Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: che

Numero di risultati: 566 in 12 pagine

  • Pagina 1 di 12
- Quanti anni hai ? -  Che  lo so? - O il babbo dov'è? - Che lo so? - Perchè ti hanno
- Quanti anni hai ? - Che lo so? - O il babbo dov'è? -  Che  lo so? - Perchè ti hanno messo nome Ida? - Che lo so? - Non
dov'è? - Che lo so? - Perchè ti hanno messo nome Ida? -  Che  lo so? - Non sa nulla, a sentir lei. Invece è una di quelle
Non sa nulla, a sentir lei. Invece è una di quelle ficchine  che  sa tutto. Basta guardare quel suo nasino da curiosa, per
momento. E poi tutta la personcina ha il fare della bambina  che  vuoi saper tutto. Guardatela! La si trova in ogni luogo,
Guardatela! La si trova in ogni luogo, con la zazzerina  che  le copre le orecchie e il vestitino rosso bucchero. Eccola
il vestitino rosso bucchero. Eccola dietro l'uscio di Rosa  che  origlia e occhieggia dalla fessura: Che fai costì, Ida?
l'uscio di Rosa che origlia e occhieggia dalla fessura:  Che  fai costì, Ida? -Che lo so?- E scappa a saltellini. Dopo
Ida? -Che lo so?- E scappa a saltellini. Dopo poco la vedi  che  fa «coccù» dietro il pozzo o sotto il carro del Ceccarirni.
a festa. Si sono sciolte dopo tre. giorni di silenzio.  Che  sole, che allegria, che festa! il Signore è risorto! Le
Si sono sciolte dopo tre. giorni di silenzio. Che sole,  che  allegria, che festa! il Signore è risorto! Le rondinelle
dopo tre. giorni di silenzio. Che sole, che allegria,  che  festa! il Signore è risorto! Le rondinelle sono tornate ai
e volano felici di aver ritrovato la propria casa. Pare  che  dicano al sole: «Grazie del calore che ci dài». Le piante
propria casa. Pare che dicano al sole: «Grazie del calore  che  ci dài». Le piante mostrano le prime gemme e l'ape si fa
I vecchi, sulla porta di casa, si scaldano al bel sole  che  ridà loro la vita. Benedetto il sole di primavera che ci
sole che ridà loro la vita. Benedetto il sole di primavera  che  ci dona luce, calore, letizia!
CORAGGIOSI  Che  cosa direste di uno che fosse pauroso come il coniglio? I
CORAGGIOSI Che cosa direste di uno  che  fosse pauroso come il coniglio? I bambini d'Italia non
I bambini d'Italia non devono avere paura di nulla. L'Ida,  che  è nelle Piccole Italiane, una sera passò sola davanti àl
àl camposanto, perchè alcune sue compagne avevano detto  che  ci si vedevano i morti, e non ci sarebbero passate per
faceva una passeggiata, incontrò per la strada una bimba  che  piangeva. - O che hai? - le domandò. La bimba rispose: - Mi
incontrò per la strada una bimba che piangeva. - O  che  hai? - le domandò. La bimba rispose: - Mi è cascato in
il fagotto, e a forza di braccia, lo riportò alla bimba,  che  riprese la sua strada tutta contenta. Una donnetta, che
che riprese la sua strada tutta contenta. Una donnetta,  che  aveva assistito a quel pericoloso atto di Mario, disse al
a quel pericoloso atto di Mario, disse al bambino: In  che  azzardo ti sei messo? Potevi farti del male. Se lo sapesse
a risponderle così: - Il mio babbo mi ha sempre detto  che  i ragazzi devono aver coraggio. E poi io sono nei Balilla.
gentilmente: - Però stavo molto bene anche lassù! - E  che  soddisfazione poter correre in giardino senza nascondersi!!
soddisfazione poter correre in giardino senza nascondersi!!  Che  gioia poter condividere con Nicoletta la loro vita!
la loro vita! Francesco ha un rimpianto al pensiero  che  Nicoletta non è più « sua figlia », ma nel coricarsi dice
dice ai suoi fratelli: - È però molto piacevole pensare  che  essa avrà tutto quel che le occorre e che potremo curarla
- È però molto piacevole pensare che essa avrà tutto quel  che  le occorre e che potremo curarla quando è malata, perchè
piacevole pensare che essa avrà tutto quel che le occorre e  che  potremo curarla quando è malata, perchè questo era davvero
perchè questo era davvero un gran pensiero. - Ed è il solo  che  ne abbia avuto davvero. I nove anni di Maurizio, gli undici
suo cuore, prenderà il posto della sua. E il tenero bacio  che  essa riceve, coricata nel suo lettino, glielo conferma.
ecc. Poche massaie sanno l'arte di cucinare. Perchè vedono  che  l'appetito non manca, esse credono che qualunque cibo sia
Perchè vedono che l'appetito non manca, esse credono  che  qualunque cibo sia buono a saziarlo; e non studiano il modo
e non studiano il modo di trarre buon partito dalle vivande  che  hanno in casa, rendendole saporite, e di facile digestione.
del malumore, come spesso accade. Ricòrdati, giovinetta,  che  val più un desinare di legumi condito dall'amorevolezza,
val più un desinare di legumi condito dall'amorevolezza,  che  non un bue grasso il quale abbia odio per condimento. Bada
bue grasso il quale abbia odio per condimento. Bada ancora  che  i pasti non si facciano aspettare I lavoratori che vengono
ancora che i pasti non si facciano aspettare I lavoratori  che  vengono dai campi portano molto appetito, e poca pazienza.
portano molto appetito, e poca pazienza. Pensa altresì  che  la gente che lavora ha bisogno di mangiare bene, per
molto appetito, e poca pazienza. Pensa altresì che la gente  che  lavora ha bisogno di mangiare bene, per sostenere le forze,
bene, per sostenere le forze, e la salute. Quindi quel  che  la famiglia può spendere, senza scapito dei suoi interessi,
mal nutrita, non può resistere alla fatica: e chi sa ancora  che  si converta in medicine quel che tu avrai negato allo
fatica: e chi sa ancora che si converta in medicine quel  che  tu avrai negato allo stomaco! Persuàditi dunque che un
quel che tu avrai negato allo stomaco! Persuàditi dunque  che  un qualche po' di carne in settimana, del pane ben cotto, e
vedono ancora i cumuli di cartocci e di tutoli di granturco  che  odorano e su cui è piacevole saltare e correre quando
D'ottobre vi si vedono le ceste, i mastelli, le conche  che  serviranno alla raccolta e alla pigiatura dell'uva. Che
che serviranno alla raccolta e alla pigiatura dell'uva.  Che  festa allora! Che visi tinti di mosto! Che voglia di
alla raccolta e alla pigiatura dell'uva. Che festa allora!  Che  visi tinti di mosto! Che voglia di ridere!
dell'uva. Che festa allora! Che visi tinti di mosto!  Che  voglia di ridere!
BALILLA C'è un inno  che  tutti i ragazzi che frequentano la scuola sanno a memoria e
BALILLA C'è un inno che tutti i ragazzi  che  frequentano la scuola sanno a memoria e si chiama l'inno di
l'autore si chiamava Goffredo Mameli, poeta e guerriero,  che  mise a servizio della nostra Patria il suo braccio e il suo
il suo ingegno. Quando sarete più grandicelli saprete anche  che  questo eroe morì combattendo per la grandezza dell'Italia.
bimbi d'Italia son tutti balilla.... ». Ciò vuol dire  che  tutti i fanciulli italiani debbono somigliare al ragazzo
Balilla. Nella scuola di Villa Castelli tutti sanno  che  Balilla, quantunque fosse piccolo, odiava i prepotenti
odiava i prepotenti nemici della Patria, e un giorno  che  a Genova, tanti anni fa, gli Austriaci bastonavano la gente
la gente per obbligarla a trascinare un cannone,  che  si era affondato nella strada, lanciò un sasso contro quei
dalla città. Il gesto del piccolo eroe genovese dimostra  che  si può amare e servire la Patria anche da piccoli.
festa: hanno inaugurato un monumento in onore dei soldati  che  morirono in guerra per ubbidire alle leggi della Patria e
Patria e difendere le nostre terre contro gli altri popoli  che  volevano invaderle e conquistarle. La cerimonia è stata
e le bambine di Villa Castelli da qualche giorno non fanno  che  parlare dell'avvenimento. Chi sa che avrà fatto il Re,
giorno non fanno che parlare dell'avvenimento. Chi sa  che  avrà fatto il Re, chissà che avrà detto e chi sa che
dell'avvenimento. Chi sa che avrà fatto il Re, chissà  che  avrà detto e chi sa che delirio di applausi e di evviva al
Chi sa che avrà fatto il Re, chissà che avrà detto e chi sa  che  delirio di applausi e di evviva al suo arrivo! E immaginano
delirio di applausi e di evviva al suo arrivo! E immaginano  che  ci saranno state mille bandiere, tanti soldati, e chi sa
e il berrettino nero col fiocco! Oh fortunati i Ballilla  che  vivono nelle città! Mario ha detto alla sua maestra che per
che vivono nelle città! Mario ha detto alla sua maestra  che  per vedere il Re sarebbe andato a piedi e a costo di
MERLO E IL PASSERO Un Merlo disse al Passero: - Guarda  che  quando l'uomo si abbassa e raccoglie qualche cosa per terra
si abbassa e raccoglie qualche cosa per terra è certo  che  prende un sasso per tirartelo. Quando lo vedi in quella
lo avesse già in tasca? Io mi fido poco, perciò sta' sicuro  che  appena vedo l'uomo volo via senza aspettare che si chini
sta' sicuro che appena vedo l'uomo volo via senza aspettare  che  si chini per terra. - Si dice che il passero sia più furbo
volo via senza aspettare che si chini per terra. - Si dice  che  il passero sia più furbo del merlo.
vuol vedere sulla tavola o per terra le briciole di pane  che  avanzano dopo i pasti, nè permette che vengano buttate via.
le briciole di pane che avanzano dopo i pasti, nè permette  che  vengano buttate via. Dice sempre: - Il pane è grazia di Dio
via anche una sola briciola. Raccogliete tutto quello  che  avanza e serbatelo per gli uccelletti che spesso vengono a
tutto quello che avanza e serbatelo per gli uccelletti  che  spesso vengono a chiedere qualche cosa da beccare sul
del canto, mi era venuto fuori per una slittata piú lunga  che  per poco non mi mandava a sbattere col sedere nell'acqua.
Ormai ero abbastanza vicina al buco profondo e buio  che  era l'apertura del condotto. Mi catapultai avanti slittando
pila e tutto dentro a quel buco, trovai qualcosa di vivo  che  rideva rannicchiato lí dentro e lo tirai fuori con uno
lí dentro e lo tirai fuori con uno strappo, cosi  che  piombò in piedi nell'acqua vicino a me, facendo uno splaf
in piedi nell'acqua vicino a me, facendo uno splaf gigante  che  mi schizzò fino agli occhi. Ed era Ippolita in stivali di
fino agli occhi. Ed era Ippolita in stivali di gomma,  che  continuava a ridere col singhiozzo e diceva: - Come eri
bu-u-uffa! Quando hai detto «gridando uh accipicchia», oh  che  bu-u-uffa eri! Prima cosa, le mollai uno schiaffone,
dicendo: - Potevi ben rispondermi, stupida! Ed ecco  che  mi si mette a piangere come una fontana. Finalmente,
come una fontana. Finalmente, pensai. Era proprio ora  che  piangesse. Però da un lato mi rincresceva che lo facesse
proprio ora che piangesse. Però da un lato mi rincresceva  che  lo facesse per causa mia. Non l'avevo mica picchiata con
picchiata con malanimo, io; solo per il nervoso della paura  che  avevo patita. Le dissi di smetterla, che se no cresceva il
della paura che avevo patita. Le dissi di smetterla,  che  se no cresceva il livello dell'acqua e rischiavamo di
una bella scena. Andando avanti di questo passo il groppo  che  aveva sul cuore non ci avrebbe messo molto a sciogliersi,
molto a sciogliersi, però mi sembrava inutile aspettare  che  succedesse proprio lí sottoterra e con l'acqua a mezza
aveva portato la sua) per mantenere l'equilibrio, cosí  che  i tondini di luce saltavano qua e là come se anche loro
loro avessero perso completamente la tramontana. Non so  che  cosa ne pensassero i pipistrelli. Chi se ne ricordava più,
magari davanti all'invasione di queste due pazze scatenate  che  sventolavano tondini di luce dappertutto, avran pensato che
che sventolavano tondini di luce dappertutto, avran pensato  che  fosse piú prudente starsene quatti nei nascondigli della
dal cercare Ippolita in su e aspettavano, friggendo,  che  tornasse Remigio dal cercarla in giú. Le feste che ci hanno
che tornasse Remigio dal cercarla in giú. Le feste  che  ci hanno fatto non si possono ridire. E anche la Vittorina
non si possono ridire. E anche la Vittorina e l'Adele,  che  appena ci sentirono (e non era una cosa difficile, perché
un sacco di baci e di abbracci, anche dalla contessa,  che  piangeva addirittura mentre me li dava; ma quel che mi fece
che piangeva addirittura mentre me li dava; ma quel  che  mi fece piú piacere fu di sentirmi dire da Remigio: - Però,
mi fece piú piacere fu di sentirmi dire da Remigio: - Però,  che  brava! alla seconda volta l'ha proprio indovinata lei -. Mi
indovinata lei -. Mi ci voleva, questa soddisfazione, dopo  che  mi ero tanto mortificata quando invece non l'avevo
Anche per me, ex vipera, ex verme, ma ora amica eroica,  che  era andata a salvarla nel centro della terra. Be', quasi.
scorso, i suoi vecchi compagni e qualche scolaro nuovo,  che  ripete la classe. Mario dice che si vergognerebbe a
e qualche scolaro nuovo, che ripete la classe. Mario dice  che  si vergognerebbe a ripetere la classe, perciò ha promesso
si vergognerebbe a ripetere la classe, perciò ha promesso  che  starà attento e studierà.
 che  lo continuassimo subito, il discorso. Anzi. Prima ci fu il
dal piatto. Gli zii parlavano tra loro di gente noiosa  che  non conoscevo, con l'aria che non gliene importasse niente
tra loro di gente noiosa che non conoscevo, con l'aria  che  non gliene importasse niente nemmeno a loro. Insomma, come
la pioggia di fuori, solita sinfonia. Della poca luce  che  c'era la vetrata coi pavoni ne lasciava passare ancora
dovuto accendere il lampadario, per vederci. Ora bisogna  che  spieghi com'era fatto questo lampadario, perché c'entra con
con la morte civile. Era un cerchio di ferro battuto  che  reggeva le finte candele con le lampadine e somigliava
per le finte candele) alla Corona Ferrea come credevo  che  fosse prima di vedere sul libro di storia che viceversa è
come credevo che fosse prima di vedere sul libro di storia  che  viceversa è d'oro. Insomma una roba in stile medioevo,
sotto sotto, pensando queste cose, e cosí mi accorsi  che  anche un'altra persona la guardava. La contessa. Anche lei
con i discorsi tappabuchi; con un andirivieni di sguardi  che  si ritiravano sempre in tempo perché Ippolita non se ne
di che? Le rimordeva la coscienza della brutta parte  che  stava facendo con lei? E be', se mai ne avevo tanto
tanto piacere, guarda un po'! E frrzz e frrzz e frrzz.  Che  barba che barba che barba. Remigio andiriveniva coi piatti
piacere, guarda un po'! E frrzz e frrzz e frrzz. Che barba  che  barba che barba. Remigio andiriveniva coi piatti e la
guarda un po'! E frrzz e frrzz e frrzz. Che barba che barba  che  barba. Remigio andiriveniva coi piatti e la caraffa del
e stilé. Ogni tanto di sotto in su guardavo la sua faccia,  che  era di quelle sul tondo e sul bianco-e-rosso, abbastanza da
abbastanza da bonaccione. Mi era venuto in mente  che  nei romanzi i servitori dei castelli conoscono tutti i
piú tremendi, e niente, muti come pesci. Be', ora sapevo  che  un segreto c'era davvero, in questo castello qui. Quello
di quello, in tono falso-giulivo. (Falso, perché si sentiva  che  giulivo in realtà non lo era per niente.) E la contessa
era spiovuto davvero, almeno un po'; e toc, lei si intestò  che  uscissimo a fare quattro passi lungo lo stradone. Cioè, che
che uscissimo a fare quattro passi lungo lo stradone. Cioè,  che  uscisse Ippolita con lei, perché me invece mi avrebbe
ben volentieri. Me lo propose, chiaro e tondo, con la scusa  che  forse avevo da scrivere ai miei. Ci restai male, perché mai
male, perché mai prima di allora mi aveva fatto capire  che  la mia compagnia non le comodava. Ma cosa avevano oggi
in modo cosí strano? Ippolita però disse a muso duro  che  se non venivo io non usciva neanche lei, e cosí siamo
e andava avanti svelta con quelle sue gambe lunghe, chiaro  che  cercava di seminarmi per parlarle a tu per tu, cosa diamine
diamine avrà avuto da dirle? Ma lei si liberò e aspettò  che  le raggiungessi. Cosí abbiamo proseguito nella solita
Fu una passeggiata barbosa. Non potevamo parlare di quel  che  piú importava, caso mai ci sentisse, cosí non dicevamo
Alla curva da dove si cominciava a vedere il paese, disse  che  adesso potevamo anche tornare indietro. Forse si era
bagnato con due tipe col muso lungo, in stivali di gomma  che  facevano sguisc. A me però mi venne in mente una cosa un
A me però mi venne in mente una cosa un po' strana, cioè  che  al paese in fondo non ci si arrivava quasi mai. Appena
in paese: questo volevo dire. Erano gli zii, chiaro,  che  la tenevano isolata, perché cosí potevano fare e disfare,
dovevo fare qualcosa per impedire questa marcia ingiustizia  che  le facevano: alla faccia degli zii conti e del loro
Era un pensiero molto coraggioso, cosí coraggioso  che  mi mise paura. Quando mi trovai di nuovo sola con la mia
parlò lei, subito: - Te lo ricordi cosa dicevamo, prima  che  suonasse il gong? - Ma sí. Parlavamo della busta crema.
- Ma sí. Parlavamo della busta crema. Insomma della lettera  che  tua madre ha scritto a tua zia. E a proposito, perché lo
a tua zia. E a proposito, perché lo avrà fatto? Se dici  che  ce l'ha antipatica... - Le avrà domandato dove sono finite
avrà domandato dove sono finite le sue lettere, no? Da quel  che  le scrivo io deve averlo capito per forza che non mi sono
no? Da quel che le scrivo io deve averlo capito per forza  che  non mi sono arrivate. - Scrollò forte la testa, come se le
adesso! Sta' a sentire: quando ha suonato il gong io dicevo  che  se avessi saputo che la mamma era abbastanza vicina - a
quando ha suonato il gong io dicevo che se avessi saputo  che  la mamma era abbastanza vicina - a Parigi, mica piú in
meritevole di rispetto. 2. Tutto viene dalla terra: il pane  che  ci nutrisce, gli abiti che ci vestono, e quanto occorre
Tutto viene dalla terra: il pane che ci nutrisce, gli abiti  che  ci vestono, e quanto occorre alle industrie che forniscono
gli abiti che ci vestono, e quanto occorre alle industrie  che  forniscono le cose indispensabili alla vita. Questi
dalla terra: sono il frutto del lavoro. È il coltivatore  che  li ottiene con le sue fatiche: è perciò desso che fa vivere
che li ottiene con le sue fatiche: è perciò desso  che  fa vivere il mondo. 3. La terra, abbandonata a sè stessa,
attenzione questo libro, e poi metti in pratica i consigli  che  ti dà. DOMANDE: 1. Qual è la più utile delle arti? 2. Che
che ti dà. DOMANDE: 1. Qual è la più utile delle arti? 2.  Che  cosa ci dà la terra? - Chi fa fruttare la terra? 3. La
- Chi fa fruttare la terra? 3. La terra, abbandonata a sè,  che  cosa produce? - Come rende se ben coltivata? 4. Che cosa si
a sè, che cosa produce? - Come rende se ben coltivata? 4.  Che  cosa si richiede per comandar bene alla terra?
bicchiere d'acqua fresca! Sembra di rinascere, sembra  che  quel liquido vada a ristorare ogni parte del nostro corpo.
a ristorare ogni parte del nostro corpo. Non è solo l'uomo  che  ne ha bisogno. Guardate come buoi, i cavalli e le pecore
Appena l'animale si sente liberato dalla catena  che  lo legava alla mangiatoia, si avvia alla gora dove troverà
i piccioni, i passerini s'accontentano delle pozze d'acqua  che  la pioggia lascia nel cortile; ma le anitre e le oche
ingiallire, poi cadono; così cadono i frutti  che  stanno maturando. Se la siccità continua il raccolto va
accaldati, berrebbero qualsiasi liquido, devono ricordarsi  che  le acque dei fossati, dei casali, delle rogge sono impure e
sono impure e quindi non si debbono bene. Devono pensare  che  l'acqua del ruscello che essi bevono facendo conca dalle
si debbono bene. Devono pensare che l'acqua del ruscello  che  essi bevono facendo conca dalle mani, è spesso ancor quella
pericolosa, infatti il secchio e la corda o la catena  che  vi si immergono venti, trena volte se si lavano in essa, vi
un rifiuto; eppure quella corda ritornerà poi nel pozzo!  Che  tristezza fa quello spettacolo quando si pensa a tutte le
fa quello spettacolo quando si pensa a tutte le malattie  che  possono derivarne e a tutte le sventure che possono
le malattie che possono derivarne e a tutte le sventure  che  possono seguirne!
mori sull' acque del lago, come il gemito d' una colomba. «  Che  buona Elisa! « disse, scrollando il capo, la gaia
disse, scrollando il capo, la gaia Vittorina. « E come vuoi  che  Arnoldo ci senta, se tu canti con una voce patetica al pari
se tu canti con una voce patetica al pari della sciagura  che  la tua canzone ricorda?... Oh! vedo che tocca a me! la mia
pari della sciagura che la tua canzone ricorda?... Oh! vedo  che  tocca a me! la mia voce è più lieta, più viva; se nostro
nostro fratello non ,è lontano di qui una lega, scommetto  che  risponderà al nostro richiamo! » E la gentile sorella si
di lei era limpida, gioiosa e acuta; e mentre gli accenti  che  scioglieva dall' innocente suo labbro vibravano in vivace
gìi cechi suoi scintillavano d'una leggiadria, di un fuoco,  che  parevano chiamare i baci. IL DESIO. CANZONE DI VITTORINA.
 CHE  MARIO DEVE IMPARARE La maestra di Mario ha assegnato il
studiar tanto: dobbiamo imparare a conoscere il paese  che  abitiamo per rispettarlo; le persone che stanno intorno a
conoscere il paese che abitiamo per rispettarlo; le persone  che  stanno intorno a noi per voler loro bene».
e perchè Maria viene a chiamarlo senza stancarsi fino a  che  non ha lasciato la biblioteca; ma la sua mente rimane coi
la minestra, Maria porta il pollo e lo passa allo zio Fil  che  è costretta a servire, perchè egli non vede il vassoio. Poi
in mezzo a un mare di spinaci.... Lo zio Fil non ha avuto  che  un po' di petto. Ma come fare per avere quell'ala? -
Puoi darmi tutto il pollo, Maria? - Mangiate intanto quello  che  avete nel piatto, - risponde Maria giudiziosamente. - Dopo
di tavola, attendendo pazientemente: non è proprio quello  che  vogliono i ragazzi. Come allontanare Maria? Francesco a un
C' è odor di bruciato, - dice. Egli conosce la paura folle  che  Maria ha per il fuoco.... e quel che ha previsto accade:
conosce la paura folle che Maria ha per il fuoco.... e quel  che  ha previsto accade: Maria si precipita fuori della stanza
la cosa è facile. Maurizio prende delicatamente l'ala  che  è rimasta sul vassoio, la fa scivolare nel sacco, e vi
la fa scivolare nel sacco, e vi aggiunge tre pezzi di pane  che  gli porge Mano. Lo zio Fil non ha visto niente, e Maria
ritorna un momento dopo, rassicurata. - Non c' era nulla  che  bruciava, - brontola. - Avete sognato, signor Francesco! -
dice Francesco tranquillamente. - Dunque avresti preferito  che  qualche cosa bruciasse davvero? - Scandalizzata da questa
Maria non replica. Riprende il vassoio, lo passa allo zio  che  rifiuta, ne offre ai suoi padroncini che rifiutano
lo passa allo zio che rifiuta, ne offre ai suoi padroncini  che  rifiutano anch'essi, e se ne va senza essersi accorta che
che rifiutano anch'essi, e se ne va senza essersi accorta  che  l'ala è scomparsa. Del contorno bisogna farne a meno; è
è impossibile mettere gli spinaci nel sacco. Maurizio pensa  che  potranno essere vantaggiosamente sostituiti dal dolce che è
che potranno essere vantaggiosamente sostituiti dal dolce  che  è più facile prendere, poichè Maria appena finito di
nei lavori, e nelle faccende di casa: non avviene mai  che  si bisticcino fra loro, o si guardino storto. Ma io ne
fra loro, o si guardino storto. Ma io ne conosco altri  che  non vanno guari d'accordo, che si fan dei dispetti, che si
Ma io ne conosco altri che non vanno guari d'accordo,  che  si fan dei dispetti, che si tengono il broncio per un
che non vanno guari d'accordo, che si fan dei dispetti,  che  si tengono il broncio per un nonnulla. Costoro, a vederli,
È un vero supplizio! A volersi male, non si guadagna altro  che  male. Sii dunque compiacente, amorevole coi fratelli. Se
sono maggiori di te, devi obbedirli, e ascoltare i consigli  che  ti danno pel tuo bene. Se son più giovani, devi con
e l'educazione. Il nonno, e la nonna ti amano più  che  se fossi loro figlia: tu devi riamarli, come ami il padre,
Anche alle zie, ai nipoti, alle cugine, a tutti coloro  che  si chiamano parenti, devi ricambiare l'affezione che essi
coloro che si chiamano parenti, devi ricambiare l'affezione  che  essi ti portano. Così la tua famiglia, unita nell'affetto,
c'erano una volta cinque fratellini  che  si volevano un ben dell'anima, e stavano sempre l'uno
- soggiungevano gli altri due, Anulare e il più piccino  che  si chiamava Mignolo. E tutti i cinque fratelli lavoravano
lavoravano insieme d'amore e d'accordo. Dovete sapere  che  la loro casetta dove talvolta stavano d'inverno era un bel
dove talvolta stavano d'inverno era un bel guanto di lana  che  li riparava dal freddo. Là dentro, i signorini Pollice,
E avrebbero potuto servire d'esempio a tanti fratelli  che  non fanno che bisticciarsi fra loro.
potuto servire d'esempio a tanti fratelli che non fanno  che  bisticciarsi fra loro.
AVVERTENZE Non rimettere mai a domani quello  che  puoi fare oggi. Non aspettare che altri faccian ciò che
mai a domani quello che puoi fare oggi. Non aspettare  che  altri faccian ciò che puoi fare da te stesso. Non spendere
che puoi fare oggi. Non aspettare che altri faccian ciò  che  puoi fare da te stesso. Non spendere mai danaro prima
spendere mai danaro prima d'averlo guadagnato. Ricòrdati  che  la vanità e l'orgoglio costano assai più della fame, della
Fiori. Frutto. 1. Il fiore è l'organo  che  serve alla riproduzione delle piante. Esso è composto di
Tu vedi un primo inviluppo esterno, di color verde,  che  si chiama il calice; poi un altro inviluppo interno, a vivi
il calice; poi un altro inviluppo interno, a vivi colori,  che  si chiama la corolla; e dentro a questa gli organi veri
e dentro a questa gli organi veri della riproduzione,  che  sono gli stami e il pistillo. Gli stami sono filamenti
di una polvere giallastra, detta pòlline. Il pistillo,  che  è nel centro della corolla, presenta la forma di
racchiude uno, o più granelli. Questi granelli sono i semi  che  poi riproducono un'altra pianta, simile a quella che li ha
i semi che poi riproducono un'altra pianta, simile a quella  che  li ha formati. Ogni seme contiene già la piccola pianta nel
facilmente, se apri un fagiòlo, od una fava. DOMANDE: 1.  Che  cosa è il fiore? - Di quali parti si compone? - Che cosa è
1. Che cosa è il fiore? - Di quali parti si compone? -  Che  cosa è il calice? - La corolla? - Lo stame? - Il pòlline? -
- Il pòlline? - Il pistillo? - L'ovario? - Gli òvoli? 2.  Che  cosa è il frutto? - Di quali parti è composto? - Come è
- Di quali parti è composto? - Come è l'inviluppo? -  Che  cosa è il seme? - L'embrione?
mia parte era proprio di alzarmi all'ora solita e far finta  che  tutto fosse normale. Tant'è, mi svegliai. Di soprassalto,
notte. Poi si senti cantare un gallo e mi venne il dubbio  che  stesse per spuntare il sole. Cosa faceva Ippolita, che non
che stesse per spuntare il sole. Cosa faceva Ippolita,  che  non la sentivo per niente? Se perdeva altro tempo si
fatta beccare da Remigio o dalla cuoca, insomma dal primo  che  si alzava, e allora addio. Oppure era già andata via e io,
si alzava, e allora addio. Oppure era già andata via e io,  che  dormivo, non me ne ero accorta? Mi alzai a piedi scalzi e
mia scuola quando la bidella lo allungava con l'acqua,  che  era una vera schifezza. Le stelle su quel fondo che tirava
che era una vera schifezza. Le stelle su quel fondo  che  tirava al verde sembravano gialle come tuorli d'uovo.
d'uovo. Meglio, se si vedevano le stelle. Voleva dire  che  non pioveva piú, e questo era già qualcosa. Tornai a letto.
quando aprii di nuovo gli occhi. Cominciai ad aspettare  che  Ippolita passasse davanti alla mia porta. Ci eravamo messe
passasse davanti alla mia porta. Ci eravamo messe d'accordo  che  non mi avrebbe chiamata, cosí potevo sempre dire agli zii
non mi avrebbe chiamata, cosí potevo sempre dire agli zii  che  quella mattina non l'avevo ancora vista e non ci eravamo
vista e non ci eravamo parlate per niente; però pensavo  che  mi avrebbe fatto un segno. Non la sentii quasi arrivare.
fermò dietro la mia porta. Dopo un momento sentii un dito  che  strisciava pian piano sul legno: il segnale. Toc toc, feci
come risposta: due o tre colpetti sulla sponda del letto,  che  era il legno che avevo piú a portata di mano. Questo fu il
due o tre colpetti sulla sponda del letto, che era il legno  che  avevo piú a portata di mano. Questo fu il nostro saluto.
saluto. Adesso bisogna andare dietro a Ippolita: era lei  che  fuggiva, mica io. Conosco tutti i particolari della fuga
dove tenevano le biciclette, la sua e quella di Remigio  che  era una specie di monumento preistorico, ma lui ci teneva.
facendosi bastare, per vederci, quel po' di chiaro  che  veniva da una mezzaluna di vetri sopra il portone. Le
di rischiare troppo a accendere la luce, anche se sapeva  che  non c'era nessuno a vederla. Adesso per uscire doveva
Doveva anche girare la chiave nella serratura, e fortuna  che  questa chiave Remigio ogni sera dopo aver chiuso la
impadronirsene. Tirando il paletto aveva una paura matta  che  facesse rumore, invece andò abbastanza liscia. La chiave,
facesse rumore, invece andò abbastanza liscia. La chiave,  che  era grossa, si impuntò un momento e lei credeva di non
per lo straccivendolo, e lei le vide nere, mentre sapeva  che  erano di vetro verde. Poi vide un'altra cosa, che le fece
sapeva che erano di vetro verde. Poi vide un'altra cosa,  che  le fece spavento: una finestra con la luce accesa, in alto,
la bici a forza di braccia su per la rampa di scalini  che  portava al viale del parco. (C'era un dislivello, perché il
facendo la barba, lei era fritta lo stesso, solo  che  gli venisse in mente di dare un'occhiata fuori della
di dare un'occhiata fuori della finestra. Il primo respiro  che  le riuscí di tirare proprio fino in fondo, diceva poi, fu
scorsi. La parte bella dell'avventura cominciò qui. Mica  che  fosse tutto rose e fiori, si sa. Le toccò fermarsi due
fermarsi due volte, una per legare meglio la valigetta,  che  stava scivolando, l'altra per slegarla di nuovo, aprirla e
raccontava cercava sempre di spiegarmi l'effetto speciale  che  le aveva fatto vedere alle finestre delle case o per la
vedere alle finestre delle case o per la strada la gente  che  cominciava a svegliarsi e riprendeva le sue faccende
le sue faccende solite. Io prima credevo di aver capito  che  fosse un effetto di beata superiorità. Come se pensasse:
di beata superiorità. Come se pensasse: poveretti voi  che  continuate a fare la stessa medesima solita vita di tutti i
solita vita di tutti i giorni, mentre io fuggo nientedimeno  che  a Parigi! quanta compassione mi fate! Invece mi spiegò che
che a Parigi! quanta compassione mi fate! Invece mi spiegò  che  no. Anzi, la cosa più speciale era di scoprire che se era
spiegò che no. Anzi, la cosa più speciale era di scoprire  che  se era meraviglioso andare a Parigi, in qualche modo anche
normalissima vita degli altri era meravigliosa. Una donna  che  apriva le persiane, uno specchio visto di passaggio in
a tutto e tutti, alla donna, allo specchio a un cagnetto  che  le abbaiò da un cancello a un bambino che le fece ciao ciao
a un cagnetto che le abbaiò da un cancello a un bambino  che  le fece ciao ciao con la mano. Insomma, tutto era
poi, ed era felicissima. Dopo andò filata in stazione,  che  era lí vicina. Lasciò la bici sul piazzale, tanto non le
di una volata per quei viali parigini con tanti alberi  che  si vedono nelle cartoline.) Aveva il suo valigino in mano e
non vuol dire soltanto spender poco, e risparmiare ciò  che  è superfluo; essa consiste più specialmente nello spendere
nello spendere con giudizio, e nel saper conservare quel  che  si ha, e quel che si guadagna. La vera economia vuole che
con giudizio, e nel saper conservare quel che si ha, e quel  che  si guadagna. La vera economia vuole che si spenda il
che si ha, e quel che si guadagna. La vera economia vuole  che  si spenda il necessario; non più, e non meno del
ed avarizia. Giovinetta, impara a distinguere l'economia,  che  è una bella virtù, dall'avarizia che è una brutta passione.
l'economia, che è una bella virtù, dall'avarizia  che  è una brutta passione. La donna economa provvede ai bisogni
provvede ai bisogni della casa, in proporzione dei mezzi  che  ha, schivando ogni eccesso; stima il danaro come un mezzo
del danaro; la donna avara ne è schiava. E sempre s'è visto  che  il danaro è un buon servitore, e un cattivo padrone.
un vecchio lacero con la barba bianca incolta e i capelli  che  gli scendono di sotto al cappello fin sulle spalle. Porte
una bisaccia di tela turchina in cui mette i tozzi di pane  che  le buone massaie gli dànno. Dove dormirà il povero vecchio
le buone massaie gli dànno. Dove dormirà il povero vecchio  che  cammina a fatica reggendosi sul bastone? E avrà ancora
sul bastone? E avrà ancora qualcuno della sua famiglia  che  gli voglia bene? Che pietà vedere quel vecchio andare
ancora qualcuno della sua famiglia che gli voglia bene?  Che  pietà vedere quel vecchio andare strascicone sotto il mal
le piccole economie. Le minute spese sono più a temersi,  che  le grosse: queste si fanno di rado, e sono prevedute; al
l'hai speso, dicendo a te stessa: «Un soldo risparmiato a  che  può servire? Che cosa si può fare con un povero soldo?» Io
a te stessa: «Un soldo risparmiato a che può servire?  Che  cosa si può fare con un povero soldo?» Io ti rispondo che
Che cosa si può fare con un povero soldo?» Io ti rispondo  che  molte volte la fortuna comincia con un soldo risparmiato, e
giustissimo anch'esso, dice: «Non è un acquazzone  che  bagna, ma la pioggerella minuta e continua». Così è delle
Con questa somma c'è da comprare un maiale, o una pecora,  che  in pochi mesi ti può duplicare il danaro. Prima dunque di
dunque di spendere malamente anche un soldo solo, rifletti  che  quel soldo non ritorna più, mentre può venire un'occasione,
e fa a tempo le rammendature necessarie. Avverti  che  nulla si sperda di ciò che può essere utile alla casa, al
rammendature necessarie. Avverti che nulla si sperda di ciò  che  può essere utile alla casa, al bestiame, alle terre. Con
quali a tutta prima paiono inezie, e non lo sono. Ricòrdati  che  col poco si fa molto, e che quindi per avere il molto,
e non lo sono. Ricòrdati che col poco si fa molto, e  che  quindi per avere il molto, bisogna curare il poco.
 che  una sottile linea verticale appena visibile in tutto quei
sul collo della sua cara padrona. «Non mi avevano detto  che  tornavi, » pareva volesse dirò « ma io I' ho indovinato....
dirò « ma io I' ho indovinato.... A un tratto ho sentito  che  succedeva qualcosa, non sapevo bene che cosa, ma qualche
tratto ho sentito che succedeva qualcosa, non sapevo bene  che  cosa, ma qualche cosa di lieto, e sono sceso. » - Mio bel
mio bel gatto, - dice la signora d'Aufran - dunque pare  che  tu stia dando la caccia ai topi in soffitta. - Matù
Matù miagola, ironico. C' è della gente ignorante e ingenua  che  può pensare che Matù dia la caccia ai topi! - Ma ora
C' è della gente ignorante e ingenua che può pensare  che  Matù dia la caccia ai topi! - Ma ora resterai giù con me, -
la giovane signora. - Io non voglio saperne d'un gatto  che  vive in soffitta. - Questa è un'altra questione! Bisogna
vive in soffitta. - Questa è un'altra questione! Bisogna  che  le due tenerezze di Matù siano riunite, perchè non debba
molto bene.... Come spiegarsi? Esso scappa dalle braccia  che  lo stringono e va verso la porta. - Miao, mrrr, - fa. -
di loro, si finisce col comprenderli. La signora indovina  che  Matù desidera mostrarle qualche cosa. Essa, dunque, lo
cosa. Essa, dunque, lo segue, e si accorge, con sorpresa,  che  si tratta di salire le scale. A ogni scalino, Matù si volta
lui. Arrivano così alla soffitta. Matù non miagola, aspetta  che  la sua padrona gli apra la porta. Allora, gran maestro di
arriva, seguendolo, dietro il paravento. Nicoletta è là,  che  sta leggendo in un libro di Francesco. La bambola è seduta
la prima cosa  che  aveva detto a Ippolita l'impiegato della biglietteria,
di' un po'? Faceva troppe domande. A lei venne in mente  che  quando si scappa di casa non si dice il nome vero alla
si scappa di casa non si dice il nome vero alla gente  che  fa domande. - Rosabella Rosamini, - gli fa allora. Questo
- Rosabella Rosamini, - gli fa allora. Questo era un nome  che  avevamo inventato noi due per significare una signorina di
piene di smorfie, il tipo gnegné, insomma. Era il primo  che  le fosse venuto in mente, ma purtroppo come nome vero non
clic chiamo i carabinieri. Sembrava una cosa di quelle  che  si dicono ai bambini piccoli per spaventarli e difatti
detto di voler andare? - A Parigi, a raggiungere mia madre  che  abita là. - Lo sai che ci vuole il passaporto, per andare
- A Parigi, a raggiungere mia madre che abita là. - Lo sai  che  ci vuole il passaporto, per andare in Francia? - Ce l'ho.
da aprirlo per conoscere il suo nome vero. Un'altra cosa  che  Ippolita non aveva pensato era che anche a X quel nome,
nome vero. Un'altra cosa che Ippolita non aveva pensato era  che  anche a X quel nome, cioè quel cognome, che naturalmente
pensato era che anche a X quel nome, cioè quel cognome,  che  naturalmente era lo stesso degli zii, doveva per forza
apposta, li conoscevano di persona per via di un furto  che  c'era stato al castello l'anno prima. Dunque l'appuntato,
se non fosse stato per non dare soddisfazione alla gente  che  stava a guardare, compreso l'impiegato coi baffi. Stava con
compreso l'impiegato coi baffi. Stava con la testa piú alta  che  mai, per non rischiare che le colassero le lacrime. Quelle
Stava con la testa piú alta che mai, per non rischiare  che  le colassero le lacrime. Quelle persone devono aver pensato
le colassero le lacrime. Quelle persone devono aver pensato  che  era una gran superba, oppure una delinquente incallita.
Li vidi entrare nell'auto. Un momento ancora, il tempo  che  Remigio chiudesse la portiera e tornasse al volante, e
e tornasse al volante, e sarebbero partiti. Di botto sentii  che  mi tornava su un coraggio proprio eroico e mi infilai
loro. - Vengo anch'io, - dissi, a muso duro. Era importante  che  la povera prigioniera, nel momento d'essere riacchiappata
dai suoi aguzzini, avesse accanto almeno una persona  che  teneva dalla sua parte. Lo zio mi guardò un po' male. La
sempre molto sottovoce. Capivo solo pissi pissi pissi, e sí  che  ero seduta di fronte, su una specie di sgabellino
seduta di fronte, su una specie di sgabellino ripiegabile  che  si tirava giú quando serviva. (Non ce n'è piú di sgabellini
la zia disse, un po' piú forte: - Ma perché? Non capisco  che  cosa avesse in mente, ecco: dato che ancora non sa, non
Ma perché? Non capisco che cosa avesse in mente, ecco: dato  che  ancora non sa, non c'era ragione di... Non me lo spiegavo
ragione di... Non me lo spiegavo tanto, questo discorso.  Che  cos'era che non sapeva ancora, Ippolita? Che cosa c'era, da
Non me lo spiegavo tanto, questo discorso. Che cos'era  che  non sapeva ancora, Ippolita? Che cosa c'era, da sapere o
discorso. Che cos'era che non sapeva ancora, Ippolita?  Che  cosa c'era, da sapere o non sapere? Mi uscí subito di
colpo di accidente pensando a tutte le domande imbarazzanti  che  poteva farmi. La domanda venne. - Senti, cara. Ippolita ti
- Senti, cara. Ippolita ti aveva forse detto qualcosa  che  potesse far pensare a... a questa scappata? Cielo aiutami.
meno di cosí non potevo dire. Per fortuna la zia sembrò  che  se ne accontentasse, almeno per il momento. Strano ma vero:
come fiocchi di panna montata, le foglie verdi lustre  che  brillavano al sole. Da piangere, a pensare come ci toccava
male. Avrei voluto non arrivare mai. Mi ero figurata  che  al comando dei carabinieri dovesse esserci come una cella,
c'era. Il maresciallo era un omone tagliato senza risparmio  che  batteva qualcosa a macchina pestando sui tasti con due
incontro ai signori conti, io non c'entravo. Però vide  che  c'ero, infatti dopo i saluti domandò: - E questa ragazzina?
nipote. - Ah, bene. Anche lui doveva aver afferrato al volo  che  era meglio che ci fossi, caso mai Ippolita facesse delle
Anche lui doveva aver afferrato al volo che era meglio  che  ci fossi, caso mai Ippolita facesse delle difficoltà. Mi
parlottando fra loro tre, di nuovo pissi pissi pissi, uffa  che  barba. Anche l'appuntato era in disparte impalato vicino a
persino voglia di attaccare discorso, sarebbe stato giusto  che  ci facessimo compagnia tra noi due, dato che gli altri ci
stato giusto che ci facessimo compagnia tra noi due, dato  che  gli altri ci mettevano al bando. Ma forse non avrebbe
guarda il destino, entrò nell'ufficio un tizio scalmanato  che  aveva da denunciare qualcuno o qualcosa. Che cosa, o chi,
scalmanato che aveva da denunciare qualcuno o qualcosa.  Che  cosa, o chi, non l'ho mai saputo di preciso, perché era una
di Noè. Il maresciallo tornò a dirci di passare. Si capiva  che  voleva venire di là con noi, ma quel tale era un tremendo
attaccabottoni e non lo mollava. Era inutile dirgli  che  i signori conti c'erano da prima: lui non rispettava nessun
- Entrino, prego Li raggiungo subito. Io pensavo  che  certo, nel mentre che dava retta all'attaccabottoni,
prego Li raggiungo subito. Io pensavo che certo, nel mentre  che  dava retta all'attaccabottoni, avrebbe mandato l'appuntato
molto alto. Non c'era altro mobile, almeno nella metà  che  si vedeva. L'altra era nascosta dallo schienale della
capisce.) Il conte andò a mettersi davanti a una finestra  che  c'era nella metà visibile. Mica che guardasse fuori; si
davanti a una finestra che c'era nella metà visibile. Mica  che  guardasse fuori; si tirava solo i baffi, con aria seccata.
seccata. Sua moglie si sedette in punta alla panca. L'aria  che  aveva lei, era di star pensando a tutte le persone poco
poco fini, come dire delinquenti e parenti di delinquenti,  che  potevano essersi sedute in quel medesimo punto; e di averne
un posto simile. Non me lo aspettavo proprio da Ippolita,  che  ci costringesse a questo. Una simile ingratitudine!
ingratitudine! Ingratitudine, ah questa poi. Si aspettava  che  le fosse anche riconoscente, dopo i bei trattamenti che le
che le fosse anche riconoscente, dopo i bei trattamenti  che  le aveva fatto? Era tanto grossa che scoppiai fuori quasi
dopo i bei trattamenti che le aveva fatto? Era tanto grossa  che  scoppiai fuori quasi senza accorgermene: - Be', ma è colpa
dall'alto in basso. Da congelarmi sul posto. E lei, idem: -  Che  cosa vuoi dire? spiegati. Congelata o no, ormai dovevo
delle lettere, - dissi, sulla difensiva. - Naturale  che  Ippolita l'abbia presa male. - Lettere? - Pareva proprio
Ippolita l'abbia presa male. - Lettere? - Pareva proprio  che  cascassero dalle nuvole. - Quelle di sua madre, no? - Ero
sudata, ma zitta non stavo, nossignori. - È tanto ormai  che  non ne riceve. E sarebbe colpa nostra? - fece il conte. -
- Piccola vipera! Fu la prima e l'ultima volta in vita mia  che  mi beccai questo titolo. Mica male, per una che aveva fin
in vita mia che mi beccai questo titolo. Mica male, per una  che  aveva fin la stufa di passare sempre da brava ragazza
da brava ragazza giudiziosa! Non si fermò qui. Continuava  che  era una bellezza. - Osi insinuare che saremmo capaci di
fermò qui. Continuava che era una bellezza. - Osi insinuare  che  saremmo capaci di sottrarre delle lettere destinate a
a nostra nipote? di tenergliele nascoste, sapendo con  che  ansia le aspetta? Ma come ti è potuto venire in mente? Mai,
convinzione. Di botto mi venne un pensiero terribile, cioè  che  probabilmente stava dicendo la pura verità. Suo marito
- Ma allora, - balbettai, sentendomi verme, - le lettere  che  non arrivavano... Se non erano stati loro a farle sparire,
stati loro a farle sparire, forse non era nemmeno vero  che  fossero degli aguzzini e Ippolita loro prigioniera. E
degli aguzzini e Ippolita loro prigioniera. E allora  che  cosa venivo ad essere io, per averlo pensato? Risposta: un
a me, ieri, pregandomi di preparare Ippolita a... a quello  che  aveva da comunicarle - . (La busta crema. Era questo,
da comunicarle - . (La busta crema. Era questo, allora,  che  c'era dentro.) - Ma la bambina è tanto chiusa, con noi... È
difficile trovare il modo giusto per parlarle... Pareva  che  le venisse da piangere. Capii in un lampo che, altro che
che le venisse da piangere. Capii in un lampo che, altro  che  aguzzina, era una pasta di donna, questa qui, anche se era
questa qui, anche se era un'aristocratica. Capii, cioè,  che  io e Ippolita non avevamo capito niente: era tutto più meno
per un momento, ho persino pensato che... ho avuto paura  che  l'avesse saputo, chissà in che modo, e fosse scappata per
che... ho avuto paura che l'avesse saputo, chissà in  che  modo, e fosse scappata per il dispiacere. Assurdo: perché
a questo punto, se non me lo diceva. - Ma si, è bene  che  anche tu lo sappia. Sei cosí una buona amica, per Ippolita.
a crepare di curiosità. - Il fatto è, - concluse, -  che  a New York sua madre si è risposata. Rimasi un po' lí. Cosí
prima di decidersi a darla. Dipende dai casi, si sa. Certo  che  a me sarebbe dispiaciuto da matti, se la mia mamma da un
se la mia mamma da un giorno all'altro avesse sposato uno  che  non fosse mio papà. Non riuscivo nemmeno a figurarmela, una
nemmeno a figurarmela, una cosa simile. Ma avevo già visto  che  Ippolita in questo non ragionava proprio come me. - Forse
ottimista. - Per lei sua madre ha sempre ragione. Basta  che  possano tornare a stare insieme, poi... - Ma non capisci. È
La testa sola, collo compreso. La faccia grigia, da tanto  che  era pallida. E quella faccia continuava a dire, sempre con
STALLATICO 1. Necessità di restituire al terreno quel  che  esso dà alle piante. 1. Smuovendo la terra, e nettandola
nutritive ch'esso contiene; cioè porta via le sostanze  che  esso ha dato alle piante per farle crescere, e
Per ciò il terreno, d'anno in anno, si impoverisce, fino a  che  non avrà più di che nutrire altri ricolti; esso perde la
d'anno in anno, si impoverisce, fino a che non avrà più di  che  nutrire altri ricolti; esso perde la sua fertilità, e
si vuota una cisterna, da cui sempre si prenda acqua, senza  che  ne venga dell'altra a rimpiazzare quella che si toglie. 2.
acqua, senza che ne venga dell'altra a rimpiazzare quella  che  si toglie. 2. Che cosa dunque bisogna fare, perchè il
ne venga dell'altra a rimpiazzare quella che si toglie. 2.  Che  cosa dunque bisogna fare, perchè il terreno conservi la sua
altrettante sostanze nutritive, quante ne diede alle piante  che  hai in esso coltivate. Se trasgredisci questo precetto,
prodotto? - Le raccolte annuali non lo impoveriscono? 2.  Che  cosa bisogna fare per mantenerlo fertile?
 Che  vento tirava! I ragazzi uscivano dalla scuola, e il vento
ben educati, quando in mezzo alla via videro un piccino  che  piangeva. - Che hai, poverino? - chiesero i due fanciulli.
quando in mezzo alla via videro un piccino che piangeva. -  Che  hai, poverino? - chiesero i due fanciulli. - Il vento mi ha
il berretto, lo raccolse, e lo mise in testa al ragazzino  che  sorrise tutto contento.
 CHE  FAI?
ama eziandio il suo prossimo, e fa ad esso il maggior bene  che  può, e sempre che può; Se ha il cuore buono, ed umile; Se
prossimo, e fa ad esso il maggior bene che può, e sempre  che  può; Se ha il cuore buono, ed umile; Se dimentica quel che
che può; Se ha il cuore buono, ed umile; Se dimentica quel  che  dà, e ricorda quel che riceve; Se gode del benessere
buono, ed umile; Se dimentica quel che dà, e ricorda quel  che  riceve; Se gode del benessere altrui, come del proprio; Se
condizione; Se lavora con lieto animo, e più per gli altri,  che  per sè; Se è modesta nei desiderî, calma nella prosperità,
calma nella prosperità, forte nella sventura. La giovinetta  che  possiede queste virtù diventerà una madre di famiglia
FORMICHE? Giangia, Dina, Narcisa, Bianchina, erano sull'aia  che  avevano finito di ammucchiare il grano. Mettere insieme
ammucchiare il grano. Mettere insieme quattro bambine senza  che  si provino a far qualche gioco cosa impossibile. Giangia,
loro pugno sopra a quello di Giangia. Comincia il gioco: -  Che  ci sta qui dentro? - Le formiche. - Che mangiano? - La
il gioco: - Che ci sta qui dentro? - Le formiche. -  Che  mangiano? - La semola. - Che bevono? - L'acqua del mare. Le
qui dentro? - Le formiche. - Che mangiano? - La semola. -  Che  bevono? - L'acqua del mare. Le vogliamo scacciare? -
- Sì!...- Ma non hanno fatto in tempo a dire «sì»  che  già si battono i pugni uno sull'altro, finchè nasce una
sempre sani non si riesce di stare. Ricòrdati allora  che  «il male viene a libbre, e se ne va a oncie;» perciò se tu,
tu, o altri cade ammalato, ricorra a quei due gran medici,  che  sono l'acqua e la dieta: e il più delle volte guarirà
di lui. Non fare come la più parte dei campagnuoli,  che  mandano solleciti pel veterinario, se una bestia si ammala;
del loro male, o di quello dei suoi, si curano tanto poco,  che  aspettano a mandare pel medico, quando è già tempo di
Non dare ascolto a certe femmine sciocche, e superstiziose,  che  pretendono di saperne più del medico, e vantano specifici
per guarire le malattie. Non prestar fede ai ciarlatani  che  sulle piazze, nei giorni di fiera, vendono boccette,
unguenti, e cerotti per guarire ogni sorta di mali. Bada  che  essi sono cavadenti di mestiere, veri scrocconi, che girano
Bada che essi sono cavadenti di mestiere, veri scrocconi,  che  girano il mondo in carrozza, e vivono da gran signori, alle
da gran signori, alle spalle degli ignoranti, e dei babbei  che  s'affollano a comprarne gli specifici.
sarà qualcosa di grave. - Nello stesso istante, Maria,  che  stava per salire lo scalino precedendo Leonia di qualche
sorda, si china e raccatta.... il calzerotto  che  aveva cominciato la settimana scorsa e che ha tanto
il calzerotto che aveva cominciato la settimana scorsa e  che  ha tanto cercato. Ma essa tiene in mano quel calzerotto
pazza. Leonia, spaventata, la guarda. - Ebbene, poveretta,  che  cos'altro vi capita ancora? - Maria si passa una mano sulla
- risponde la cuoca, la quale vuol far capire a Maria  che  quell'oggetto impressionante che tiene con tanto spavento è
vuol far capire a Maria che quell'oggetto impressionante  che  tiene con tanto spavento è invece inoffensivo. - Sì, - dice
divenuta pazza. - Via, via, - dice - non vi ricordate più  che  l'avete fatto voi. - Maria scuote la testa. - Lo so che
più che l'avete fatto voi. - Maria scuote la testa. - Lo so  che  divento vecchia, ma sono sicurissima che ho perduto questo
la testa. - Lo so che divento vecchia, ma sono sicurissima  che  ho perduto questo calzerotto, appena cominciato, otto
otto giorni fa. - Non sarà lo stesso, forse. - Non so  che  cosa sia.... ma quello che succede in questa casa è
sarà lo stesso, forse. - Non so che cosa sia.... ma quello  che  succede in questa casa è addirittura diabolico. Credete che
che succede in questa casa è addirittura diabolico. Credete  che  sia normale vedere il signor Alano ammalarsi a un tratto,
Alano ammalarsi a un tratto, chiedere lui stesso il medico  che  lo guarisce soltanto a guardarlo, e il signor Francesco che
che lo guarisce soltanto a guardarlo, e il signor Francesco  che  si fa una storta e guarisce con l'acqua fredda? - Ah, ma
Ma l'altra continua senza ascoltarla: - Il signor Fil  che  fa dei discorsi insensati, il signor Maurizio che stasera
Fil che fa dei discorsi insensati, il signor Maurizio  che  stasera si è sdoppiato, e ora il calzerotto.... Ah, è
si è sdoppiato, e ora il calzerotto.... Ah, è proprio tempo  che  la signora ritorni! Credo di diventar troppo vecchia.... -
nel discendere precipitosamente in giardino? Il fatto è  che  quel calzerotto miracoloso finisce di convincere Maria che
che quel calzerotto miracoloso finisce di convincere Maria  che  la casa è stregata e che lei stessa sta per rimbambire.
finisce di convincere Maria che la casa è stregata e  che  lei stessa sta per rimbambire. Leonia pensa semplicemente
lei stessa sta per rimbambire. Leonia pensa semplicemente  che  forse è stata al sole senza cappello. Da lei» ciò provoca
ARMI DEL CONTADINO Sotto i portici,  che  circondano l'aia, i contadini tengono di solito i loro
battaglie. Ecco i badili lucidi, le vanghe e le zappe,  che  devono rompere le zolle indurite nell'inverno; ecco i bei
falciata; ecco le roncole, i falcetti, le falci messorie  che  i bambini devono ben guardarsi dal toccare e che gli uomini
messorie che i bambini devono ben guardarsi dal toccare e  che  gli uomini arrotano con la cote e adoperano con gesto largo
Nei ripostigli attendono gli aratri e gli erpici, quelli  che  prepareranno il solco ove germoglieranno i semi; questi che
che prepareranno il solco ove germoglieranno i semi; questi  che  strapperanno dal terreno le stoppie e le erbacce che
questi che strapperanno dal terreno le stoppie e le erbacce  che  impedirebbero alla pianta di crescere diritta e forte. In
una contentezza nel cuore? E quando hai fatto qualche cosa  che  è male, non senti dentro di te un rimprovero, un rimorso?
senti dentro di te un rimprovero, un rimorso? Oh sì! Prima  che  i genitori, o la maestra, ti lodino, se ti regolasti bene,
c'è dentro di te stessa chi ti avverte del bene, e del male  che  hai fatto. E chi è? - La coscienza? Ascolta, giovinetta,
Ascolta, giovinetta, questa voce interna: essa viene da Dio  che  vede tutto, e sa tutto. Abbi sempre la coscienza per guida
per guida delle tue azioni: essa ti fa conoscere ciò  che  è bene o male; ciò che è vizio, o virtù; ciò che è giusto,
tue azioni: essa ti fa conoscere ciò che è bene o male; ciò  che  è vizio, o virtù; ciò che è giusto, od ingiusto. Essa ti
ciò che è bene o male; ciò che è vizio, o virtù; ciò  che  è giusto, od ingiusto. Essa ti insegna a diventare una
vento moderato fortifica le piante; fa su queste l'effetto  che  la ginnastica fa su te; ne rinvigorisce le fibre. Un vento
impetuosi: guarda come gli alberi son deformati. Sembra  che  tutti fuggano il vento. Ogni pianta allunga i rami dalla
taluni luoghi le spinge, sulle terre coltivate, in ammassi  che  si chiamano dune. Ma queste si possono arrestare, piantando
arrestare, piantando alla spiaggia alcune specie di pini,  che  attecchiscono nelle nude sabbie, e resistono al vento. 3.
assai all'agricoltore istruito. Egli non coltiva piante  che  ne potrebbero soffrire; sceglie quelle che vi resistono
coltiva piante che ne potrebbero soffrire; sceglie quelle  che  vi resistono senza danno. DOMANDE: 1. Che cosa porta con sè
sceglie quelle che vi resistono senza danno. DOMANDE: 1.  Che  cosa porta con sè il vento? - Il vento fa bene, o male alle
o male alle piante? - Quando giova? - Quando fa danno? 2.  Che  cosa fa il vento in riva al mare? - Che cosa sono le dune?
Quando fa danno? 2. Che cosa fa il vento in riva al mare? -  Che  cosa sono le dune? - Come si possono fermare le dune? 3.
si possono fermare le dune? 3. Giova conoscere il vento  che  domina in un dato luogo? - A che giova?
Giova conoscere il vento che domina in un dato luogo? - A  che  giova?
pollaio. Le galline, salvo  che  tu le allevi in gran numero, e con le debite cure, non
non dànno guari profitto. Se conti bene i guasti dell'orto  che  saccheggiano, e del letame che sparpagliano; se conti le
bene i guasti dell'orto che saccheggiano, e del letame  che  sparpagliano; se conti le spese di mantenimento
e delle vendemmie, in cui bisogna tenerle chiuse, vedrai  che  non c'è gran guadagno da fare. Tuttavia di galline, poche o
tante, ogni famiglia campagnuola ne ha. Dal pollaio cava di  che  provvedere certe spesuccie, anche non necessarie. Sembra
provvedere certe spesuccie, anche non necessarie. Sembra  che  una chioccia coi pulcini, e alcune galline razzolanti per
con latte di calce, arioso, e pulito sempre così,  che  non vi si annidino insetti. Bada alla scelta delle galline.
come nelle ragazze. Ve n'ha di attaccabrighe, battagliere,  che  cantano da gallo, covano male, e fan poche uova: somigliano
alle ragazze permalose, testereccie, puntigliose,  che  non sanno vivere in pace con la gente. Ve n'ha di
sanno vivere in pace con la gente. Ve n'ha di vagabonde,  che  ti espongono a litigi coi vicini, perdono le uova qua e là;
e là; e somigliano alle ragazze disordinate e girellone,  che  lasciano la casa per andar dalle comari a perder tempo in
fa tu lo stesso con le cattive galline, e scegli le buone  che  non escono dal podere, e somigliano alle ragazze
podere, e somigliano alle ragazze giudiziose, e ordinate,  che  attendono ai lavori di casa. Le galline che fanno più uova
e ordinate, che attendono ai lavori di casa. Le galline  che  fanno più uova hanno d'ordinario piume rosse, o scure,
grani perduti nella paglia e nel fieno, di vermi ed insetti  che  trovano razzolando nel letame, e nella terra smossa.
di Federico quand'esso lo vuole con sè a casa sua. In  che  brutta cascina abita! Davanti alla sua casa c'è un cortile
abita! Davanti alla sua casa c'è un cortile sudicio,  che  sembra una pozzanghera; un portico, che sembra una stalla;
un cortile sudicio, che sembra una pozzanghera; un portico,  che  sembra una stalla; e accanto v'è una stalla, che sembra un
portico, che sembra una stalla; e accanto v'è una stalla,  che  sembra un letamaio. D'autunno, quando cade la nebbia,
bassa, è uno stanzone affumicato, con un vecchio camino  che  il più delle volte non tira. E di sopra? Ecco un altro
superficiali. Quindi il coltivatore può scegliere l'aratro  che  più conviene alla natura dei terreni, e dei lavori che vuol
che più conviene alla natura dei terreni, e dei lavori  che  vuol fare. Ma badi che un aratro, qualunque forma abbia,
natura dei terreni, e dei lavori che vuol fare. Ma badi  che  un aratro, qualunque forma abbia, deve essere semplice
essere semplice nella sua costruzione; saldo nelle parti  che  lo compongono; facile al tiro; e obbediente a chi lo guida.
CHICCO DI GRANO  Che  cosa diventerai, chicco di grano uscito dalla spiga
candida polvere dei tuoi compagni e diventare il buon pane  che  mai non si rifiuta o la pasta che farà più lieto il desco.
e diventare il buon pane che mai non si rifiuta o la pasta  che  farà più lieto il desco. Forse però non alla macina fredda
terra da cui sei uscito. Sarà l'autunno allora e le mani  che  ti spargeranno nel solco ti accompagneranno con una
vita: una nuova forza uscirà da te, un tenero stelo verde  che  troverà la sua strada verso la luce, luce d'inverno
pallida, luce di primavera tepida, luce ardente di estate  che  ti faranno crescere più alto, sempre più alto finchè
coltivazione delle terre. Esaminasti dapprima, gli organi  che  le compongono: la radice, il fusto, le gemme, le foglie, i
in cui la pianta si nutre da sè, per mezzo delle radici  che  succhiano nel terreno, e delle foglie che respirano, e
delle radici che succhiano nel terreno, e delle foglie  che  respirano, e traspirano nell'aria; 3° Della
dei sughi nell'ovario, per maturare il frutto, ed il seme  che  la deve riprodurre. Vedesti in seguito che, oltre il seme,
la margotta, il pollone, l'innesto, ecc. Infine osservasti  che  le piante compiono la loro vita in un tempo di varia
quali in due; ed altre in tempo assai lungo. E notasti  che  le piante coltivate richiedono cure diverse, secondo che
che le piante coltivate richiedono cure diverse, secondo  che  sono annuali, bienni, o vivaci.
studiare il terreno. 1. Chiamasi terreno coltivabile quello  che  è proprio alla coltivazione, ossia che lavorato
coltivabile quello che è proprio alla coltivazione, ossia  che  lavorato convenientemente dà prodotti utili all'uomo.
coltivabile non è ugualmente adatto alle varie piante  che  si coltivano. Se vedi crescere diverse piante in uno stesso
diverse piante in uno stesso terreno, non devi giudicare  che  vivano tutte alla stessa maniera. Credi tu che tutti i
giudicare che vivano tutte alla stessa maniera. Credi tu  che  tutti i pesci del mare, e tutti gli animali che vivono in
Credi tu che tutti i pesci del mare, e tutti gli animali  che  vivono in un bosco, si nutrano degli stessi cibi, sol
è buona, e il magazzino è ben fornito dei diversi cibi  che  occorrono alle diverse piante, queste vi crescon bene, e
conoscerne la natura, le qualità, i bisogni. Agricoltore  che  non conosce a fondo le sue terre, prima di metter mano
terre, prima di metter mano all'aratro, è come un falegname  che  maneggia la pialla, senza conoscere il legno che vuol
falegname che maneggia la pialla, senza conoscere il legno  che  vuol lavorare. Ma tu non vuoi essere un guasta mestieri; tu
metti per fondamento alla tua arte lo studio delle terre  che  hai da coltivare. DOMANDE: 1. Qual è il terreno
tutto guardati dal brutto vizio di metter bocca nelle cose  che  non ti spettano; di sentenziare sui fatti altrui; di ridire
di sentenziare sui fatti altrui; di ridire tutto quello  che  vedi, o senti, e che può recar danno, o molestia altrui: ti
fatti altrui; di ridire tutto quello che vedi, o senti, e  che  può recar danno, o molestia altrui: ti guadagneresti i nomi
sa, meglio si sta. Compatisci gli altrui difetti, se vuoi  che  gli altri compatiscano i tuoi. Il tuo parlare sia sempre
Se ti si confida un secreto importante, guàrdati bene  che  non ti esca di bocca. Non confidare ad amiche quello che
che non ti esca di bocca. Non confidare ad amiche quello  che  non vuoi che si sappia. Vedi quello che accade, quando tu
esca di bocca. Non confidare ad amiche quello che non vuoi  che  si sappia. Vedi quello che accade, quando tu fai una
ad amiche quello che non vuoi che si sappia. Vedi quello  che  accade, quando tu fai una confidenza ad un'amica, a patto
accade, quando tu fai una confidenza ad un'amica, a patto  che  non la dica a nessun'altra. Questa la ripete solamente a
fidata, in amica fidata, il secreto gira, e gira tanto  che  arriva, e assai presto, alla persona cui tu intendevi di
tu intendevi di non lasciarlo arrivare mai. Se dunque vuoi  che  un secreto non si divulghi, sappilo custodir bene. Ma
non si divulghi, sappilo custodir bene. Ma ricòrdati  che  pel babbo, e per la mamma non ci hanno da essere secreti.
 che  sui francobolli soliti non si vedevano tanto facilmente. Ma
mani, dalla voglia di tuffarle là dentro. È una sensazione  che  bisogna averla provata, per sapere com'è. Rimescolavamo in
figure vestite in maniere mai viste e profili di re  che  chissà mai in quale angolo del mondo regnavano o avevano
del mondo regnavano o avevano regnato. Quei rettangolini  che  messi tutti insieme potevano valere un sacco di soldi.
fosse stato per caso uno dei rarissimi, degli introvabili,  che  non c'è oro né diamanti da poterli pagare. Era una cosa
- Ecco cos'era, il tesoro! Ecco cos'era! E io: - Pensare  che  era qui! La cosa piú straordinaria per me era di averlo
il solletico dietro le costole diventò cosí forte  che  per sfogarlo mi misi a saltare e a gridare a squarciagola:
anche Ippolita, buttando in aria le braccia e saltando cosí  che  le trecce volarono in linea orizzontale, mi sembra ancora
forte i piedi per fare piú rumore. Ne facevamo tanto,  che  mamma e papà (mi son dimenticata di dire che era domenica,
tanto, che mamma e papà (mi son dimenticata di dire  che  era domenica, cosí c'era anche lui) vennero su di gran
indietro, gridava dalle scale: - Ma cosa c'è? Ma cos'è  che  c'è? Per stringere, dato che ormai siamo alla fine,
scale: - Ma cosa c'è? Ma cos'è che c'è? Per stringere, dato  che  ormai siamo alla fine, ripeterò solo una cosa per uno, di
siamo alla fine, ripeterò solo una cosa per uno, di quelle  che  dissero i grandi. Papà, quasi mortificato: che bisognava
di quelle che dissero i grandi. Papà, quasi mortificato:  che  bisognava far valutare quei francobolli per sapere quanto
a nessuno di darci un'occhiata? (Forse era mortificato  che  non fosse venuto in mente a lui.) Mamma, trionfante: che
che non fosse venuto in mente a lui.) Mamma, trionfante:  che  era ben contenta di non dover piú pensare male di nessuno,
adesso, se il tesoro c'era? Nonna, tranquillissima: certo  che  c'era. Il povero Pio lo aveva sempre detto.
tra gli alberi fronzuti, la vetta del campanile: le campane  che  suonavano mezzogiorno pareva dessero il benvenuto ai due
mezzogiorno pareva dessero il benvenuto ai due ospiti  che  si avvicinavano alla mèta. Ed essi, prima d'entrare in
d'entrare in paese, sostarono qualche istante a una fontana  che  chiocchiolava lungo la via. La fontana non c'era quando
lapide infissa dietro la fonte indicava il nome di colui  che  l'aveva donata al paese. Era uno del luogo che tornato
di colui che l'aveva donata al paese. Era uno del luogo  che  tornato dall'America con una discreta fortuna, aveva
almeno a distinguere con sicurezza i buoni, o mangerecci,  che  sono pochi, dai cattivi, o velenosi, i quali sono
i quali sono moltissimi, e dai sospetti, ossia da quelli  che  or sì, or no fan male, secondo che hanno o poco, o tanto di
ossia da quelli che or sì, or no fan male, secondo  che  hanno o poco, o tanto di veleno. La tua ignoranza nel
manuale d'Igiene Popolare, del dott. DE PETRI, libro  che  merita una larga diffusione tra i contadini, pei quali fu
pei quali fu scritto: «Rigetta, come sospetti, i funghi  che  hanno un odore d'erba, lattiginoso, fetido, ributtante, una
da principio, poi prestamente acre, pungente, bruciante,  che  produce un senso di stringimento alla gola; la polpa
alla gola; la polpa fibrosa, o molliccia, acquosa,  che  si scompone facilmente; che spezzata cambia colore, e
fibrosa, o molliccia, acquosa, che si scompone facilmente;  che  spezzata cambia colore, e diviene azzurra. «Rigetta i
cambia colore, e diviene azzurra. «Rigetta i funghi  che  crescono in luoghi ombrosi ed umidi, nelle caverne, nei
«Rigetta i funghi troppo pesanti, duri, o spugnosi,  che  nascono sopra l'olivo, l'olmo, il fico, e in genere quelli
nascono sopra l'olivo, l'olmo, il fico, e in genere quelli  che  hanno un forte rigonfiamento alla base del gambo. «Diffida
vostra città, Dio mi fece incontrare con quel saggio uomo  che  doveva rinnovare la mia mente, vincere il dubbio del mio
come mio salvatore, m' aveva letto in cuore; e, veduto  che  la mia deliberazione era più d' entusiasmo che di
e, veduto che la mia deliberazione era più d' entusiasmo  che  di convincimento, non assentì. Ma, congedandomi con lagrime
di consolazione, mi disse di lasciar fare al Signore,  che  avrebbe condotta a fine l'opera sua. » Intanto Eugenio, al
Eugenio, al quale il racconto riusciva nuovo e strano (egli  che  non aveva mai pensato sul serio a' paternostri e a' credo
a' paternostri e a' credo della sua nonna), diceva tra sè,  che  quel giovine aveva più del dottore che del lord,
diceva tra sè, che quel giovine aveva più del dottore  che  del lord, sembrandogli l' avrebbe indovinata meglio, se
mondo ai bei tempi del bordone e delle cocolle: del resto,  che  le belle Madonne dipinte sui quadri l'avessero convertito,
sante color di rose e gigli, e quelle Maddalene penitenti  che  aveva veduto, gli avevan fatto frullare tutt'altri pensieri
le mani tremanti cercando la mia, mi benedisse, esclamando  che  oramai moriva contento, perchè il Signore lasciava nella
no, io non lo crederò mai; e tu, o Signore, non consenti  che  un padre maledica il figliuol suo!... Il vero è ch' io son
suo!... Il vero è ch' io son fuggito come un colpevole;  che  ho abbandonato famiglia, amici, e patria: non avrei potuto
mutai nome e cielo. Poi, qui speravo di trovare quel riposo  che  sempre fugge dinanzi a me, e qui mi richiamavano una
e qui mi richiamavano una promessa, un affetto.... Ah! si,  che  almeno io la ritrovi quella virtuosa fanciulla! Essa non mi
potente, sono il figliuolo diseredato, il povero esigliato  che  domanda conforto, che ha bisogno di vivere presso alcuno
diseredato, il povero esigliato che domanda conforto,  che  ha bisogno di vivere presso alcuno che l'ami ancora. » Oh!
domanda conforto, che ha bisogno di vivere presso alcuno  che  l'ami ancora. » Oh! » esclamò Eugenio, « vi dico, in
ancora. » Oh! » esclamò Eugenio, « vi dico, in coscienza,  che  di certe cose non ne so uno straccio! Ma se, per la verità,
la vostra storia, la crederei proprio, come mi dicessero  che  il Gran Turco s'è fatto eremita. Un giovine come voi, un
questa fine.... Scusate, sapete; ma, a me, sono miracoli  che  poco m'entrano in testa: sebbene, a dirvela, tutto ciò
e grave. « E vorrei veder adesso, » soggiungeva Eugenio, «  che  quella fortunata fanciulla volesse far la schizzinosa. È
volesse far la schizzinosa. È impossibile! e scommetto  che  il suo nascondersi è furberia bell' e buona, per tirarvi
scoteva il capo. « Ah! voi ridete, ridete come gli altri  che  mi tengono per uno stolto.... Ma voi non potete vedere
tengono per uno stolto.... Ma voi non potete vedere quello  che  passa qui dentro, non sapete quel che si può perdere e
potete vedere quello che passa qui dentro, non sapete quel  che  si può perdere e sperare! » A tali parole dette con fuoco,
mentalmente: - Non c'è da dire: bisogna persuadersi  che  pizzichi del matto. - Ma poco di poi, quando Arnoldo gli
del matto. - Ma poco di poi, quando Arnoldo gli confidò  che  al domani partiva per andare in cerca di Maria, al paesello
sono sul crescere, mangiano con molto appetito. Un bue  che  lavora, mangia più di un altro che resti alla stalla. La
molto appetito. Un bue che lavora, mangia più di un altro  che  resti alla stalla. La vacca che dà molto latte mangia più
mangia più di un altro che resti alla stalla. La vacca  che  dà molto latte mangia più di quella che ne dà poco, o
stalla. La vacca che dà molto latte mangia più di quella  che  ne dà poco, o nulla. Da ciò comprendi che l'aumento delle
più di quella che ne dà poco, o nulla. Da ciò comprendi  che  l'aumento delle forze, il lavoro, il latte, dipendono dalla
bene, se li vogliamo buoni, ed utili. Il proverbio dice  che  «la buona greppia fa la buona bestia». Impara dunque, o