Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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si curvano sui quaderni, quaranta cervellini lavorano.  Chi  vuoi fare il fabbro e chi il maestro, chi il medico e chi
quaranta cervellini lavorano. Chi vuoi fare il fabbro e  chi  il maestro, chi il medico e chi il costruttore, chi il
lavorano. Chi vuoi fare il fabbro e chi il maestro,  chi  il medico e chi il costruttore, chi il cuoco e chi il
Chi vuoi fare il fabbro e chi il maestro, chi il medico e  chi  il costruttore, chi il cuoco e chi il soldato. La maggior
e chi il maestro, chi il medico e chi il costruttore,  chi  il cuoco e chi il soldato. La maggior parte, e tra questi
maestro, chi il medico e chi il costruttore, chi il cuoco e  chi  il soldato. La maggior parte, e tra questi Nino, sognano le
I buoni e i cattivi compagni.  Chi  trova un buon compagno, un buon amico, trova un tesoro. È
buon compagno, un buon amico, trova un tesoro. È buon amico  chi  ti vuol bene, e ti consiglia al bene; chi gode delle tue
È buon amico chi ti vuol bene, e ti consiglia al bene;  chi  gode delle tue contentezze, e si affligge delle tue
con te l'odore. Il cane, se va col lupo, impara ad urlare;  chi  pratica lo zoppo impara a zoppicare. Dimmi con chi vai, ti
urlare; chi pratica lo zoppo impara a zoppicare. Dimmi con  chi  vai, ti dirò chi sei. Fuggi dunque la compagnia dei
lo zoppo impara a zoppicare. Dimmi con chi vai, ti dirò  chi  sei. Fuggi dunque la compagnia dei giovanetti cattivi;
corpo e la salute. Oziosi e lavoratori mangiano tutti. Ma  chi  lavora ha il diritto di mangiare, perchè mangia per vivere
e lavorare. Egli non vive per mangiare, come il fannullone.  Chi  non vuole lavorare, nè di testa, nè di braccia, non
mestiere del coltivatore è faticoso; dà continuo lavoro a  chi  sente voglia di farlo. Il contadino ha dunque bisogno di un
mangiare. Perchè lavori bene, bisogna che mangi anche bene.  Chi  mangia bene è più forte, e fa maggior lavoro. Ma il mangiar
In ciò consiste la virtù della sobrietà, o temperanza.  Chi  pratica questa virtù, unita a quella del lavoro, vive bene,
Dio sulla terra; noi dobbiamo amarli, onorarli, obbedirli.  Chi  onora i genitori, onora Dio; chi li ama, ama Dio; chi gli
onorarli, obbedirli. Chi onora i genitori, onora Dio;  chi  li ama, ama Dio; chi gli obbedisce, obbedisce Dio. Il
Chi onora i genitori, onora Dio; chi li ama, ama Dio;  chi  gli obbedisce, obbedisce Dio. Il Signore fece a tutti
la madre, se vuoi vivere lungamente sopra la terra». Guai a  chi  trasgredisce il comando di Dio! Guai al figliolo che dà
dispiacere ai genitori, e non li rispetta come deve! Guai a  chi  fa piangere la sua madre! Dio conta quelle lacrime, e il
italiano che è ferito e ne ha bisogno. - Noi non conosciamo  chi  siano questi buoni italiani - disse il contadino padrone,
incuteva una certa titubanza mista a curiosità. - Tu dunque  chi  sei? - È Uguccio, il figlio del signor Della Morra -
 Chi  avrà indennizzato le famiglie dei poveri pesci, vittime dei
mai in padella o in bocca aipesci grossi; ma alle bombe  chi  sfugge? Viene dal cielo inavvertita, la bomba
fondo al mare, nelle casette di alghe, in tempo di guerra.  Chi  sa quante pescioline vedove, quanti pesciolini orfani
potendosi facilmente ricordare, e facilmente potendo vedere  chi  fu nella prima venticinquina la prima lettrice, chi la
vedere chi fu nella prima venticinquina la prima lettrice,  chi  la seconda, chi la terza, e va discorrendo.
prima venticinquina la prima lettrice, chi la seconda,  chi  la terza, e va discorrendo.
e finezza di Iinguaggio per rendere il proprio pensiero. Ma  chi  ha vero ingegno, se non sa la lingua bene, si trova tanto
evidente che deve posseder la lingua meglio degli altri  chi  ha idee originali e sentimenti vivi e delicati da
idee originali e sentimenti vivi e delicati da esprimere,  chi  sa, intuisce e ricorda molte cose, e in ogni cosa vede
ogni cosa vede particolari che la maggior parte non vedono,  chi  dalla forza del proprio ingegno e del proprio sentimento è
Se si paragona la lingua al danaro, si può dire che  chi  non ha ingegno è rispetto ad essa come un uomo quieto e
senza vanità e senza desidèri, che campa con pochi soldi, e  chi  ha molto ingegno è un uomo pien di vita e d'ambizione, di
minestra, tutti uniti su di una stessa tavola, bevvero  chi  acqua del fresco e sano pozzo, chi vino dai boccali
stessa tavola, bevvero chi acqua del fresco e sano pozzo,  chi  vino dai boccali variopinti.
lieti e stanchi a casa discutendo sulla storia dei lupi.  Chi  ci aveva creduto era soddisfatto, chi non ci aveva creduto
storia dei lupi. Chi ci aveva creduto era soddisfatto,  chi  non ci aveva creduto peggio per lui. Ad ogni modo quella
il corteo si fermava, e tutti i signori chiedevano: — Ma  chi  mai dunque fa chicchirichí? Ma chi? Ma chi? — Insomma, fu
mandato me, così io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo a  chi  rimetterete i peccati saranno rimessi, e saranno ritenuti a
rimetterete i peccati saranno rimessi, e saranno ritenuti a  chi  li riterrete. Con queste parole Gesù ha istituito il
e in essi ai loro successori: "Ricevete lo Spirito Santo: a  chi  rimetterete i peccati saranno loro rimessi; e saranno
i peccati saranno loro rimessi; e saranno ritenuti a  chi  li riterrete".
se lo prese in collo, e cominciò a girare per la città. —  Chi  mi compra Ranocchino! Chi mi compra Ranocchino! - Ma
cominciò a girare per la città. — Chi mi compra Ranocchino!  Chi  mi compra Ranocchino! - Ma nessuno lo voleva, un cosino a
Re. — Che cosa vendete, quell' uomo? — Vendo questo bimbo,  chi  lo vuol comprare. - La Reginotta lo guardò, fece una
grazia! — disse quel povero diavolo. E riprese ad urlare: —  Chi  mi compra Ranocchino! Chi mi compra Ranocchino! — Ma
diavolo. E riprese ad urlare: — Chi mi compra Ranocchino!  Chi  mi compra Ranocchino! — Ma nessuno lo voleva, un cosino a
ti vedrò più per la casa, non ti vedrò! Ah, coricino mio! E  chi  fu la strega che te lo cantò in culla, chi fu? Ah,
coricino mio! E chi fu la strega che te lo cantò in culla,  chi  fu? Ah, Ranocchino mio! E debbo ammazzarti con queste mani,
in Lui; per ripetere a noi tutti che non bisogna invidiare  chi  ha di più, ma che si deve essere contenti dello stato in
 Chi  è pronto all'ira è facile al male. Remigio ha cuore, e in
Guàrdati, giovinetto, dall'ira; essa è un vizio orribile.  Chi  è pronto all'ira è facile al male. L'ira è cieca, toglie il
dentro di te i cattivi pensieri d'odio e di vendetta. A  chi  ti ha offeso perdona, se vuoi essere perdonato. Il perdono
 Chi  ruba sarà fucilato... Chi ferisce o ammazza sarà
Chi ruba sarà fucilato...  Chi  ferisce o ammazza sarà fucilato... - Morte ai birri! - si
carcerati e processati per soddisfazione del popolo...  Chi  volesse torcer loro un capello, sarà fucilato! Colui che
attaccato al muro; uno di essi lo compitava a stento: -  Chi  ruba, sarà fucilato! Chi ferisce o ammazza, sarà fucilato -
di essi lo compitava a stento: - Chi ruba, sarà fucilato!  Chi  ferisce o ammazza, sarà fucilato - ripeteva ad alta voce
chiesa della Trinità, nero come il carbone... E ogni notte,  chi  passava pel sacrato, ne vedeva lo spirito che si dibatteva
di lui. - Ora non ammazzano nessuno! - egli disse. -  Chi  ruba è fucilato! Chi ammazza è fucilato!
non ammazzano nessuno! - egli disse. - Chi ruba è fucilato!  Chi  ammazza è fucilato!
gambe sono fatte per camminare e le braccia per lavorare.  Chi  lavora guadagna la propria vita; chi non lavora la ruba.
braccia per lavorare. Chi lavora guadagna la propria vita;  chi  non lavora la ruba. Chi lavora non teme miseria; anche
lavora guadagna la propria vita; chi non lavora la ruba.  Chi  lavora non teme miseria; anche povero è sulla via della
in un paesino della costa Adriatica un signore straniero -  chi  diceva coreano, chi australiano, - che viveva solo con una
costa Adriatica un signore straniero - chi diceva coreano,  chi  australiano, - che viveva solo con una vecchia serva in una
quando si usano. Ci ha spiegato che le virgole consentono a  chi  scrive, di esprimere più adeguatamente il proprio pensiero
adeguatamente il proprio pensiero e le proprie emozioni e a  chi  legge, di comprendere esattamente il testo e intanto di
imprecava a denti stretti: — Accidempoli al galletto e a  chi  lo fa allevare! — Un giorno Sua Maestà dovea scrivere a un
lo servì in tavola. Sua Maestà cominciò a dividerlo, a  chi  un'ala, a chi una coscia, a chi un po' di petto, a chi il
in tavola. Sua Maestà cominciò a dividerlo, a chi un'ala, a  chi  una coscia, a chi un po' di petto, a chi il codione: serbò
cominciò a dividerlo, a chi un'ala, a chi una coscia, a  chi  un po' di petto, a chi il codione: serbò per sè il collo e
a chi un'ala, a chi una coscia, a chi un po' di petto, a  chi  il codione: serbò per sè il collo e la testa colla cresta e
di corte. — Bisognerebbe spaccar la pancia del Re; ma  chi  ci si mette? — E il galletto, di tanto in tanto, dal fondo
a denti stretti: — Accidempoli al gallo, alle galline e a  chi  li fa allevare! — Senti, strega, — disse il Re. — Se fra un
Il Re mandò a chiamare La Fata Morgana. La Fata rispose: —  Chi  vuole vada, chi non vuole mandi. — E il Re dovette andarci
La Fata Morgana. La Fata rispose: — Chi vuole vada,  chi  non vuole mandi. — E il Re dovette andarci egli stesso in
senza mescolare il grano, e poi dite: Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E spargerete per terra questo grano
qui. Quando non ne rimarrà più un chicco: Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E spargerete per terra quest'altro
grano. Quando non ne rimarrà più un chicco: Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E spargerete per terra l'ultimo
di far tutto a puntino. Quando fu il momento: Bili, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E una metà delle galline morì. Billi
se ne pigli! E una metà delle galline morì. Billi billi!  Chi  gli piace se ne pigli! E il resto delle galline morì.
se ne pigli! E il resto delle galline morì. Billi, billi!  Chi  gli piace se ne pigli! Il gallo si mise a beccare lui solo,
il Reuccio! - Ma, sottovoce, dicevano: — Staremo a vedere.  Chi  gallo nasce dee chicchiriare. — Il Reuccio, dopo parecchi
opere sono inspirate dalla virtù della carità: nel farle,  chi  può non provare una vera contentezza? Bisognerebbe non aver
Non merita il nome d'uomo colui che nega il suo aiuto a  chi  è minacciato da grave pericolo. Ma la virtù della carità si
il compatirne i difetti, il perdonare le offese. È egoista  chi  non ama che sè e la sua famiglia. Volendo bene a tutti gli
sta male quel che dà dispiacere ad altri. È d'animo cattivo  chi  sente invidia del benessere altrui, chi si rallegra del
È d'animo cattivo chi sente invidia del benessere altrui,  chi  si rallegra del male. Chi non ha carità, non ha cuore. E
invidia del benessere altrui, chi si rallegra del male.  Chi  non ha carità, non ha cuore. E chi non ha cuore è un
si rallegra del male. Chi non ha carità, non ha cuore. E  chi  non ha cuore è un disgraziato, fosse anche carico d'oro.
il collo con vero interesse. - Tutti si sono alzati:  chi  impugna una forca, chi prepara i sacchi, chi mette a posto
interesse. - Tutti si sono alzati: chi impugna una forca,  chi  prepara i sacchi, chi mette a posto la pesa per misurare i
sono alzati: chi impugna una forca, chi prepara i sacchi,  chi  mette a posto la pesa per misurare i quintali, chi
sacchi, chi mette a posto la pesa per misurare i quintali,  chi  s'appoggia ai rastrelli che subito serviranno a trascinare
me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia. -  Chi  sono gli Angeli? - Gli Angeli sono i Ministri invisibili di
arrosti, intingoli, torte. Si infervorano nei preparativi:  chi  ha scritto la letterina d'augurio da mettere sotto il
da mettere sotto il piatto del babbo o della mamma,  chi  ha imparato la poesia da recitare alla fine del pranzo.
altro ombrellaio sa dire così bene: — Ombrellaio, donne!  Chi  ha ombrellini e ombrellacci da accomodare? Forse passeranno
Sacramenti e obbediscono ai Pastori stabiliti da Lui. - Da  chi  fu fondata la Chiesa? - La Chiesa fu fondata da Gesù
fondata la Chiesa? - La Chiesa fu fondata da Gesù Cristo. -  Chi  è il Papa? - Il Papa è il successore di S. Pietro, quindi
— Perciò il Re messe fuori un decreto: — Pena la vita a  chi  non teneva uno o più gatti, secondo che avesse casa o
teneva uno o più gatti, secondo che avesse casa o palazzo.  Chi  ammazzava cento topi, diventava barone. —
Dunque metti in pratica i consigli che ti ho dati.  Chi  ha cura del bestiame, ha cura della borsa. Arricchisce chi
Chi ha cura del bestiame, ha cura della borsa. Arricchisce  chi  lo tien bene; va in malora chi lo nutre male. Il proverbio
della borsa. Arricchisce chi lo tien bene; va in malora  chi  lo nutre male. Il proverbio ti dice che: «Contadino
voi raccoglierete quello che avrete seminato, bambini.  Chi  ha seminato vento, raccoglierà tempesta. Chi ha buttato
bambini. Chi ha seminato vento, raccoglierà tempesta.  Chi  ha buttato invece il buon seme nella zolla, avrà un ottimo
a te, giovinetto. Hai visto che cosa s' ha da rispondere a  chi  dice: - Che importano le parole? - A quella risposta debbo
istinto irresistibile, come al veder fare certe smorfie a  chi  mangia e certi traballoni a chi cammina. Ora, com'è
veder fare certe smorfie a chi mangia e certi traballoni a  chi  cammina. Ora, com'è naturale in tutti questo sentimento, è
in tutti questo sentimento, è anche naturale che tutti,  chi  più, chi meno, si vergognino e si stizziscano di
questo sentimento, è anche naturale che tutti, chi più,  chi  meno, si vergognino e si stizziscano di suscitarlo. Benchè
delicato e irritabile. Non ti lasciar ingannare da  chi  lo nega e dice di ridersene. Che cosa importano le parole?
da quegli effetti vengono a noi, e se sia da darsi retta a  chi  sconsiglia i giovani dallo studio della lingua, come da un
inventato per orientarsi e dirigere i bastimenti in mare.  Chi  non ha visto il mare, non può farsi un'idea di questa
non può farsi un'idea di questa immensa distesa d'acqua.  Chi  si trova in mare su un bastimento, lontano da terra, non
tranne la Stella polare, agghiacciata dai venti del nord.  Chi  accende le stelle appena si fa buio? e chi le spegne
venti del nord. Chi accende le stelle appena si fa buio? e  chi  le spegne all'apparire del giorno? Ninetto vorrebbe essere
cominciò a interrogare gli uccelli del tetto. — Lo sai tu  chi  c'è là dentro? — chiese a Piumaleggera. — Quella è la casa
la casa del signore della notte, — rispose la passera. — E  chi  è questo signore della notte? — E il protettore degli
della notte? — E il protettore degli infelici, conforta  chi  ha una pena, aiuta chi ha bisogno. — Io vorrei sapere
protettore degli infelici, conforta chi ha una pena, aiuta  chi  ha bisogno. — Io vorrei sapere perché ha il becco tagliente
lascialo in pace: è un tipo strano che racconta storielle a  chi  è nei guai, ma credo che non faccia male a nessuno. — Quel
Chiccolaggiú scoppiò in una risata. — Alla larga da  chi  vive nell'ombra, — disse. Poco dopo il passero poliziotto
ostinati, seccanti, permalosi somigliano alle mosche.  Chi  può amare le mosche? Chi le vuole intorno? Tutti le
permalosi somigliano alle mosche. Chi può amare le mosche?  Chi  le vuole intorno? Tutti le cacciano, perchè sono noiose,
non ci ho attitudine. - Oh bella! Che risponderebbe lei a  chi  le dicesse: - Non son fatto bene, son di complessione -
studio della lingua è una ragione di più per istudiarla.  Chi  non è dotato di buona memoria, e non ha facilità
immagina quanto possa acquistare in materia di lingua anche  chi  non ci ha disposizione di natura, in un periodo di tempo
vi stanno nascoste; scavi un po'; anche nel cervello,  chi  cerca trova.
ora non suona piú; ma Tit la teneva sempre per ricordo. —  Chi  sei? — chiese Caterinuccia. — Sono Tit, — egli rispose. —
fossi molto ricco. Non sei un re? — Sí, una specie di re. E  chi  ti dice che io non sia ricco? Guarda, questo è argento. —
farò indigestione. Aspettiamo Rosetta. E questa Bellissima,  chi  è? È proprio tanto bella? — Oh, Tit, non chiederlo! Era la
condannò a non potermi avvicinare a  chi  amo senza svanire! Perciò, amato amante, o lontani, o
terzo: e non scomparve. E si guardava, e si toccava, come  chi  si pensava morto e si ritrova vivo. Narco le aprì le
chissà se femmina o maschio, sapeva di calicanto che, e  chi  dice il contrario si sbaglia, è il profumo migliore. fine
invece quel tipo se n'era andato per i fatti suoi, e ora  chi  ne sa piú niente? - Mio padle e mia madie mi aspettano
invano, — dichiarò sconsolatamente la Principessa. — E  chi  è vostro padre? — chiese Tit. — Il Pincipe Felice. — Ma
e prima di sonare, gli diceva: — Maestà, rammentatevi bene:  Chi  tocca stronca, Chi parla falla! — E, tì, tìriti, tì, di
gli diceva: — Maestà, rammentatevi bene: Chi tocca stronca,  Chi  parla falla! — E, tì, tìriti, tì, di botto il pagliaio
mettesse a sonare senza ripetergli: — Maestà, rammentatevi;  chi  tocca stronca, chi parla falla. — Quando, tì, tìriti,
ripetergli: — Maestà, rammentatevi; chi tocca stronca,  chi  parla falla. — Quando, tì, tìriti, tì.... apparve la
Un ceppo bitorzoluto! — Maestà, ve l'avevo pur detto io:  Chi  tocca stronca, Chi parla falla! — Il Re pareva di sasso: —
— Maestà, ve l'avevo pur detto io: Chi tocca stronca,  Chi  parla falla! — Il Re pareva di sasso: — Bisognava
fra le braccia? Un ceppo bitorzoluto. — Ah, Maestà, Maestà!  Chi  tocca stronca, Chi parla falla! Il Re pareva di sasso: —
ceppo bitorzoluto. — Ah, Maestà, Maestà! Chi tocca stronca,  Chi  parla falla! Il Re pareva di sasso: — Bisognava
- infine la legge ti offre protezione, un accordo fra  chi  dà lavoro e chi lo accetta volentieri, come fanno tutti gli
legge ti offre protezione, un accordo fra chi dà lavoro e  chi  lo accetta volentieri, come fanno tutti gli italiani. che
oppure ti sgridino, se fosti cattivo, c'è dentro te stesso  chi  ti avverte del bene e del male che hai fatto. E chi è? - La
stesso chi ti avverte del bene e del male che hai fatto. E  chi  è? - La coscienza. Ascolta, giovinetto, questa voce
malattie e di far camminare il tempo all'indietro. Invano.  Chi  aveva i reumatismi, se li dovette tenere. A chi era calvo,
Invano. Chi aveva i reumatismi, se li dovette tenere. A  chi  era calvo, non spuntò alcun capello in capo, né biondo né
non spuntò alcun capello in capo, né biondo né bruno.  Chi  aveva compiuto i sessantacinque anni, non recuperò un solo
davanti la grotta, il bel giovane picchiò. —  Chi  siete? Son io e Serpentina. — Chi volete? — La Fata Regina.
il bel giovane picchiò. — Chi siete? Son io e Serpentina. —  Chi  volete? — La Fata Regina. - La grotta si spalancò, e si
ore del mattino uomini, donne, ragazzi, tutti sono in moto.  Chi  ripulisce e mette a posto gli arnesi campestri; chi spazza
moto. Chi ripulisce e mette a posto gli arnesi campestri;  chi  spazza l'aia, e la stalla; chi dà ordine alla casa. Il
posto gli arnesi campestri; chi spazza l'aia, e la stalla;  chi  dà ordine alla casa. Il cuore fa festa, e vuole che tutto
bianca, con le labbra scolorate, e non si alterava punto.  Chi  diceva che era viva, chi diceva che era morta e bisognava
e non si alterava punto. Chi diceva che era viva,  chi  diceva che era morta e bisognava sotterrarla, e intanto
La madre e le sorelle piangevano e ridevano dalla gioia, e  chi  la baciava di qua, chi di là. Lentamente Maricchia scese
piangevano e ridevano dalla gioia, e chi la baciava di qua,  chi  di là. Lentamente Maricchia scese dal letto e disse: -
che tu sarai mia moglie. Ma ora lascia che vada a punire  chi  ti ha fatto tanto male. - E di fatto andò al suo palazzo,
— disse la vecchiarella. E picchiò forte al. portone. —  Chi  è? chi cercate? — All' urlo del Lupo Mannaro tutto il
la vecchiarella. E picchiò forte al. portone. — Chi è?  chi  cercate? — All' urlo del Lupo Mannaro tutto il palazzo
e come vide i coltellino, si mordeva le mani: — Se trovo  chi  l'ha piantato, ne faccio un boccone! — Cercò, frugò
coraggio! — E la vecchiarella picchiò forte al portone. —  Chi  è? chi cercate? — All' urlo del lupo Mannaro, tutto il
— E la vecchiarella picchiò forte al portone. — Chi è?  chi  cercate? — All' urlo del lupo Mannaro, tutto il palazzo
colle spighe penzoloni, si mordeva le mani: — Se trovo  chi  lo seminò, ne faccio un boccone. - Cercò, frugò intorno, ma
coraggio! E la vecchiarella picchiò forte al portone. —  Chi  è? — urlò il Lupo Mannaro. — Son refe fino Son attaccato
e soldati di Gesù Cristo, e ce ne imprime il carattere. -  Chi  riceve la Cresima quali disposizioni deve avere? Chi riceve
- Chi riceve la Cresima quali disposizioni deve avere?  Chi  riceve la Cresima deve essere in grazia di Dio, e, se ha
tre cose: 1° essere in grazia di Dio; 2° sapere e pensare  chi  si va a ricevere; 3° essere digiuni dalla mezzanotte. - Che
- Ci divertiremo. Il custode brontola: - Ci divertiremo?!  chi  ti paga il biglietto? Mario alza le spalle; troverà bene il
le spalle; troverà bene il modo di entrare. Poi chiede: -  Chi  è Tespi? Il custode pensa un momento e spiega: - Sarà il
con dieci anni di galera. Bada, giovinotto: o poco o molto,  chi  si appropria ciò che non è suo, è un ladro. È ladro chi
chi si appropria ciò che non è suo, è un ladro. È ladro  chi  ruba le ciliegie e le mele nell'orto, la legna nei boschi,
lavoro. E anche ladro chi, trovato un oggetto, non cerca  chi  l'ha perduto, e lo ritiene come suo. E il ladro è un uomo
mille smorfie, dicendo di vergognarsi; e le altre alunne,  chi  la canzonava, chi le faceva coraggio; e così il tempo si
di vergognarsi; e le altre alunne, chi la canzonava,  chi  le faceva coraggio; e così il tempo si perdeva, e per la
sue compagne, incominciava il pissi pissi tra loro, perchè  chi  le diceva una cosa, chi un'altra, quando il maestro, fatto
il pissi pissi tra loro, perchè chi le diceva una cosa,  chi  un'altra, quando il maestro, fatto cenno con la mano che si
benissimo, e questi sono gli esempi di autori citati. A  chi  si dà retta? Ed il maestro, sorridendo replicò: "Chi non ha
attenersi a quella parte dove non è sospetto di male.  Chi  ha studio fondato sulle cose di lingua può rispondere:
i grandi scrittori sono uomini, e possono aver errato; e  chi  volesse farsi forte co' soli esempi, potrebbe difendere