Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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notizie incerte  che  si hanno sulle origini di tutti i processi di dipingere
secondo la precedenza di comparsa nell’arte, permettono  che  nel trattare partitamente di ciascuno la scelta s’informi
di ciascuno la scelta s’informi al rapporto più diretto  che  hanno la pratiche d’ogni singolo metodo col fine della
della durabilità del dipinto, sia per i principi generali  che  se ne possono dedurre che per i vantaggi effettivi che
sia per i principi generali che se ne possono dedurre  che  per i vantaggi effettivi che l’una pratica presenta
che se ne possono dedurre che per i vantaggi effettivi  che  l’una pratica presenta sull’altra.
si hanno questi interessanti e pietose informazioni  che  non sono certamente tutte quelle che si potrebbero
e pietose informazioni che non sono certamente tutte quelle  che  si potrebbero raccogliere su questo mirabile artefice, e
per semplice constatazione di fatto, nulla avendovi  che  vedere i detentori dei dipinti che si citano.
di fatto, nulla avendovi che vedere i detentori dei dipinti  che  si citano.
questi, oltre essere i caratteri delle superfice colorate  che  si riscontrano nelle decorazioni egiziane su marmi, legni e
quali la pittura tecnicamente si divide nei vari processi  che  prendono il nome dal conglutinante che vi domina; cosicchè
nei vari processi che prendono il nome dal conglutinante  che  vi domina; cosicchè si può ritenere, che i procedimenti
dal conglutinante che vi domina; cosicchè si può ritenere,  che  i procedimenti odierni in quello che hanno di più spiccato,
si può ritenere, che i procedimenti odierni in quello  che  hanno di più spiccato, che non può essere il nome, furono
i procedimenti odierni in quello che hanno di più spiccato,  che  non può essere il nome, furono noti agli Egizi; nè poteva
fatte all’arte per conseguire la durabilità; imposizioni  che  l’arte subì certamente, più che altrove in Egitto.
la durabilità; imposizioni che l’arte subì certamente, più  che  altrove in Egitto.
generale non si deve riempire  che  a metà il matraccio o la bottiglia che si pone sul fuoco,
non si deve riempire che a metà il matraccio o la bottiglia  che  si pone sul fuoco, affine di ovviare a che sollevandosi la
o la bottiglia che si pone sul fuoco, affine di ovviare a  che  sollevandosi la materia in ebullizione abbia a traboccare.
disegno ultimato e dorate quelle parti  che  si era destinato di mettere ad oro, si veniva al colorire
del dipingere in affresco, solo differenziando in tre cose,  che  il Cennini sembra fissare come i canoni della pittura a
fissare come i canoni della pittura a tempera: «L’una,  che  ti conviene sempre lavorare vestiri e casamenti prima che
che ti conviene sempre lavorare vestiri e casamenti prima  che  visi. La seconda cosa si è che ti conviene temperare i tuoi
vestiri e casamenti prima che visi. La seconda cosa si è  che  ti conviene temperare i tuoi colori sempre con rossume
e ben temperati; sempre tanto rossume quanto il colore  che  temperi. La terza si è che i colorì vogliono essere più
tanto rossume quanto il colore che temperi. La terza si è  che  i colorì vogliono essere più fini, e bene triati sì come
ritocco  che  raramente apporta effetti soddisfacenti e durevoli nei
apporta effetti soddisfacenti e durevoli nei processi  che  impediscono di compenetrare il ritocco fatto col colore
olio, trova nell’affresco la sua eccezione per le ragioni  che  si verrà esponendo, non potendosi accettare in via assoluta
potendosi accettare in via assoluta il disdegno del Vasari  che  sembra escluderlo affatto, nè il parere del Cennini il
escluderlo affatto, nè il parere del Cennini il quale vuole  che  il ritocco a secco faccia parte integrante di questo
debba coprirne tutto il dipinto avvertendo «che ogni cosa  che  lavori in fresco vuole essere tratto a fine e ritoccato in
la possibilità di finire cosa alcuna col fresco — ciò  che  non si può ragionevolmente sostenere.
i risultati più  che  soddisfacenti che ottenevo lavorando con la tempera a colla
i risultati più che soddisfacenti  che  ottenevo lavorando con la tempera a colla e con l’emulsione
d’uovo e l’olio di lino, andavo sempre cercando una tempera  che  non scurisse dopo la vernice e che permettesse nello stesso
cercando una tempera che non scurisse dopo la vernice e  che  permettesse nello stesso tempo un impasto più forte e una
biacca,  che  è un carbonato di piombo, in contatto dell’aria perde
di piombo, in contatto dell’aria perde l’acido carbonico  che  viene sostituito dall’ossigeno cambiandosi così in ossido
dall’ossigeno cambiandosi così in ossido di piombo  che  è giallo: colle esalazioni sulfuree annerisce, come
come annerisce per il contatto con tutti quei colori  che  contengono derivati dallo zolfo.
Baldinucci nella Vita di Guido Reni è detto  che  il grande pittore bolognese «dava su tutte le furie quando
pittore bolognese «dava su tutte le furie quando sentiva  che  alcun pittore avesse ardito di toccare pitture di antichi
pitture di antichi maestri, tuttochè lacere e guaste; cosa  che  egli non volle mai fare». Ma più interessanti riflessioni
«quasi di nuovo fiorire, termine volgarissimo, con  che  usa la minuta gente esprimere quella sua insopportabile
anche per mano di maestro imperito, qualche antica pittura,  che  in processo di tempo sia alquanto annerita, con che toglie
che in processo di tempo sia alquanto annerita, con  che  toglie non solo il bello della pittura ma eziandio
o resarcire, o ridurre a bene essere, il raccomodare  che  si fa qualche volta alcuna piccola parte di pittura anche
alcuna piccola parte di pittura anche d’eccellente maestro,  che  in alcun luogo fosse scrostata o altrimenti guasta, perchè
riesce facile a maestra mano; e alla pittura non pare  che  altro si tolga che quel difetto, che quantunque piccolo,
a maestra mano; e alla pittura non pare che altro si tolga  che  quel difetto, che quantunque piccolo, par che le dia molta
alla pittura non pare che altro si tolga che quel difetto,  che  quantunque piccolo, par che le dia molta disgrazia e
si tolga che quel difetto, che quantunque piccolo, par  che  le dia molta disgrazia e discredito. Molti però non del
però non del tutto imperiti dell’arte, sono stati di parere  che  l’ottime pitture nè punto nè poco si ritocchino anche da
anche da chi si sia; perchè essendo assai difficile  che  o poco o molto, o subito o in tempo, non si riconosca la
o in tempo, non si riconosca la restaurazione per piccola  che  sia; è anche vero che la pittura che non è schietta va
la restaurazione per piccola che sia; è anche vero  che  la pittura che non è schietta va sempre accompagnata con
per piccola che sia; è anche vero che la pittura  che  non è schietta va sempre accompagnata con gran discredito.
anche gl’ignoranti, il lavare l’antiche pitture; il  che  fanno alcuna volta con tanta indiscretezza, che più non
pitture; il che fanno alcuna volta con tanta indiscretezza,  che  più non farebbero nel dirozzare un marmo; e non considerano
più non farebbero nel dirozzare un marmo; e non considerano  che  non sapendosi bene spesso qual sia il composto delle
lavatura, i velamenti, le mezze tinte e ancora i ritocchi,  che  sono gli ultimi colpi, ove consiste gran parte di lor
di lor perfezione; ma di scrostarsi tutte a un tratto: ciò  che  io mi ricordo essere avvenuto ad un bel ritratto di sè
da San Giovanni, di sua propria mano a olio sopra tela  che  fu dato alla G. M. del Serenissimo Cardinale Leopoldo per
ritratti de’ famosi Pittori, e di lor propria mano, di  che  quell’Altezza fece la tanto famosa raccolta. Questo
per accomodarlo nel suo ornamento, lo volle lavare nel modo  che  aveva fatto a’ suoi giorni a molti altri quadri; e ciò
la tela accartocciato in minuti pezzi andò in terra, senza  che  altro del bel quadro «rimanesse che la tela e ’l telajo».
andò in terra, senza che altro del bel quadro «rimanesse  che  la tela e ’l telajo».
sostanze  che  si introducevano negli oli, come l’osso calcinato, la
l’allume arso, il borace calcinato, la magnesia, credendosi  che  ne aumentassero il potere seccativo, non operavano che a
che ne aumentassero il potere seccativo, non operavano  che  a guisa di filtro assorbendo impurità che il filtro poi
non operavano che a guisa di filtro assorbendo impurità  che  il filtro poi asportava; ma gli agenti principali furono
ragione  che  porta il Vasari non è atta a persuadere, dicendo che quel
che porta il Vasari non è atta a persuadere, dicendo  che  quel modo di fare era il cartone che i nostri maestri
a persuadere, dicendo che quel modo di fare era il cartone  che  i nostri maestri vecchi facevano per lavorare in fresco per
formule di vernici, crede doversi ritenere dimostrato  che  si trattasse di vernice oleosa di sandracca, cioè olio di
olio di linseme cotto e resina sandracca. Ma le obbiezioni  che  si potrebbero fare e che furono fatte sono molte, non
resina sandracca. Ma le obbiezioni che si potrebbero fare e  che  furono fatte sono molte, non potendosi risolvere
potendosi risolvere definitivamente le questioni tecniche  che  sulla base dell’esperimento.
antichi trittici a sportelli dipinti, tanto internamente  che  esternamente, se gli sportelli restavano più chiusi che
che esternamente, se gli sportelli restavano più chiusi  che  aperti, le pitture interne si vedono più conservate che
che aperti, le pitture interne si vedono più conservate  che  quelle all’esterno: se accadeva il contrario anche
trovandosi allora più deperiti i colori del di fuori  che  non quelli del di dentro.
la resistenza  che  le sostanze coloranti impiegate saranno per opporre
per opporre all’azione del tempo non potendo provenire  che  dalla loro composizione materiale: tutti gli aspetti che
che dalla loro composizione materiale: tutti gli aspetti  che  gli stessi colori verranno ad assumere nei miscugli operati
nei miscugli operati dal pittore non potendo dipendere  che  dal modo di funzionare della luce secondo le condizioni
le condizioni molecolari d’ogni sostanza colorante, avverrà  che  resistenza ed effetto saranno proporzionati ai rapporti
ai rapporti mantenuti, da un lato, colle leggi naturali  che  reggono i fenomeni dipendenti dalla costituzione intima dei
metodi di preparazione di queste forme di vernici  che  un po’ di pratica insegna presto ad eseguire, fa parte
presto ad eseguire, fa parte integrante delle manipolazioni  che  il pittore deve conoscere, non perchè sia necessario che si
che il pittore deve conoscere, non perchè sia necessario  che  si faccia da sè le vernici che gli occorrono, ma per saper
non perchè sia necessario che si faccia da sè le vernici  che  gli occorrono, ma per saper scegliere con cognizione di
o palese  che  sia il consentimento dato al restauratore perchè egli
al restauratore perchè egli proceda al ritocco, è evidente  che  tale forma di lavoro non si praticherebbe se non
richiesta e non ricevesse una prestabilita mercede, il  che  conduce, a riconoscere il non senso di ammettere dei
in opposizione coi desiderii della clientela, e dei clienti  che  pagano per ciò che non hanno ordinato e senz’altre
desiderii della clientela, e dei clienti che pagano per ciò  che  non hanno ordinato e senz’altre circonlocuzioni a stabilire
non hanno ordinato e senz’altre circonlocuzioni a stabilire  che  il restauro pittorico esiste anzitutto perchè se ne
l’esercizio e se ne stimano i risultati. Vi ha di più anzi,  che  si ritiene suscettibile di perfezionamento ampliandosi le
antica, come già si è accennato — infondata speranza  che  ritarda il definitivo giudizio e la condanna di pratiche
sulla ipotetica scoperta di una relazione fra cose ed atti  che  il raziocinio e l’esperienza dimostrano estranei fra loro.
prodotto dalla combinazione dello zolfo col mercurio,  che  hanno affinità grandissima fra di loro, tale anzi che il
che hanno affinità grandissima fra di loro, tale anzi  che  il mercurio non si trova generalmente che combinato allo
loro, tale anzi che il mercurio non si trova generalmente  che  combinato allo zolfo.
adoperare su le tavole ed in sulle tele non altro colorito  che  a tempera, il qual modo fu incominciato da Cimabue l’anno
il medesimo modo di fare; sebbene conoscevano gli artefici  che  nelle pitture a tempera mancavano l’opere di una certa
mancavano l’opere di una certa morbidezza e vivacità,  che  avrebbe potuto arrecare, trovandola, più grazia al disegno,
cercato di tal cosa, non però aveva niuno trovato modo  che  buono fosse, neppure usando vernice liquida o altra sorte
altra sorte di colori mescolati nelle tempere. E fra molti  che  cotali cose o altre simili provarono, ma invano, furono
dei quali riuscirono l’opere di quella bellezza e bontà  che  si erano immaginati. E quando anco avessino quello che
che si erano immaginati. E quando anco avessino quello  che  cercavano trovato, mancava loro il modo di fare che le
quello che cercavano trovato, mancava loro il modo di fare  che  le figure in tavola posassino come quelle che si fanno in
modo di fare che le figure in tavola posassino come quelle  che  si fanno in muro, ed il modo ancora di poterle lavare,
fanno in muro, ed il modo ancora di poterle lavare, senza  che  se n’andasse il colore, e che elle reggessero nell’essere
di poterle lavare, senza che se n’andasse il colore, e  che  elle reggessero nell’essere maneggiate ad ogni percossa;
Questo medesimo desiderio avevano molti elevati ingegni  che  attendevano alla pittura fuor d’Italia, cioè i pittori
Avvenne dunque, stando le cose in questi termini,  che  lavorando in Fiandra, Giovanni da Bruggia, pittore in
pittore in quelle parti molto stimato per la buona pratica  che  si aveva nel mestiere acquistato, che si mise a provare
per la buona pratica che si aveva nel mestiere acquistato,  che  si mise a provare diverse sorte di colori, e come quello
si mise a provare diverse sorte di colori, e come quello  che  si dilettava dell’Alchimia a far molti oli per far vernici
di mala sorte. Laonde, veduto Giovanni il nocumento  che  le aveva fatto il sole, deliberò di far sì che mai più gli
il nocumento che le aveva fatto il sole, deliberò di far sì  che  mai più gli farebbe il sole così gran danno nelle sue
nelle sue opere. E così recatosi non meno a noia la vernice  che  il lavorare a tempera, cominciò a pensare di trovar modo di
a pensare di trovar modo di fare una sorta di vernice  che  seccasse all’ombra senza mettere al sole le sue pitture.
sperimentate, e pure e mescolate insieme, alla fine trovò  che  l’olio di seme di lino e quello delle noci, fra tanti che
che l’olio di seme di lino e quello delle noci, fra tanti  che  si avea provati, erano più seccativi di tutti gli altri.
bolliti con altre sue misture, gli fecero la vernice  che  egli, anzi tutti i pittori del mondo, avevano lungamente
desiderato. Dopo fatto esperienza di molte altre cose, vide  che  il mescolare i colori con questa sorta d’oli dava loro una
l’acqua altrimenti ma accendeva il colore tanto forte  che  gli dava lustro da per sè senza vernice, e quello che più
forte che gli dava lustro da per sè senza vernice, e quello  che  più gli parve mirabile fu che si univa meglio che la
sè senza vernice, e quello che più gli parve mirabile fu  che  si univa meglio che la tempera infinitamente».
e quello che più gli parve mirabile fu che si univa meglio  che  la tempera infinitamente».
di capire, com’è dipinto. Vi sono molti pittori moderni  che  professano una specie di ostentato disprezzo per i segreti
per i segreti e le ricette della tecnica pittorica  che  essi definiscono cucina; tali persone a me fanno la stessa
la definizione: letteratura. So benissimo, come ogni uomo  che  non vive nelle nuvole, che si possono creare opere
So benissimo, come ogni uomo che non vive nelle nuvole,  che  si possono creare opere indimenticabili con mezzi scarsi
si ha del genio o per lo meno dell’ingegno; ma quello  che  non è permesso è l’ignoranza, e, per quanto io sappia, non
è l’ignoranza, e, per quanto io sappia, non v’è pittore  che  si rispetti, antico o moderno, che abbia ignorato e che
sappia, non v’è pittore che si rispetti, antico o moderno,  che  abbia ignorato e che ignori la tecnica della pittura. Lo so
che si rispetti, antico o moderno, che abbia ignorato e  che  ignori la tecnica della pittura. Lo so che vi sono oggi
abbia ignorato e che ignori la tecnica della pittura. Lo so  che  vi sono oggi persone, tra i detrattori della pittura
tra i detrattori della pittura moderna, le quali pensano  che  i pittori dell’arte nuova fanno quello che fanno perché
le quali pensano che i pittori dell’arte nuova fanno quello  che  fanno perché nell’impossibilità di fare altrimenti. Peccato
fanno perché nell’impossibilità di fare altrimenti. Peccato  che  in pittura non si possano organizzare delle gare come per
come per la boxe; intanto a tali detrattori io rispondo  che  gli artisti moderni che oggi contano possono, in fatto di
a tali detrattori io rispondo che gli artisti moderni  che  oggi contano possono, in fatto di tecnica, condurre a
naturali da imitare, richiede sino dal primo momento  che  si inizia il dipinto che tanto nella scelta di qualsiasi
richiede sino dal primo momento che si inizia il dipinto  che  tanto nella scelta di qualsiasi colore dalla tavolozza per
per combinare una tinta, quanto per disporla sul quadro,  che  l’atto sia preceduto da una somma di riflessioni che
che l’atto sia preceduto da una somma di riflessioni  che  inchiudono la cognizione anticipata dell’effetto che sarà
che inchiudono la cognizione anticipata dell’effetto  che  sarà per scaturire e dal miscuglio operato avanti di
avanti di toccare col pennello il quadro e dal tocco  che  il pennello intriso di colore lascierà dietro di sè.
il dubbio  che  gli antichi fossero in possesso di colori più solidi e più
in possesso di colori più solidi e più splendidi di quelli  che  i pittori dispongono attualmente, si venne cementando
si venne cementando sempre più nella opinione comune  che  le scoperte degli archeologi e l’entusiasmo degli eruditi
magnificò dei più iperbolici epiteti le traccie colorate  che  sui ruderi degli antichi edifici sfuggirono all’azione del
accade  che  in questa prima ed irruente opera d’istinto più che di
accade che in questa prima ed irruente opera d’istinto più  che  di riflessione, si acquieti lo spirito dell’artista vero,
vero, l’improvvisazione non potendo dare pascolo  che  alle menti superficiali, nè potendosi ricavare, per la
la natura stessa delle materie coloranti, tutto l’effetto  che  i colori possono dare senza sottoporli ad una elaborata
parole ma di sostanza — quantunque si potesse dimostrare,  che  anche la parola restauro non sia abbastanza lata per
rifacimento pittorico — e in ogni modo per i caratteri veri  che  il ritocco inevitabilmente viene ad assumere vi siano i
viene ad assumere vi siano i termini precisi  che  lo identificano, onde il malinteso che può venire dalla
i termini precisi che lo identificano, onde il malinteso  che  può venire dalla imprecisa significazione di questa voce
significazione di questa voce effettivamente non accade  che  per gli intenzionati di abusarne.
delle lacche, l’aumento di opacità degli scuri,  che  si trasformano in veri prosciughi, non rispondenti ad alcun
nè lucidi, e il sopravvenire di quell’ingiallimento stesso  che  si voleva allontanare dal dipinto, condurranno i quadri
loro aspetto di opacità o nelle mani di un restauratore  che  non potrà che danneggiarli più che non si trovino, o alla
di opacità o nelle mani di un restauratore che non potrà  che  danneggiarli più che non si trovino, o alla tarda
mani di un restauratore che non potrà che danneggiarli più  che  non si trovino, o alla tarda sottomissione di quella
si trovino, o alla tarda sottomissione di quella vernice  che  non si è voluto concedere in tempo assai più opportuno.
per le azioni del tempo il veicolo d’adesione e le modalità  che  si richiedono per usarlo, i processi della pittura si
a colpo d’occhio una somma di elementi da governare  che  invano si cercherebbe nel processo a tempera e
si cercherebbe nel processo a tempera e nell’acquerello  che  hanno per glutine una semplice soluzione acquosa di colla e
soluzione acquosa di colla e di gomma; nell’affresco  che  per le proprietà già descritte degli intonachi di calce non
degli intonachi di calce non richiede altro solvente  che  l’acqua; nel pastello che non ha bisogno di intermediario
calce non richiede altro solvente che l’acqua; nel pastello  che  non ha bisogno di intermediario di sorta perchè la sola
da dipingere basta per tenerlo aderente: concludendosi  che  l’attenzione dell’artista nell’atto del dipingere non
nell’atto del dipingere non dovendosi concentrare  che  unicamente sulla quantità del liquido che regolerà la forza
concentrare che unicamente sulla quantità del liquido  che  regolerà la forza di aderenza dei colori, ogni prescrizione
dei colori, ogni prescrizione assoluta non potrebbe  che  essere inopportuna e probabilmente nociva.
tecnico avvalorato dall’esperienza, abbia dimostrato  che  l'azzardo, ossia l’esito causale favorevole, non può
razionale, per cui si viene senz’altro a concludere  che  il rispetto al principio di conservazione che è rispetto
a concludere che il rispetto al principio di conservazione  che  è rispetto all’integrità dell’opera d’arte, impone che non
che è rispetto all’integrità dell’opera d’arte, impone  che  non sia cambiata in giuoco la determinazione che può
impone che non sia cambiata in giuoco la determinazione  che  può distruggere un’opera d’arte.
si chiama restauro quello  che  non potendosi rifare non è più che una falsificazione ed un
chiama restauro quello che non potendosi rifare non è più  che  una falsificazione ed un deturpamento dell’oggetto
un deturpamento dell’oggetto originale, significato questo  che  evidentemente non è compreso nella parola restauro per
tetro  che  circonfuse la calunniata memoria di Andrea del Castagno non
la calunniata memoria di Andrea del Castagno non fu  che  una invenzione dei romantici delle tecniche della pittura,
delle tecniche della pittura, forse non sembrando naturale  che  fra tanti misteri e segreti mancasse un pugnale ed un
Giovanni VanEych come non fece trarre altr’arma dal fodero  che  degli spilli dialettici, così lasciò sonnecchiare la cabala
la cabala fra le siringhe ed i fornelli dei negromanti,  che  non somministrarono mai colori nè olì e vernici ai pittori.
da una conchiglia univalve, della quale vi erano due specie  che  si raccoglievano lungo le rive del Mediterraneo. Vitruvio
lungo le rive del Mediterraneo. Vitruvio afferma  che  il colore differiva secondo il paese di derivazione della
secondo il paese di derivazione della conchiglia e  che  il suo colore era più violaceo nei paesi nordici e più
nordici e più rosso in quelli meridionali. Soggiunge pure  che  fi preparava il colore battendo le conchiglie con
il colore battendo le conchiglie con istrumenti di ferro e  che  si mescolava con un po’ di miele.
al calorico  che  ha tanta importanza nel determinare nei corpi il grado di
di colore sotto il quale si vedono, nello stesso tempo  che  è anche uno dei mezzi per rendere più stabili le sostanze
le sostanze coloranti, dimostrandosi dall’esperienza  che  dei colori artificiali prodotti dall’industria i più solidi
prodotti dall’industria i più solidi sono quelli  che  hanno subito temperature più forti, la luce ha un’azione
subito temperature più forti, la luce ha un’azione chimica  che  si potrebbe dire quasi di predilezione per le sostanze
per le sostanze coloranti, se non fosse effettivamente  che  un’illusione, perchè la luce non opera minimamente sui
perché l’olio è presto assorbito dall’impasto neutro  che  sta sotto, ma, via via che si lavora, la materia perde la
assorbito dall’impasto neutro che sta sotto, ma, via via  che  si lavora, la materia perde la sua opacità fintanto che
via che si lavora, la materia perde la sua opacità fintanto  che  diventa preziosa e quasi brillante.
trasparenti, come la lacca, il verderame ed il verdetto  che  sono colori più privi di corpo che si possono adoperare,
verderame ed il verdetto che sono colori più privi di corpo  che  si possono adoperare, quivi si richiede che del modo di
privi di corpo che si possono adoperare, quivi si richiede  che  del modo di adoperarli si ragioni. Ora lavorando ad olio
come sono i carbonchi, i rubini e simili, i quali dopo  che  sono di meschie finte abbozzate sì che paiono corpi senza
simili, i quali dopo che sono di meschie finte abbozzate sì  che  paiono corpi senza il lucido della trasparenza, e sua
e sua vivacità, si dà sopra la lacca pura, netta e bella  che  viene a rappresentare in loro naturalissimamente i lumi e
e le oscurità ancora senza occuparli in parte alcuna, sì  che  da un vetro di fuoco lucido paiono coperte, come sono i
della calce colla silice o silicato di calce, composto  che  pare strano sia sfuggito al Thènard che fu il primo a
di calce, composto che pare strano sia sfuggito al Thènard  che  fu il primo a scoprire l’acido silicico; ma in ogni modo
silicico; ma in ogni modo dal lato pittorico basta sapere  che  è questa cristallizzazione che trattiene saldamente i
lato pittorico basta sapere che è questa cristallizzazione  che  trattiene saldamente i colori sull’intonaco di calce
ancora: «Egli è una colla  che  si fa di colli di carta di pecora e di cavretti e mozzature
le metti a bollire; con acqua chiara, la fa’ bollire tanto,  che  torni delle tre parti l’una. E di questa colla voglio, che
che torni delle tre parti l’una. E di questa colla voglio,  che  quando non hai colla di spicchi, che adoperi sol di questa
questa colla voglio, che quando non hai colla di spicchi,  che  adoperi sol di questa per ingessare tavole o vero ancone:
adoperi sol di questa per ingessare tavole o vero ancone:  che  al mondo non puoi avere la migliore».
dissotterrate nelle città di Pompei, Stabbia ed Ercolano,  che  egli aveva vedute varie volte, così concreta le sue
se a fresco, a guazzo, cioè con colla, oppure a tempera,  che  si fa coll’ovo: trovandole sempre meravigliose, in
pitture se ne vedono diverse fatte con tale finitezza  che  parrebbe sorprendente si fossero fatte a fresco; poichè
impiegare gran diligenza. Altresì non mi pareva possibile  che  fossero fatte con colla, mentre questa stando sottoterra
oscurirsi moltissimo dandovi la vernice; nè poteva soffrire  che  vi si passasse col pennello sopra: e dippiù si vedono
sopra: e dippiù si vedono eseguite nello stesso modo quelle  che  stavano impiegate nell’aria aperta come quelle che stavano
quelle che stavano impiegate nell’aria aperta come quelle  che  stavano al coperto. Esaminando poi se potevano essere fatte
essere fatte colla tempera, considerai in primo luogo  che  la maggior parte di esse sono talmente impastate e cariche
parte di esse sono talmente impastate e cariche di colore,  che  non potrebbe farsi con la tempera, mentre in tal grossezza
ragione del modo di dipingere, e per la loro conservazione,  che  esse non potevano essere fatte in altro modo che a buon
che esse non potevano essere fatte in altro modo  che  a buon fresco, ma bensì da pittori che avevano una
fatte in altro modo che a buon fresco, ma bensì da pittori  che  avevano una singolare destrezza e prontissima pratica. —
osservai, in alcune pitture dell’antica Pompeia, di quelle  che  erano rimaste all’aria aperta, che si vedevano ancora i
Pompeia, di quelle che erano rimaste all’aria aperta,  che  si vedevano ancora i contorni sì degli ornati, come delle
ornati, come delle figure sgraffite nella calce fresca, il  che  solo è praticabile nella pittura a fresco. Parvemi ancora
è praticabile nella pittura a fresco. Parvemi ancora vedere  che  i campi di colori semplici ed uniti sì dei rossi, gialli o
la cucchiara, e resa così la superficie pulita e tersa, e  che  sopra questa preparazione vi fossero poi stati dipinti di
alcun nome scrisse sinora la Storia dell’arte  che  accoppiasse le due virtuosità di cui si abbellirono
d’autoconsenso parecchi restauratori. Duplice esercizio  che  non si potrebbe condurre di pari passo senza che l’uno
esercizio che non si potrebbe condurre di pari passo senza  che  l’uno finisse per prevalere sull’altro; non consentaneo
è chi da solo forma teorica alle sue concezioni, ma colui  che  le estrinseca in forma sensibile. Duplice esercizio — per
Duplice esercizio — per fortuna dell’arte nuova e  che  fu — non necessario alla conservazione dei dipinti e alla
scopo sono pochissimi, come in genere sono pochi i mezzi  che  riescono ad impedire in modo permanente lo svolgersi delle
permanente lo svolgersi delle forze naturali, ond’è bene  che  il pittore si abitui per tempo a riconoscere l’assurdità
più per la superficiale cognizione del materiale tecnico  che  per una dimostrata positiva capacità di riuscirvi. — Nè
una dimostrata positiva capacità di riuscirvi. — Nè meglio  che  da un qualche esame della natura dei colori, del loro modo
dei colori, del loro modo di formazione e delle cause  che  ne rendono transitoria la durata può aversi un’idea delle
vere nelle quali avviene il contrasto fra il tempo  che  esercita l’ineluttabile suo diritto sui colori e l’artista
esercita l’ineluttabile suo diritto sui colori e l’artista  che  vorrebbe arrestarlo.
nulla accenna  che  il grande storico dell'arte abbia sospettato il semenzaio
di senso da parere piuttosto una conferma del lecito dubbio  che  a lui pure mancassero quei termini per precisarla, che in
che a lui pure mancassero quei termini per precisarla,  che  in certo modo scusano il pro ed il contro che se ne scrisse
precisarla, che in certo modo scusano il pro ed il contro  che  se ne scrisse dopo.
fra le lacche è quella di Robbia. Il Marcucci opinava  che  questa proprietà le venisse dal fatto che trovandosi la
Marcucci opinava che questa proprietà le venisse dal fatto  che  trovandosi la materia colorante nelle radici della pianta
colorante della Robbia contiene infatti molti principii  che  è difficile ottenere allo stato puro, e che furono già
molti principii che è difficile ottenere allo stato puro, e  che  furono già nominati principio porpora, principio rosso e
presentano nessuno di quegli immediati caratteri esteriori  che  suggeriscono idee di forza e di resistenza. Si tratta,
o di strati visibilmente esili. È molto noto anche  che  per renderli adoperabili si devono, da forme compatte o
o solide d’origine, disgregare in minutissime parti  che  non si possano più congiungere se non coll’aiuto di glutini
glutini dei quali è nota la forza relativa. Se è in liquidi  che  si sciolgono, la loro suddivisione per espandersi in tal
inconsistenza; tuttavia queste sottili pellicole di tinta  che  ogni esposizione di luce distrugge, che ogni polvere
pellicole di tinta che ogni esposizione di luce distrugge,  che  ogni polvere corrode, che tutti i liquidi dissolvono od
esposizione di luce distrugge, che ogni polvere corrode,  che  tutti i liquidi dissolvono od intaccano continuamente,
questo incomprensibile pensiero di una resistenza speciale,  che  in modo così aprioristico, non si accorda mai a materie che
che in modo così aprioristico, non si accorda mai a materie  che  a colpo d’occhio si mostrano infinitamente più solide per
solo gli esercenti il restauro, e giustizia vuole  che  a quelli non si faccia aggravio delle responsabilità che si
che a quelli non si faccia aggravio delle responsabilità  che  si sarebbero potute accertare pei dilettanti e gli artisti
si sarebbero potute accertare pei dilettanti e gli artisti  che  per capriccio o debolezza, e l’una e l’altra causa insieme
loro ingredienti su delle vecchie pitture, e gii aneddoti  che  corrono pei cenacoli artistici ed i crocchi di amatori
i crocchi di amatori d’arte, spiegano la giusta diffidenza  che  nel campo dell’arte antica si nutre in genere pel pittore
si nutre in genere pel pittore moderno in un argomento  che  a ragion di logica si dovrebbe ritenere di sua piena
il bleu egiziano  che  si cattivò l’attenzione del Mérimée per la mirabile
fu particolarmente analizzato da Chaptal e da Vaquelin,  che  ne dette la formula approssimativa, confermata da ulteriori
Davy, di Darcet, di M. de Fontenay; provandosi in tal modo  che  si sapevano utilizzare per l’arte le vetrificazioni
colorate, più comunemente note sotto il nome di fritte,  che  tale è appunto il bleu egiziano, aggiungendosi che la calce
fritte, che tale è appunto il bleu egiziano, aggiungendosi  che  la calce e la silice che facevano parte dei componenti del
il bleu egiziano, aggiungendosi che la calce e la silice  che  facevano parte dei componenti del bleu egiziano, potevano
è dimostrato dalla tolleranza  che  trovano, nel senso estetico ed ottico, le molte lesioni e
sapore di realità maggiore. Dell’acqua, per mo’ di esempio,  che  ripetutamente bagnando una statua vi lascia delle striscie
ripetutamente bagnando una statua vi lascia delle striscie  che  si disegnano secondo i rilievi e le sinuosità che percorre,
striscie che si disegnano secondo i rilievi e le sinuosità  che  percorre, sono ben tutt’altra cosa delle strisciature
sono ben tutt’altra cosa delle strisciature verticali  che  taglierebbero inverosimilmente ogni cosa dipinta. Una
inverosimilmente ogni cosa dipinta. Una macchia  che  da un cielo lontanissimo si propaga a un oggetto posto sul
oggetto posto sul davanti del quadro, è la cosa più assurda  che  si possa vedere. Così è quindi caratteristica della pittura
desiderio del godimento maggiore dell’arte, il tendere più  che  sia possibile a rimuovere dal dipinto queste cagioni di
a rimuovere dal dipinto queste cagioni di disturbo  che  non lasciano tregua nello spirito del riguardante.
opere altrui insigni alterate dal tempo è un deformarle, il  che  è peggio che distruggerle.
insigni alterate dal tempo è un deformarle, il che è peggio  che  distruggerle.
sostanza colorante inalterabile dunque non può essere  che  quella che è priva in sè di condizioni che la pongano in
colorante inalterabile dunque non può essere che quella  che  è priva in sè di condizioni che la pongano in balìa degli
non può essere che quella che è priva in sè di condizioni  che  la pongano in balìa degli agenti esterni che possono
di condizioni che la pongano in balìa degli agenti esterni  che  possono modificarne l’aggregato molecolare, oppure sarà
— all’infuori della luce dalla quale dipende il colore  che  affetta — onde viene spontanea la domanda: è possibile in
deila luce, del calorico, dell’aria, delle affinità  che  mantengono in perpetua trasformazione la materia ? —oppure,
in perpetua trasformazione la materia ? —oppure, ciò  che  abbiamo visto condurrebbe allo stesso risultato, è
pagine della storia dell’arte. La quale mentre ci persuade  che  nemmeno artefici di grande fama potevano ottemperare
del ripristino dei dipinti guastati, ed artefici  che  per essere vissuti più dappresso agli autori di quelle
temperamento tendenze estetiche e metodi di esecuzione  che  sono lontani da noi per secoli e secoli di gusti e di
secoli di gusti e di pratiche differenti, c’insegna altresì  che  nel puro campo dell’arte coloro che poterono assumere alcun
c’insegna altresì che nel puro campo dell’arte coloro  che  poterono assumere alcun che del sentimento o
nel puro campo dell’arte coloro che poterono assumere alcun  che  del sentimento o dell’esteriorità dei sommi dell’arte,
Romano, dei Luini, dei Paris-Bordone, nè mai si suppose  che  ciò potesse essere il frutto di un secondario impiego della
tentare il pulimento, secondo il più grossolano criterio  che  di questa operazione è dato concepire, non si poteva
questa operazione è dato concepire, non si poteva tradurre  che  in una sequela di offese ben altrimenti numerosa di quelle
il ridipinto invecchiato non si può togliere senza pericolo  che  il rimedio non apparisca a cento doppi più riprovevole
da un passato di cui non siamo responsabili, da quello  che  si verrebbe procurando da noi stessi — certo è che il
quello che si verrebbe procurando da noi stessi — certo è  che  il ritocco non può essere paragonato agli effetti
ritocco non può essere paragonato agli effetti disastrosi  che  può trascinare un pulimento spinto sino ad intaccare il
quindi per accostarsi al colore  che  si vuole imitare ricorrere a qualche artifizio. A qualunque
A qualunque colore si chieda il sussidio è evidente  che  questo non può più essere del lapislazzuli puro. Sarà quel
essere del lapislazzuli puro. Sarà quel giallo qualunque  che  si vuole, sarà in quella quantità che si crede, ma nè per
quel giallo qualunque che si vuole, sarà in quella quantità  che  si crede, ma nè per la natura intima del colore, nè per la
dirsene un sostituto perfetto, non essendo uguali in realtà  che  cose uguali fra di loro.
Libro dell'arte del Cennini è il solo  che  si abbia intorno alla manualità della pittura dopo il
dopo il rinascimento delle arti, perchè gli scrittori  che  vennero dopo, salvo l’Armenini, che compendia abbastanza
perchè gli scrittori che vennero dopo, salvo l’Armenini,  che  compendia abbastanza chiaramente le pratiche degli artefici
secolo XIV, sulle quali il Vasari nelproemio alle Vite, più  che  soffermarsi ebbe a sorvolare, intendessero alle
per dipingere non è dei più difficili, non avendosi  che  da sciogliere i colori coll’acqua; nè richiedendo speciale
l’evitare le grossezze eccessive da colore, e non adoperare  che  velature man mano che la giornata di lavoro volge al
eccessive da colore, e non adoperare che velature man mano  che  la giornata di lavoro volge al finire.

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