio per |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e in tutto il lento e variato procedere della cerimonia | ci | troviamo agevolmente colla mente in Cielo, nella corte di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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l' onore, in che reciprocamente, se cristiani siamo, | ci | dobbiamo tenere. Quanto civile, umano, riverente non è |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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non è dunque il tratto dell' uom cristiano? quanto lontani | ci | conviene essere ne' nostri modi dallo sprezzo, dalla non |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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a lodare Iddio. Nel giorno, fra tante cure e pericoli, | ci | bisogna un peculiare sostegno divino ad ogni passo, e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e pregarlo, come si fa col principio di Compieta, che e' | ci | voglia ricondurre ad esso e ritenere il suo sdegno. I padri |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Santi la magnificenza ammiriamo del regno di Cristo, che | ci | dà quaggiù un cotale saggio di celeste gloria, ed amiamo lo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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tutto l' opera della divina incarnazione? Così preparati, | ci | nasce il Salvatore, viene circonciso, datogli il nome di |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e della riprovazione della nazione santa, colla quale però | ci | rimane la dolce speranza di riunirci nella fede in fine del |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dormienti. Quale mutazione di scena! che frutti consolanti | ci | promettono le nostre pene offerite al Signore! Abbiamo |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Corpusdomini danno grandi cose alla mente. Quest' ultimo | ci | chiama ancora a riflettere in sulla dignità sacerdotale, e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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occupato ne' mezzi, co' quali lo Spirito Santo | ci | si dona, e nelle opere sue fatte in tutti i tempi. Le |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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vita spirituale tiene alcuna similitudine alla corporea, e | ci | bisogna in quella altrettanto, dirò così, che ci bisogna in |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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e ci bisogna in quella altrettanto, dirò così, che | ci | bisogna in questa. Anche in quella dobbiamo primieramente |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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in quella dobbiamo primieramente nascere, e a questo Cristo | ci | ha fornito il Battesimo; dobbiamo crescere, a cui istituì |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dobbiamo crescere, a cui istituì la Confermazione; perchè | ci | nutriamo, pose l' Eucaristia; ammalandoci dello spirito, ci |
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ci nutriamo, pose l' Eucaristia; ammalandoci dello spirito, | ci | fornì la Penitenza e l' Estrema Unzione, ordinata la prima |
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E poichè nel Battesimo il Santo Spirito dandosi a noi | ci | applica i meriti di Cristo, gli Apostoli attesero di |
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e di questo reame. Quel sacerdozio, che riceviamo, | ci | dedica al culto divino, imprimendo in noi questo carattere |
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a servire alla divina gloria eternamente: questo reame | ci | fornisce di sua grazia, con cui superiamo gli avversarŒ |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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Quella destinazione, o carattere, che al culto di Dio | ci | consacra, nol possiamo perdere più mai: possiamo però |
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perdere più mai: possiamo però perdere la grazia, che | ci | mette a parte della gloria e della corona. Ogni Cristiano |
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è il sacerdozio, e unico il regno da lui posseduto, di che | ci | chiama a parte nel possesso. Ciò s' esprime dalla Chiesa |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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non si curò di torci le umane miserie, mentre nulla con ciò | ci | avrebbe aggiunto o di grandezza o di nobiltà. Considerati i |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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in Gesù Cristo; e per li meriti suoi, mentre l' acqua | ci | lava il corpo, lo Spirito Santo ci lava l' anima. Cristo |
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suoi, mentre l' acqua ci lava il corpo, lo Spirito Santo | ci | lava l' anima. Cristo adunque era in quel passaggio |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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uno dell' altro è adempiere a tutta la legge cristiana (2). | Ci | sono dati intorno a questo primo comandamento di Cristo gli |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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cioè il piacer proprio, o l' altrui. Piacevole in vero | ci | è naturalmente la compagnia; essendo noi alla compagnia |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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degli altri formati da natura; piacevoli ancora nell' uso | ci | si rendono que' bei tratti, e que' gentili portamenti, e |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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per lo meno sospetto. Dobbiamo vedere dentro di noi da che | ci | venga questo piacere; poichè egli può nascere o da certa |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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è bello ed onesto, se apportiamo piacere colla virtù. Così | ci | insegnò anche Cristo a vivere cari agli altri: « Splenda la |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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In realtà la dichiarazione d' un luogo del nostro autore | ci | conduceva da se stessa a un altro chiamato in aiuto per |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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emendato dai lavori di valenti filologi italiani. Non | ci | dimentichiamo che anche la filologia greca nacque presso di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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discrepanze e scissure, che nelle opinioni degli uomini | ci | furono sempre intorno alle vere dottrine dello Stagirita, e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nè può esser molteplice , poichè se fosse molteplice | ci | sarebbe un altro genere superiore, e così all' infinito. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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noi poniamo mente all' incostanza del suo ragionare. Egli | ci | cangia improvvisamente l' universale in una similitudine |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Ma che cos' è la similitudine ? Quest' è quello che | ci | si doveva dire, e quest' è quello che ci tace. E pure nell' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è quello che ci si doveva dire, e quest' è quello che | ci | tace. E pure nell' arcana natura della similitudine giace |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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particolare: non potendo Roscellino concepire che | ci | fosse qualche cosa di comune , era condotto necessariamente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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mente di Gilberto un altro principio erroneo, quello che | ci | possa essere in Dio vera composizione, come accadrebbe se |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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opposto dell' individuo singolare : essi non trovarono che | ci | potesse essere di reale altro che questo: conchiusero |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Dio, e di esse in quanto sono reali partecipa il mondo, non | ci | può esser più che una cotal specie d' emanazione della |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di non uscire dalle dottrine della fede, e che non | ci | sono sole, ma mescolate con altre del tutto opposte al |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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il che è impresa non solo temeraria, ma assurda. Ma se | ci | trasportiamo veramente in quell' ordine divino e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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veramente in quell' ordine divino e soprannaturale che | ci | ha rivelato e apportato il cristianesimo, nel quale |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nel quale troviamo i veri mistici, in tal caso, | ci | si fanno incontro di quegli uomini che ci parlano della |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in tal caso, ci si fanno incontro di quegli uomini che | ci | parlano della realità di Dio, per averne un' interiore |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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chiusa e segreta. Conviene che noi lo diciamo, sebbene | ci | sia noto che una simile sentenza turbi non leggermente i |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dell' attenzione e della riflessione, perciò inosservate: | ci | sono come non ci fossero pel ragionamento riflesso: le idee |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e della riflessione, perciò inosservate: ci sono come non | ci | fossero pel ragionamento riflesso: le idee in questo stato |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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in che modo esse siano nella mente. Può intendersi che | ci | siano come atti della mente, e in tal caso non esistono più |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dottrina di Platone, quale risulta dalle opere che di lui | ci | rimangono e dalle indicazioni che ce ne dà Aristotele; ma |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dalle antiche filosofie e dalla loro degenerazione: ma non | ci | fu campo, nè tranquillità sufficiente a richiamare in esame |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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senza però che osasse metter fuori le unghie: nè | ci | fu alcuno degli ultimi filosofi cattolici, nè Boezio, nè |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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fuoco vulcanico che coperto in parte da ceneri e da rovine, | ci | fa ancora sotto le piante traballare ed ardere il suolo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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più giù fino al Vanini (3); 2 il costume ; e l' averroismo | ci | dà gli epicurei di Firenze del secolo XIV coi loro |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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si persuadono facilmente che in tali giudizi non | ci | sia altro che talune contraddizioni casuali, la causa delle |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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se prima non è filosofo egli medesimo . Tale vicenda | ci | porge, come dicevamo, la filosofia d' Aristotele, ora |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nella grotta ove furono nascosti dagli eredi di Neleo, e | ci | rimasero sì a lungo per sottrarli ai re di Pergamo, che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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conciati gli scritti del nostro filosofo, di maniera che or | ci | è impossibile trovare quanto quelli che abbiamo, s' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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parti. Certo (anche senza contare che alcuni dei libri che | ci | rimangono col nome d' Aristotele non sono autentici, altri |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Laonde nè pure in questi il sistema (quando anco | ci | si contenesse) potrebbe apparire in piena luce. Al che s' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e molte significazioni, e quando l' usa è ben rado ch' egli | ci | avvisi in quali di esse lo prende. Mancando questo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di quei filosofi, condiscepoli ed emuli d' Aristotele, non | ci | rimangono gli scritti, ma frammenti scarsissimi: la solenne |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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provano nel cuore un crudel dolore che ne li fa lamentare. | Ci | si dirà forse che le varie difficoltà fin qui indicate |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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della dottrina aristotelica. E se la cosa è così, come voi | ci | annunciate un' opera che la espone? o che cosa dunque vi |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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, scriviamo un giudizio sopra un' antica filosofia: vi | ci | accingiamo spassionati, senza lasciarci prevenire da alcuna |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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andremo esponendo, si è di vagliare il vero dal falso che | ci | possa essere in tutto quell' ammasso di opinioni che si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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d' incorrervi nuovamente: porgendo netto il vero, se | ci | riesce, e procurando di fare che ciascuno veda l' evidenza |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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luoghi delle sue opere e il fondo stesso della sua dottrina | ci | persuade del contrario. Sappiamo che Platone stesso si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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generati, contro la madre »(3) », ed Eliano e Diogene | ci | narrano l' arroganza del discepolo, che obbligava il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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idee. Egli riconosceva: 1 che senza le idee universali non | ci | può essere scienza [...OMISSIS...] , ammetteva dunque idee |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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fa costantemente, che « « senza gli universali non | ci | può essere scienza » », giacchè la necessità stessa della |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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essenza prima e singolare, e quella costituisse questa, | ci | sarebbe una dualità di sostanze nello stesso individuo, per |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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di Aristotele: « « tolte via le sostanze singolari, non | ci | sarebbe più nulla »(2) ». La qual sentenza non gli può |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che non sono dunque i primi, e che senza le sostanze non | ci | sarebbero le altre cose degli enti (4). Ottimamente; ma |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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il contrario? In un altro luogo, volendo provare, che non | ci | sono elementi comuni alla sostanza e all' altre categorie, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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comuni alla sostanza e all' altre categorie, dice che, se | ci | fossero, sarebbero anteriori alle categorie, perchè l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ad un tempo, non fossero necessarie le idee, quando non | ci | fosse da spiegar altro che le cose reali; ma se oltre |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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da spiegar altro che le cose reali; ma se oltre queste | ci | sono le specie, se ci sono le cose possibili , che non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che le cose reali; ma se oltre queste ci sono le specie, se | ci | sono le cose possibili , che non essendo reali pur sono |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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, che non essendo reali pur sono qualche cosa, in tal caso, | ci | sono anche queste da spiegare, e così le idee ridivengono |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dell' uomo è universale, ma non ce n' è alcuno »(1) »; | ci | sono soltanto degli uomini singolari. Quelli dunque sono i |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che l' opera abbia raggiunto e sia realizzato, poichè, se | ci | tende, non l' ha raggiunto ancora. Nè si dirà, che il moto |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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bastandogli la specie a spiegare la produzione delle cose, | ci | aggiunge un abito attivo che è veramente un quarto |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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materia o la specie fosse l' effetto della trasmutazione, | ci | fosse un' altra materia, e un' altra specie anteriore, e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Da questo adunque argomenta Aristotele, che le specie non | ci | possono essere, secondo Platone, che delle sole cose in |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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posteriori, e nel terzo dell' anima; ma come gli riesce? | Ci | troviamo alcune sentenze generali, ma la questione non si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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quest' essenza seconda dei reali, e il filosofo non | ci | tiene anche qui a bada con delle metafore, è da |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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una esistenza ciascuno separata, e senza alcuna comunanza, | ci | sia il comune o l' universale (e se non vi fosse l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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a Platone. Se dunque noi prendiamo da Aristotele quello che | ci | concede, che « le cose non si potrebbero conoscere per |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sono fuori di questo ». Ma pure conviene, che Aristotele | ci | dica chiaro, se la forma reale , che ha ciascuno degli enti |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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opere esigendo una diversa interpretazione, conviene che | ci | atteniamo a quella che meglio e più facilmente concilia |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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scrive da sè stessa (2). Ed aveva già prima avvertito, che | ci | sono due maniere di patire [...OMISSIS...] . Onde non è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sistema, se c' è sistema; e se non c' è, che fa credere che | ci | sia. Ora quella particella è appunto la più trascurata dal |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la interpretazione, e supponendola chiara da sè, non | ci | fa commento. Intanto da quella proposizione limitata e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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non sieno in qualche modo nella mente, ma che semplicemente | ci | sieno: altramente la conseguenza dovrebbe essere, per non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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. Poichè se quando gli intelligibili sono in potenza, non | ci | potesse essere una mente, in tal caso la mente sarebbe solo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la mente sarebbe solo degli intelligibili in atto, e non | ci | sarebbe una mente potenziale, «dynaton», che non ha niuno |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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può ripensare alle cose che sa, quando vuole, e quando non | ci | pensa è in potenza all' operazione del contemplare. Prima |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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passasse una similitudine maggiore di quella, che veramente | ci | passa, come risulta da questo luogo: [...OMISSIS...] . Egli |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dunque passa a questi suoi atti? Se fosse materia inerte, | ci | vorrebbe una causa esterna che la movesse. Questa causa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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a ciò mi movono sono le seguenti: 1) Aristotele dice, che | ci | deve essere nell' anima intellettiva, « « una mente tale |
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interpreta dunque a questo modo la mente d' Aristotele, non | ci | rimarrebbe altro che un viluppo di contraddizioni e di non |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Ammise dunque nell' anima qualche cosa COL QUALE | ci | procacciamo consapevolmente le cognizioni, ma non qualche |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sapere e credere più delle conclusioni, altramente essi non | ci | potrebbero servire di mezzo a conoscere queste. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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possiede un sentimento fondamentale , dove si può dire, che | ci | sono in potenza le specie sensibili delle cose sentite (5), |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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conviene intendere tutto ciò metaforicamente, ed allora non | ci | rimarrebbe alcuna spiegazione del fatto della cognizione |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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determinato (che altramente non sarebbe sensibile), | ci | abbisogni il fantasma? Anche questo è fuori di questione. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nelle specie sensibili, non perchè quivi essi veramente | ci | sieno, ma perchè la mente stessa colla sua attività ve li |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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stessa colla sua attività ve li pone, benchè per sè non | ci | sieno punto. E porre ne li deve indubitatamente, se si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è essa stessa per natura sua in atto, altrimenti | ci | vorrebbe un' altra causa che la riducesse all' atto, onde |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è trattata più pienamente. Quivi prende a dimostrare che | ci | deve essere « «una qualche sostanza eterna ed immobile », |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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brevità, oscurità e dubbiezza qua e colà ne' varŒ libri che | ci | rimangono. Cominciamo dalla mente umana. Nel secondo « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nel seme [...OMISSIS...] , e nel concepito [...OMISSIS...] | ci | sia l' anima, e onde venga [...OMISSIS...] ; e prima dice |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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perplessità. Da una parte egli riconosce che niuna scienza | ci | può essere, se l' uomo non conosce avanti que' principŒ; |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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[...OMISSIS...] . Dall' altra, trova pure assurdo, che | ci | sieno in noi gli abiti della scienza, senza che noi n' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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così il secondo principio nasce quando s' è conosciuto che | ci | hanno degli enti contingenti e degli enti necessari, pei |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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indimostrabili, notissimi, tutto ciò in una parola che | ci | può essere d' anteriore alla dimostrazione, di cognizione |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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essere uno e immoto, altramente, se tutto si movesse, non | ci | potrebbe essere movimento. E venendo al sensibile dice: |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Aristotele, che antecedentemente a tutte le scienze | ci | sia una scienza, che non tratta d' alcun essere |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come contraria la necessità degli universali , perchè | ci | sia la scienza e non restino le cose al buio. Tentò dunque |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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le cose reali e singolari e che sono unite colla materia, | ci | sono altre specie separate dalla materia, il cui domicilio |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sciogliendo l' apparenza della discordia: il che | ci | obbliga a cercare tutte le vie di conciliare il maestro e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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, ma un che sciente, [...OMISSIS...] , affinchè | ci | sia l' atto compiuto, poichè [...OMISSIS...] . Conviene che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dividendola dalla seconda, e cerchiamo a che s' estenda, | ci | accorgeremo ch' ella è atta solamente a dimostrare, che le |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e non sono in esso, quelle che si dicono del subietto, e | ci | sono, quelle che non si dicono del subietto, e ci sono, e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e ci sono, quelle che non si dicono del subietto, e | ci | sono, e quelle che nè sono nel subietto, nè si dicono di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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tra Aristotele e Platone, che abbiamo già toccata e che | ci | conviene ora meglio sviluppare. L' argomento che fa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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non partecipate ed eterne, e partecipate. Se questo è così, | ci | sarà ancora qualche cosa di comune tra le idee eterne e le |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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d' un subietto; dal che deduce, che dunque avanti ad esse | ci | dee essere il subietto. Platone nega, che le idee sieno |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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si disputa: onde la distinzione applicata al caso nostro | ci | rimanda alla dottrina delle idee, e non vale a chiarirla. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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l' università delle cose, e però basta a soddisfarvi che | ci | abbia un atto primo anteriore a tutte le entità potenziali, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dicevano esser enti per la imitazione di esse »(2) »: non | ci | sono dunque due serie di enti, ma una sola, che ha due |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cose, qualunque sia, purchè non involga contraddizione, non | ci | deve turbare, nè dobbiamo, uscendo di senno per la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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coll' immaginazione nostra e coll' arbitrio. Ora che cosa | ci | risulta da questa attenta osservazione delle cose tutte da |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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attenta osservazione delle cose tutte da noi conosciute? | Ci | risultano queste conclusioni: 1 Che niuna cosa può essere |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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l' ente del non ente, e il non ente dell' ente, come | ci | rimproverano gli avversari, quasi cadessimo in |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ciò che appartiene all' ordine reale sia apparente, e non | ci | sia di vero che l' ordine ideale, come falsamente gli viene |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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subiettivo capace d' acquistare la detta virtù (1); | ci | sono le cose reali atte a divenire intelligibili: c' è il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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idee si contiene l' essere del Mondo. Tra queste idee | ci | sono quelle dell' anime finite. Il Bene che colla facoltà |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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quali danno necessariamente una pluralità, anche dove non | ci | potrebbe essere, e però una cognizione imperfetta, ma l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che noi, discorrendo per via di ragioni , come l' unica che | ci | resti, troviamo necessarie perchè esso sia, sono per la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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quest' ottimo esemplare, conveniva che in questo esemplare | ci | fosse l' idea non meno dell' anima che del corpo del mondo, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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l' Esemplare dall' effetto che è l' Universo, nel quale | ci | sono i vestigi dell' esemplare e c' è l' anima |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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integrità della mente » » (4), perchè nell' Esemplare non | ci | sono che pure idee scevre da ogni concrezione e realità. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che compongono, secondo le ragioni della mente umana, Dio, | ci | sono delle altre idee relative alle cose mondiali, che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Conveniva dunque che ricevesse un ordine. Ma se non | ci | fosse un' intelligenza che intendesse quest' ordine, era |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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aggiunta di qualche altra cosa. E a questa seconda sentenza | ci | atteniamo: giacchè crediamo difficile a provare che gli |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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può rappresentare l' anima compiutamente; perchè quantunque | ci | vengano rappresentati sensibilmente i movimenti dei due |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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infinito occupato dall' anima, dove non dice Platone se | ci | sia moto o quiete, e vuol forse significare ciò che non ha |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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poichè non sarebbe perfetto se alcuna ne mancasse. E però | ci | doveva essere anche la generazione degli animali mortali, i |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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o convenienza di ciascuna a ciascuno de' detti corpi, nè | ci | giova entrare a discutere se e come Platone ammettesse i |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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memoria, secondo la quale ne' discorsi intorno a tali cose | ci | esprimiamo. Le forme adunque e la distribuzione delle cose |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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all' essenza, è patire (3). E che conoscere sia agire, non | ci | può esser dubbio; ma noi neghiamo che all' agire |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è la causa del mondo, Iddio, atteso che in quest' esemplare | ci | sono i vestigi del divino suo autore ed è con esso |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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armonico di sapienza e di piacere , è manifesto che | ci | deve essere una causa che abbia così opportunamente |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dunque del Bene, cioè, ciò che è per sè il Bene quaggiù | ci | manca. Possiamo in quella vece esprimerlo con una cotal |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Si ferma Platone nel « Filebo » a tre di queste idee che | ci | servono a conoscere, come possiamo, il Bene stesso. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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del Bene appena visibile, [...OMISSIS...] ) (1), noi così | ci | formiamo la cognizione del Bene puro . Dimostra adunque |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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nè pur sono piaceri. [...OMISSIS...] . E dimostra che | ci | sono de' piaceri veri e dei falsi: i primi ordinati e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Bene partecipa, e quelle stesse idee eterne, che al Bene | ci | conducono, e a questo di nuovo, come ad ultimo principio, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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eterno, non ha bisogno d' alcun esemplare, e però non | ci | sono le idee , che lo compongono, separate e indipendenti |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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poichè questi sono diversi (4), perciò, secondo Aristotele, | ci | devon essere altrettante materie diverse che li |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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classificano in dieci supremi generi che sono le categorie. | Ci | hanno dunque due generi di specie , secondo Aristotele: 1 |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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veramente se fossero numericamente diverse, di maniera che | ci | fossero due forme, la reale e l' ideale (come in cert' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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Aristotele accusa ingiustamente Platone (2). Poichè se | ci | sono due specie della casa, devono aver qualche cosa di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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all' effetto all' ultima più remota, ed è su questo che | ci | dobbiamo estendere. Tutte queste cause, come vedemmo, si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cose reali sieno nelle stesse cose reali, perchè dice, se | ci | fossero specie fuori delle cose reali, queste nè potrebbero |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cangiano e trasformano è l' unica maniera di produzione che | ci | sia nell' universalità delle cose. Se questa è l' unica |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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alla materia, e sia concorsa alla produzione del mondo. Non | ci | sono dunque le idee separate di Platone. Il mondo dunque è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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come vuole Platone: dunque di separato dalla natura non | ci | può essere una causa efficiente , ma solo una causa motrice |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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o dal caso, s' avrebbe ugualmente la sanità, benchè non | ci | fosse la specie pura nella mente. Di più, quando trovata |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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n' abbiamo indicate: affrettiamoci ad esporre quelle che | ci | restano, e a rinforzare di nuovi ragionamenti quelle che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sensazioni inaccessibili all'uomo con quegli apparati che | ci | diede la natura. È ben lecito imaginare che come da natura |
Psicologia delle menti associate -
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fa la bussola, le influenze magnetiche. Quella società he | ci | diede a scorta l'ago calamitato ella vastità dei mari e nei |
Psicologia delle menti associate -
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solo a renderci pienamente tranquilli e contenti. La fede | ci | dice che se cangiano gli uomini, Iddio è sempre il |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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e che è un atto d' egual bontà quello con cui | ci | umilia, e quello con cui ci esalta; onde se viviamo di |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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d' egual bontà quello con cui ci umilia, e quello con cui | ci | esalta; onde se viviamo di fede, come devono vivere i |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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onde se viviamo di fede, come devono vivere i giusti, | ci | dobbiamo ugualmente rallegrare, colla parte superiore dell' |
Epistolario ascetico - Vol. IV -
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perchè bastano a ciò le opere e i fatti. Gesù Cristo | ci | ha insegnato a giudicare « ex fructibus », e così devono |
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che questa volontà si manifesti, quasi che ella non | ci | fosse stata manifestata dal Vangelo, e dalla dottrina de' |
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de' miei difetti ecc. »; quasichè al presente non | ci | siano più molti difetti: il che mostra una deplorabile |
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rendano brutte di tanta ingratitudine verso quel Dio, che | ci | ha prescelti con infinito amore e collocati in luogo così |
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dirige le nostre stesse orazioni; poichè qual cosa altro | ci | resta da domandare al Signore, se non ch' egli ci aiuti e |
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altro ci resta da domandare al Signore, se non ch' egli | ci | aiuti e conforti a far ciò che c' impone l' ubbidienza, |
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la dolcezza e la mansuetudine, acciocchè quel divin foco | ci | s' accenda e ci consumi! Per le quali ragioni fu cosa |
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la mansuetudine, acciocchè quel divin foco ci s' accenda e | ci | consumi! Per le quali ragioni fu cosa giusta e naturale se |
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quali ragioni fu cosa giusta e naturale se io e noi tutti | ci | siamo rallegrati all' intendere che voi, e con voi i |
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sempre colla condizione della maggior gloria di Dio. E se | ci | fosse un altro che raccomandasse prima i ministri della |
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l' uomo vive, questo può sempre esser convertito; ma se | ci | fosse rivelato da Dio che una persona, per la quale noi |
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la seconda norma. Finalmente anche senza di ciò, quanto più | ci | spingiamo avanti verso il bene insegnatoci da Gesù Cristo, |
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amore obbiettivo anche rispetto a noi stessi; onde quando | ci | rallegriamo dei doni e delle grazie che ci ha date Iddio e |
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onde quando ci rallegriamo dei doni e delle grazie che | ci | ha date Iddio e delle buone azioni che per sua grazia |
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grazia facciamo, riservandone a lui ogni onore e gloria, e | ci | rallegriamo altresì perchè l' anima nostra acquisti così |
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nè difetto di sorte. E` un' allegrezza santa, a cui | ci | conforta il Salmista quando dice: « laetetur Israel in eo |
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in questo godimento ponessimo noi stessi per fine ultimo, | ci | sarebbe peccato grave, peccato indubitatamente di superbia; |
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ordine più o meno alto. Onde se la riflessione è superba, | ci | hanno tante maniere o forme di superbia, quanti sono gli |
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augurii, e ve li ricambiamo di cuore. Ma non meno grate | ci | giunsero le notizie del vostro stato e del vostro esordire |
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a sè stessi s' arrischia di fare dei giudizi falsi, che | ci | portino o all' avvilimento o alla presunzione; ovvero, |
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o alla presunzione; ovvero, rimanendo nell' oscurità, | ci | troviamo agitati dalla stessa incertezza. E` meglio dunque |
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un tutto, non è però questo tutto che si cerca, chè non | ci | sarebbe cagione di cercarlo, già possedendolo. L' essere, |
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( «dyas»), che doveva essere compito dall' unità acciocchè | ci | fosse l' ente (1). IV Unità come tutto formale . - Si |
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»; primo a significarsi, perchè l' astratto puro, benchè | ci | sia nella mente, pure non si denomina subito e neppure si |
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e in Aristotele comparisce bensì la distinzione (3), ma non | ci | è sempre osservata; chè anche in questi filosofi si tratta |
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fosse quella che è per avere in sè quel numero, e che non | ci | fossero altre differenze; poichè nella pura materia a cui |
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poichè nella pura materia a cui manchi ogni numero non | ci | possono essere infatti interne differenze. Ma quando poi, |
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parlare nell' Ontologia a cui rimettiamo il lettore. Qui | ci | basta osservare, che, quando Aristotele dice che i |
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(3), era l' indefinito pe' Pitagorici. Ora, che differenza | ci | passa tra il pari e la diade? (4). E non può esser |
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è perfettamente uno, e nè pure è qualche cosa di completo: | ci | vuole un ente in qualche modo ultimato e determinato |
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determinato, è la realità pura, ossia la materia reale . | Ci | sono dunque per Platone tre indefiniti: l' uno indefinito , |
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dei Pitagorici, e fosse cotanto da queste scuole reputata. | Ci | pare dunque indubitato doversi distinguere l' uno |
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poi i numeri, cioè le specie distinte, ma in cui non | ci | sono attualmente; convien dire ch' essa sia l' idea senza |
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di numero il «to proton hen» dei più recenti (2). | Ci | riserbiamo a mostrare altrove come i Pitagorici traessero i |
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il solo principio del determinato , ovvero « se tutto che | ci | avea nell' universo fosse moto e quiete », come insegnavano |
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lo spazio buio, gli dà le forme e lo determina. Questo | ci | chiama alla mente la specie «eidos, idea» di Platone, il |
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e ciò in due modi: a) trovando in esso tutto ciò che | ci | si potea distinguere; quindi in ogni genere, che è appunto |
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sia, arguisce dall' esserci l' uno , che è necessario che | ci | siano i molti come sua condizione, altramente non sarebbe, |
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ne trae la prima Antinomia speciale: cioè nell' uno essente | ci | sono necessariamente in un modo implicito tutti i numeri |
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più, nel due c' è due volte l' uno, e nel tre tre volte . | Ci | sono dunque dentro i concetti di due e di tre , e di due |
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essente, e però nè pure nel non uno; poichè se in questo | ci | fosse, già ci sarebbe anche nell' uno, chè il predicato |
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però nè pure nel non uno; poichè se in questo ci fosse, già | ci | sarebbe anche nell' uno, chè il predicato diverso è |
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distinguere in essa il due o altro numero definito, non | ci | sarebbe tatto, perchè questo non ci può essere se non tra |
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numero definito, non ci sarebbe tatto, perchè questo non | ci | può essere se non tra due o più cose, tra le quali i |
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in tal caso si può dimandare se nell' uno e nell' altro | ci | sieno anche, oltre i concetti trovati fin qui, il concetto |
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di maggiore e di minore. Ora questi concetti appunto | ci | si trovano. Poichè abbiamo veduto, che tutte le parti |
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c' è, fino che tutte l' altre cose, sino all' ultima, non | ci | sieno, e però l' altre cose sono anteriori e più vecchie |
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il sapere per intuizione o il sapere per sè. Poichè, se non | ci | fosse tempo, cioè il rapporto tra l' identità e la |
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avere più sensazioni, e immutazioni; e di conseguente non | ci | sarebbero i nomi e la lingua. Convien dunque dire che, |
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, ossia il non ente. Poichè, dice l' Ospite d' Elea, che | ci | tiene le prime parti [...OMISSIS...] . E dopo avere |
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anche la dialettica, ossia il ragionamento che vi | ci | ha condotti, trova nell' essere stesso per sè considerato |
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dicesi da prima quello che è congiunto coll' uno, benchè | ci | sia un concetto anteriore, quello dell' uno? - Ciò che è |
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perchè, se l' uno ente è per sè molti, come non | ci | sarà il numero? Laonde Platone nella stessa essenza ( «to |
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mistione di moto e di stato [...OMISSIS...] . Il che però | ci | sembra implicato di molti equivoci. Poichè se l' ente è un |
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identità e la diversità il quarto e il quinto: se qui non | ci | sono tutti i numeri, c' è però fino al numero cinque; e |
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tutti i numeri, c' è però fino al numero cinque; e così | ci | sono abbondantemente gli elementi di tutti gli altri |
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Primieramente, dice, come la scienza è una, e tuttavia | ci | sono molte scienze, che sono specie e parti di quella; così |
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del tutto insufficienti a dimostrare, come nell' uno non | ci | sia nè essere, nè azione, e tuttavia produca, e produca |
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è questo: In ciò che è assolutamente primo, non | ci | possono essere differenze di sorta, perchè, se ci fossero |
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non ci possono essere differenze di sorta, perchè, se | ci | fossero differenze, quale di esse sarebbe la prima? O |
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differenze, quale di esse sarebbe la prima? O questa | ci | sarebbe, o niuna sarebbe logicamente antecedente all' |
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dall' ente logico all' ente subiettivo, essa però non | ci | obbliga di dare a Plotino la taccia di Panteista. Poichè |
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l' identità col fonte da cui è uscito (1); procede che | ci | intervenga una specie di creazione, e che la prima Mente |
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che non si vede come evitarsi; 2 Riconosce Plotino che non | ci | potrebbe essere intelligenza senza una dualità, cioè un |
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solo una, ma anche molte. Ma se si concede che molte menti | ci | sieno, perchè ci sono molte idee, non rimane per questo |
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molte. Ma se si concede che molte menti ci sieno, perchè | ci | sono molte idee, non rimane per questo provato che la Mente |
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deve essere identico a quello che conosce i generi. E, se | ci | fosse un subietto che conoscesse i soli generi e non le |
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da' suoi lettori che la indovinino da sè stessi e non | ci | facciano mai sopra difficoltà, è la stessa che quella che |
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che la Mente comprende tutte le cose, se non so ancora che | ci | sieno le cose, e che cosa importi questo tutte? Voi |
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qualche cosa al di sopra e al di sotto dell' essere stesso! | Ci | ha dunque abuso di speculazione per mancanza di vera e |
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da un debitore per via l' incontro di un creditore: | ci | si affacciano dappertutto importune con quel terribile - |
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per vere categorie. L' affinità e continuità delle sentenze | ci | persuase che riuscirebbe più naturale e facile la nostra |
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delle dispute che ebbero luogo nella scuola di Platone, | ci | consigliano ad esporre il suo sistema alquanto più |
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partizioni dell' ente sopraccennate, tuttavia confusamente | ci | appariscono; e però noi raccoglieremo da' libri di questo |
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delle riflessioni non solo v“lte a distinguere quello che | ci | sembra inesatto, ma a perfezionare anche quello che ci |
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che ci sembra inesatto, ma a perfezionare anche quello che | ci | sembra esatto e vero: il che ci risparmierà il dover |
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anche quello che ci sembra esatto e vero: il che | ci | risparmierà il dover ripetere le stesse cose altrove. |
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filosofo ritorna in altri scritti ancora. All' uopo nostro | ci | limiteremo ad accennare quanto egli tocca in principio all' |
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principali specie di analogia, di cui favelliamo; perocchè | ci | bisogna distinguere queste due specie a spianarci il |
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essenza dell' essere assoluto, poichè altramente tal essere | ci | riuscirebbe manchevole, ma non sappiamo in che modo le |
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all' incontro, che è il determinante, ha numero, cioè | ci | sono diverse specie. Ricercando quali sieno, si viene a |
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generi sono « la specie e la materia », convien dire che | ci | sia una materia ideale , che costituisce il genere delle |
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non trovasi nella natura delle cose, dove, quantunque | ci | sia distinzione, non vi ha separazione, cioè non c' è |
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è sostanza (propriamente detta) divisa dagli accidenti, nè | ci | hanno accidenti divisi dalla sostanza; ma la sostanza e gli |
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come la quarta, che è la relazione «pros ti». Vero è, che | ci | hanno certe relazioni oggettive: ma, oltre che il filosofo |
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inconseguenza, che prestano tutta fede alla ragione quando | ci | asserisce qualche cosa intorno agli oggetti sensibili, e le |
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fede quando con eguale o ancor maggior asseveranza ella | ci | asserisce qualche cosa intorno agli oggetti intelligibili; |
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quali sieno le partizioni dell' ente, che questo filosofo | ci | viene proponendo. L' ente di Kant, parte prodotto, parte |
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trascendentale, cioè la dottrina della sensitività, | ci | sembra la parte migliore della « Critica della Ragione pura |
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un modo di concepire simultaneo ed immobile, e questo | ci | viene dalla natura dell' ente intuìto che è fuori dello |
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[...OMISSIS...] 1 Queste quattro grandi classi di giudizŒ | ci | sono date da Kant sulla sua parola, poichè non fa alcun |
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, ma puramente dialettica, e però ella è tale che non | ci | può somministrare in modo alcuno la partizione dell' ente o |
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che l' azione e la passione siano reciproche; quando | ci | sono passioni ed azioni che non finiscono in un solo |
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difenderla dal suo proprio furore, (il che d' altra parte | ci | sarebbe impossibile), e ci rassegneremmo ad essere anche |
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furore, (il che d' altra parte ci sarebbe impossibile), e | ci | rassegneremmo ad essere anche noi stolti, avendo una |
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chiama intuizione) dà degli oggetti, e senza questi non | ci | hanno che idee; dunque noi non possiamo dimostrare che vi |
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oggettivo, come potete voi dimostrare che la ragione non | ci | illuda? Vedo bene che voi negate solo che la ragione ci |
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non ci illuda? Vedo bene che voi negate solo che la ragione | ci | illuda primitivamente , e con questo accordate che ci |
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ci illuda primitivamente , e con questo accordate che | ci | illude posteriormente. Ma dove fondate voi questa |
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assoluta incondizionata del soggetto pensante , ed ella non | ci | perviene se non per via di un paralogismo, che le fa |
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al dovere di scegliere? Vi può essere un dovere morale che | ci | obblighi ad abbandonarci all' illusione? E a mentire a noi |
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è coscienza, se teniamo fermo quello che lo stesso Fichte | ci | ha accordato, cioè che la coscienza esiga un soggetto ed un |
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coscienza di sè che per riflessione, come lo stesso Fichte | ci | accorda, e però ha bisogno di essere oggettivato acciocchè |
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non cadono che gli oggetti. Ma la coscienza stessa | ci | dice che un oggetto non è l' altro, nè si può coll' altro |
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si pronuncia col monosillabo IO. Or come la coscienza | ci | dà la distinzione di tutti i suoi oggetti, così ci dà la |
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ci dà la distinzione di tutti i suoi oggetti, così | ci | dà la distinzione dell' IO da tutti gli altri innumerevoli |
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che alla coscienza appartengono. La coscienza dell' IO | ci | dice bensì, che quest' io è il principio consapevole, ma ci |
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ci dice bensì, che quest' io è il principio consapevole, ma | ci | dice in pari tempo, ch' egli, principio consapevole, è un |
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un solo di tutti gli innumerevoli oggetti della coscienza, | ci | dice che l' IO ha una relazione con tutti gli oggetti, ma |
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riconoscere per buoni gli argomenti di Fichte, questi | ci | condurranno alla necessità di riconoscere che l' Io, ossia |
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STESSO come un essere riflettente e pensante, ed allor solo | ci | rendiamo conscii di noi medesimi. [...OMISSIS...] |
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dato allo spirito umano per natura nel primo suo oggetto, | ci | conduce da un ente all' altro, e talor anco dall' ente |
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si divida in soggetto ed oggetto. Anzi la coscienza stessa | ci | attesta, che tanto il soggetto quanto l' oggetto non sono |
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in cui ella si divide. In quanto al soggetto la coscienza | ci | dice, ch' egli è quello che è consapevole, ma non è la |
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la coscienza o parte di lei. Anzi è la coscienza stessa che | ci | attesta, che altro è lei stessa, altro i suoi oggetti; |
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è lei stessa, altro i suoi oggetti; altro l' atto con cui | ci | rendiamo consapevoli, altro ciò di cui ci rendiamo |
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l' atto con cui ci rendiamo consapevoli, altro ciò di cui | ci | rendiamo consapevoli. La coscienza è un nostro atto o |
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coscienza è un nostro atto o abito; ma l' oggetto, di cui | ci | rendiamo consapevoli, non è mica sempre un nostro atto, o |
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suo concetto. Ma il concetto del principio di quest' atto | ci | dimostra anzi, che si può egualmente pensare che esista o |
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Io) sussiste, pone il suo termine; questa proposizione nè | ci | conduce ad un Io, ma ad un principio di atto; nè ci conduce |
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nè ci conduce ad un Io, ma ad un principio di atto; nè | ci | conduce ad un principio necessario, ma contingente, e tale |
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non si considerava, che è la coscienza stessa quella che | ci | dice che ella non crea le cose, ma non fa che affermarle; e |
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degli enti. E non di meno l' affermazione , colla quale noi | ci | persuadiamo della sussistenza degli esseri, è una |
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aver veduto ch' ella non è di facile spiegazione, è ciò che | ci | fa lodare di profondità il pensiero di Fichte. Il |
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non si dee mettere a suo conto l' occasione ch' ella | ci | porge di avere l' idea determinata dall' ente, perchè |
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limita. Rimane adunque che l' affermazione per sè altro non | ci | faccia conoscere se non la sussistenza di quell' ente di |
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conoscere se non la sussistenza di quell' ente di cui | ci | occasiona l' idea; idea che ci è data, come da vera causa, |
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di quell' ente di cui ci occasiona l' idea; idea che | ci | è data, come da vera causa, dall' intuizione dell' essere, |
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anche oltre l' atto dell' affermazione; Fichte non | ci | può mica dire, che quest' è un' illusione trascendentale. |
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in antinomie, categorie ed altro, e in vece di verità | ci | ha lasciato contraddizioni. Se dunque cotesto smembramento |
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essere la base del sapere e della certezza, e di questo | ci | congratuliamo; ma, nello stesso tempo che in questo vero |
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senza cognizione e senza ragione; 3 Il dire che non | ci | possiamo innalzare al di sopra di quest' azione, è un |
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che assai più vero sarebbe dire il contrario, cioè che non | ci | possiamo abbassare al di sotto di quest' azione. Che se |
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sia vero); in tal caso è da osservare che l' astrazione non | ci | conduce mica sempre ad esseri più nobili e perfetti, ma |
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Separarlo dagli oggetti reali che non sono lui stesso. Che | ci | rimane allora? Lo spirito solo; quello spirito che si aveva |
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quest' altra proposizione: « Ora la ragion sufficiente | ci | dee essere: dunque è falso quest' argomento ». 6 Uno |
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uomo, cioè nel contingente, e per quantunque astrazioni | ci | abbia fatto sopra, per quanto l' abbia distillato nelle |
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e rigiri circolari: egli era impossibile che finalmente non | ci | sentisse l' angustia del luogo, e non gli venisse voglia di |
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maestro, e così gli parve d' averlo ultimato. Or noi non | ci | tratterremo a dimostrare l' enormità di queste cotali |
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sua filosofia ricade troppo a scapito della verità, di che | ci | dava sospetto pure al primo sguardarla. Questo filosofo |
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è quella che ora preferisce e a cui più si applica. Noi non | ci | allungheremo dimostrando quanto sia erroneo e dannoso |
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Perocchè dallo stato di potenza allo stato d' infinito atto | ci | ha una distanza infinita, e una distanza infinita non può |
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riguardo vale in buona parte anche per lui; parte perchè | ci | bisognerà discuterlo altrove dove favelleremo della |
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filosofo. E veramente l' attenta osservazione della cosa | ci | dimostra che nè l' idea di spazio, nè quella di tempo, si |
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del fatto come stanno queste cose. La quale osservazione | ci | dà, che la sostanza è il principio, il soggetto, e, se si |
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e dietro la quale tutti parlano e operano gli uomini, | ci | conduce a conchiudere evidentemente, che l' Essere (preso |
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come, date le percezioni sensitive delle cose, noi | ci | possiamo formare le idee delle medesime? Se il senso |
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come noi passiamo dunque ad avere il modo ideale ? Onde | ci | vien percepito questo modo ideale dell' essere? Da quale |
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cosa particolare: come appunto è della luce, che | ci | risplende sì, ma non ha forma particolare, cioè non è |
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esercitato sopra di noi quella sensibile azione. Quando noi | ci | persuadiamo che una cosa sussiste, diciamo una parola a noi |
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che lascia dopo di sè) fa tre cose in noi, cioè: 1. | ci | dà un argomento onde noi ci persuadiamo che un essere |
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fa tre cose in noi, cioè: 1. ci dà un argomento onde noi | ci | persuadiamo che un essere sussiste; 2. determina un punto |
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del suo potere immediato sopra di noi, un effetto che | ci | mostra la natura di quella causa operante, e che ci fa |
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che ci mostra la natura di quella causa operante, e che | ci | fa partecipare di quella sua attività stessa colla quale |
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affermare del suo modo di esistere , è quella insomma che | ci | produce quella cognizione della cosa che io chiamo positiva |
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questo che esiste un certo suo effetto, sebbene la causa | ci | rimanga al tutto velata e in nessun modo percepita? Una |
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è quella appunto che, per distinguerla dall' altra, | ci | parve poter chiamare cognizione negativa . La cognizione |
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alla sussistenza di questo Dio. Tuttavia queste idee che | ci | segnano l' essere divino e ci convincono insieme la |
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Dio. Tuttavia queste idee che ci segnano l' essere divino e | ci | convincono insieme la necessità della sua sussistenza, non |
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esse non ne contengono se non la prova: questo essere | ci | resta nascosto dietro una tenda, noi non lo percepiamo . Il |
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esempio, che sia un corpo o altro, secondo gli indizi che | ci | sono dati (1), possiamo imaginare quella essenza generica o |
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loro causa che è l' essere ella medesima. Giacchè, se non | ci | avesse questa comunanza, non ci sarebbe veicolo o passaggio |
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medesima. Giacchè, se non ci avesse questa comunanza, non | ci | sarebbe veicolo o passaggio veruno, per la quale potesse la |
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di Dio, riguarda il concetto espresso nella parola DIO che | ci | tien luogo di soggetto nel giudizio:« esiste Dio«. La |
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dell' essere). La cosa, di cui affermiamo l' essere, non | ci | è nota se non per un concetto puramente ideale. Ove dunque |
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che comprende il concetto che noi abbiamo di Dio e che | ci | determina l' essere divino; 3. parte negativa che comprende |
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primo capitolo, intorno alla natura della umana cognizione, | ci | spiana la via a trovare la risposta conveniente a questa |
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puramente formale , ma bensì la materiale . Perchè se non | ci | fossero state comunicate se non verità, le quali non |
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teologia rivelata senza la percezione di Dio, quando non | ci | fossero altre cognizioni che le positive . Ma ciò che pochi |
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ciò che avviene al cieco nato che acquista il vedere, | ci | darà la via di farci intendere. Se un cieco nato |
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relativamente alla parte sua materiale . La rivelazione | ci | narra cose nuove di Dio, cioè di un Essere che noi non |
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alla similitudine del cieco, di cui abbiamo fatto uso. Egli | ci | dice manifestamente che, non avendo nessun uomo veduto mai |
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che, non avendo nessun uomo veduto mai Iddio, quello che | ci | narrò tante cose intorno alla divinità da lui veduta e a |
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alla divina natura i ciechi siamo noi, il veggente, che | ci | parla è Dio stesso, è Gesù Cristo suo Unigenito. Tale è il |
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chi lo vide, deve succedere necessariamente, che in ciò che | ci | vien narrato di Dio a noi appariscano delle oscurità e dei |
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delle cose rivelateci: perocchè è la ragione quella che | ci | mostra la necessità, che a quelli che sono privi di un |
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naturale. Tutte le cose dunque dell' universo sensibile che | ci | circonda, e noi stessi in esso, con tutte le mutue azioni |
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dell' uomo, di un' azione reale ; mai dentro l' uomo esser | ci | potrebbe niente di veramente soprannaturale, e lo spirito |
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d' amore che spande nell' animo che la divina grazia | ci | rende meditativi della santa legge e delle cose divine, nè |
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fa nell' uomo la grazia. S. Giacopo dice: « Volontariamente | ci | ha generati colla parola di verità, acciocchè siamo un |
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ammettere d' innato questa idea, acciocchè nell' uomo | ci | abbia l' elemento intellettivo. L' assurdità del primo di |
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per modo che ha ricevuto l' essere in sè stessa. Non | ci | inganni il parerci che in molti casi grande sia la potenza |
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quanto più sono astratte e negative, cioè tali che non | ci | dànno la rappresentazione positiva della cosa, ma ce la |
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ma ce la segnano solo e contraddistinguono (2). Le idee | ci | fanno semplicemente conoscere le cose, e il semplicemente |
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ricorrono alla mente, si mescolano nel concetto di Dio, e | ci | mettono a pericolo di dare ad esse quell' adorazione e |
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di nessun sentimento, se non a condizione che noi | ci | raccogliamo in noi stessi e ci badiamo a quel sentimento. |
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se non a condizione che noi ci raccogliamo in noi stessi e | ci | badiamo a quel sentimento. Non badandoci noi, non ponendovi |
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poniamo giù la stessa nostra [vita] o, se avvenir potesse, | ci | annulliamo. Perciò il bambino non può sentir l' atto onde |
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. Noi abbiamo veduto che, sebbene la divina rivelazione | ci | narri della natura divina delle cose assai più eccellenti |
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un concetto negativo (2). Tuttavia questo concetto negativo | ci | contraddistingue Dio. Avendo in noi la operazione divina, |
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soave e sublime, uscente da quella percezione, che | ci | persuade la verità delle cose percepite (2). 4. Potenza di |
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nella divina Scrittura anche il lume della grazia che | ci | fa percepire l' essere reale; mentre sembrerebbe che solo |
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del chiamarsi propriamente anche cognizione il lume che | ci | viene dato dalla grazia. La prima di queste due ragioni è, |
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cioè nell' esser essa indistinta , sebbene tale che noi | ci | accorgiamo di percepire con essa TUTTO L' ESSERE, TUTTO IL |
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il poeta Arato, citato da S. Paolo: « In lui viviamo e | ci | moviamo e siamo« (1). » Ma tutto questo non fa sì ancora |
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fra l' idea e l' essere reale che opera in noi, e che | ci | imprime quello che egli chiama il carattere divino : ecco |
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lo Spirito Santo; e mostrato quanto gran differenza | ci | corra fra il partecipare di quelle e di questo. Il luogo, |
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[...OMISSIS...] Di una terza maniera di causa formale | ci | viene data notizia dalle sensazioni. Noi colle sensazioni |
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e l' uomo a una statua dorata (1); poichè nella indoratura | ci | ha lo stesso oro, e non già qualche altra cosa, solamente |
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e le specie, non si possono nè pur pensare; a tale che | ci | sembra che, anco rimosse le idee, le cose riterrebbero le |
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come amata, come termine dell' amore, sussiste. Nel che | ci | ha questa differenza fra l' amore che abbiamo noi di noi |
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lo Spirito Santo l' amore del Padre e del Figlio: e non | ci | avviene di riflettere molto che ciò che formano le persone, |
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della operazione della grazia e forma dell' anima santa, | ci | parve poter acconciamente chiamare questa operazione non |
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I Padri della chiesa, dietro le divine Scritture, | ci | dicono lo stesso della operazione triniforme. E` una |
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un sentimento della santissima Trinità in noi quella che | ci | fa sperimentare e percepire appunto, sebbene |
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tutto ineffabile e che è ignoto all' uomo animale, il quale | ci | rivela Iddio. Abbiamo detto che la natura, l' essenza di |
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e che tutte le cose racchiude, a cui non manca niente, che | ci | riempie perfettamente, ci sazia e perfettamente accontenta, |
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a cui non manca niente, che ci riempie perfettamente, | ci | sazia e perfettamente accontenta, che insomma con esso noi |
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personalità; sentesi la presenza in noi di tal cosa che | ci | invade e domina sostanzialmente; e si sente in questa |
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sua bellezza ineffabile la volontà e l' amor nostro, e | ci | prende allora tale un amore che è qualche cosa di pieno, di |
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che è qualche cosa di pieno, di sostanziale, una manna che | ci | pasce, un vino che ci letifica: nutrimento e delizia |
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pieno, di sostanziale, una manna che ci pasce, un vino che | ci | letifica: nutrimento e delizia incomparabile dell' anima |
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sempre una cotale persuasione che in ciò che percepisce | ci | abbia il TUTTO, e che ivi nulla manchi dove ha il suo |
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in ogni sentimento intellettivo e sentesi una forza che | ci | fa passivi, ed una specie ed una bellezza ed amabilità che |
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il medesimo tutto, il tutto in tre modi, quasi per tre vie, | ci | inabisseremo nel medesimo infinito e assoluto essere. La |
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idee negative della divinità, che la divina rivelazione | ci | somministra: il che è ciò che insegnava l' Apostolo, |
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come germe, e di mano in mano disviluppata. E` così che | ci | descrive l' Apostolo la mirabile dispensazione delle divine |
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nella comunicazione del Verbo. Nelle divine Scritture | ci | è descritta questa comunicazione del Verbo colle anime, |
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» E veramente anche nell' antico Testamento i Santi che | ci | vissero, parteciparono della grazia del Redentore, nel |
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l' unione col Verbo divino. E veramente S. Giovanni | ci | dice, che Isaia vide la gloria di Cristo, e che parlò di |
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. Or hassi a portar oltre questa dottrina: al che | ci | fa il ponte questa denominazione di dono , che ab aeterno |
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ma con questa giungiamo alla loro sussistenza; quella poco | ci | affetta e muove, verso di questa che vede i pregi o i |
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s' invita per così dire, come ha fatto con Zaccheo, ma non | ci | viene se non venendo di buon animo ricevuto. E questa |
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dovendo noi farci ancora su questa materia più sotto dove | ci | cadrà di parlare dell' ordine nel quale le divine persone |
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dell' uomo è opera dello Spirito Santo, il quale | ci | fa percepire il Verbo. Ma questo ha bisogno di spiegazione, |
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del primo, si è che quel sentimento dee essere cotale che | ci | faccia sentire una cosa sussistente , e non puramente |
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una cosa sussistente , e non puramente ideale. Ora Cristo | ci | fa notare questi due caratteri nella comunicazione che fece |
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una comunicazione sostanziale, giacchè la natura divina non | ci | si fa nota per altra via, come ho mostrato più sopra (2), |
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staccate e distinte le une dalle altre: in questo modo anzi | ci | assicurò Cristo che gli Apostoli non le sapevano, perchè, |
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percepisca ciò che è formalmente nel Verbo, ma non ciò che | ci | sta eminentemente , come le notizie di tutti i possibili e |
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che il sentire in sè stessi una sussistenza, un bene che | ci | riempie: [...OMISSIS...] . E spiega in che maniera si |
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non più io, ma vive in me Cristo« (4) ». Non già che noi | ci | cangiamo nella persona di Cristo, o la persona di Cristo in |
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la grazia sua, dice S. Agostino, che diede a noi pur quando | ci | elesse innanzi alla costituzione del mondo (3). Il gaudio |
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qualche modo nella generazione del Verbo, è tutto ciò che | ci | può essere di più grande nella cognizione, nella percezione |
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che Dio fosse per manifestare. [...OMISSIS...] Nulla più | ci | vuole: la disposizione buona della volontà, l' implicito |
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Spirito Santo fa sapere che si sa il Verbo, fa che noi | ci | accorgiamo di saperlo, e ne tiriamo di quella nostra |
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sentimento è totale, cioè si sente in esso il tutto, se | ci | sazia perfettamente, non può essere che sostanziale la sua |
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non può essere che sostanziale la sua forma. E ora, che | ci | sazii interamente, è insegnato nel discorso tenuto da |
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quella verità sussistente nella quale si vede il Padre? Chi | ci | dà, chi porge alle nostre menti questa verità divina? |
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semplicemente acciocchè il Padre suo sia glorificato, ma | ci | aggiunge il modo di questa glorificazione, cioè nel |
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Verbo il Padre, cel veggiamo perchè la rivelazione esterna | ci | ha detto esservi, e perchè il sentimento interiore ci dice |
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ci ha detto esservi, e perchè il sentimento interiore | ci | dice altro essere la luce, e altro la forza onde cominciò a |
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presumere di investigare ciò che non si può. Checchè però | ci | sia dato da Dio di poter conoscere in tale argomento, è |
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dell' essere, questa relazione, noi intendiamo che aver | ci | dee il principio da cui provenga: e questo è il Padre. Se |
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nelle anime pel suo Verbo. Vero che in questa vita non | ci | viene svelato il modo di questa missione o generazione; e |
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come generante , e come tale solo il crediamo , perchè | ci | è rivelato dalle parole del Figlio, e perchè nel generato |
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che dal protestantesimo rientrarono nella chiesa. Or non | ci | ha più mezzo fra questi due estremi: due soli sistemi sono |
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che udiamo i fondamenti di quel suo razionalismo (2) che | ci | presenta come il frutto dei lumi e delle scoperte dei |
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eterno artefice fabbricato? E qual ripugnanza vi ha che | ci | sia nell' uomo una potenza sublime che abbia per oggetto |
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e trovarsi veramente giunta al suo fine? Che è, che | ci | descrive tanto lontano questo Dio da noi? Che si teme tanto |
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Ora egli starebbe a vedere se nel ragionamento surriferito | ci | fosse per avventura dell' arroganza aggiunta a della |
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che trattasi di spiegare, perocchè sanno bene anch' essi (e | ci | vuol poco a saperlo) che delle cause, che restano occulte |
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che delle cause, che restano occulte nella natura troppe | ci | sono, e quanto poco sia quello che noi conosciamo dei |
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consiste in definire e sapere, se questi motivi ragionevoli | ci | sono, come opinano i cattolici, o non ci sono, come opinano |
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motivi ragionevoli ci sono, come opinano i cattolici, o non | ci | sono, come opinano i razionalisti. V' hanno adunque due |
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dell' autorità che [a quello] della ragione, e quindi | ci | dirà al suo solito non volerne sapere di autorità alcuna, |
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stesso è essenzialmente oggettivo , cioè è tale facoltà che | ci | spinge fuori di noi e ci fa tendere in un oggetto infinito. |
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, cioè è tale facoltà che ci spinge fuori di noi e | ci | fa tendere in un oggetto infinito. 4. Quindi che è un puro |
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quei marmi parlanti, quelle poesie e musiche che tanto | ci | incantano e ci trasportano. Perocchè altro è il poterle |
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parlanti, quelle poesie e musiche che tanto ci incantano e | ci | trasportano. Perocchè altro è il poterle riconoscere, |
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Perocchè altro è il poterle riconoscere, quando | ci | sono date, e altro è il produrle in atto nella nostra |
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spirito, e non ha bisogno di educazione: ma la quale non | ci | presenta alcuna bellezza, ma aspetta che glie ne vengano |
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favola che Cesare o Cicerone abbia esistito? E il quale se | ci | fosse, non s' inviasse all' ospizio de' pazzi? Sebben che a |
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volgiamo il discorso a parlare di persuasione religiosa, | ci | cresce in mano assai d' argomento. Perocchè potè mai la |
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da sorreggerla e munirla d' alcuna prova? Ma pare che qui | ci | sia nè sana ragione, nè senso comune, nè pudore. Dirà per |
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noi non possiamo tenere una regola di fede nè comune nè che | ci | duri un anno: noi vogliamo variar sempre e non possiamo a |
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che la ragione stessa, pigliata nel suo ampio significato, | ci | conduce alla storia e concilia a lei la nostra fede: mentre |
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a lei la nostra fede: mentre questa ragione medesima | ci | fa sommamente diffidare e ci mette in iscredito la ragione |
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mentre questa ragione medesima ci fa sommamente diffidare e | ci | mette in iscredito la ragione de' razionalisti, una ragione |
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autorità della Bibbia, ma sull' autorità della Chiesa che | ci | dà la Bibbia. Noi abbiamo un' autorità infallibile, |
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copiati i suoi argomenti (1). E pure questi nuovi sapienti | ci | dicono le sentenze più comuni con tanta gravità e con tuono |
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quando noi parliamo di azioni di Dio immediate e mediate, | ci | opponiamo punto alla verità, la quale per noi è un dogma, |
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(1). Ma veniamo al secondo argomento. Nel secondo argomento | ci | si presenta pur nell' esposizione stessa qualche cosa più |
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trovare al suo dubbio una sufficiente risposta. Noi | ci | conterremo in poche osservazioni. In primo luogo non è |
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colla vista dell' essere: per ciò questo essere di cui | ci | serviamo a conoscere Iddio convien che sia una similitudine |
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trova [che] l' essere, col quale conosciamo le cose, non | ci | potrebbe prestare questo mirabile servigio di renderci note |
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solo l' idea di ciò che è perfetto in qualsivoglia genere | ci | può aiutare a scorgere e conoscere e giudicare i varii |
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in quella guisa appunto che negli enimmi, de' quali quando | ci | è comunicata la soluzione tutto ci riesce chiarissimo e |
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enimmi, de' quali quando ci è comunicata la soluzione tutto | ci | riesce chiarissimo e vediamo come le circostanze indicate |
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che una maggiore e più intima visione della cosa, la quale | ci | sarebbe stata necessaria per trovare il conveniente |
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queste che le cose stesse agiscano nel nostro sentimento e | ci | lascino delle modificazioni, che sono altrettante traccie e |
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colla quale noi veniamo a conoscere le cose contingenti, | ci | apparirà che si può dire in un senso verissimo, e l' hanno |
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questa impressione e sensazione che in noi produce ciò che | ci | fa indurre esistere la cosa che ci ha modificati: tale è la |
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in noi produce ciò che ci fa indurre esistere la cosa che | ci | ha modificati: tale è la nostra percezione delle cose, e la |
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nostro proprio moto: e così quelle che sono azioni in noi, | ci | diventano altrettanti esseri, non perchè, come dicevamo, |
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creazione, e che noi, come dice la Scrittura, siamo, | ci | moviamo e viviamo in Dio (1); e che Dio porta tutte le cose |
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che esse non sono l' essere, che esse non sono, e non | ci | si fanno conoscere se non come azioni e termini dell' |
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questa loro contingenza, questa deficienza di essere, | ci | conduce a vedere la necessità dell' essere, cioè di un |
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alle creature; e anzi applicandolo al Creatore non | ci | dà la piena notizia di lui (5). La quale non si può avere, |
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perciò che è solo naturale imagine del Padre, a cui noi | ci | rendiamo conformi appunto con affrattellarglici. Questa è |
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natura, mista di materia e di spirito. E però il Genesi | ci | dipinge Iddio che va diportandosi per lo giardino della |
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egualmente adattata all' umana natura. Sicchè Colui che | ci | ha dato i sacramenti nella legge evangelica dimostra d' |
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ripugniamo eziandio che sappiamo per fede che dopo la morte | ci | sta preparata una nuova vita per Cristo: ma, come dice l' |
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la quale veniva a noi come una veste di gloria che | ci | sopravvestiva senza bisogno di spogliarci delle membra del |
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prezzo che egli pur merita. In questi due casi adunque non | ci | sarebbe cagione alcuna dalla quale la natura ragionevole |
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Angelico conviene qui tirare intanto questa conseguenza che | ci | gioverà poscia in futuro, cioè: che la grazia di Adamo |
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questo non è sicuramente la mente del santo Padre che ora | ci | serve di guida. Ma che il fondo dei suoi pensieri io reputo |
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essere che gli sta innanzi tutto ciò che vuole, ma anzi non | ci | vede nulla se l' esperienza del senso animale non lo aiuta |
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animalità senza ragione, dir non si potrebbe che in lui | ci | avesse deformità o guasto morale, ma solo alcun disordine |
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sono altrettanti atti morali e meritorii, i quali per ciò | ci | accrescono la perfezione della persona. E tuttavia come si |
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questi atti perfettivi della nostra personalità, se non | ci | fosse data occasione a farli da quei difetti di natura che |
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quale per ciò nè pur Dio stesso avrebbe potuto fare che non | ci | fosse. E una tale intrinseca e naturale limitazione |
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supremo principio devono essere mosse e guidate. Sicchè ove | ci | avesse difetto nel principio supremo, tutto l' uomo sarebbe |
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la personale perfezione. Or qui il pensiero naturalmente | ci | porta a dimandare a noi stessi: in che ordine gli oggetti |
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parti della sua natura. Imperciocchè in quanto a quello che | ci | dice circa una tale questione l' esame della umana |
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nell' umanità presente non può giammai essere tale che | ci | rechi senza morte alla visione beatifica di Dio: laddove |
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dell' uomo a cui la mente cerca di sollevarsi, e quello che | ci | narra la cristiana verità, che la prima colla sua |
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eccede i confini dell' essere ideale , quando la seconda | ci | parla di uno stato che appartiene all' essere reale : cioè |
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natura che ha messo in noi questi indettamenti, or come | ci | ha poi fatti così infelici? Che maligno diletto potea |
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tolte egualmente secondo ogni apparenza dal Bramaismo, | ci | parlano di una ribellione di spiriti o di angeli acciecati |
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alla spiegazione del male che da questo fatto dipende, non | ci | voleva meno che la testimonianza di un' autorità |
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il peccato originale. Fin qui le nostre ricerche | ci | condussero a vedere che cosa non è il peccato originale, |
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Dobbiamo adunque ora seguitare la ricerca per comporci, se | ci | riesce, la notizia positiva di questo misterioso peccato |
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fosse terminata solo all' essere ideale indeterminato, non | ci | sarebbe stata cagione di volere di più, almeno per molto |
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del santo Dottore manifestatamente si appalesa. Perocchè | ci | riconosce in esse che non può avervi formal peccato prima |
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in detrimento e perversione della sua volontà , per ciò noi | ci | tratterremo solo a raccogliere qui in poche parole ciò che |
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ragionamento: e le cose quivi ragionate or più che mai | ci | bisogna rammemorare. Conciossiachè risulta da quanto colà |
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e sommamente contrario alla cattolica verità, la quale | ci | ammaestra anzi a credere che anche il giusto, fin che |
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sussistenza in sè che noi non veggiamo e che veggendola noi | ci | si rivelerebbe in forma divina e lo percepiremmo allora |
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che perchè nel modo di eseguire i precetti naturali non | ci | abbia peccato, è necessario che essi si eseguiscano per un |
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conoscono Dio come essere sussistente o che attualmente non | ci | pensano, basta come dicevamo che le operazioni loro sieno |
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con la quale l' uomo esercita la virtù naturale. Ora | ci | rimane a dichiarare meglio la natura di questo |
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del bene risultante da tutte le circostanze in cui | ci | troviamo. E questo è ciò che il distingue dal giudizio |
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c ) Dai quali principii procedono alcune conseguenze che | ci | dànno lume a far probabile conghiettura dello stato dell' |
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esponiamo la dottrina della sua propagazione. E a tal fine | ci | è bisogno cominciare dal riassumere ciò che abbiamo detto |
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Apostolo, si nasconde un vero profondo e misterioso; che | ci | confessa di avere bensì il desiderio di vedere e penetrare, |
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si fa, come abbiamo altrove veduto, perchè Cristo | ci | comunica un principio nuovo vitale. Simigliamente la |
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un principio nuovo vitale. Simigliamente la generazione | ci | deve comunicare un principio di morte spirituale. Questi |
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fanno contro il peccato originale e che troppo a lungo | ci | menerebbe il riferirle. Ma non credo però inutile anzi |
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uno e l' altro, che Cristo fu immune dal peccato perchè non | ci | intervenne l' uso del seme, e non quella concupiscenza che |
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principio è nella parte più alta di essa natura. E questo | ci | valga a conciliare, a legare insieme e a ricapitolare |
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occulta nelle viscere della cristiana teologia, che noi | ci | siamo proposto di aiutare perchè venga alla luce: facendo |
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di aiutare perchè venga alla luce: facendo ancor noi, (se | ci | è permesso di usare in altro senso la frase di Socrate) l' |
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questo che d' innato; e questa ricerca da noi affrontata | ci | condusse alla teoria della naturale intuizione dell' essere |
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la soluzione che noi ne abbiamo dato; e poi quanta luce, | ci | si dica, non manda fuori di sè un insegnamento sì strano a |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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nessun segno esterno di uso di ragione? Non cerca: solo | ci | dice che questo è la verità e ci ingiunge di crederlo. - Ma |
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ragione? Non cerca: solo ci dice che questo è la verità e | ci | ingiunge di crederlo. - Ma non è egli una tale dottrina |
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risulta dai principi filosofici per noi dimostrati, non | ci | rende egli manifesto come la infusione delle virtù |
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una transazione codarda, la via di godere, disertarono e | ci | furono nemici acerbi al di dopo. Pochi anni di pericoli, di |
Doveri dell'uomo -
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da voi, un altro Dovere, non meno solenne di quello che | ci | stringe a fondare la Patria Libera ed Una. La vostra |
Doveri dell'uomo -
|
Predicate il Dovere a' nostri padroni, alle classi che | ci | stanno sopra e che trattando noi come macchine, fanno |
Doveri dell'uomo -
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potenza. Lasciate che abbiamo esistenza riconosciuta; | ci | parlerete allora di doveri e di sacrifizio. Così dicono |
Doveri dell'uomo -
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abbiamo detto che la specie astratta è quel concetto che | ci | fa conoscere « « l' atto pel quale l' ente sussiste »(1) »; |
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stessa, quando i diversi gruppi di effetti sensibili, che | ci | fanno conoscere l' ente, non differiscono che per la loro |
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». Dunque la materia non si conosce che da ciò che | ci | ha dato il senso, su cui fece il suo lavoro l' astrazione |
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delle sensazioni che la veste, che a noi la determina, e | ci | fa conoscere ch' ella è una e non un' altra. Ma questo |
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una cognizione soggettiva, per quella legge ontologica che | ci | obbliga a dare a tutte le cose che noi pensiamo la forma di |
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senza la quale non può esser l' ente? Ecco la questione che | ci | proponevamo. Noi l' abbiamo toccata altrove, e abbiamo |
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il che è nulla meno che trasformare l' uomo in Dio. Noi non | ci | indugeremo a confutare un paradosso contraddetto da tutte |
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predicazione . Quanto all' intuizione pura e sola, ella non | ci | fa conoscere che l' essere in universale. La predicazione |
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ne rileviamo le relazioni di vario genere. Ora, se non | ci | è data la percezione, ci manca il fondamento di tutto |
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di vario genere. Ora, se non ci è data la percezione, | ci | manca il fondamento di tutto questo lavoro. Che cosa può |
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dell' essere assoluto ed infinito, cioè di Dio, essa | ci | può venir da tre fonti: Dalla rivelazione; e questa, ove |
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questa, ove prescindiamo dall' interno lume di grazia, non | ci | dà che una cognizione analoga, perchè il mezzo onde ci |
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non ci dà che una cognizione analoga, perchè il mezzo onde | ci | viene comunicata è quello dei vocaboli, cioè di segni |
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effetti, cioè dalla creazione, ecc.; e questi ancora non | ci | danno che una cognizione analoga, non vedendo noi il modo |
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e sopra eminente. Dal ragionamento ontologico; e questo | ci | dà ancora delle cognizioni analogiche di Dio; ma nel tempo |
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delle cognizioni analogiche di Dio; ma nel tempo stesso che | ci | dimostra che tali cognizioni sono meramente analogiche, e |
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a farci conoscere l' Essere supremo positivamente, | ci | dimostra di più che, come degli enti da noi conosciuti la |
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modo di visione o apprensione intellettiva, della quale non | ci | è dato esempio in natura, il quale è di sì fatta indole che |
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rimane a vedere quali possono essere le cognizioni, che noi | ci | procacciamo naturalmente di questo essere superiore alla |
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in universale, in quanto è intuìto dall' anima, niente | ci | fa conoscere di reale, di maniera che con esso solo neppure |
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il nostro linguaggio; ma esso non ha niente a sostituire; | ci | protegge dunque dall' errore, ma non ci somministra perciò |
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a sostituire; ci protegge dunque dall' errore, ma non | ci | somministra perciò altre idee ed altri vocaboli accomodati |
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perchè sopraggiunge il ragionamento ontologico, il quale | ci | dice: 1 che ciascuna di quelle perfezioni che sono separate |
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sì bene un vero essere sussistente. Ma il ragionamento che | ci | dice che così deve essere rispetto all' Essere supremo, non |
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dice che così deve essere rispetto all' Essere supremo, non | ci | spiega però come ciò sia, vale a dire non ci mostra nessuna |
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supremo, non ci spiega però come ciò sia, vale a dire non | ci | mostra nessuna perfezione sussistente, nessuna specie |
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sussistente, nessuna specie piena sussistente; onde | ci | dice quello che Iddio non è (non essendo nulla di diviso in |
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nulla di diviso in genere, specie e sussistenza), ma non | ci | dice già quello che è: « una sussistenza, che nella sua |
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racchiude ciò che ha la specie ed il genere »; non | ci | mostra, non ci fa percepire, pensare una tale sussistenza, |
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ciò che ha la specie ed il genere »; non ci mostra, non | ci | fa percepire, pensare una tale sussistenza, più che la |
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che la definizione del colore lo faccia pensare al cieco; | ci | mostra i termini, ma non il loro nesso, nel quale consiste |
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l' analogia delle cose da noi percepite. Questo ragionare | ci | conduce ad una scienza negativa e limitata, ma verace, non |
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. Finalmente il ragionamento ontologico è quello che | ci | avvisa della limitazione e imperfezione di quella nostra |
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limitazione e imperfezione di quella nostra scienza, e così | ci | protegge dall' errore; perocchè non erra colui che, avendo |
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legge adunque della spontaneità dovendo noi ragionare, non | ci | fermeremo a descriverne la natura, il che facemmo altrove |
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libera dall' attualità della vita diretta. E qui di nuovo | ci | piace osservare che, essendo la spontanea azione dell' |
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che si prese un tratto, anche dopo qualche tempo che non | ci | si pensa, riesce migliore, ha più probabilità di riuscire, |
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della forza. Ma questa sola causa non basterebbe, se non | ci | fossero negli animi delle interne ed occulte disposizioni |
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l' anima del suo a mettere in essere l' armonia »; ma colà | ci | limitammo a parlare dell' anima sensitiva, come quella che |
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colui che volesse comporre un trattato di Callologia . Noi | ci | contenteremo di distinguerle in due grandi generi: Il |
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uno stagno in una barchetta, mentre un' altra barchetta | ci | passa al fianco in direzione contraria. L' occhio nostro, |
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direzione opposta all' altro allontanandosi? A saperlo dire | ci | vuole il calcolo, conviene rilevare la distanza dei due |
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che forma l' oggetto di sua contemplazione, non | ci | fossero certe relazioni e corrispondenze coll' ideale, dove |
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studiandoci di aggiungere qualche chiarezza maggiore, se | ci | vien fatto, e qualche nuovo svolgimento delle cose dette di |
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quella da parte, di cui abbiamo sufficientemente ragionato, | ci | continuiamo nel discorso di questa, tracciando più alla |
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del sentimento, potremo rispondere alla domanda che | ci | facevamo: « quale relazione abbia l' eccitabilità |
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l' unità del suo principio, come diremo in appresso; | ci | si renderà chiaro il fatto delle località morbose, |
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non gliela possiamo negare, poichè la continua esperienza | ci | attesta che l' anima colla propria energia modifica il |
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alle parti più resistenti, e il fenomeno da spiegare | ci | presenta in quella vece una quantità di moto |
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innanzi sicuro. La media sentenza da noi accennata, che | ci | pare vera, discende quale naturale corollario dalle cose |
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produce tuttavia gli uni e gli altri. Le ragioni, che | ci | condussero ad ammettere l' animazione dei primi elementi |
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extra7soggettivi nei movimenti dei quali niuna sensazione | ci | si presenta, chè nè la nostra coscienza ce l' attesta, nè |
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i fenomeni analoghi a quelli del sentimento nostro non | ci | si manifestano. La differenza fra queste due sentenze sta |
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e prima di tutto determiniamo in quale ampio significato | ci | sembra di dovere noi prendere questa parola. I fisiologi |
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che riposa sopra un supposto erroneo, qual' è quello che | ci | siano tali comunicazioni materiali fra gli organi che |
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sta nel solo sentimento. Ad illustrare il qual principio | ci | valgono le due proposizioni seguenti. Talora il sentimento, |
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istinto sensuale, secondo i loro prossimi effetti e scopi, | ci | condurrebbe troppo a lungo, perchè dovremmo classificare |
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stato non soddisfacente ed inquieto. Il qual cenno tuttavia | ci | sembra sufficiente a dimostrare che ogni funzione ha per |
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di renderci conscii di ogni nostro sentimento, ma di alcuni | ci | possiamo formare la coscienza senza difficoltà, altri con |
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non l' abbiamo se non a condizione di formarcela; benchè | ci | paia di averla abitualmente per la grande prontezza con cui |
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E non ce la formiamo senza avere una ragione che a ciò | ci | muove. Per esempio, se trovandoci noi a stretto colloquio |
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sono stimolati tutti e due contemporaneamente. Questo fatto | ci | fornì una prova della semplicità dell' anima (2) e della |
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in sè, ma secondo certe relazioni da noi contemplate, che | ci | generano le opinioni; e che insomma l' operare della natura |
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al fenomeno extrasoggettivo, è perchè l' esperienza | ci | ha mostrato tante volte quella coesistenza. Ammaestrati |
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sono locali, e noi ne vedremo poco appresso la ragione. | Ci | basta qui avvertire che questa località, secondo l' |
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per dir così, lo rende opportuno ovvero importuno. Questo | ci | conduce al metodo antico, al senno ippocratico. E |
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fibra, dopo l' infiammazione, si rimanga modificata. Ma | ci | sembra una proposizione troppo ardita, e fin' ora non |
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grado di mutazione in questa. L' importanza della materia | ci | consiglia a procurare di recarvi qualche maggior luce collo |
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fondamentale. A priori, non abbiamo a dire di più; solo | ci | resta il poter ricorrere all' esperienza per conoscere in |
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che può prendere il sentimento. E posciachè l' esperienza | ci | attesta che la natura del principio sensitivo racchiude un |
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pochi, comparativamente, i dati di fatto che l' esperienza | ci | somministra. Se il problema così detto dei tre corpi riesce |
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sono comparativamente i dati di fatto , che l' esperienza | ci | può somministrare. Innumerevoli le cose che il medico |
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stato d' infiammazione. Perocchè, se ciò che abbiamo detto | ci | fece trovare della debolezza nella stessa località |
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o l' occasione dell' accresciuto stimolo; quanto più | ci | sarebbe facile osservare una debolezza coesistente all' |
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dell' arte salutare. Torniamo al nostro assunto, dal quale | ci | allontanò una digressione, che non ci pentiamo d' avere |
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assunto, dal quale ci allontanò una digressione, che non | ci | pentiamo d' avere intromessa, come quella che ci spiana il |
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che non ci pentiamo d' avere intromessa, come quella che | ci | spiana il resto del cammino nell' argomento che trattavamo. |
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ma alcune volte in pari tempo la perturbano. Questo | ci | richiama a parlare delle diverse maniere di debolezza e di |
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benissimo essere mutate in altre migliori dai dotti; ma | ci | si permetta di adoperarle intanto a significare, |
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egli sia più forte, ma solo che egli sia più irritato, se | ci | si concede di così parlare, a quel modo appunto che un |
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restano conseguentemente anche i nervi, che vanno ad esse. | Ci | rimane in fine a parlare delle località, di cui abbiamo |
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il che sarebbe troppo superiore alle nostre cognizioni. | Ci | proponiamo unicamente di tentare qualche soluzione di |
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della località. Alla prima abbiamo risposto altrove, e qui | ci | basterà osservare che se il movimento nervoso venisse |
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sua azione nel sentito. Questa esperienza extrasoggettiva | ci | rappresenta il corpo in modo meramente fenomenale, il corpo |
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tutte queste nostre sensioni. Queste sensioni unite insieme | ci | danno la figura del corpo; e la figura di esso e delle sue |
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e la figura di esso e delle sue parti (2) è quella che | ci | costituisce l' immagine del corpo; e l' immagine del corpo |
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delle località. Perocchè dato, come supponevamo, che | ci | venga punta una mano, la sensazione di questa puntura |
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che la cosa accada così: abbiamo percepita la spina che | ci | punse, abbiamo osservato che, infiggendosi la spina nella |
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il luogo della sua causa extrasoggettiva. E questo | ci | è facile a farlo, perchè il dolore non avendo per sè |
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e distinguerne le parti. La sensione quindi dell' occhio | ci | rimane come in aria, cioè non collocata distintamente in |
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qual causa è organica, ma non sensifera. Le immagini dunque | ci | restano come campate in aria, o, per dir meglio, esse sono |
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ragionamenti comuni intorno al corpo. Il primo fenomeno che | ci | si presenta occasionato, per esempio, da una contusione nel |
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vero si tentò da noi di porre in evidenza, e tuttavia non | ci | confidiamo d' averne persuaso ogni fatta di persone. I |
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ogni fatta di persone. I medici, non senza qualche ragione, | ci | garriranno: come avete voi messo la falce nella messe |
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veramente l' uomo. L' intendimento dell' opera presente non | ci | sembra aver bisogno di maggiore dichiarazione; e speriamo |
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chi poi lo ignora, e però stupisce e si scandalizza che noi | ci | avvolgiamo in medici studi all' intento di ravviarli, con |
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a quell' accento divino. Giudicateci tali; quella parola | ci | necessita ad accettare il vostro giudizio in pace. Ma ora, |
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si sveglino poscia, e da lei si distinguano: ricerca che | ci | obbligò d' entrare in alcune questioni ontologiche, le |
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non fu ancora da noi raccolto. I nostri lunghi ragionamenti | ci | avranno dunque condotti alla porta del giardino, senza |
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potervi entrare? E fino sotto alla bella pianta, senza che | ci | sia dato di spiccare la rubiconda e saporosa poma che vi |
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quali è via al secondo, dove dei destini dell' anima umana | ci | converrà distesamente ragionare. Toccammo già del perchè |
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dell' armonia, finirono col dichiararla un niente. Il che | ci | dice appunto Cicerone, parlando di Dicearco: |
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quali aggiungono ai numeri qualche cosa per determinarli, | ci | sembrano posteriori al Samese filosofo, non sono più |
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del divino. Noi esporremo qui estesamente le ragioni che | ci | addussero a questa persuasione. La prima si è che, |
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trattandosi d' interpretare la mente di un filosofo, di cui | ci | rimangono solo pochi frammenti, vuol tenersi gran conto |
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qual pura mente, priva di ogni concrezione corporea; e | ci | rimangono ancora di lui alcuni versi, nei quali dopo aver |
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Platone. Seguita dunque così: [...OMISSIS...] Su di che | ci | si presentano a fare diverse importanti considerazioni. |
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venute fino a noi intorno alla dottrina di Empedocle, | ci | dicano nulla di somigliante. Due dei più grandi uomini, di |
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niente affatto che venga dalla mente nostra, esso | ci | si cangia appunto in un assurdo. Poichè niuno dirà che un |
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primo dei Metafisici, e suona così: [...OMISSIS...] Che se | ci | rivolgiamo ad interpreti più recenti della mente di |
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physeis» (4). Clemente Alessandrino poi, ed altri, | ci | conservarono un verso di Empedocle, che si riferisce alla |
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qualità ignea quasi forma accidentale (4). E così infatti | ci | attesta uno scrittore antico, dicendo espressamente che |
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contraddizioni, che presentano gli antichi, i quali ora | ci | fanno gli elementi di Empedocle eterni, semplici, eguali, |
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Ora una critica, che non dimentica queste vedute più ampie, | ci | assicura: I) Primieramente, che la scuola alessandrina non |
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organizzazione, nè armonia. 5) Plutarco, ed altri antichi, | ci | dicono che Empedocle come ammetteva due mondi, così |
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l' altra (3). 6) Finalmente dagli stessi frammenti, che | ci | rimangono, si raccoglie che Empedocle ammetteva un «kosmos |
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affatto la questione (4). VI) Ammonio (4) e Tzetzes (6) | ci | conservarono quei versi, che citammo di sopra, nei quali |
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avesse composto l' anima di elementi materiali, non | ci | sarebbe stato bisogno di spiegare com' ella si unisca al |
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Pitagora, del quale, come abbiamo veduto, Diogene Laerzio | ci | assicura che faceva dell' anima una emanazione del fuoco |
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a lui esclusivamente apparteneva. Platone nel Menone | ci | attesta che lo stesso Empedocle faceva che dai corpi |
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la cosa. Ma considerando ciò che egli ne dice nel Timeo, | ci | riuscirà indubitato che per lui questa natura era lo |
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per lui questa natura era lo spazio, e il rilevar questo | ci | riuscirà non poco utile, e ridonderà in lode non piccola di |
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che da tutta l' antichità fu consentito, e di cui noi | ci | siamo giovati in quest' opera: « il movimento dei corpi |
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i corpi lontani; e dai fenomeni del moto attivo, pel quale | ci | avviciniamo ai corpi lontani. Ora la teoria di questi |
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a sè stessi o alle proprie modificazioni, nè per vero | ci | pensano. Ma non sapendo come rispondere direttamente al |
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di Parmenide: «to gar auto noein esti te kai einai». - | Ci | si dirà: « Per voi non esiste se non ciò che conoscete ». - |
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di tutti gli atti che si fanno fare all' Io. E dove | ci | fosse una tale ragione, che determina l' Io a tutti gli |
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che appartengono esclusivamente a Schelling, è uopo che | ci | tratteniamo ancora qualche istante. Essi sono attinti al |
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filosofi tedeschi, incominciata con Kant; nè ella è finita; | ci | resta a parlare dell' ultimo anello, di Hegel. HEGEL. - I |
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è il pensiero stesso, a cui il filosofo si appella, che | ci | dice: 1) Che egli può bensì astrarre, negare, passare da un |
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questi deliranti, ecco il frutto maturo del soggettivismo; | ci | pensino bene i nostri italiani religiosi soggettivisti. Fra |
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noi pervenuti dallo Stagirita si contiene, la quale ancora | ci | manca. Quanto a me, io non dubito che le ingiurie fatte a |
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investigare che pensasse veramente Aristotele, il che | ci | è affatto impossibile, bensì solamente ciò che contengono |
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noi abbiamo fatto nel « Nuovo Saggio ». Dalla spiegazione | ci | risultò che la percezione intellettiva è « il reale |
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la natura, l' indole, la condizione di questo spirito che | ci | avviva, ci nobilita, e ci innalza fino al soglio di Dio; |
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l' indole, la condizione di questo spirito che ci avviva, | ci | nobilita, e ci innalza fino al soglio di Dio; cui si gloriò |
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condizione di questo spirito che ci avviva, ci nobilita, e | ci | innalza fino al soglio di Dio; cui si gloriò d' ignorare |
Psicologia Vol.III -
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a cui, come ad addentellato, raggiungeremo ciò che a dire | ci | rimane. E a questa ripetizione deputiamo i due capitoli |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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queste due serie nella mente nostra, quando l' una | ci | si presenta, ella serve a richiamarci in memoria l' altra, |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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richiamarci in memoria l' altra, e così la serie de' suoni | ci | fa l' ufficio di risvegliarci i pensieri. Ed avviene per |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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solo da sè, ma tutto il contesto de' suoni insieme legati, | ci | renda chiaro il significato di ciascheduno. Egli è per |
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deve essere associata alla serie delle idee, perchè quella | ci | possa servire a rammentarci di questa. Ora che cosa è che |
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non abbiamo nella vita presente la percezione, ciò che | ci | conduce ad affiggere il significato a quei vocaboli non |
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vengono sottoposti a' nostri sensi, nel medesimo tempo che | ci | si fa udire il suono delle voci, perchè questi abbiano |
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uomo. E io sono di quest' avviso che una tale osservazione | ci | può indicare una traccia che ci conduca a formarci qualche |
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che una tale osservazione ci può indicare una traccia che | ci | conduca a formarci qualche idea della lingua primitiva, ben |
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avviene che, non senza scoprirvi delle sublimi dottrine, | ci | abbatteremo a quel racconto ove Dio stesso si fa a imporre |
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queste cognizioni, cioè ai segni o simboli naturali. Or qui | ci | giova alquanto trattenerci, ricercando in che modo questa |
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qualche cosa di soprannaturale e divino, e le quali per ciò | ci | prestino una cognizione efficacissima di Dio, se non altro, |
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di cui fatta menzione. E a trovare questa spiegazione | ci | farà la via quel luogo di S. Tommaso col quale egli toglie |
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nel libro precedente. Comechessia, la dottrina tradizionale | ci | assicura della signorìa dei demonii circa i corpi e |
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dell' uomo non era nella umana natura. E se a noi non | ci | fosse noto, nati e allevati come siamo nel cristianesimo, e |
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e però se non conoscessimo il sistema della redenzione, non | ci | potrebbe cadere in animo che ci rimanesse pur una via, per |
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della redenzione, non ci potrebbe cadere in animo che | ci | rimanesse pur una via, per la quale potesse ancor salvarsi |
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assai facile il dire a noi stessi: Nella umana natura non | ci | ha più principio di salute per le ragioni dette; in Dio |
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principio di salute per le ragioni dette; in Dio neppure | ci | ha, perciocchè è lontanato dall' uomo e sdegnato con lui, |
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questi gradi e dell' ufficio e natura di questi segni ora | ci | cade qui di dover brevemente ragionare. [I segni adoperati |
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istruttivi in classi, primieramente due principali generi | ci | si presentano, quello delle parole e quello delle cose. Ora |
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primieramente col senso esteriore. In secondo luogo esse | ci | vengono rappresentate anco dalla imaginazione, essendo il |
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da sè stessa. L' Apostolo S. Paolo, a ragion d' esempio, | ci | dichiara nascondersi una legge simbolica in quella nella |
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registra i simboli e li spiega, mette innanzi gli enimmi e | ci | dice che sono tali, chiamandoci a penetrarne il senso |
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in cielo, e le grazie che di colassù i ministri di Dio | ci | riportano. 6. Lotta coll' angelo . - Giacobbe, che lotta |
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i Re Egiziani è il tipo della schiavitù del demonio da cui | ci | libera Gesù Cristo figurato in Mosè. Già ho accennato come |
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bue accoppiato insieme coll' asino (2). S. Paolo medesimo | ci | spiega l' emblema di questa legge dicendo ai Corinti: |
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Or raccogliendoci a contemplare quei simboli in massa, non | ci | sarà difficile il conoscere quali maniere di cognizioni |
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oggetto qualche cosa di sussistente e di reale, ma questo | ci | è piuttosto indicato al vedere della mente che offerto da |
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istruttivi, gli avvenimenti, le cerimonie, le visioni. | Ci | rimane a dire del quarto genere, ossia della « lingua |
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nella formazione e nel perfezionamento delle idee, non | ci | sarà difficile d' intendere come la parola, a poter |
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la necessità de' simboli, ma quello che abbiamo detto | ci | lastrica la via di giungere a conoscere questa necessità. |
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ve ne ha solitamente una che primeggia sull' altre, che più | ci | colpisce e tira tutta a sè la nostra attenzione: e suol |
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sua grandezza, la sua forma o altra qualità quella che più | ci | muove, ma l' acutezza della sua luce. Indi denominandolo, |
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alle nostre piccole forze, nè manco al picciol tempo che | ci | rimane da dedicare agli studii. Noi non porremo qui |
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dopo il peccato perchè gli fossero mezzi di perfezione. Ora | ci | bisogna parlare de' segni effettivi o sia de' Sacramenti; e |
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in quello dell' ordine, Cristo sposo nel matrimonio. Ma | ci | tornerà ancora il bisogno di ritoccare quanto qui vogliamo |
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divine Scritture senza eccezione da Giudei a Gentili (3). | Ci | voleva adunque un altro principio, argomenta S. Paolo, da |
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qual sarà quella strada legittima che a tanto lieto fine | ci | scorga? forse quella de' fatti nostri? non già, ma quella |
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per quella parte che si percepisce, ma per l' altra che | ci | rimane impercetta. Tale è lo stato del' uomo in grazia nel |
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sulla croce, e viene crocifisso in noi nel Battesimo che | ci | applica il merito della passione di Cristo: [...OMISSIS...] |
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doveva essere attuata e addotta a perfezione. E questo | ci | prepara la strada a dichiarare il terzo carattere ed |
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cristiana secondo S. Paolo [...OMISSIS...] - E la Scrittura | ci | mostra esser serrate tutte le cose sotto « il peccato, |
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al divino culto fu la circoncisione (1). La Scrittura | ci | rappresenta espressamente la circoncisione come segno del |
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E tutto ciò vogliamo ora provar noi coi documenti che | ci | somministra l' ecclesiastica tradizione. I. Il carattere |
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il lume della ragione che sta nell' anima quando nasciamo, | ci | fa capaci di ricevere qualsivoglia altra cognizione che ci |
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ci fa capaci di ricevere qualsivoglia altra cognizione che | ci | venga da un maestro insegnata; o a quel modo onde il lume |
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insegnata; o a quel modo onde il lume primo della ragione, | ci | fa capaci di riflettere poi sopra lo stesso lume e per essa |
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e il carattere della Confermazione è un altro lume che | ci | sopraggiunge. Come dunque non intenderebbe un discorso |
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con sommo rispetto al gravissimo teologo che egli è) noi | ci | discostiamo dall' opinione del venerabile Bellarmino, il |
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siamo segnati, segnandoci, cioè imprimendoci il carattere, | ci | avea donata altresì la grazia. Egli è manifesto che S. |
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di lui (6). S. Paolo chiama altresì lo Spirito Santo che | ci | ha segnati, secondo la Volgata, « pegno della celeste |
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ragione dell' esser noi segnati questa, che un tal segno | ci | fa possenti a mantenere la grazia; il che mostra appunto |
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gloria. Spiegando quelle parole di S. Paolo « quegli che | ci | unse e segnò« (1) » Teofilatto dice, che [...OMISSIS...] . |
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ordinatamente e brevemente: e con questa recapitolazione | ci | studieremo di aggiungere qualche nuovo lume alle medesime. |
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stato di santità in cui l' uomo viene costituito. E qui | ci | sia permesso aggiungere a conclusione di quanto esponemmo |
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c' infonde solamente la grazia verbi7forme, cioè quella che | ci | fa conoscer Cristo; ma sì bene la grazia triniforme, come |
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mente è irraggiata da un trino raggio, il quale vieppiù | ci | attacca a Cristo, dal quale a noi venne. S. Giovanni |
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dice che per tale testimonianza si sente che Iddio | ci | ha dato la vita eterna (la quale comincia nel Battesimo), e |
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di questo che incontanente avviene; tuttavia niente | ci | proibisce di considerare l' effetto negativo e poscia il |
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ed io in voi«: » ecco la riflessione che lo Spirito Santo | ci | fa fare sopra noi stessi, e ci fa intendere come noi siamo |
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che lo Spirito Santo ci fa fare sopra noi stessi, e | ci | fa intendere come noi siamo nel Verbo, e il Verbo in noi: « |
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dell' uomo spirituale. Al che in vece di molti testimonii | ci | valga colui che si può chiamare il Teologo per eccellenza, |
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nella sua lettera decretale dice espressamente, che ciò che | ci | rende pieni cristiani è lo Spirito Santo che noi riceviamo |
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co' suoi doni, l' affermar poi ch' egli nel Battesimo non | ci | viene non può avere altro significato che quello di voler |
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avere altro significato che quello di voler dire che non | ci | viene colla persona. E pel contrario affermando che viene |
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quando dice del Sacramento della Confermazione che | ci | fa partecipi della sacratissima comunione, la quale è |
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comunione, la quale è quella dello Spirito Santo, che | ci | congiunge al divino Spirito, che ci fa percepire nell' |
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Spirito Santo, che ci congiunge al divino Spirito, che | ci | fa percepire nell' anima la santa e deifica società del |
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Per conseguente egli è questo un dire, che il Battesimo | ci | genera infatti e la Cresima ci fa adulti e perfetti. Quindi |
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un dire, che il Battesimo ci genera infatti e la Cresima | ci | fa adulti e perfetti. Quindi è che« illuminazione« (1) si |
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altro operi in noi con pienezza, giacchè l' uno e l' altro | ci | comunica tutte le cose. Il Verbo dice: « Io vi ho fatto |
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[...OMISSIS...] Qui parlasi chiaramente del carattere, che | ci | segna col segno del Cristo e ci mette nel dominio di |
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del carattere, che ci segna col segno del Cristo e | ci | mette nel dominio di Cristo. Più ancora si rende manifesto |
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fosse potuto essere al contatto di tutti gli uomini non | ci | avea bisogno alcuno di Sacramenti; i quali sono istituiti |
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cominciò se non dopo la Pentecoste, questa necessità non | ci | fu mai per gli Apostoli, perocchè dopo aver ricevuto lo |
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Il divino Autore di tanto mistero illustri a noi la mente e | ci | conduca la penna, acciocchè collo scrivere nostro fedele |
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Scritture; pure qui il testo di S. Matteo e di S. Marco non | ci | permettono tale interpretazione, leggendosi espressamente, |
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ed alla tradizione. La prima difficoltà dunque, che | ci | si affaccia, si è quella di non saper comporre la |
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e soprannaturalmente nella Eucaristia. S. Luca | ci | descrive Cristo che dopo la Risurrezione mangia co' suoi |
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avviene in noi. Per altro tanto è lontano, che le Scritture | ci | faccian credere che nella comestione di Cristo risorto il |
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a noi, e lo stato glorioso de' nostri corpi al presente, e | ci | mette in più stretta e famigliare conversazione colle cose |
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per suo infinito diletto. Pur troppo egli avviene, che noi | ci | formiamo de' corpi gloriosi un concetto arbitrario e che |
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non istà tutta la quantità dell' aria, ma quella parte che | ci | sta è però aria, n' ha la natura e niente manca a questa |
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il pane quant' egli ce n' ha al mondo, ma bensì quello che | ci | sta ha la natura di pane e tutta la natura di pane; così |
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mica tutta la grandezza del corpo di Cristo; ma quello che | ci | sta è vero corpo di Cristo, e vi ha tutta la natura, ed è |
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non però la stessa quantità di esso corpo; nè tuttavia | ci | manca cosa alcuna; perocchè quella quantità la quale non ci |
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ci manca cosa alcuna; perocchè quella quantità la quale non | ci | sarebbe in virtù del Sacramento, non manca mai in virtù |
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era quello ch' era nel mondo, ma un vino nuovo che non | ci | era; così il pane ed il vino si convertì nella sostanza del |
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si convertì nella sostanza del corpo di Cristo, senza che | ci | sia bisogno dire, che si convertisse nelle particelle |
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nutrizione ineffabile e soprannaturale. Questa difficoltà | ci | pare aver noi già dissipato quando notammo l' errore di |
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essere creato è perito, ma solo immensamente nobilitato. | Ci | si dica di grazia, supponiamo si facesse l' inventario di |
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cosa succeda nel luogo dell' altra distrutta » purchè però | ci | sia «« una certa connessione fra il cessare di una e il |
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viene in suo luogo? niuna connessione reale vi ha più, e se | ci | avesse una connessione prima di essere annichilata, nel |
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la forza che annichila non sarà mai quella che produce: | ci | vogliono a queste due azioni forze diverse, o più tosto, |
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quella che fa cessare, ma un sottraimento di forza. Non | ci | può dunque essere connessione alcuna fra l' annichilamento |
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in luogo di lui il corpo di Cristo; nè conversione | ci | potrebbe essere, ma solo successione, sostituizione o altro |
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un corpo di molle creta io pongo un dito, l' incavo ch' io | ci | fo è ad un tempo distruzione della precedente figura, e |
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quando avesse voluto darci sè stesso in cibo, che uopo | ci | poteva egli avere di distruggere un essere da lui creato, |
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errore del nostro. E a rendere chiaro il concetto appunto | ci | può valere l' esempio dell' incarnazione del Verbo nel seno |
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da questi: perocchè se l' avessero così concepito nè | ci | aveva ragione di somigliar quello a questi; e tacerne la |
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vino più di prima, e un serpente che prima non era. Qui non | ci | ha nulla di assurdo e d' inconcepibile. Or è bensì vero che |
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se Iddio lo distrugge non si può trasmutare (1). Ma or non | ci | basta nè della confessione degli avversari, i quali |
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con una vana sottigliezza il nome di annichilazione; nè | ci | sta di aver provato, che il concetto di vera |
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il principio unificante, il principio nostro formale; pure | ci | sono state aggiunte delle parti, che non avevamo; il nostro |
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Noi abbiam detto che le nostre cognizioni intorno al corpo | ci | vengono per due modi: 1 pel sentimento fondamentale |
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sta in questo sentimento, o certo da questo sentimento | ci | è immediatamente fatta percepire, consistendo questa |
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l' essenza del corpo; sotto le specie sacramentali non | ci | sarebbe più il vero e real corpo di Cristo mancandone l' |
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guari ancor conosciuto da tali istorici. Che se noi | ci | restringiamo a considerare quai pensieri fece sollevare |
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sollevare nelle menti lo spettacolo dell' umana perversità, | ci | sarà facile rinvenire i due estremi, tra di cui quelli |
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generazione; 2. Dunque non esiste la grazia con cui Iddio | ci | santifica, o ci aiuta a' singoli atti della perfetta virtù, |
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Dunque non esiste la grazia con cui Iddio ci santifica, o | ci | aiuta a' singoli atti della perfetta virtù, cioè un bene |
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e conservare la giustizia; 2. Che il pregare Iddio perchè | ci | aiuti a vincere le tentazioni e a praticare la giustizia |
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più male morale«, indurrebbe sempre la conseguenza che non | ci | dovesse esser più bisogno assoluto che tutti gli uomini |
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sono in tale stato pel proprio libero arbitrio, pel quale | ci | vogliono stare. Ma se lo stato di peccato di tali demonii |
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che è natura non potesse essere volontario, e niun mezzo | ci | avesse fra la mera natura irrazionale e la volontà. L' |
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suo proprio e naturale, che è quello dell' Autore medesimo, | ci | par utile di premettere un compendio della dottrina |
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2. E per seguire qualche ordine nel riepilogo che | ci | proponiamo di fare, parleremo in primo luogo dell' origine |
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negare sostanzialmente il detto peccato? (2). Giacchè come | ci | può essere un vero peccato senza dannazione, sotto un Dio |
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dalla bocca di Pelagio quell' altre d' un teologo, che | ci | dimanda: [...OMISSIS...] . Poichè anche Pelagio negava il |
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sono dunque le cose da spiegarsi, l' una come nel bambino | ci | sia qualche cosa che abbia ragion di peccato, sebbene |
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che il genere del peccato abbia due specie, cioè che | ci | sono peccati che s' incorrono per una libera trasgressione |
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dei divini precetti, e unde liberum sit abstinere, e che | ci | sia un' altra specie che si subisce, come pena, per via di |
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stato causa ed autore. Tali sono le distinte nozioni che | ci | dà S. Tommaso in queste parole: [...OMISSIS...] . Sulle |
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di quelli che non arrivano ad intenderla, e gioverà che | ci | facciamo ad esaminare le loro obbiezioni. Costoro adunque |
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adunque per riconfondere di novo il peccato colla colpa | ci | oppongono che S. Tommaso al passo da noi citato soggiunge, |
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è chiaro che negli agenti naturali, o negli artistici, non | ci | può essere colpa, e però il male e il peccato non s' |
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non è il medesimo il peccato e la colpa. Il testo che | ci | si oppone convalida la distinzione. c ) Di più, S. Tommaso |
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e colpa diventano la stessa cosa. Ma nei bambini non | ci | sono atti volontari : il peccato da lor contratto non è un |
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può accadere che dove c' è l' abito peccaminoso, ivi non | ci | sia la colpa corrispondente: ed anzi la maggior parte dei |
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dalla colpa e dimostrare che quello, e non però questa, | ci | può essere in una persona, senz' opera di sua libera |
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togliere l' equivoco delle parole, e invece di negare che | ci | possa essere un peccato formale , necessario, è da negarsi |
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essere un peccato formale , necessario, è da negarsi che | ci | possa essere una colpa formale rispetto alla persona che |
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una tale autorità al tutore, sia perchè tutela non | ci | può essere finochè i pupilli stessi non esistono. In che |
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e allora bisogna dire qual ragione di giustizia | ci | aveva di spogliare il bambino innocente di quella veste, e |
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da Adamo. Ma riguardo ai bambini, che non hanno peccato, | ci | dicano come sia giusto il privarneli. Negano che abbiano in |
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ingiusto Iddio perchè puniva i bambini senza che in essi | ci | avesse alcuna materia d' imputazione: [...OMISSIS...] , che |
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ancora per conseguenza, come vedemmo, che nel secondo | ci | fosse un peccato, perchè a costituire un peccato non basta |
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E per rispetto al pelagianismo (giacchè del giansenismo | ci | riservammo di parlare all' articolo seguente) dicemmo che |
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sussistenti tra cui eleggere. 62. Dimostrato adunque che | ci | sono nell' uomo due specie di moralità, l' una dipendente |
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assolvesse negli atti del libero arbitrio. E veramente se | ci | può essere una moralità inerente e appartenente alla |
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per via di generazione, dunque è tolto ogni assurdo che | ci | sia qualche cosa di morale che si possa trasmettere insieme |
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conoscere la condizione del peccato d' origine, di cui | ci | siamo proposti trattare in questo paragrafo. 64. a ) Se |
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accidentale: i Manichei all' incontro pretendevano, che | ci | fosse una natura che non fosse già corruttibile nella sua |
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fin li distrugge. Al qual fine di constatare un tal fatto, | ci | gioverà risalire alla fonte, e discuoprire l' occasione, |
Il razionalismo -
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quand' anco me l' avesser giurato egregie persone, che | ci | covasse sotto un impegno di molti congiurati alla |
Il razionalismo -
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irreligioso sistema: alla possibilità di questo fatto non | ci | avevo pensato mai. Laonde, allorchè a' miei orecchi |
Il razionalismo -
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dal convenevole, non era stata l' opera dell' impostura, nè | ci | covava alcun reo disegno. Ma andò fallita la mia speranza. |
Il razionalismo -
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le sveli, e quasi le denunzi a' pastori della Chiesa. | Ci | danno poi occasione d' innalzare questo terzo grido ai |
Il razionalismo -
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di fede; ed io rigetto tutte in fascio quelle ch' essi | ci | appongono, perchè non ve n' ha forse una sola che non sia |
Il razionalismo -
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scuole! Per più sicurezza adunque, che non gli sguizziamo, | ci | fa sapere, che quand' anco noi avessimo parlato, com' egli |
Il razionalismo -
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. Il sospetto è grave. Ma via, che poche linee appresso, | ci | fa grazia soggiungendo che è affatto improbabile che noi |
Il razionalismo -
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modo sembra chiaro, che, come in ogni discendente di Adamo, | ci | ha un peccato proprio , così dee esserci un volontario |
Il razionalismo -
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in genere, prescindendo dalla effettiva libertà. Certo non | ci | vuole una gran testa a capire, che se non si fa ciò, non si |
Il razionalismo -
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appunto da essi tutta quella prosperità e felicità che noi | ci | possiamo procacciar da noi stessi (aiutati da Dio) in |
Il razionalismo -
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spessissimo favellare di atti volontarii7liberi; e non | ci | apponiamo questa parola liberi per brevità, contentandoci |
Il razionalismo -
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traggono argomento a conchiudere, che in essi stessi | ci | dee avere un peccato non certo commesso con libera volontà, |
Il razionalismo -
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la colpa del primo padre a loro resa comune? Che giustizia | ci | avrebbe qui? [...OMISSIS...] , dirò anch' io con S. |
Il razionalismo -
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naturalmente seco anche il fisico. Aggiungerò una prova che | ci | somministra la ragione teologica. S. Tommaso, e dopo lui un |
Il razionalismo -
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è la morte: [...OMISSIS...] , le quali ultime parole | ci | richiamano all' origine, cioè esprimono la congiunzione de' |
Il razionalismo -
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che dico del maestro si può applicare a' discepoli. Egli | ci | adopra autorità e ragioni. Quanto alle autorità, egli ne ha |
Il razionalismo -
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presente dell' umanità, e quello in cui la divina scrittura | ci | dipinge costituito l' uomo da Dio a principio; e 2 sì dal |
Il razionalismo -
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a ciò Alfonso Muzzarelli: [...OMISSIS...] (2). Il Zorzi | ci | rimanda ancora in fine del suo articolo all' opera di |
Il razionalismo -
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è un atto dell' affetto; nè niuno di noi certo dirà che | ci | fu ne' bambini un atto compiuto di tal sorte. E pure di |
Il razionalismo -
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dal moderno sistema intorno al peccato d' origine, che | ci | vogliono vendere per antico, e a provarlo esporrò qui il |
Il razionalismo -
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i dogmi della Chiesa, se le vostre forze intellettive non | ci | arrivano? Non è ella forse questa la ragione, per la quale |
Il razionalismo -
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all' uom tanti doni, quasichè anche dopo il peccato non | ci | si trovino nella nostra natura le vestigia di un Creator |
Il razionalismo -
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»Ora questa sconvenienza o c' è, o non c' è: mezzo non | ci | ha. Se una tale sconvenienza c' è, la prova rigorosamente |
Il razionalismo -
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ma Iddio il rese peccato col suo decreto! Se non che | ci | sarebbe senso nel dire, che un decreto con cui Dio decretò |
Il razionalismo -
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perchè mai non passerebbe il peccato? Forse perchè non | ci | sia in Adamo la volontà prevaricatrice? No. Forse che la |
Il razionalismo -
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l' originale vizio ne' posteri e peccato e colpa, due cose | ci | vogliono acciocchè trapassi coll' una e l' altra qualità: 1 |
Il razionalismo -
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peccato ne' posteri, se avesse stimato che in questo non | ci | avesse niente di positivo, ma fosse una mera privazione de' |
Il razionalismo -
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reato tolto coll' acque battesimali. Che cosa dunque resta, | ci | dicano, i nostri Anonimi? Nel loro sistema non resta più |
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eguaglianza della giustizia (2). Ma qui gli avversarii | ci | fanno un mondo di obbiezioni, alle quali tutte noi vogliamo |
Il razionalismo -
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limitazione della natura, non un peccato. Risposta . | Ci | sono de' difetti, cioè delle mancanze che conseguono |
Il razionalismo -
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specie di peccati [...OMISSIS...] . Così l' obbiezione che | ci | si faceva rimane annullata. A conferma poi della stessa |
Il razionalismo -
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dell' Angelico, si consideri, che l' obbiezione, che | ci | fa, parla d' una concupiscenza, colla quale l' uomo non |
Il razionalismo -
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Dove la volontà non entra affatto con atti disordinati, non | ci | può essere immoralità: ogni immoralità supponendo qualche |
Il razionalismo -
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vecchio, e della vestizione del nuovo. Che uomo vecchio | ci | sarebbe a deporre, se la natura non ha alcun male in se |
Il razionalismo -
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contro i Pelagiani (6). S. Atanasio: [...OMISSIS...] . | Ci | si dica, quando volessero dire solamente che nell' uomo ora |
Il razionalismo -
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di cui sono un documento gli ultimi opuscoli anonimi. Noi | ci | faremo ad esaminare di nuovo la questione in tutta la sua |
Il razionalismo -
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il male morale da evitarsi dall' umana libertà, che se non | ci | fosse, la colpa non sarebbe possibile) [...OMISSIS...] ; |
Il razionalismo -
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questa risposta supporrebbe quello che si nega, cioè che | ci | fosse un male da evitare; mentre si sostiene, che l' uomo |
Il razionalismo -
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in ciascuno de' quali si verifica la definizione, perocchè | ci | ha peccato di natura quando la natura devia dal suo fine, |
Il razionalismo -
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ha peccato di natura quando la natura devia dal suo fine, | ci | ha peccato di arte quando l' arte devia dal suo fine, ci ha |
Il razionalismo -
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ci ha peccato di arte quando l' arte devia dal suo fine, | ci | ha peccato di volontà quando la volontà devia dal suo fine. |
Il razionalismo -
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modo come l' atto della natura e dell' arte, dove non | ci | può esser libertà, è malo o buono secondo che è diritto o |
Il razionalismo -
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. Dunque (ecco la conclusione) col peccato libero | ci | sono due inordinazioni, l' una quella della volontà , che è |
Il razionalismo -
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il pretendere, come fanno i teologi razionalisti, che non | ci | sia un male morale necessario, e che ogni male morale sia |
Il razionalismo -
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inordinazione della volontà? Chi mai potrà disconfessarlo? | Ci | ha dunque un male morale diverso dal demerito; un male |
Il razionalismo -
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la dottrina dell' Estio sul demerito degli abiti; tuttavia | ci | gioverà riportarla. Conciossiacchè ella contiene una serie |
Il razionalismo -
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nel proprio arbitrio: e pare che solo un raggio superno | ci | abbia insegnato a conoscere il segretissimo e copiosissimo |
Il razionalismo -
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giustificazioni, dandoci Iddio lume a ciò sufficiente, | ci | convinceremmo di più, che Iddio sempre mosso dalla sua |
Il razionalismo -
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attribuisce ai dottori cattolici la sentenza, che non | ci | sia differenza alcuna tra gli uomini battezzati e non |
Il razionalismo -
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medicinale, giacchè non può esservi medicina dove non | ci | ha malattia; una sufficienza, una integrità, una |
Il razionalismo -
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a' dottori della Chiesa, ed alla stessa Chiesa. Laonde | ci | dicono francamente, che, quando si tratta passar dai primi |
Il razionalismo -
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mala qualità e disposizione dell' anima di cui la coscienza | ci | manca e in cui il peccato originale risiede; stringendo |
Il razionalismo -
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(2). S. Agostino rispondeva, che il sentimento è quello che | ci | rende consapevoli della concupiscenza; ma non è la |
Il razionalismo -
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e soddisfarsi nel bene della natura umana come se altro non | ci | fosse al di là, e a questa tendenza originaria, a questa |
Il razionalismo -
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della volontà e delle leggi che ad essa presiedono; egli | ci | accusa (1) di negare la libertà , che pure in tanti luoghi |
Il razionalismo -
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o no è il medesimo) se ne deve dare la gloria! Iddio | ci | preservi da dottrine che cotanto alimentano l' umana |
Il razionalismo -
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in un argomento sì tristo, come quel de' riti cinesi; e | ci | basta avere solo accennato di nuovo quale sia la prole |
Il razionalismo -
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la Patria. La Patria è la nostra casa: la casa che Dio | ci | ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia, che ci ama |
Doveri dell'uomo -
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Dio ci ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia, che | ci | ama e che noi amiamo, colla quale possiamo intenderci |
Doveri dell'uomo -
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da certi dati che si hanno, varie nuove notizie, ma | ci | conduce a trovare dei dati nuovi del tutto, mediante nuovi |
Principio supremo della metodica -
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è alla Pedagogica, che noi abbiamo v“lti i pensieri: poco | ci | move la vaghezza di esporre, mediante sottili ricerche, |
Principio supremo della metodica -
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di scorta pel vasto e pericoloso campo dell' ammaestrare; | ci | stringono i loro lamenti, le loro sparse fatiche; ci move |
Principio supremo della metodica -
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ci stringono i loro lamenti, le loro sparse fatiche; | ci | move l' affetto della cara gioventù e la carità verso il |
Principio supremo della metodica -
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a sì importante materia: e alla peggio, quand' anche nulla | ci | fosse in quanto dirò, da giovarsene il mondo, quelli che |
Principio supremo della metodica -
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osservare puntualmente quel metodo, quando invece di tante | ci | varrebbe quell' una; e con una fedele applicazione di essa |
Principio supremo della metodica -
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guadagnerem tant' altezza, piuttosto che di noia e fatica, | ci | riuscirà di ricreamento e diletto in riguardare gl' immensi |
Principio supremo della metodica -
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ricreamento e diletto in riguardare gl' immensi piani che | ci | stan sotto, i quali abbraccerem d' uno sguardo nel loro |
Principio supremo della metodica -
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ai più elevati ammaestramenti. Ed è questo appunto, che noi | ci | proviamo di fare o di tentare; e per farlo più speditamente |
Principio supremo della metodica -
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proviamo di fare o di tentare; e per farlo più speditamente | ci | consigliammo di proporci a dirittura il problema seguente: |
Principio supremo della metodica -
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e così via fino alle più remote. Ognuno si accorge, che | ci | troviamo sul terreno dell' ideologia, e che è da questa |
Principio supremo della metodica -
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la classe delle Adelaidi a de' confini, che prima non | ci | poneva. Veniamo ora al terzo passo; io m' ingegnerò di |
Principio supremo della metodica -
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come prima di conoscere la Saffo egli opinava, che non | ci | avesse, che la sola classe delle Adelaidi, e però ripose |
Principio supremo della metodica -
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al sapere. Quello che abbiamo detto del classificare | ci | fa tuttavia strada a vedere in generale l' ordine che segue |
Principio supremo della metodica -
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e impedirebbe nel suo svolgimento. Un altro esempio | ci | porrà in chiaro la verità che vogliamo stabilire, che cioè |
Principio supremo della metodica -
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lo fa cessare e ad ogni modo soddisfa al bisogno. Qui non | ci | sono ancora oggetti: non ci sono che sensazioni che si |
Principio supremo della metodica -
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soddisfa al bisogno. Qui non ci sono ancora oggetti: non | ci | sono che sensazioni che si associano: è sempre un |
Principio supremo della metodica -
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viene alla mente, che avendo il bisogno animale, che | ci | muove a operare, ne' primi istanti per suo termine e scopo |
Principio supremo della metodica -
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qualità o proprietà speciale. Il soggetto sa solamente, che | ci | è un ente agente, e sente , ma non sa , come agisca. Ben |
Principio supremo della metodica -
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che prova l' animale, e di cui ben presto diviene avido, | ci | ha quello dell' agire . L' attività porta molti speciali |
Principio supremo della metodica -
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al suo concetto imaginariamente qualche elemento di vita, | ci | può ben essere caro per l' utilità, ma non possiamo amarlo |
Principio supremo della metodica -
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la nostra coscienza, la quale non è formata nel bambino; e | ci | riesce estremamente difficile l' intendere quel misterioso |
Principio supremo della metodica -
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per esempio, viene da bianco . Gli antichissimi scrittori | ci | offrono un' altra prova di ciò che affermiamo. Le lingue |
Principio supremo della metodica -
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l' italiana favella sì perchè l' imbratto del vernacolo che | ci | ha lordati fin da bambini, e divenuto a noi naturale, |
Principio supremo della metodica -
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non possono darci quel che non hanno. La sola ortografia | ci | fa logorare gran tempo ad apprenderla; e pure noi la |
Principio supremo della metodica -
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fino da bambinelli a udir battere colla lingua da chi | ci | parlava i raddoppiamenti delle lettere dove van posti. |
Principio supremo della metodica -
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res : ella s' applicava a tutto (2). Un' altra osservazione | ci | convincerà del medesimo. Perchè è un pregio così difficile |
Principio supremo della metodica -
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Si vuole sempre far troppo; la nostra presunzione | ci | conduce a formarci delle opinioni con precipitazione; e |
Principio supremo della metodica -
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sapere che cosa possiamo pretendere, che il fanciullo | ci | dia colla sua volontà, e non esigere da lui di più, ciò che |
Principio supremo della metodica -
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credenza volontaria, la volontaria adesione a ciò che altri | ci | afferma. Non solo noi possiamo credere arbitrariamente a |
Principio supremo della metodica -
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solo noi possiamo credere arbitrariamente a ciò che altri | ci | dice, ma noi n' abbiamo altresì l' inclinazione, ed è |
Principio supremo della metodica -
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una disposizione alla immoralità pel tempo avvenire. Noi | ci | proponevamo oltracciò un' altra questione, se il bambino |
Principio supremo della metodica -
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ella è una legge costante di tutta la natura umana: e | ci | torneremo sopra. Ora ci basta di chiedere: Perchè non |
Principio supremo della metodica -
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di tutta la natura umana: e ci torneremo sopra. Ora | ci | basta di chiedere: Perchè non aiutiam dunque gli avviamenti |
Principio supremo della metodica -
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aiutiam dunque gli avviamenti di questa natura? Perchè non | ci | facciam dunque discepoli alla providenza che ha costituita |
Principio supremo della metodica -
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L' amore di noi stessi è di questa seconda specie: noi | ci | amiamo non già per le belle qualità che abbiamo, ma perchè |
Principio supremo della metodica -
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oggetto della nostra attuale osservazione, egli facilmente | ci | sfuggirebbe, sia perchè quel primo atto d' un ordine |
Principio supremo della metodica -
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second' anno a segnare il principio della quarta età di cui | ci | proponiamo a parlare in questa sezione, perchè nel terz' |
Principio supremo della metodica -
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applicherà a tutte le età successive della vita che ancor | ci | restano da percorrere. Laonde quando anche il fanciullo |
Principio supremo della metodica -
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è a volerlo percorrere e rilevarne il disegno. E posciachè | ci | recherebbe troppo a lungo il dar qui un esempio di ciascuna |
Principio supremo della metodica -
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giunge a concepire la dualità degli oggetti, noi facilmente | ci | accorgeremo che non può il fanciullo giungere a tanto se |
Principio supremo della metodica -
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E veramente nel primo ordine d' intellezioni non | ci | sono che percezioni e idee imaginali. Le percezioni non |
Principio supremo della metodica -
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e di amare ciò che è bello, animato e intelligente: e | ci | vorrà una violenza, qualche cosa che la pervertisca, |
Principio supremo della metodica -
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pure con un medesimo passo da questo. Ripeto che qui | ci | covano dei misteri, nei quali non voglio io ora entrare, ma |
Principio supremo della metodica -
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più profondi e più maravigliosi del cristianesimo. Noi | ci | riserbiamo a dire su di ciò ancora una parola, quando il |
Principio supremo della metodica -
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delle azioni nostre: riferiamo queste a noi stessi, perchè | ci | abbiam percepiti e continuamente ci percipiamo. Applichiamo |
Principio supremo della metodica -
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a noi stessi, perchè ci abbiam percepiti e continuamente | ci | percipiamo. Applichiamo dunque per analogia all' operar del |
Principio supremo della metodica -
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il solito errore: la fonte delle tante contraddizioni che | ci | sembrano scorgere nelle infantili azioni. Quanto è stato |
Principio supremo della metodica -
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nell' intendimento, delle nuove affezioni nella volontà. | Ci | basta di averne avvertito il lettore: avvertenza che deve |
Principio supremo della metodica -
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« « il sentimento è come la scena sulla quale gli oggetti | ci | compariscono e ci si rendono visibili » » (1). Non cancello |
Principio supremo della metodica -
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è come la scena sulla quale gli oggetti ci compariscono e | ci | si rendono visibili » » (1). Non cancello quest' ultima |
Principio supremo della metodica -
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incompleto; se bastasse a se stesso, nulla cercherebbe, non | ci | sarebbe in lui attività di moto, ma solo attività di stato. |
Principio supremo della metodica -
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per contraddire al suo pensiero e per dirgli: tu erri, se | ci | credi tutto l' ente. Le parole della madre finiscono per |
Principio supremo della metodica -
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Iddio qual supremo legislatore. Il Cristianesimo | ci | apre un arcano: egli ci assicura, che l' anima dell' |
Principio supremo della metodica -
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legislatore. Il Cristianesimo ci apre un arcano: egli | ci | assicura, che l' anima dell' infante, che viene battezzato |
Principio supremo della metodica -
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razionale e dell' attività animale del bambino; ma questo | ci | condurrebbe troppo a lungo senza immediato vantaggio al |
Principio supremo della metodica -
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de' fatti umani. E` l' osservazione più imparziale, che | ci | mostra nel fanciullo questo vero mirabile e consolante, che |
Principio supremo della metodica -
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intime leggi della sua natura produce a sè, tuttochè non | ci | rifletta poi sopra, nè lo si sappia dire, nè esprimere |
Principio supremo della metodica -
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facciamo qui ben notare questa differenza, perocchè ella | ci | conduce meglio a stabilire le norme o principŒ morali, che |
Principio supremo della metodica -
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nella sua vita morale, e ben merita che noi vi | ci | fermiamo a farvi sopra alcune riflessioni. Primieramente si |
Principio supremo della metodica -
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riflettere, che l' uomo è un essere reale, e che perciò | ci | tende ancora a dei godimenti reali. Benchè adunque il suo |
Principio supremo della metodica -
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Due adunque sono i mobili dell' istinto umano: l' uno | ci | porta verso l' entità in se considerata, l' altro verso l' |
Principio supremo della metodica -
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tutto intellettiva a fissarsi nella cosa in se considerata | ci | stacca dalla realità, che le riesce del tutto inutile; la |
Principio supremo della metodica -
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tutto inutile; la tendenza a godere della realità a questa | ci | rimena. Indi avviene, che quando il fanciullo immagina |
Principio supremo della metodica -
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agente reale, e giudichiamo dover essere quello appunto che | ci | apparisce. Questa illusione è perfetta ne' sogni, nei quali |
Principio supremo della metodica -
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nei quali non dubitiamo punto della realità delle cose, che | ci | si rappresentano, perchè la loro rappresentazione, cioè la |
Principio supremo della metodica -
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Nella veglia stessa se l' imagine è viva e presente, | ci | illude e a mal grado del ragionamento, che vorrebbe trarci |
Principio supremo della metodica -
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non in questo, che la spontaneità dell' operar soggettivo | ci | conducesse colla sua violenza ad operare contro l' esigenza |
Principio supremo della metodica -
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la vita; amavamo esseri che ce la facevano cara e che | ci | supplicavano di cedere: tutti gl'impulsi del nostro cuore |
Doveri dell'uomo -
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nei tempi a noi più vicini, i documenti più innegabili | ci | mostrano aumento d'attività produttrice e di capitali, non |
Doveri dell'uomo -
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sieno, che io avrò dette a voi »(Jo. XIV, 26) ». - Ma, | ci | obbietteranno, le cose sono diverse dalle parole; e Cristo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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« Nel principio era il Verbo » »? - Rispondo che in questo | ci | sarebbe difficoltà, se dalle parole di Giovanni si dovesse |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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per significare questa sopraeminenza del Verbo divino, | ci | propose lo stesso Verbo senza quell' aggiunta »(1) ». Di |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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« « Nel principio era il Verbo » ». - Egli è uopo che noi | ci | fermiamo ancora meditando e ricercando, per quanto ci è |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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noi ci fermiamo ancora meditando e ricercando, per quanto | ci | è dato di potere, che cosa sia il Verbo, il divino Verbo, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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che, quantunque unico, tuttavia unisca in sè tutto ciò che | ci | dà l' intuizione e tutto ciò che ci dà l' affermazione, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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in sè tutto ciò che ci dà l' intuizione e tutto ciò che | ci | dà l' affermazione, senz' essere precisamente ne l' una nè |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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notare fra il verbo umano e il Verbo divino, acciocchè | ci | formiamo di questo, quanto ci sia possibile, un esatto |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e il Verbo divino, acciocchè ci formiamo di questo, quanto | ci | sia possibile, un esatto concetto, e non mescogliamo con |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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noi stessi, ma è l' idea ossia l' essenza dell' essere che | ci | rende noti. All' incontro la sussistenza divina è anche |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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da noi posto ostacolo, un effetto morale in noi, pel quale | ci | santifica. E perocchè il morale abbraccia l' umiliazione, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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lo stesso Santo Spirito quando in quella grazia egli | ci | si rivela come persona. Tutte le verità speciali che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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1 O si conosce ciò unicamente perchè di fatto tali verità | ci | servono a conoscere qualche cosa della natura divina e |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di là portarcelo perchè possiamo udire e fare quello che | ci | è prescritto? Ma egli è un sermone molto vicino a te, nella |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Paolo, illuminato dallo spirito di Gesù Cristo già venuto, | ci | fa sapere che pei cristiani quel luogo di Mosè acquistò |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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più e nello stesso tempo il dottore parlante. E come tale | ci | venne dato in Cristo, come tale ci è annunziato in questi |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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parlante. E come tale ci venne dato in Cristo, come tale | ci | è annunziato in questi luoghi dell' Evangelio: « Unigenitus |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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freddo ed inefficace a muoverci come la nuda idea, nè egli | ci | muove parzialmente verso qualche essere finito a |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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qualche essere finito a pregiudizio di qualche altro; ma | ci | muove ad aderire all' Essere assoluto, e di conseguente a |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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quale deve procedere la scienza cristiana. E S. Giovanni | ci | conduce tosto al Padre dicendo: « « e il Verbo era appo Dio |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Dio stesso. Avendo dunque detto che il Verbo era appo Dio, | ci | ebbe posto in mano il principio da cui cavare la |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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si direbbe mai che la medesima stèsse appo se medesima, nè | ci | sarebbe bisogno alcuno di dirlo. Che se entrambi sono Dio, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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nel qual luogo si dice che noi stessi viviamo, noi stessi | ci | moviamo, noi stessi siamo, con che viene indicata l' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dirò così esterna, ma nello stesso tempo dice che viviamo, | ci | moviamo e siamo in Dio, perchè nel Verbo siamo creati, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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» », secondo la forza della parola greca «choris autu», | ci | venne a dire altresì che tutte le cose sono fatte nel |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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assoluta signora della sua propria vita. Ora S. Giovanni | ci | dice, che questo appunto accade del Verbo, dicendoci che in |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e tre le divine persone. Dopo aver noi veduto, per quanto | ci | è dato, quale sia la vita che è nel Verbo, domandiamoci |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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sia vita, tuttavia è stato fatto a noi vita, perchè egli | ci | vivificò giusta quello ai Romani: « Siccome tutti muojono |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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morte. Perocchè, in un modo ineffabile e misterioso di cui | ci | verrà forse altrove occasion di parlare, l' umanità |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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bene in noi, attribuendone a lui solo la gloria di cui egli | ci | fa partecipi (5); vuol dire di gloriarsi non della nostra |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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rigenerato fra lui e quel rimasuglio d' uomo vecchio che | ci | rimane, fra lo spirito e la carne. Solamente che l' uomo |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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umanità fossero appieno appagati, e posciachè fra questi | ci | aveva quella di dominare i suoi nemici, di esser fatta |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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vita eucaristica, della qual misteriosa vita forse altrove | ci | accadrà di parlare più estesamente. Ma lasciando per un |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Cristo medesimo ce l' abbia in parte svelato. Gesù Cristo | ci | dice che egli si comunica agli uomini in forma di cibo: che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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secondo la vita naturale ed adamitica. Il che importa che | ci | abbia un' azione, un effetto dell' eucaristia al di là di |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e nell' Ordine sacro; conviene ancora aver la grazia che | ci | rende membro vivo di quel corpo. Perocchè Cristo disse: « |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
|
svela e la nostra vita occulta si manifesta: ingresso che | ci | fu aperto col sangue di Cristo, e del quale la carne |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ad investigare in che consistano i veli che di presente | ci | avvolgono il cibo eucaristico, e qual cangiamento nasce in |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
|
nasce in noi alla remozione di tali veli; prima che | ci | facciamo a cercare quanto di questo sublime argomento sia |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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è prezzo dell' opera che noi tocchiamo quello che | ci | insegnano le divine lettere sul progressivo incremento |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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adunque della vita umana7divina di Cristo noi | ci | trasformiamo nella stessa imagine di Cristo, ci |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
|
Cristo noi ci trasformiamo nella stessa imagine di Cristo, | ci | trasformiamo in qualche modo in Cristo, diveniamo in un |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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persona divina) ha per oggetto Cristo umanato, quale | ci | è proposto dalla fede; onde il Signore soggiunge al « quia |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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filiorum Dei expectantes, redemptionem corporis nostri , | ci | avvisano che anche in questo luogo S. Paolo parla dell' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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colassù in Cielo palese, dico primieramente che i veli che | ci | nascondono al presente il corpo e il sangue glorioso di |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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sunt (2). » Ma egli conviene che noi esponiamo, per quanto | ci | è dato, in che modo Cristo col suo Spirito produca in colui |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
|
esisteva nel Verbo anche l' umanità di Cristo. Ma qui non | ci | ha ancora l' incarnazione, non ci ha l' unione ipostatica: |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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di Cristo. Ma qui non ci ha ancora l' incarnazione, non | ci | ha l' unione ipostatica: altramente il Verbo sarebbe stato |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
|
La prima, che secondo una tale dichiarazione non | ci | avrebbe nell' Eucaristia tutto il Corpo di Cristo. A cui si |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
|
sapere e di quella di contribuire all' altrui sapere, noi | ci | eravamo accinti animosamente a quella impresa e avevamo |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
giustizia sociale. 1) E da questo principio appunto noi | ci | proponemmo dedurla. La giustizia è eterna, impersonale, |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
rappresentata da chi avrà il potere legislativo. Non | ci | rimarrà adunque rispetto a questo altro da dire se non |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
della società. Sono adunque quattro i problemi che noi | ci | proponiamo da sciogliere in quest' opera: 1 Quale debba |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
facilità di quella onde porta giudizio degli altri, non | ci | sarebbe certo quel bisogno universalmente riconosciuto di |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
Dovendo adunque noi adesso trattare di questa regolarità, | ci | è necessario di sostenere due fatiche egualmente rilevanti; |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
chiarezza, con quella estensione e con quell' impegno che | ci | poteva avere il particolare loro rappresentante e |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
il diritto di entrare nelle amministrazioni pubbliche, non | ci | sarebbe ragione perchè queste eccellenti qualità non |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
spontanea come è la presente. Indarno e fuor di proposito | ci | si oppone che l' amministrazione anderà male perchè fatta |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
meno di attaccamento alla stessa vita. Finalmente, che | ci | si propone? di dare solo ai non proprietarŒ una voce, onde |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
è questa. Su quale supposizione discorrono quelli che | ci | propongono d' introdurre i non proprietarŒ nell' |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
dei medesimi? Sulla supposizione che questi lavorino; che | ci | sia quindi nella società da lavorare; che perciò questo |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
nella medesima stoltezza. Ma l' obbiezione stessa non | ci | si presenta in tal modo. Essa non dice, che le basi dell' |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
dette relazioni naturali, e non si alterino punto: e quando | ci | sia il caso per levare gli abusi delle medesime, si debbono |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
tanto la natura delle cose, quanto le menti degli uomini | ci | si sieno aggirate d' intorno: queste per formarsene l' idea |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
ingiustizie. Così in fatto troviamo nella storia. Questa | ci | presenta da per tutto Amministrazioni che operano con gran |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
alla natura delle cose. Io ho cercato un sintomo che | ci | faccia conoscere quando venga leso il diritto in un uomo; e |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
Amministrazione, o di avere un' Amministrazione in cui | ci | sia il detto squilibrio, e perciò di conservare nella |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
saranno imbarazzate a governar con sapienza; poichè | ci | vuol una sapienza sovraumana a regolare la modalità di |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
adunque è precisamente l' opposto di quello che Rousseau | ci | reca in prova della sua teoria; e la differenza sta quì: |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
proprietarŒ. Dopo di ciò è facile sciogliere l' esempio che | ci | recano in favore della rappresentanza personale di un |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
è un materializzarlo di soverchio. Noi crediamo che | ci | sia a questo proposito due errori opposti assai perniciosi: |
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|
potere civile debb' essere equilibrato colla proprietà. Già | ci | si accorge che io parlo del feudalismo. Ecco come parla di |
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|
quella finzione di proprietà di cui parliamo. Ma ben presto | ci | si accorse che quella finzione di proprietà, che quel |
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|
la proprietà stessa: era governatore e non possessore. Nè | ci | si opponga che noi confondiamo la proprietà di diritto e di |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
come una instituzione atta a rendere forte la corona. | Ci | valga a provar ciò l' esempio dell' Inghilterra, nella |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
le espressioni equivoche, la vestiamo delle espressioni che | ci | verrebbero suggerite da una legislazione più lucida e più |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
fra la proprietà ed il potere, resta una difficoltà che | ci | si può fare: Come mai i popoli più saggi che hanno |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
L' errore di cui parliamo rende ragione del fatto che | ci | si oppone, ed in questa maniera fa sì che quel fatto si |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
tranquillità per lungo tempo, che un' immensa ricchezza che | ci | tenga sempre nell' angoscia di perderla, e di cui godiamo |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
nulla di simile nelle instituzioni de' popoli, tuttavia | ci | somministri la confortante speranza che non solo sia |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
(ripetiamo questa frase perchè nulla di ciò che è vero | ci | dispiace ripetere onde che ne provenga): è un fatto |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
i pubblici istituti che quella della forza fisica, | ci | facessero l' obbiezione, che tale Tribunale non potrà |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
|
una grande. Finalmente vi saranno fors' anco di quelli che | ci | opporranno il segreto di stato; che mediante questo |
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|
chiamiamo spirito d' intelligenza non è già solo quello che | ci | conduce a desiderare delle nuove idee, ma bensì ancora |
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|
sapere e di quella di contribuire all' altrui sapere, noi | ci | eravamo accinti animosamente a quella impresa e avevamo |
Filosofia politica naturale -
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giustizia sociale. 1) E da questo principio appunto noi | ci | proponemmo dedurla. La giustizia è eterna, impersonale, |
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rappresentata da chi avrà il potere legislativo. Non | ci | rimarrà adunque rispetto a questo altro da dire se non |
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della società. Sono adunque quattro i problemi che noi | ci | proponiamo da sciogliere in quest' opera: 1 Quale debba |
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facilità di quella onde porta giudizio degli altri, non | ci | sarebbe certo quel bisogno universalmente riconosciuto di |
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Dovendo adunque noi adesso trattare di questa regolarità, | ci | è necessario di sostenere due fatiche egualmente rilevanti; |
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chiarezza, con quella estensione e con quell' impegno che | ci | poteva avere il particolare loro rappresentante e |
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il diritto di entrare nelle amministrazioni pubbliche, non | ci | sarebbe ragione perchè queste eccellenti qualità non |
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spontanea come è la presente. Indarno e fuor di proposito | ci | si oppone che l' amministrazione anderà male perchè fatta |
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meno di attaccamento alla stessa vita. Finalmente, che | ci | si propone? di dare solo ai non proprietarŒ una voce, onde |
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è questa. Su quale supposizione discorrono quelli che | ci | propongono d' introdurre i non proprietarŒ nell' |
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dei medesimi? Sulla supposizione che questi lavorino; che | ci | sia quindi nella società da lavorare; che perciò questo |
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nella medesima stoltezza. Ma l' obbiezione stessa non | ci | si presenta in tal modo. Essa non dice, che le basi dell' |
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dette relazioni naturali, e non si alterino punto: e quando | ci | sia il caso per levare gli abusi delle medesime, si debbono |
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tanto la natura delle cose, quanto le menti degli uomini | ci | si sieno aggirate d' intorno: queste per formarsene l' idea |
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ingiustizie. Così in fatto troviamo nella storia. Questa | ci | presenta da per tutto Amministrazioni che operano con gran |
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alla natura delle cose. Io ho cercato un sintomo che | ci | faccia conoscere quando venga leso il diritto in un uomo; e |
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Amministrazione, o di avere un' Amministrazione in cui | ci | sia il detto squilibrio, e perciò di conservare nella |
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saranno imbarazzate a governar con sapienza; poichè | ci | vuol una sapienza sovraumana a regolare la modalità di |
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adunque è precisamente l' opposto di quello che Rousseau | ci | reca in prova della sua teoria; e la differenza sta quì: |
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proprietarŒ. Dopo di ciò è facile sciogliere l' esempio che | ci | recano in favore della rappresentanza personale di un |
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è un materializzarlo di soverchio. Noi crediamo che | ci | sia a questo proposito due errori opposti assai perniciosi: |
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la proprietà stessa: era governatore e non possessore. Nè | ci | si opponga che noi confondiamo la proprietà di diritto e di |
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come una instituzione atta a rendere forte la corona. | Ci | valga a provar ciò l' esempio dell' Inghilterra, nella |
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le espressioni equivoche, la vestiamo delle espressioni che | ci | verrebbero suggerite da una legislazione più lucida e più |
Filosofia politica naturale -
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fra la proprietà ed il potere, resta una difficoltà che | ci | si può fare: Come mai i popoli più saggi che hanno |
Filosofia politica naturale -
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L' errore di cui parliamo rende ragione del fatto che | ci | si oppone, ed in questa maniera fa sì che quel fatto si |
Filosofia politica naturale -
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tranquillità per lungo tempo, che un' immensa ricchezza che | ci | tenga sempre nell' angoscia di perderla, e di cui godiamo |
Filosofia politica naturale -
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nulla di simile nelle instituzioni de' popoli, tuttavia | ci | somministri la confortante speranza che non solo sia |
Filosofia politica naturale -
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(ripetiamo questa frase perchè nulla di ciò che è vero | ci | dispiace ripetere onde che ne provenga): è un fatto |
Filosofia politica naturale -
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i pubblici istituti che quella della forza fisica, | ci | facessero l' obbiezione, che tale Tribunale non potrà |
Filosofia politica naturale -
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una grande. Finalmente vi saranno fors' anco di quelli che | ci | opporranno il segreto di stato; che mediante questo |
Filosofia politica naturale -
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chiamiamo spirito d' intelligenza non è già solo quello che | ci | conduce a desiderare delle nuove idee, ma bensì ancora |
Filosofia politica naturale -
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della sua sfera d'analisi; - come noi medesimi, che qui | ci | aduniamo in nome della scienza viva, non tutti ancora |
Psicologia delle menti associate -
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