paragonati tra di loro e riferiti al tuo, il quale avendo un tubo di diametro maggiore, ci dava certezza di minori errori di capillarità.
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tue diligenti osservazioni certe roccie rotondate a mezza valle, che ci ricordavano le roccie montone e le traccie degli antichi ghiacciai.
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Monviso, quanto ci sia di particolare in queste vallate. Come estraneo a questa scienza, soltanto ti dirò come la valle della Varaita sia una delle
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Eravamo partiti alle cinque da Saluzzo, e, malgrado un'ora di sosta a Verzuolo, giunsimo alle 9 1/2 a Sampeyre, ove ci fermammo oltre un'ora e mezza
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La vettura ci condusse quindi per una strada in via di compimento sino a Torrette, onde dopo mezz'ora di passeggiata a piedi si giunse a
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Casteldelfino, ma ci procacciò quanto occorreva per la salita del Monviso, cercandoci i più robusti alpigiani a guide ed a portatori degli innumerevoli
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insieme riunite, sul quale è fondato Casteldelfino, e ci avviammo al villaggio di Villaretto. Questo troverai indicato sulla carta dello Stato Maggiore
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dell'estate si va liberando il terreno dai residui dell'inverno. Il conte di S. Robert ci comunicava a questo proposito una sua ingegnosa osservazione
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Ivi ci fermammo per la colezione, giacché sito più conveniente per noi non si poteva immaginare.
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Noi eravamo inoltre al limite degli alberi di alto fusto, e qui non è inutile il rammentare come partendo da Casteldelfino noi ci trovassimo per un
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Ci si doveva essere un diluvio di gente, ma poi allo stringer del sacco ci trovammo solo in quattro, il conte di S. Robert, suo fratello Giacinto, il
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l'opinione popolare lo reputasse inaccessibile. Ma perché meglio ci intendiamo, è necessario dare un qualche cenno sulla forma del Monviso.
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Ma egli è ormai tempo, che torniamo laddove eravamo, cioè sul ciglio del bacino delle Forciolline e del Vallante. Ivi ci decidemmo a scendere
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Nella parte superiore delle Forciolline vi sono quattro laghetti di questa fatta, e noi ci fermammo sulla sponda settentrionale del lago più elevato
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posto, ovvero di rottami d'altezza un po' notevole. A quanto ci si diceva, il vallone delle Forciolline suole a questa stagione essere sgombro di neve
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alto il giorno, ci diemmo ad esplorare i dintorni ed andammo a visitare il passo delle Sagnette, per cui dal vallone delle Forciolline si scende nella
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acutissime sembravano doversi precipitare in basso con lieve spinta. Le roccie stesse sopra le quali noi ci trovavamo, erano in siffatta guisa
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cumulando le qualità di valoroso montanaro, di abile cuoco e di attento cameriere, ci fu in tutta la nostra gita veramente utilissimo
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vista dell'Italia settentrionale: il padre del maggior fiume d'Italia: la sola cima alpina e importante, di cui pare che i romani ci mandassero memoria
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quanti imperi! Non credo che siensi fatti mai di così fatti festini a tanta altezza ed in siti così selvaggi. Le severe cime che ci contemplavano debbono
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Questo ghiacciaio avea da prima un lieve pendìo, che ci era agevole e piacevole il superare, ma pervenuti appiè di un'alta parete e ripiegatici a
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La mattina del 12 agosto eravamo tutti in piedi ai primi albori e tosto ci avviammo coi nostri bastoni alpini a punta di ferro in compagnia delle tre
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Ricalcammo le nevi già attraversate per andare al passo delle Sagnette, e indi ci volgemmo contro il seno meridionale del Monviso formato dalle due
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La grande copia di neve caduta in questo anno, e che era tuttora rimasta in quasi tutti i solchi della montagna, ci lasciava presumere, che si
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tre quarti d'ora era di ritorno affermando di aver trovato vie accessibili, che ci avrebbero, se non altro, condotti a grande altezza, ed animosi
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sarebbe trovato a partito disperato. Io volli allora che ci legassimo l'uno all'altro con una corda comune, onde se qualcuno fosse caduto gli altri
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aveva meno di 10 metri di larghezza e qualche centinaio di metri di profondità, come mi ci trovassi solo in piedi e col bastone confitto nel ghiaccio
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il monte un venticello in cui si formavano nebbie più o meno fitte, le quali ci andavano avvolgendo. Indi la necessità di procedere con sollecitudine
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A un certo punto ci affacciammo alla costola, che scende al sud-est, onde gettare gli occhi nella valle del Po e della Lenta. Non scorderò di
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Ma il Gertoux non tornava: ci diemmo a chiamarlo poiché la nebbia era sì fitta, che a poca distanza nulla si vedeva. La nostra voce era ripetuta sei
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In un attimo stanchezza, dubbi, paure, sofferenze, tutto fu scordato. Eravamo finalmente riesciti! La soddisfazione delle buone guide, che ci
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Una nebbia fitta ci avvolgeva, ma colla bussola fummo presto orientati. Noi eravamo sulla punta occidentale del Monviso ed a forse cento metri da noi
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passasse ivi la notte, non si affidò ad attraversarla. Ci spiegammo facilmente la differenza fra le due versioni supponendo che il Mathews non avesse
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Era naturale che quella benedetta ostinazione del Gertoux, nel volersi tenere a sinistra piuttosto che a destra, ci portasse sulla punta occidentale
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Ci avvertì quindi che vi era un tubo contenente un foglio di carta e questo gli fecimo facoltà di portarci.
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in cui lo credetti perduto, ma alla fin fine ci arrivò sano e salvo.
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Il tubo recatoci conteneva il foglio delle osservazioni dei termometri lasciati dal Tuckett. Ci limitammo a porre dentro al medesimo una carta di
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I barometri ci diedero i seguenti risultati :
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Noi ci eravamo aspettati un panorama unico. Basta pensare che da ogni cresta alpina e da ogni angolo del Piemonte e fin dal duomo di Milano si vede
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valle del Gujl, ecc., ma le son miserie da non mentovarsi appetto di quello che ci aspettavamo. Seppimo la sera che nel vallone delle Forciolline piovette
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Forza fu adunque rassegnarci a scendere, ad alle tre ci posimo per via, se non altro lieti di esser riesciti nel nostro intento.
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Ma quel che più ci dolse fu che il tuo barometro tornò rotto. E perché terminasse di acconciarsi per le feste chi lo portava il giorno dopo rotolò
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li avevano pressoché tutti perduti. Era un vero oggetto di curiosità la pelle palmare dei nostri guanti, che le acute sporgenze a cui ci aggrappavamo
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Ci avviammo quindi verso Casteldelfino, ma per non rifare la stessa strada e per riconoscere quel benedetto errore della carta, di cui già ti parlai
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cosicché noi i quali ci trovavamo a forse 30 metri sopra il lago superiore delle Forciolline, eravamo a 2796 metri sul mare.
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guerra spietata che si faceva alle piante, ed il niun conto in cui si tenevano le tante bellezze naturali, che ci attorniano, avrebbe potuto convenirne
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popolo ci invidia. Col crescere di questo gusto crescerà pure l'amore per lo studio delle scienze naturali, e non ci occorrerà più di veder le cose
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più facilmente ci dovevamo giungere noi, che avevamo la scorta delle loro relazioni. Mi recai quindi a tentare il Barracco onde venisse a
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volte, e, dato mano alle tende, viveri, strumenti, e a non so quanti altri arnesi che egli aveva allestiti, in guisa, che non solo non ci mancasse nella
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Accademia della crusca
