Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 Ci  si doveva essere un diluvio di gente, ma poi allo stringer
essere un diluvio di gente, ma poi allo stringer del sacco  ci  trovammo solo in quattro, il conte di S. Robert, suo
in stazioni diverse andarono tutti in fumo.  Ci  limitammo quindi a trovar modo di giungere alla vetta del
barometri  ci  diedero i seguenti risultati :
 Ci  avviammo quindi verso Casteldelfino, ma per non rifare la
quel benedetto errore della carta, di cui già ti parlai,  ci  recammo prima in un valloncello adiacente a quello delle
e salito un colle, che ha nome di Bergia delle Sagnette,  ci  trovammo direttamente sopra la valle, che termina col passo
il Gertoux non tornava:  ci  diemmo a chiamarlo poiché la nebbia era sì fitta, che a
Gertoux, che era stato trattenuto da passi difficilissimi e  ci  annunciò, che si poteva giungere alla cima. Tosto ci
e ci annunciò, che si poteva giungere alla cima. Tosto  ci  alzammo seguendo il Gertoux con più animo che mai e ad un
 ci  fermammo per la colezione, giacché sito più conveniente per
più alte cime queste meravigliose Alpi, che ogni popolo  ci  invidia. Col crescere di questo gusto crescerà pure l'amore
pure l'amore per lo studio delle scienze naturali, e non  ci  occorrerà più di veder le cose nostre talvolta studiate più
ma le son miserie da non mentovarsi appetto di quello che  ci  aspettavamo. Seppimo la sera che nel vallone delle
vallone delle Forciolline piovette per ben due ore, e chi  ci  aspettava fu in grande inquietudine sul conto nostro.
 Ci  avvertì quindi che vi era un tubo contenente un foglio di
noi i quali  ci  trovavamo a forse 30 metri sopra il lago superiore delle
fu adunque rassegnarci a scendere, ad alle tre  ci  posimo per via, se non altro lieti di esser riesciti nel
in cui si formavano nebbie più o meno fitte, le quali  ci  andavano avvolgendo. Indi la necessità di procedere con
da un filo d'acqua, che esciva da un lembo di neve,  ci  determinammo di spedire il Gertoux fin presso la cima e di
tra la fatica sostenuta, l'ora tarda e l'aria vivissima,  ci  parve molto saporita. Una osservazione coll'aneroide mostrò
vettura  ci  condusse quindi per una strada in via di compimento sino a
ghiacciaio avea da prima un lieve pendìo, che  ci  era agevole e piacevole il superare, ma pervenuti appiè di
pendenza, che i nostri piedi non armati di grappe non  ci  potevano più reggere sulla neve, la cui superficie era
aprire in tal guisa molte centinaia di gradini. Lavoro che  ci  fece perdere un tempo grandissimo, imperocché la comitiva
nebbia fitta  ci  avvolgeva, ma colla bussola fummo presto orientati. Noi
era tuttora rimasta in quasi tutti i solchi della montagna,  ci  lasciava presumere, che si dovesse in qualche parte
cure di noi durante il nostro soggiorno a Casteldelfino, ma  ci  procacciò quanto occorreva per la salita del Monviso,
la Provvidenza, sotto le spoglie del conte di S. Robert,  ci  volle muniti.
arnesi che egli aveva allestiti, in guisa, che non solo non  ci  mancasse nella nostra gita il necessario, ma neppure ci
non ci mancasse nella nostra gita il necessario, ma neppure  ci  facesse difetto il superfluo, si pose senz'altro in
il superfluo, si pose senz'altro in carrozza con noi, e  ci  avviammo per la valle della Varaita. Ivi fummo più tardi
di sosta a Verzuolo, giunsimo alle 9 1/2 a Sampeyre, ove  ci  fermammo oltre un'ora e mezza per lo asciolvere e per
nel volersi tenere a sinistra piuttosto che a destra,  ci  portasse sulla punta occidentale, ma ora si trattava di
 ci  eravamo aspettati un panorama unico. Basta pensare che da
osservazioni certe roccie rotondate a mezza valle, che  ci  ricordavano le roccie montone e le traccie degli antichi
un certo punto  ci  affacciammo alla costola, che scende al sud-est, onde
Lenta. Non scorderò di leggieri il tremendo precipizio, che  ci  si aprì davanti. A molte centinaia di metri sì scorgevano i
valoroso montanaro, di abile cuoco e di attento cameriere,  ci  fu in tutta la nostra gita veramente utilissimo
quel che più  ci  dolse fu che il tuo barometro tornò rotto. E perché
e qualche centinaio di metri di profondità, come mi  ci  trovassi solo in piedi e col bastone confitto nel ghiaccio,
della corda il mio compagno di viaggio ed una guida, cui  ci  vollero niente meno di tre quarti d'ora per rimettersi in
tanta altezza ed in siti così selvaggi. Le severe cime che  ci  contemplavano debbono esserne state scandalizzate.
è inutile il rammentare come partendo da Casteldelfino noi  ci  trovassimo per un tratto notevole in mezzo a campi di
che più in su, dopo oltrepassati pochi aceri e sorbi, noi  ci  trovassimo in mezzo ai larici, i quali nella pendice
fu un momento in cui lo credetti perduto, ma alla fin fine  ci  arrivò sano e salvo.
cause insieme riunite, sul quale è fondato Casteldelfino, e  ci  avviammo al villaggio di Villaretto. Questo troverai
ovvero di rottami d'altezza un po' notevole. A quanto  ci  si diceva, il vallone delle Forciolline suole a questa
riesciti! La soddisfazione delle buone guide, che  ci  accompagnavano non era minore della nostra. Siamo venuti da
conto in cui si tenevano le tante bellezze naturali, che  ci  attorniano, avrebbe potuto convenirne. Però da alcuni anni
levare a cielo le bellezze delle Alpi. Ei mi pare che non  ci  debba voler molto per indurre i nostri giovani, che seppero
in libertà in tempo utile. Essendo ancora alto il giorno,  ci  diemmo ad esplorare i dintorni ed andammo a visitare il
popolare lo reputasse inaccessibile. Ma perché meglio  ci  intendiamo, è necessario dare un qualche cenno sulla forma
12 agosto eravamo tutti in piedi ai primi albori e tosto  ci  avviammo coi nostri bastoni alpini a punta di ferro in
palmare dei nostri guanti, che le acute sporgenze a cui  ci  aggrappavamo avevan quasi per intiero annichilata. Il
Forciolline vi sono quattro laghetti di questa fatta, e noi  ci  fermammo sulla sponda settentrionale del lago più elevato,
sul ciglio del bacino delle Forciolline e del Vallante. Ivi  ci  decidemmo a scendere alquanto per uno dei solchi, di cui ti
delle osservazioni dei termometri lasciati dal Tuckett.  Ci  limitammo a porre dentro al medesimo una carta di visita
la sola cima alpina e importante, di cui pare che i romani  ci  mandassero memoria, il pinifer Vesulus!Ac velut ille canuum
già attraversate per andare al passo delle Sagnette, e indi  ci  volgemmo contro il seno meridionale del Monviso formato
al tuo, il quale avendo un tubo di diametro maggiore,  ci  dava certezza di minori errori di capillarità.
passasse ivi la notte, non si affidò ad attraversarla.  Ci  spiegammo facilmente la differenza fra le due versioni
di ritorno affermando di aver trovato vie accessibili, che  ci  avrebbero, se non altro, condotti a grande altezza, ed
e lungamente erborizzato attorno al Monviso, quanto  ci  sia di particolare in queste vallate. Come estraneo a
si sarebbe trovato a partito disperato. Io volli allora che  ci  legassimo l'uno all'altro con una corda comune, onde se
basso con lieve spinta. Le roccie stesse sopra le quali noi  ci  trovavamo, erano in siffatta guisa fratturate, che non
il terreno dai residui dell'inverno. Il conte di S. Robert  ci  comunicava a questo proposito una sua ingegnosa
gl'inglesi erano pervenuti alla cima, tanto più facilmente  ci  dovevamo giungere noi, che avevamo la scorta delle loro

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