Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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- Perdono. Perdonando troppo a  chi  falla si fa ingiuria a chi non falla. B. Castiglione, Il
- Perdono. Perdonando troppo a chi falla si fa ingiuria a  chi  non falla. B. Castiglione, Il cortigiano. Più facilmente
Il cortigiano. Più facilmente s'induce a perdonare  chi  è offeso che a restituire chi possiede. Guicciardini.
s'induce a perdonare chi è offeso che a restituire  chi  possiede. Guicciardini. Perdonate a chi vi ha offeso, anzi
che a restituire chi possiede. Guicciardini. Perdonate a  chi  vi ha offeso, anzi pregate per lui; che oltre
Lettere a Federico IV  Chi  ama molti, non ama molto: chi sovente, non a lungo; chi
Lettere a Federico IV Chi ama molti, non ama molto:  chi  sovente, non a lungo; chi variamente, non degnamente mai.
IV Chi ama molti, non ama molto: chi sovente, non a lungo;  chi  variamente, non degnamente mai. Balbo ...linguaggio più
 Chi  bene osserva il titolo del gioco lo ha forse già compreso.
tratta qui di un gioco di parole in cui si cade facilmente  chi  non lo sa. L'organizzatore chiede chi non conosca il gioco
si cade facilmente chi non lo sa. L'organizzatore chiede  chi  non conosca il gioco e prega tutti coloro che non lo
sulle proprie ginocchia, iniziando la domanda: « Dimmi:  Chi  ami più di tutti? » La povera vittima si raccoglierà a
più di tutti? » La povera vittima si raccoglierà a pensare  chi  essa debba indicare. Se è una signora comincerà ad indicare
risposte, insisterà con la sua domanda indiscreta: « Dimmi;  Chi  ami più di tutti? » e la vittima allora incalzata dalle
nel gioco è ammesso il « tu » confidenziale: « Dimmi:  Chi  ami più di tutti? » finchè la vittima comprenderà che non
ad una domanda, ma semplicemente ripetere la frase: «  Chi  ami più di tutti! » e la ripete finalmente sollevata dalle
per essere caduto nel tranello ripeterà la frase: «  Chi  ami più di tutti?».
uso, sarebbe infame e vilipeso da ciascheduno. Machiavelli.  Chi  riguarda la moda come segno e causa della corruzione dei
dei costumi, la sbaglia, sì, come la sbaglierebbe  chi  riguardasse la vernice come segno e causa dei legnami. M.
la spazzola comincia a girare fra i partecipanti al gioco.  Chi  sta nel mezzo deve indovinare in mano di chi sia la
al gioco. Chi sta nel mezzo deve indovinare in mano di  chi  sia la spazzola, gridandogli « mani in alto ». Se questi
ha la spazzola, il gioco continua. Se invece ha indovinato,  chi  si è fatto cogliere con la spazzola in mano deve mettersi
deve mettersi al centro ed indovinare ora lui in mano di  chi  si trovi la spazzola che, frattanto, avrà continuato a
che, frattanto, avrà continuato a circolare. Quando  chi  sta nel mezzo volge le spalle a chi ha la spazzola, questi
a circolare. Quando chi sta nel mezzo volge le spalle a  chi  ha la spazzola, questi potrà benissimo toccare con la
morali Che quanto piace al mondo è breve sogno. Petrarca  Chi  gode non comprende chi soffre. Persichetti La felicità,
al mondo è breve sogno. Petrarca Chi gode non comprende  chi  soffre. Persichetti La felicità, nella sua perfezione, è il
egli farà un racconto in cui entreranno tutti gli animali e  chi  sente nominare l'animale assegnatogli dovrà imitarne la
Il gioco si presta anche per raccogliere pegni, poichè  chi  dimentica di far la voce dell'animale quando questi viene
di far la voce dell'animale quando questi viene nominato o  chi  la fa quando non se ne parla è condannato a mettere pegno.
Del modo di giuocare.  Chi  ha ricevute le carte giuoca il primo. E' obbligo di
coperta non può essere ripresa per giuocarne un'altra.  Chi  giudica prima del suo turno è obbligato a riprendere la sua
pure. Ah! Non sa cosa domandare? Si, qualsiasi domanda:  Chi  è la più bella od il più bello? Chi ha denti falsi? Chi ha
Si, qualsiasi domanda: Chi è la più bella od il più bello?  Chi  ha denti falsi? Chi ha oggi un appuntamento? Chi riceverà
Chi è la più bella od il più bello? Chi ha denti falsi?  Chi  ha oggi un appuntamento? Chi riceverà prima del danaro?
più bello? Chi ha denti falsi? Chi ha oggi un appuntamento?  Chi  riceverà prima del danaro? Quello che vuole, ma impostando
»- Faccia ora girare la bottiglia ed il suo collo indicherà  Chi  è! e questi da parte sua potrà porre una nuova domanda e
sè stessi, se la bottiglia torna a volgere il collo verso  chi  l'ha fatta girare. Certo che anche nel porre le domande si
Orlando Furioso. (c. IV. str. 16.)  Chi  più si sbrama a maledire una cosa, più si avvicina a
Leopardi, Pensieri. La maldicenza rende peggiore  chi  la usa, chi l'ascolta, e talora anche chi ne è l'oggetto.
Pensieri. La maldicenza rende peggiore chi la usa,  chi  l'ascolta, e talora anche chi ne è l'oggetto. C. Cantù.
rende peggiore chi la usa, chi l'ascolta, e talora anche  chi  ne è l'oggetto. C. Cantù. Attenzione. Lo sparlare della
della gente è una brutta cosa: e si fa senza badarci, e  chi  l'ha fatto la sera, talor non se ne ricorda la dimane, nè
donna nell'onore o nella roba, e talor anche nella vita; e  chi  l'ha detto, anche pentito, non la può più riavere. Balbo.
 Chi  viaggia all'estero è ospite del paese che visita e perciò
il tempo si allunga la vita. Rosmini. Che il perder tempo a  chi  più sa, più spiace. Dante.
in adverso. Però nelle partite successive si appaiono  chi  scoprì la carta più alta con chi scoprì la più bassa, e
successive si appaiono chi scoprì la carta più alta con  chi  scoprì la più bassa, e così alternativamente in modo che ci
colore diverso (rosso e azzurro) e fare le carte spetta a  chi  alzò il punto più basso e sceglie il colore delle carte.
sono cinque uno fa il morto o chuette, ed il morto tocca a  chi  scoprì la carta più bassa per l'accoppiamento dei
Giustini.  Chi  è uso a patire è uso a tacere. Chi poco sa tacere, ha poco
Giustini. Chi è uso a patire è uso a tacere.  Chi  poco sa tacere, ha poco patito. Tommaseo. Pochi e grandi
corrompe i cuori. La fede è il sorriso della giovinezza:  chi  crede ama; chi ama opera; chi opera, od è eroe, od è un
La fede è il sorriso della giovinezza: chi crede ama;  chi  ama opera; chi opera, od è eroe, od è un martire. Lo
il sorriso della giovinezza: chi crede ama; chi ama opera;  chi  opera, od è eroe, od è un martire. Lo stesso, Ivi Quando
della disperazione. C. Belgioioso, Scuola e Famiglia Spesso  chi  dubita oggi, crede ed afferma domani; il dubbio è a metà
stesso, Manfredi Non si commetta al mar  chi  teme il vento. Metastasio, Siroe Senza forza d'animo non si
viltà è vergogna; scansare un pericolo è prudenza. Giusti  Chi  fugge dalla battaglia della vita, chi aspetta dal caso
è prudenza. Giusti Chi fugge dalla battaglia della vita,  chi  aspetta dal caso ristoro alle sue pene, chi non ardisce,
della vita, chi aspetta dal caso ristoro alle sue pene,  chi  non ardisce, non opera, non lavora e si sta colle mani alla
capitani, che mai debbe tentare la fortuna della battaglia  chi  non è invitato di molto vantaggio o stretto da urgente
ripetere, ogni due frasi, la parola « coso », interrompere  chi  parla con l'esclamazione « eeh! », « oppure come ha detto?
sulla ignoranza altrui, temendo invece sempre di trovare  chi  ne sappia più di noi. In tal caso sarebbe indecoroso farsi
benchè ciò sarebbe nello stesso tempo indelicato  chi  si affrettasse a correggere in modo brusco o ridanciano.
deve dimenticare le ingiurie private. Machiavelli.  Chi  offende ha torto, dà cagione ad altri di essere offeso a
nomina un oggetto o un animale che vola effettivamente.  Chi  fa il segno di volare quando si nomina un oggetto o un
nomina un oggetto o un animale che non possa volare, oppure  chi  omette di fare il segno di volare con le mani quando si
comincia a dire: vola vola un cavallo ed alza le sue mani  chi  le alza mette pegno e subito dopo: vola vola... un
dopo: vola vola... un areoplano e sta fermo con le mani,  chi  non alza le mani mette pegno e così via. Sta naturalmente
degli altri, molto delle cose. Mantegazza. E' solito che  chi  parla molto e bene, opera poco e male. Persichetti. Parlare
ed i cavalieri dell'altro gruppo devono indovinare di  chi  siano quegli occhi. Chi indovina può passare dall'altra
gruppo devono indovinare di chi siano quegli occhi.  Chi  indovina può passare dall'altra parte e fare un giro di
i cavalieri del primo gruppo sono obbligati ad indovinare  chi  sia. Il gioco può essere anche variato nel senso che invece
altre persone e fare dei confronti per meglio indovinare.  Chi  indovina ha il premio come sopra.
di ogni umana virtù. G. Mazzini, Opere Avrà ragione  chi  non fu mai stanco e non sarà mai stanco. G. D'Annunzio, Ai
altro mazzo di carte. Quindi egli pone la prima domanda: «  Chi  è il più bello? » o altra, e contemporaneamente leva una
o che si debba prestare troppa attenzione alla cosa.  Chi  ha la carta enunciata, è la persona che... è la più bella
del suo mazzo e la enuncia ad alta voce e chiaramente.  Chi  la possiede è colui che... e da parte sua può porre una
il bersaglio di qualche domanda più feroce, oppure un «  Chi  offre?... » oppure obbligata a consegnare un pegno che
per rendere la risposta più semplice con un bisillabo.  Chi  tarda a rispondere mette pegno.
Compiuto il primo giro, il biscazziere trae a sorte  chi  deve battere, e ripete l'estrazione quando il turno è
al banco. Se le unità fossero, per es., sei soldi, e  chi  fa il colpo guadagnasse quattro punti, ritirerebbe quattro
perduti si calcolano come nella partita co' birilli, e  chi  li perde paga tante unità quanti sono i punti perduti. 10.
li perde paga tante unità quanti sono i punti perduti. 10.  Chi  fa parigina ritira il fondo dal banco e una quota stabilita
caso ha molta influenza sull'esito del giuoco. Fa le carte  chi  ha scoperto la carta più bassa; alla sua destra sta chi
chi ha scoperto la carta più bassa; alla sua destra sta  chi  scoprì la più alta; l'altro giuocatore a sinistra. Il
a dichiarazione avvenuta. Il posto del morto è di fronte a  chi  fa carte. Le dichiarazioni ognuno le fa per sè; il giuoco è
dichiarazioni ognuno le fa per sè; il giuoco è assegnato a  chi  la fa più alta; gli altri due giuocano associati. I punti
più carte del convenuto, se il numero non eccede tredici,  chi  è di mano decide se si debbano rifare le carte o se
se sono quattordici carte, o più, si rifà il mazzo. 2. Se  chi  è primo ha tredici carte, invece di dodici, e ch'egli
e prima di avere veduto le carte che si prendono. 3.  Chi  prende più carte di quante ne abbia scartate, o si trova
anche se ciò che ha sia di molto inferiore al giuoco di  chi  ha tredici carte o più. La giustizia impone ciò, perchè
perchè spesso, una carta basta a far valere un giuoco. 4.  Chi  prende, o si trova meno carte, può contare tutto ciò che ha
la risposta, e per conseguenza non sarebbe cappotto; mentre  chi  ha meno carte lo darebbe, se il suo avversario facesse le
prime levate, non avendo di che fornire la dodicesima. 5.  Chi  incomincia a giuocare e dimentica di contare le carte
non gli vengono più calcolate. Questa regola è severa; ma  chi  cade in tanta dimenticanza fa un errore, che ha da essere
nel mazzo; avendo il primo potuto lasciarne. 10. A  chi  scartò meno carte di quante ne prende, e si accorge
scarti, dopo essere stata veduta dai due giuocatori. 11. Se  chi  dà due volte di seguito riconosce il suo errore prima di
ve ne sono due di voltate, si devono rifare le carte. 16.  Chi  accusa falso, vale a dire: tre o quattro assi, re, dame,
conta ancora tutti i punti che si trovano nel giuoco di  chi  accuso falso. Lo stesso dicasi pel giuocatore che, invece
mostrata, quando non sia stata mischiata allo scarto. 21.  Chi  riprende le carte dallo scarto, od è sorpreso a cambiarle,
scarto, od è sorpreso a cambiarle, perde la partita. 22.  Chi  lascia la partita prima della fine, perde; a meno di
in tal caso si tira la rimessa, dopo mutuo consenso. 23.  Chi  credendo di aver perduto, getta le carte che vengono
credendosi essere l'ultimo, il colpo diviene buono, e  chi  è per diritto il primo, incomincierebbe a giuocare. 25.
offre nessuno spontaneamente, si fa designare dalla sorte  chi  deve iniziare il gioco fungendo da volpe. Nella tana la
essa tocca altri. E' il suo posto di riposo e di riparo e  chi  fa la volpe può stare sui due piedi quando è nella tana, ma
sollecitato dai frizzi e dai motti degli altri giocatori,  chi  fa da volpe deve saltare sempre su un solo piede. La volpe
fino che ripara nella sua tana. Per non affaticare troppo  chi  funge da volpe i giocatori non devono allontanarsi troppo
gioco a circa dieci o venti passi dalla tana della volpe.  Chi  esce di campo diventa « volpe » ed al grido di « volpe
avete, più siete liberi. C. Cantù, Il Galantuomo Infelice  chi  abbisogna dell'aiuto d'altri per liberarsi dal male o per
tarocchi, farà perdere la cosidetta mano, ossia scarto a  chi  la fece fallosa, e con essa l'onoranza di cinque punti a
ultima distribuzione, perderà la partita, sempre, quando  chi  l'ha commesso non oltrepassi in guadagno il numero di
chiaro averlo fatto maliziosamente, chè in tal caso,  chi  rifiuta paga. 5. Chi scartasse alcuno degli onori, paga la
fatto maliziosamente, chè in tal caso, chi rifiuta paga. 5.  Chi  scartasse alcuno degli onori, paga la partita: per onori
di spirito e la cortesia dei modi saranno a vantaggio di  chi  vuol far valere i propri diritti; sarebbe un errore
Del re e dello scoprimento della carta.  Chi  scopre un re vince e segna un punto; chi ha nel suo giuoco
della carta. Chi scopre un re vince e segna un punto;  chi  ha nel suo giuoco il re del seme della carta scoperta vince
questo è un tranello per  chi  non lo conosce. Pregati di assentarsi tutti coloro che non
Il gioco comincia: la vittima nel mezzo deve ascoltare  chi  fischia e volgersi rapidamente verso di lui imponendogli di
di voltarsi il più rapidamente possibile per sorprendere  chi  tiene in mano il fischietto.
sentimento. Pananti. Le lagrime sono figlie della pietà; e  chi  dice pietà, dice il più bel fiore dell'anima. Cesarotti.
l'incanto a  chi  ha assunto impegno di fare un maggior numero di levate,
tale esame sarà negativo uno di essi dire: doppio (contre).  Chi  dichiara doppio senza fare le prese dichiarate, perde 100
opposta a quella di cui si servi il giuocatore precedente.  Chi  erra, prende il posto del paziente.
però ha il diritto d'imporre la penitenza che deve scontare  chi  gli succede nel pegno.
per fine esclusivamente l'assegnamento di un « pegno » a  chi  non li sa assolvere.
che si possa infliggere da una compagnia cortese a  chi  fallò nel gioco. Però, può diventare la peggiore delle
contemporaneamente. In tal caso la partita è vinta da  chi  ha raggiunto il numero maggiore. Se i punti, e ciò è raro,
dei due avversari fossero eguali, la partita è vinta da  chi  fece l'ultima mano. Quando un giuocatore alla prima mano o
io la faccio cadere ». Fatto il gioco si troverà facilmente  chi  vorrà imitarlo nella certezza assoluta che non vi sia nulla
nulla di difficile. L'importante ora è di non lasciare che  chi  prova abbia a premere da solo la moneta sulla fronte, ma di
si guarderà bene di non fare colare l'acqua addosso a  chi  ci sta vicino, nè andare a cozzare con la punta contro i
un bastone portato male non aggiunge nulla all'eleganza di  chi  lo porta.
beau mentir, qui vient de loin. Ha un bel mentir,  chi  viene da lontano. Aide-toi, le ciel t'aidera. Aiutati, il
(giuocar falso). Deux fois bon, c'est une fois bête.  Chi  due volte è buono, è una volta sciocco. Dieu donne le froid
n'est pas un vice. Povertà non è vergogna. Qui a bu, boira.  Chi  ha bevuto, beverà. Qui paye ses dettes, s'enrichit. Chi
Chi ha bevuto, beverà. Qui paye ses dettes, s'enrichit.  Chi  paga i suoi debiti, s'arricchisce. Qui s'excuse s'accuse.
paga i suoi debiti, s'arricchisce. Qui s'excuse s'accuse.  Chi  si scusa s'accusa. Qui trop embrasse, mal étreint. Chi
Chi si scusa s'accusa. Qui trop embrasse, mal étreint.  Chi  troppo abbraccia nulla stringe Revéiller le chat, qui dort.
Purg. 2.  Chi  troppo vuole si svoglia. Tommaseo. Voglie impotenti o forze
più tempo a fare in furia le cose, che a farle adagio.  Chi  va adagio, lascia un po' fare alle cose, che ne san più
duri troppo a lungo tempo, non si esiti, ma si decida. A  chi  la precedenza viene offerta per la seconda volta, l'accetti
troppo a lungo. Incontrandosi innanzi ad una porta,  chi  ne passa per primo la soglia, deve tenerla poi aperta a chi
chi ne passa per primo la soglia, deve tenerla poi aperta a  chi  lo segue. Se portiamo un pacco in una strada movimentata,
facendo della loro ostinazione una prova di forza: vedremo  chi  dei due farà posto? Se due persone, per lasciarsi passare,
correrà a nascondersi dietro ai cespugli ed in ogni dove.  Chi  viene raggiunto e toccato dal cacciatore, diventa
toccati al posto di partenza, hanno vinto sul cacciatore.  Chi  però oltrepassa i limiti assegnati alla zona del gioco ha
4, 5 o 6, dando ad esse un numero progressivo. Mentre  chi  ha da indovinare si assenta, uno dei presenti, indifferente
L'organizzatore si è accordato sul modo di chiamare con  chi  deve indovinare. Ad esempio: Roberto, mio caro vieni

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